Gay si nasce, non si diventa


Lo proverebbe uno studioso belga

 Omosessuali si nasce e non si diventa. Lo sostiene uno studioso belga, Jacques Balthazar, docente all’università di Liegi, in un suo libro. Balthazar,  zoologo di formazione e responsabile di un gruppo di ricerca in endocrinologia del comportamento, spiega al quotidiano Le Soir, di aver voluto “smontare” su base scientifica anche “le credenze secondo le quali l’omosessualità sarebbe una malattia, una perversione o una devianza”.

 

Balthazar da 35 anni lavora sui meccanismi ormonali e nervosi che controllano il comportamento sessuale di animali e umani. Il suo libro s’intitola “Biologia dell’omosessualità. Si nasce omosessuali, non si sceglie di esserlo” e vuole dimostrare che “l’origine dell’omosessualità è da ricercare nella biologia degli individui piuttosto che nell’attitudine dei loro genitori o nelle decisioni dei soggetti interessati”.

Nell’uomo come negli animali, l’omosessualità sarebbe fortemente determinata già dalla nascita per  un’interazione tra fattori genetici e ormonali nell’embrione.
“L’omosessualità – spiega ancora il professore – non costituisce solo un orientamento sessuale diverso, ma si accompagna a modifiche morfologiche, fisiologiche e comportamentali complesse”. Basandosi sulla letteratura scientifica, soprattutto anglosassone, degli ultimi 30 anni, lo studioso ne ha indivuato una dozzina, che chiama “fasci d’indizi sufficienti”. 

Il ricercatore allontana quindi la credenza che i gay siano perversi o pericolosi e si oppone au “gruppi sociali e religiosi che continuano, malgrado la loro ignoranza, a sostenere le tesi omofobe”. Gli omosessuali “devono poter vivere la loro vita in accordo con la loro natura senza un senso di colpa personale”. Occorre – aggiunge – più tolleranza.

 fonte TGCOM

Il 3 febbraio del 1957 nasceva il Carosello, cosa è cambiato?


di Santino Rizza

Per noi che siamo definiti quelli della vecchia generazione, dimenticarsi del Carosello non è facile.

Dal 1957 al 1977, è stato compagno insostituibile, non tanto per i prodotti che promuoveva, ma per una frase che ormai è entrata a far parte degli annali, e che oggi farebbe scalpore tra i giovani, “A letto dopo il Carosello“.

Un’espressione che tutti i genitori del tempo “imponevano” a noi piccoli.

In poche parole era come avere lo zuccherino prima della famosa, o famigerata, affermazione, che per ben vent’anni ha accompagnato quelli della mia generazione, e che ha concesso l’onore di poter pronunciarla a chi in quegli anni si trovava dall’altro lato della barricata, i nostri genitori.

Chi non ricorda Patty Pravo, che nel periodo estivo diventata testimonial di un famoso cornetto, oppure la presenza di attori di grido di quel periodo, che magari vestivano i panni del cittadino modello, e famoso aggiungerei io, che utilizzava e quindi faceva la reclame di un dentifricio?.

Da Totò a Mina, da Gino Bramieri a Walter Chiari, nessuno era indenne dal far la sua comparsa nel “Carosello” per fare il suo intervento pubblicitaro, che raccontava una storia in un solo minuto (se non ricordo male).

Quanti ricordi, ma oggi la situazione è uguale a ieri? Assolutamente…NO !

Oggi (umoristicamente parlando) sono i figli a ricordare ai genitori che ad una certa ora bisogna andare a letto. Perché? Perché la nuova generazione, non ha orario per uscire e rientrare in casa.

Quante volte i giovani hanno sentito i propri genitori gridare Questa casa non è un albergo!“.

E quante volte noi genitori abbiamo dovuto ascoltare la sarcastica risposta dei figli risposte dei figli:  “Allora la colazione la faccio al bar“.

