Shoah, Napolitano: ‘non si ripeta mai piu”


Cio’ che e’ stato non si ripeta mai piu’. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parla in occasione della Giornata della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto. Napolitano si e’ rivolto a Lorenza Mazzetti, autrice di ‘Album di famiglia, diario di una bambina sotto il fascismo’, una mostra, un libro, un film da visionare a Roma, presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. Il Capo dello Stato ha espresso ‘vivo apprezzamento’ per la ‘toccante testimonianza della tragedia affrontata e per il costante e forte impegno a trasmettere la memoria di quei drammatici eventi alle nuove generazioni, affinche’ cio’ che e’ stato non abbia mai piu’ a ripetersi’.

Anche per il presidente della Camera Gianfranco Fini, e’ un ‘dovere ricordare l’orrore della Shoah’. ‘Affinché permanga vivo nel sentimento di condanna nei confronti di tutti gli atti disumani é necessario garantire, soprattutto alle nuove generazioni, la piena coscienza del passato: dalla Sohah giunge, infatti, un monito perennemente attuale’, ha scritto Fini sul catalogo della mostra ‘Auschwitz-Birkenau’, allestita al Vittoriano di Roma.

A MIlano intanto, con la recita del kaddish, la tradizionale preghiera ebraica dei morti, e la struggente testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, si é aperta la cerimonia della posa della prima pietra del Memoriale della Shoah, che sorgerà nel complesso della Stazione Centrale in corrispondenza di quel binario da dove partivano ebrei e prigionieri politici diretti ai campi di sterminio.

Nel famigerato binario 21 sono già stati collocati due vagoni in legno, identici a quelli che negli anni della soluzione finale trasportarono migliaia di persone ai campi di sterminio. In questa ala dello scalo ferroviario milanese, tra due anni, sorgerà un luogo insieme di testimonianza storica e di meditazione. “Sarà un luogo di studio e di scambio, per discutere, capire e meditare”, ha affermato il presidente della Fondazione Memoriale Shoah Ferruccio De Bortoli. Negli spazi del lato est della Centrale vedranno la luce infatti una biblioteca e un luogo di preghiera e raccoglimento per tutte le espressioni religiose e di fede. Alla cerimonia hanno preso parte tutte le autorità civili milanesi, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà, il presidente lombardo Roberto Formigoni e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.

Con un messaggio trasmesso nei giorni scorsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso tutto il suo plauso per la realizzazione di un Memoriale dello Shoah alla Stazione Centrale di Milano. “Un’opera – l’ha definita Napolitano, nel messaggio letto oggi dal presidente della fondazione Ferruccio De Bortoli – altamente significativa quale luogo di testimonianza di un evento tragico che dovrà per sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future”.

Il capo dello Stato ha ricordato “con commozione” la visita che fece tre anni fa nei sotterranei della Stazione Centrale, nel punto dove partivano i treni blindati diretti ai campi di sterminio. “Peccheremmo di colpevole indifferenza – ha ammonito Napolitano – se non adempissimo quello che ci si presenta come un dovere: non dimenticare ciò che è stato in una fosca stagione della nostra storia. Così come non dimentichiamo il grande stuolo dei giusti italiani che, a rischio della loro stessa vita, contribuirono a salvare molte migliaia di ebrei, non soltanto italiani. Fu la loro un’opera di riscatto per il nostro popolo”. Nell’esprimere le proprie congratulazioni a tutti gli enti che contribuiranno alla realizzazione del memoriale della Shoah di Milano, Giorgio Napolitano ha assicurato che parteciperà all’inaugurazione del nuovo spazio voluto per non dimenticare le atrocità della soluzione finale, non appena sarà ultimato.

da www.ansa.it

Olocausto: rubato il cartello all’entrata del lager di Auschwitz


La polizia polacca ha annunciato il furto del cartello posto all’ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia. La celebre insegna reca l’iscrizione in tedesco “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”). E’ la prima volta che la targa con l’oltraggiosa scritta, realizzata dai prigionieri, viene sottratta dal posto in cui fu messa nei primi anni ’40.

La portavoce della polizia polacca, Katarzyna Padlo ha spiegato che le autorità locali ritengono che il celebre cartello sia stato rubato fra le 3.30 e le 5 di venerdì mattina: le guardie hanno subito l’ancoato l’allarme e avvertito la polizia.

Secondo quanto riferito, il cartello è stato svitato da una parte e “strappato” dall’altra: le forze di sicurezza hanno subito avviato le ricerche, ma al momento non ci sono sospetti. La Germania aveva annunciato giovedì di essere pronta a una donazione di 60 milioni di euro per la manutenzione dell’ex lager di Auschwitz-Birkenau.

Jaroslaw Mensfelt, portavoce del sito, aveva definito “enorme” la donazione, augurandosi che anche altri Paesi potessero seguire l’esempio tedesco con altri contributi in risposta all’appello lanciato dal governo polacco. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, aveva detto che la donazione di Berlino rispecchia la “responsabilità storica” dei tedeschi.

Le reazioni di Israele
Indignazione è subito stata espressa da Israele per quanto accaduto. Il ministero degli Esteri israeliano ha definito il furto dell’iscrizione come una “azione disumana”, manifestando contemporaneamente tutta la sua fiducia sull’impegno delle autorità polacche per una soluzione positiva della vicenda.

Il portavoce Yossi Levi ha sottolineato che Israele “è allibito e oltraggiato” per quanto successo e si è domandato “quale tipo di mente disturbata possa concepire il furto di quel terribile simbolo innalzato dinanzi a un campo di morte”. Ha sottolineato comunque che lo Stato ebraico nutre “piena fiducia nelle autorità polacche impegnate nelle indagini” ed è convinto che la polizia riuscirà a catturare i responsabili e a far tornare l’iscrizione al suo posto, “a testimonianza degli orrori perpetrati” dal nazismo.

Il ministro dell’Informazione e della Diaspora, Yuli Edelstein (del Likud), che già in passato aveva espreso posizioni poco diplomatiche ed eccentriche rispetto alla linea ufficiale del governo, ha viceversa denunciato l’accaduto come “un fallimento della Polonia“, oltre che come un segnale del fatto che “gli atti di antisemitismo si stanno moltiplicando nel mondo”.

“Sono turbato”, ha commentato Avner Shalev, direttore dello Yad Vashem di Gerusalemme, il museo memoriale dell’Olocausto, sottolineando di non sapere chi “esattamente abbia rubato quel simbolo”. Ha poi aggiunto che ritiene che si tratti di neonazisti, e comunque che giudica l’episodio “un oltraggio” ai sei milioni di ebrei e a tutte le vittime del nazismo. E’ “un attacco alla memoria della Shoah, un atto che equivale a una vera dichiarazione di guerra”, ha detto, e che è attribuibile a “elementi che vorrebbero riportarci a quei giorni oscuri”. Sono certo – ha concluso – che il governo polacco farà tutto il possibile” per rintracciare i colpevoli e assicurarli alla giustizia”; e ha sottolineato la necessità che “il mondo illuminato lavori insieme contro l’antisemitismo e il razzismo in tutte le sue forme”.

fonte tgcom