Enrico Guarneri in “Io sono l’altro”


di Daniela Domenici

“Basta la parola” recitava il ritornello di un noto spot pubblicitario di Carosello.

Per Enrico Guarneri basta la parola, il suo nome, e si sono riversate migliaia di persone in qualunque teatro, anfiteatro o parco della Sicilia in cui si sia esibito con il suo cast durante questa estate così intensa e densa di appuntamenti per lui e che non è ancora finita.

Anche ieri sera a Nicolosi si è ripetuta la stessa scena vista a Zafferana o a Scicli o a Milo o a Piazza Armerina, tanto per citare alcune delle città in cui si è fermato con la sua compagnia: fiumi di persone hanno affollato in ogni angolo il parco comunale della cittadina etnea per applaudirlo in “io sono l’altro”, testo da lui scritto insieme ad Antonello Capodici che ne firma anche la bella scenografia e la regia, ottime le musiche di Aldo Giordano.

In questo testo Guarneri spazia, da splendido mattatore, da Ignazio Buttitta a De Filippo a Pirandello con una “spruzzata” della voce di Rosa Balistreri e lo fa con una rara e delicata maestria, un’energia e una carica di simpatia travolgente, una capacità attoriale di passare dai toni ironici a quelli drammatici senza mai una caduta di tono o di stile per tutta la durata dello spettacolo, un atto unico di quasi due ore in cui non lascia mai il palcoscenico e viene ben coadiuvato da tre colleghi: Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato e Nadia De Luca.

La maggior parte del pubblico (eccetto la sottoscritta che, non vedendo televisione da anni, non lo conosce in questo ruolo) lo apprezza per il personaggio di Litterio che interpreta da molto tempo su una rete locale e che lo ha, da una parte, portato al successo ma, dall’altra, lo ha come “inscatolato”: ecco perché Guarneri ha voluto inserire nella scenografia il manichino di questo personaggio con cui ha “dialogato” come una sorta di alter ego con la sua voce registrata e a cui ha voluto “dimostrare” di saper fare ben altro interpretando magistralmente il doloroso monologo finale de “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello.

Tra un testo e l’altro Guarneri ha inserito degli sketches assolutamente comici: tra tutti la scenetta della visita dallo psicologo, interpretato da Amato, il rocambolesco ricovero al pronto soccorso, la visita, insieme a un attore “emergente” interpretato dal bravissimo Vincenzo Volo, allo pseudo-regista russo che Rosario Marco Amato ha saputo caratterizzare in modo formidabile.

Questo spettacolo verrà replicato il 2 settembre ad Aci Sant’Antonio, il 3 a Misterbianco e il 4 a Catania.

Unplugged


di Daniela Domenici

Nell’immaginario collettivo dei tempi moderni la notte di Ferragosto, quella, per intenderci, tra il 14 e il 15, va trascorsa su una spiaggia o, comunque, in un luogo di mare tra falò, musica e balli.

A noi è capitata un’avventura musicale diversa: Nino Borzì, sindaco di Nicolosi, splendida cittadina a due passi dalla vetta dell’Etna, insieme ai suoi assessori, ha pensato di organizzare un concerto nella piazza principale invitando un cantautore come Vincenzo Spampinato e quattro dei suoi musicisti riuniti nel “Sun quartet” vincendo questa sua “scommessa”: qualche migliaio di persone ha gremito ogni angolo della piazza con un’attenzione, un affetto e un calore chiaramente percepibili, tangibili, verso il cantautore e i suoi musicisti. Non contento di ciò ha poi offerto, grazie a un bar che si è reso disponibile, un brindisi a tutto il pubblico e poi arancini per tutti lungo la via Etnea!!!

I musicisti che hanno accompagnato Spampinato in questo concerto di Ferragosto sono: Francesco Bazzano alle percussioni, Patrizia Privitera al basso, Edoardo Musumeci alla chitarra e Francesco Novecento alle tastiere.

“Unplugged”, nel linguaggio musicale moderno, significa “non amplificato”; a noi, non addetti ai lavori, piace immaginare che Vincenzo abbia scelto questo termine come titolo del suo concerto utilizzandone il suo significato originario cioè “staccare la spina”: con le sue splendide  canzoni ci ha fatto davvero staccare la spina, per un po’ di tempo, dai pensieri e problemi quotidiani portandoci, lui menestrello del Borgo, verso spiagge nuove e orizzonti inesplorati, facendoci sorridere, cantare con lui, applaudire ma anche ridere di cuore quando ha interagito col pubblico, in puro dialetto catanese, alla sua maniera così amabile, delicata e ironica.

Ed ecco la scaletta del concerto di ieri sera, 13 brani più due bis:

I ragazzi del Borgo, dedicata al suo amato quartiere di Catania

L’amore nuovo, canzone “per chi ha amato, ama e, speriamo, riamerà…è beneaugurante..”