Ah quanti ricordi il Carosello, ma se tornasse oggi i genitori potrebbero pronunciare la famosa frase o sarebbero i figli a cogliere la palla al balzo per mandare noi giovani degli anni 50 a letto

da www.enna,blogsicilia.it

Concerto per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn


Oggi nel 1809 nasceva una grande musicista, Felix Mendelssohn-Bartholdy, dalla sua vasta produzione ho scelto il primo movimento del concerto op.64 per violino e orchestra che amo particolarmente nell’interpretazione della violinista Sarah Chang e l’orchestra diretta da Kurt Masur

http://www.youtube.com/watch?v=CCLxso5XDN4

Natale come risveglio, rinascita


“Prima di lasciare i suoi discepoli, Gesù disse loro: «Ora io vado
verso Colui che mi ha inviato. Ho ancora molte cose da dirvi, ma
non le potete portare adesso. Quando sarà venuto il Consolatore,
lo Spirito di Verità, vi condurrà in tutta la verità». Queste
parole di Gesù significano che soltanto lo Spirito ci può dare
la vera comprensione del Suo insegnamento. Dobbiamo quindi
meditare sul messaggio evangelico, e impregnarcene legandoci
alle entità celesti al fine di esaltare la sua essenza in noi
stessi.
Il giorno in cui riusciremo a sentire le grandi verità contenute
nei Vangeli come delle realtà vive e attive, tutto il nostro
essere interiore ne sarà purificato, illuminato, rigenerato. Sì,
perché quelle vibrazioni provenienti dal mondo dell’anima e dello
spirito vengono percepite dal nostro intero essere, e allora
qualcosa che sonnecchiava in noi si risveglia e si mette in
moto. I testi evangelici – benché certi eruditi ne critichino
spesso lo stile – sono paragonabili a correnti di forze che
hanno il potere di risvegliare la nostra anima a una vita nuova.
È ciò che si chiama “la seconda nascita”, la nascita del Cristo. ”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

“Lettera a una bambina mai nata”


di Francesco dal carcere di Augusta

Cosa hai sentito finora del mondo

attraverso l’acqua e la pelle

tesa della pancia di mamma?

Cosa ti hanno detto le tue orecchie

imperfette della nostra paura?

Riusciremo a volerti senza pretendere,

a guardarti senza riempire il tuo

spazio di parole, inviti, divieti?

Riusciremo ad accorgerci di te

anche dai tuoi silenzi, a rispettare

la tua crescita senza gravarla

di sensi di colpa e affanni?

Riusciremo a stringerti senza che

Il nostro contatto sia richiesta

spasmodica o ricatto d’affetto?

Vorrei che i tuoi natali non fossero

colmi di doni, segnali a volte sfacciati

delle nostre assenze, ma di attenzioni.

Vorrei che gli adulti che incontrerai

fossero capaci di autorevolezza, fermi

e coerenti: qualità dei più saggi.

La coerenza mi piacerebbe per te.

E la consapevolezza che nel mondo

in cui verrai esistono oltre alle regole

le relazioni e che le une

non sono meno necessarie delle altre,

ma facce di una stessa luna presente.

Mi piacerebbe

che qualcuno ti insegnasse a inseguire

le emozioni come gli aquiloni fanno

con le brezze più impreviste e spudorate;

tutte, anche quelle che sanno di dolore.

Mi piacerebbe

che ti dicessero che la vita

comprende la morte.

Perché il dolore non è solo

vuota perdita ma affettività,

acquisizione oltre che sottrazione.

La morte è un testimone che i

migliori di noi lasciano ad altri

nella convinzione che se ne possano

giovare: così nasce il ricordo,

la memoria più bella che è storia

della nostra stessa identità.

Mi piacerebbe

che qualcuno ti insegnasse a stare da sola,

ti salverebbe la vita.

Non dovrai rincorrere la mediocrità

per riempire vuoti,

né pietire uno sguardo

o un’ora d’amore.

Impara a creare la vita

dentro la tua vita

e a riempirla di fantasia.

Adora la tua inquietudine

finché avrai forza e sorrisi,

cerca di usarla per contaminare gli altri,

soprattutto i più pavidi e vulnerabili.

Dona loro il tuo vento intrepido,

ascolta il loro silenzio con curiosità,

rispetta anche la loro paura eccessiva.

Mi piacerebbe

che la persona che più ti amerà

possa amare il tuo congedo

come un marinaio che vede

la sua barca allontanarsi

e galleggiare sapiente

lungo la linea dell’orizzonte.

E tu allora

porterai quell’amore sempre con te,

nascosto nella tua tasca più intima.

