Gino Strada come Dom Helder Camara


di Vittorio Arrigoni da Gaza City

Felicitazioni” per il ministro degli Esteri Franco Frattini e “vivo compiacimento per la positiva conclusione della vicenda”.
Ma felicitazioni di che?
E che conclusione?
L’ospedale di Emergency di Lashkar-gah rimane chiuso, sotto sequestro degli sgherri del narcotrafficante Karzai.
Immaginate quali felicitazioni fra le file di pazienti che bussano invano alle porte sbarrate dell’ospedale: chi senza gambe e senza braccia per chiedere una protesi, chi per un intervento chirurgico urgente o per arrestare una emorragia, e le tante madri coi figli moribondi in braccio per la deflagrazione della democrazia esportata con le nostre bombe.

L’amarezza oltre per la chiusura di una struttura sanitaria in grado di salvare migliaia di vite all’anno, nel più povero fra i paesi al mondo costantemente bombardato dal più ricco, permane anche per le critiche infondate dirette dal governo italiano a Emergency.

L’espressione idiota di Gasparri, le estemporanee illazioni di Crosetti, il ghigno fascista di La Russa contro un pacato Gino Strada che non se ne sta trincerato in sala operatoria ma esce allo scoperto per spiegarci l’orrore di una guerra, di ogni guerra, ben cosciente che la presenza della NATO in Afganistan sono centinaia di corpi smembrati in più da aggiustare, mi hanno riportato alla memoria le parole di un sant’uomo, Dom Helder Camara, quando diceva:

“Se do il pane ai poveri, tutti mi chiamano santo; se dimostro perché i poveri non hanno pane, mi chiamano comunista e sovversivo”.

Restiamo Umani.

da www.stampalibera.com

We all live in a…black submarine: a bordo del sottomarino Greco PONTOS ad Augusta


di Daniela Domenici

Nell’ambito dell’esercitazione “Noble Manta 2010”, la più grande esercitazione della Nato nelle acque della Sicilia sud orientale a cui partecipano gli equipaggi di ben 10 nazioni, stamattina abbiamo avuto il piacere di poter salire a bordo e visitare un sottomarino che fa parte di questa forza multinazionale.

Attraccato a una delle banchine della Marina Militare ad Augusta c’era il sottomarino Pontos, battente bandiera greca,  una delle unità più moderne della Marina greca, costruito nel 1978 nei cantieri tedeschi di Kiel.

Ci ha raccontato il comandante che il nome Pontos deriva da quello di un dio, Isiodos Pontos, della mitologia ellenica, che impersonava il mare; era figlio di Gaia e Aithera e padre di Nereus e Evrinias. Inoltre, in lingua greca, “pontos” è un sinonimo di “thalassa”, cioè “mare”.

Ciò che colpisce chi, per la prima volta (come la sottoscritta), entra in un sottomarino è l’esiguità degli spazi in proporzione al numero dei componenti dell’equipaggio che ci vivono e operano: da non credere che in quei pochi metri quadrati riescano a convivere, notte e giorno, anche per due mesi di seguito, 35 persone!!!

Vogliamo ringraziare per la squisita cordialità e la calorosa accoglienza il comandante e tutto l’equipaggio del Pontos che hanno risposto con precisione di dettagli a qualunque tipo di domanda, anche la più curiosa, che abbiamo posto loro durante la nostra permanenza a bordo.

E naturalmente vi propongo la celebre canzone dei Beatles

http://www.youtube.com/watch?v=cI5WsZ1HwS4

La più importante esercitazione annuale anti-sommergibile della Nato nel Mediterraneo


Dieci nazioni della NATO schiereranno nel Mediterraneo, dal 10 al 24 febbraio 2010,  sette sommergibili, otto unità navali di superficie e 18 tra aerei ed elicotteri per il pattugliamento marittimo nell’ambito dell’esercitazione annuale anti-sommergibile (ASW) Noble Manta 2010 (NMA 10). La NMA 10 si svolgerà nel Mar Ionio a sud-est delle coste della Sicilia e comprenderà forze e personale di Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia,  Norvegia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti d’America  e Turchia.    

Scopo dell’esercitazione é addestrare una forza multinazionale – equipaggiata con  mezzi navali, sommergibili ed aerei – in operazioni ASW, anti-superficie e di sorveglianza delle coste. Unità di superficie del Gruppo Permanente della NATO 2 (SNMG2) prenderanno parte all’esercitazione assieme ad una fregata e ad una unità ausiliaria della Marina italina e ad una fregata della Marina francese.    Nel corso dell’attività in mare i sommergibili si alterneranno nei ruoli di cacciatore e preda. Velivoli da pattugliamento marittimo forniti da  Canada, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti d’America saranno dislocati sulla base di Sigonella mentre elicotteri italiani ASW opereranno da Fontanarossa, in Sicilia.  Sono pianificate circa 100 missioni aeree che richiederanno in media lo svolgimento di un briefing agli equipaggi ogni tre ore.

NMA 10 si svolgerà sotto la supervisione del Comando Alleato della Componente Marittima di Napoli, comandato dall’Ammiraglio Maurizio Gemignani, della marina militare italiana, e verrà condotta dal comandante del ‘Submarines Allied Naval Forces South Command’, Contrammiraglio John M. Richardson e dal comandante del ‘Maritime Air Naples Command’, Contrammiraglio David J. Mercer, entrambi statunitensi.

Un aforisma di Quelo


Tu che sei nato prima del 1975:
A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!
Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag.
… E viaggiare nel cassone posteriore di una pickup, in un pomeriggio torrido, era un regalo speciale.
I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.
Bevevamo l’acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglia. Che orrore!!
Andavamo in bicicletta senza usare un casco.
Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri “carri giocattolo”.
Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema…. noi da soli!!!
Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.
Non esistevano i cellulari. Incredibile!!
Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti… e non c’erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa. Ti ricordi degli incidenti?
Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.
Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero… ma nessuno di noi era obeso.
Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.
Non avevamo la Playstation, nè il Nintendo, nè dei videogiochi. Nè la TV via satellite, nè le videocassette, nè il PC, nè internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro.
Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele!
Senza controllo! Come siamo sopravissuti?!
Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.
Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo.
I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro a un altro. L’idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge.
Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.
Sapevamo che quando i genitori dicevano “NO”, significava proprio NO.
I giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.
E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto ciò che volevamo.
Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e ottimi risolutori di problemi.
Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli.
Tu sei uno di loro. Complimenti!!!