di Vittorio Arrigoni da Gaza City
Felicitazioni” per il ministro degli Esteri Franco Frattini e “vivo compiacimento per la positiva conclusione della vicenda”.
Ma felicitazioni di che?
E che conclusione?
L’ospedale di Emergency di Lashkar-gah rimane chiuso, sotto sequestro degli sgherri del narcotrafficante Karzai.
Immaginate quali felicitazioni fra le file di pazienti che bussano invano alle porte sbarrate dell’ospedale: chi senza gambe e senza braccia per chiedere una protesi, chi per un intervento chirurgico urgente o per arrestare una emorragia, e le tante madri coi figli moribondi in braccio per la deflagrazione della democrazia esportata con le nostre bombe.
L’amarezza oltre per la chiusura di una struttura sanitaria in grado di salvare migliaia di vite all’anno, nel più povero fra i paesi al mondo costantemente bombardato dal più ricco, permane anche per le critiche infondate dirette dal governo italiano a Emergency.
L’espressione idiota di Gasparri, le estemporanee illazioni di Crosetti, il ghigno fascista di La Russa contro un pacato Gino Strada che non se ne sta trincerato in sala operatoria ma esce allo scoperto per spiegarci l’orrore di una guerra, di ogni guerra, ben cosciente che la presenza della NATO in Afganistan sono centinaia di corpi smembrati in più da aggiustare, mi hanno riportato alla memoria le parole di un sant’uomo, Dom Helder Camara, quando diceva:
“Se do il pane ai poveri, tutti mi chiamano santo; se dimostro perché i poveri non hanno pane, mi chiamano comunista e sovversivo”.
Restiamo Umani.