Filosofia: a Firenze un convegno per il centanario della nascita di Cesare Luporini


Nel centenario della nascita, il Dipartimento di Filosofia dell’Universita’ di Firenze organizza una giornata di studi sul filosofo e critico letterario Cesare Luporini. Promosso in collaborazione con la rivista ”Il Ponte”, in occasione dell’uscita del numero monografico ”Cesare Luporini 1909-1993”, l’incontro si svolgera’ mercoledi’ 25 novembre, alle ore 9.30, nell’aula magna del rettorato (in piazza san Marco, 4).

Dopo il saluto del preside della Facolta’ di lettere e filosofia, Franca Pecchioli, e del direttore del Dipartimento di Filosofia, Pierluigi Minari, prenderanno la parola Claudio Cesa, che presentera’ il numero della rivista, Aldo Tortorella, che parlera’ dell’attivita’ politica dello studioso che fu per molti anni docente di filosofia morale presso l’ateneo fiorentino, e Roberto Mapelli, sul marxismo di Luporini. Seguiranno gli interventi di Furio Cerutti, Michele Maggi e Massimo Mugnai; le conclusioni saranno affidate a Maria Moneti.

Nato a Ferrara nel 1909, nei primi anni Trenta Cesare Luporini si reco’ prima a Friburgo, dove frequento’ le lezioni di Martin Heidegger, e poi a Berlino, dove segui’ le lezioni di Nicolai Hartmann; si laureo’ successivamente in filosofia a Firenze. Luporini ha insegnato storia della filosofia nelle Universita’ di Cagliari, Pisa e Firenze. Dopo un’iniziale interesse per l’esistenzialismo, aderi’ al marxismo, iscrivendosi al Partito Comunista Italiano, per il quale fu eletto senatore nella terza legislatura (1958-1963). Con Ranuccio Bianchi Bandinelli, Romano Bilenchi e Marta Chiesi fu tra i fondatori della rivista ”Societa”’. Oltre agli studi sulla storia del pensiero moderno e a un’elaborazione teorica del marxismo incentrata sui temi etici, si ricordano, fra le sue opere principali, ”Situazione e liberta’ nell’esistenza umana” (1942), ”Spazio e materia in Kant” (1961), ”Dialettica e materialismo” (1974). Un’incidenza notevolissima ebbe sugli studi leopardiani il suo saggio ”Leopardi progressivo” (1947). Dopo il saluto del preside della Facolta’ di lettere e filosofia, Franca Pecchioli, e del direttore del Dipartimento di Filosofia, Pierluigi Minari, prenderanno la parola Claudio Cesa, che presentera’ il numero della rivista, Aldo Tortorella, che parlera’ dell’attivita’ politica dello studioso che fu per molti anni docente di filosofia morale presso l’ateneo fiorentino, e Roberto Mapelli, sul marxismo di Luporini. Seguiranno gli interventi di Furio Cerutti, Michele Maggi e Massimo Mugnai; le conclusioni saranno affidate a Maria Moneti.

Nato a Ferrara nel 1909, nei primi anni Trenta Cesare Luporini si reco’ prima a Friburgo, dove frequento’ le lezioni di Martin Heidegger, e poi a Berlino, dove segui’ le lezioni di Nicolai Hartmann; si laureo’ successivamente in filosofia a Firenze. Luporini ha insegnato storia della filosofia nelle Universita’ di Cagliari, Pisa e Firenze. Dopo un’iniziale interesse per l’esistenzialismo, aderi’ al marxismo, iscrivendosi al Partito Comunista Italiano, per il quale fu eletto senatore nella terza legislatura (1958-1963). Con Ranuccio Bianchi Bandinelli, Romano Bilenchi e Marta Chiesi fu tra i fondatori della rivista ”Societa”’. Oltre agli studi sulla storia del pensiero moderno e a un’elaborazione teorica del marxismo incentrata sui temi etici, si ricordano, fra le sue opere principali, ”Situazione e liberta’ nell’esistenza umana” (1942), ”Spazio e materia in Kant” (1961), ”Dialettica e materialismo” (1974). Un’incidenza notevolissima ebbe sugli studi leopardiani il suo saggio ”Leopardi progressivo” (1947).

fonte Adnkronos