“Alba sui canneti”


di Maria Grazia Vai

Respiri d’alba e nebbia sugli specchi
Soffoca la voce sopra il fiume
che s’ascolta nei pensieri
in trasparenza, scorre lenta
tra la riva e i sassi

E trascinano le alghe
impigliate tra i canneti – e il cuore
Fiocchi di nuvole a dipingere il cielo
impresso lo sguardo di traverso,
cieco al tuo sentire

Occhi che s’asciugano i silenzi
rimasti appesi a un ramo.
Galleggiano senza meta
volteggiando tra le foglie
e il vento.

– Sussurri nel fiato grigio di novembre –

E una lacrima si fonde
tra le risate e le colline
Tra i funghi e l’edera attorcigliata
sopra le rose

Non c’è più di lei – il sorriso
a profumarti l’aria.
Solo un respiro

– e l’odore del caffè nella veranda –

…a novembre


di Maria Grazia Vai

Sulle note di Evanescence “ Missing “

E scorrono i giorni, come le gocce di sale
sopra i rosari,
come scorre la pioggia sopra il catrame

Piove, sui frammenti di vetro del cuore
Sulle vele, sui rovi, sulle mie mani
– e sul mare, piove

Come l’inchiostro che cola.
Mentre cancello di te l’ultima goccia che muore,

e muoio anch’io

Come una lacrima nei tuoi occhi sbiaditi
Muoio
all’ombra di un sogno, tra le pietre e la bruma

– tra le rose sfiorite a novembre

Mentre volano via, lontano – le ultime rondini
Lontano da qui,

da questo cielo, bagnato d’autunno,
e rovente
– di pioggia e catrame.

Giustizia: a novembre 12 “morti di carcere”


Sono 160 i decessi da gennaio a oggi. Dei 1.543 morti in carcere dal 2000 a oggi il 60% era in attesa di giudizio”.

Di carcere si muore con frequenza allarmante e spesso a morire sono persone giovani e giovanissime. Con i decessi di Alessio Scarano, 24 anni, trovato morto nella sua cella nel carcere di Cuneo, e di Simone La Penna, 32 anni, morto nel Centro Clinico di Regina Coeli, il numero delle persone decedute dietro le sbarre nel mese di novembre arriva a quota dodici (160 da gennaio a oggi, ndr). Fra loro, soltanto tre avevano più di 50 anni, le altre nove sono state stroncate da suicidi, overdosi, a volte anche morti per motivi apparentemente inspiegabili. Ma c’è un altro dato, se possibile ancora più allarmante. Se si va a guardare la posizione giuridica delle 1.542 persone morte in carcere dal 2000 a oggi si può osservare che “il 60% di loro era in attesa di giudizio, quindi, tecnicamente, più di mille persone innocenti sono morte in carcere”, denuncia il centro studi “Ristretti Orizzonti” del carcere di Padova. Si tratta, in molti casi, di una “non colpevolezza” reale, e non soltanto formale, dato che il 40% delle persone incarcerate viene poi assolta a processo.

 Morti violente in carcere, in Italia più frequenti che in Usa

 

Nelle carceri italiane le morti violente sono quattro volte più frequenti che nei penitenziari degli Stati Uniti. Nel nostro paese si sono verificate, dal 2000 al 2008, una media di 10,24 morti violente (suicidi o omicidi) su 10 mila detenuti (elaborazione del centro studi Ristretti Orizzonti del carcere di Padova su dati del Dap Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria). In pratica un suicidio ogni mille detenuti circa. Nelle carceri americane invece i detenuti che si sono tolti la vita o che sono stati uccisi (tra il 2000 e il 2006) sono 2,55 ogni 10mila. Una morte violenta ogni 4mila reclusi.

In termini assoluti, nel 2006, a fronte di una popolazione carceraria di oltre 2 milioni 250mila persone, le morti violente sono state 596 (497 suicidi e 99 omicidi). Nel 2008 in Italia, a fronte di una popolazione detenuta pari a un cinquantesimo di quella americana (51.167 unità) i suicidi sono stati 45. “Rispetto agli anni Ottanta – spiega Francesco Morelli, curatore del dossier “Morire di carcere” – le autorità americane sono riuscite ad abbattere di due terzi il numero di suicidi in carcere. Malgrado il raddoppio della popolazione detenuta”.

Negli anni ‘80 la frequenza delle morti violente nelle carceri americane era superiore a quella italiana, ma dopo una serie di interventi, tra i quali la costituzione di uno staff composto da 500 operatori (in prevalenza psicologi) che si è fatto carico della formazione permanente del personale penitenziario (a cominciare dagli agenti) sulla prevenzione del suicidio e degli atti violenti, il tasso di suicidi e omicidi si è ridotto di quasi il 70%. Dalla metà degli anni ‘90 ad oggi questo livello è rimasto pressoché costante, malgrado l’aumento considerevole della popolazione detenuta. In Italia il tasso di mortalità dei detenuti per “cause violente” negli ultimi 30 anni si è mantenuto su valori costanti, con “picchi” di suicidi in corrispondenza delle situazioni di massimo affollamento degli istituti di pena.

da www.ristretti.it

Santa Silvia


di Daniela Domenici

santa silviaSe al calendario oggi diamo un’occhiata

vedremo che Santa Silvia viene festeggiata

della vita di suo figlio fu una così grande artefice

che Gregorio poi col nome Magno divenne pontefice.

Al tempo dei Romani un’altra Silvia di una colpa si macchiò

e per i posteri sempre purtroppo  Rea Silvia si chiamò.

Ma poi per lei Leopardi un’ode sublime compose

e sugli altari della memoria di tutti così la pose

Filastrocca per il giorno dei morti


di Daniela Domenici

befanaIn genere è la Befana che porta i doni

a quei bambini che sono stati più buoni

in Sicilia, regione tutta particolare,

tocca ai morti i doni ai bimbi portare

questa anime che vorrebbero finalmente riposare

sono così costrette a… tornare a lavorare

alla base di questa usanza c’è sicuramente il concetto

che si voglia rafforzare tra vivi e morti l’affetto

ma dato che la Befana per questo è stata inventata

non si potrebbero dare ai bimbi i doni solo in quella data?