Per Lucia, canzone scritta per Riccardo Fogli, contro la guerra, contro il Muro di Berlino “…legarle i capelli con un filo di vento…indosserei le stelle…”

Campanellina, scritta per sua figlia prima che nascesse, dal ritmo trascinante e con un assolo iniziale di chitarra di Edoardo Musumeci, una serie di insegnamenti di vita per la figlia “…scegli il sorriso, rispetta il dolore..”

Bella e il mare, con la voce registrata di Lucio Dalla nel finale “…il mare non chiama e non risponde…quante volte con un sasso hai rotto le sue onde…”

Voglio un angelo, che è stata a lungo prima in classifica n tutto il Sudamerica ed è stata cantata anche da Shel Shapiro “voglio un angelo quando torno a casa mia…voglio un angelo che mi illumini la via..”

Bella e il vento, creata dopo aver letto una poesia di Garcia Lorca con questo titolo, cantata su base registrata, canzone non facile da apprezzare a primo ascolto

Jè ‘a terra mia, canzone in lingua siciliana dedicata alla sua amata Sicilia “Jè ‘a terra mia..è scritta con curaggio e c’a puisia…questa è l’isola conquistata che vi conquisterà..”

La tarantella di Socrate, un testo deliziosamente ironico che prende in giro amabilmente alcuni luoghi comuni “lavorare mi stanca…mettila in vendita l’anima, è meglio avere che essere…”

Neve d’estate, un testo un po’ malinconico “nevica, nevica, nevica, nevica…dura un secolo questa domenica” e finta neve piove sul palco

Bouganville pericolosa, un brano cantato al Cantagiro dal testo molto ironico “ma quanto mi manchi…” è il ritornello-tormentone

Muddichedda, brano con cui ha vinto il festival della canzone siciliana che gli è stato ispirato dalla nonna che gli diceva sempre “Muddichedda muddichedda si aggiusta tutto”, è la teoria dei piccoli passi, la voce femminile registrata che si sente è di Carla Basile.

Sorrisi, celebre ritornello da lui creato tanti anni fa per presentare i suoi musicisti e ringraziare le autorità e il pubblico presente che, non ancora appagato, gli ha chiesto due bis: “Elle” e “Legittima difesa”.

“Palla avvelenata” a Nicolosi per la SLA


Sabato 17 Aprile 2010 al Centro Congressi di Nicolosi la Magazzini
Teatrali metterà in scena “ Palla Avvelenata ”, spettacolo teatrale che racconta
il marcio che circola nel mondo dorato del calcio. L’incasso della serata
verrà totalmente devoluto alla Fondazione Stefano Borgonovo che si occupa di
raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla SLA. Magazzini Teatrali cerca di raccontare una vicenda scottante, che ha come protagonista un ex-calciatore ma soprattutto un uomo forte e
contraddittorio. Splendori (pochi) e miserie (molte) del calcio che perseguita la nostra
vita quotidiana. Il Calcio,insieme al ciclismo, con cui condivide il primato
del gusto epico-popolare, è lo sport che più ha offerto spunti a tanta
recente drammaturgia. Questa volta però non è pretesto o metafora per
tratteggiare ampi spaccati storico-sociali, ma per raccontare, attraverso la storia di un
ex “centravanti maledetto” degli anni ’60 e ’70, il lato oscuro del calcio italiano. Quello del doping, delle partite truccate e dei soldi in nero. Attraverso una irreale intervista rivedremo i momenti salienti della sua carriera che,guarda caso,coincidono con i maggiori scandali del calcio italiano. In poco più di un’ora lo vediamo ringiovanire, invecchiare, entusiasmarsi, incanaglirsi, perdersi grazie alla duttilità travolgente di Gianluca Barbagallo, capace di popolare la scena di personaggi noti e meno noti di quel mondo e di quell’epoca,ma anche dei giorni nostri. Alle sue spalle una panchina coperta di tante maglie colorate quanti erano stati i
prestigiosi club in cui il “Centravanti maledetto” aveva militato (Milan, Roma, Bologna,
Genoa, Verona,Catanzaro) e nell’aria le musiche di Guccini,Paolo Conte e
Modena City Ramblers. La bella giornalista,interpretata da Desirèe Ragusa, ripercorrerà con
le sue domande, la vita intera di questo calciatore pentito, dalle oneste
ambizioni giovanili, all’uso di sostanze illecite, dagli intoccabili colleghi blasonati
agli eccessi fuori dal campo. Pagherà tutto e per tutti, subirà
processi e squalifiche e, a quel punto, non avrà più paura di dire quel che nel
calcio si fa ma non si deve far sapere, Una storia sincera, coraggiosa, senza
enfasi né eroi. Uno spettacolo di denuncia, senza moralismi, senza mezze
allusioni, sul mondo del pallone. Perché è la storia di un precursore del calcio
dorato di oggi. Dedicata a tutti quelli che, come noi, amano il meraviglioso
mondo  dello sport, e del calcio in particolare. Quello vero. Una rappresentazione teatrale che, di sicuro, farà discutere. Tutte le verità sul calcio che nessuno vi ha mai detto. Dedicato soprattutto ai ragazzi. Quelli che cominciano.