Dal carcere di Spoleto: la carta straccia della Costituzione in carcere


di Carmelo Musumeci

La carta straccia della Costituzione in carcere

 “La California svuota le carceri. Costano troppo, meglio liberi. Progetto rivoluzionario.|

(Fonte: Liberazione giovedì 25 marzo 2010)

 Nel Corriere della sera di giovedì 25 marzo 2010 leggo che il Presidente delle Repubblica Napolitano, riguardo alla nostra Carta Costituzionale, dichiara:

“La Carta si onora rispettando le Istituzioni.”

Signor Presidente,  non sono d’accordo.

Non credo che la nostra Costituzione si rispetti solo onorando le Istituzioni quando le stesse Istituzioni non la rispettano.

La Costituzione Italiana si onora solo quando si applica ai cittadini, a tutti, anche a quelli cattivi che sono in carcere a scontare una pena.

Signor Presidente,  mi permetta di ricordare che il dettato costituzionale assegna alla pena una funzione rieducativa e non vendicativa.

Invece in Italia il carcere trasforma i suoi abitanti in mostri perché fra queste mura non esiste la Costituzione.

Signor Presidente,  a parte le responsabilità istituzionali esistono quelle morali e intellettuali.

La esorto, guardi cosa sta accadendo dentro le carceri italiane .

Esiste ormai una rassegnazione d’illegalità diffusa, spesso incolpevole, sia per chi ci lavora,  sia per chi ci vive.

La legalità prima di pretenderla va offerta.

Invece in carcere ci sono uomini accatastati uno accanto all’altro, uno sopra l’altro.

Detenuti che si tolgono la vita per non impazzire.

Ci sono uomini murati vivi sottoposti al regime del 41 bis che non possono vedere neppure la luna e le stelle dalle loro finestre.

Ci sono uomini condannati all’ergastolo ostativo, una pena interminabile che può finire solo quando muori o quando trovi un altro da mettere in cella al posto tuo.

Signor Presidente,  come fa il carcere e rieducare se sei sbattuto come uno straccio da un carcere all’altro?

Lontano da casa, chiuso in una gabbia come in un canile,  privato degli affetti, da una carezza e di perdono?

Signor Presidente,  ci dia una mano a educare le Istituzioni e a portare la legalità e la Costituzione in carcere.

Non siamo solo carne viva immagazzinata in una cella, siamo anche qualche cos’altro.

Dietro i nostri reati e le nostre colpe ci sono ancora delle persone.

Le ricordo che il rimpianto Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, che in galera passò lunghi anni, diceva spesso:

-Ricordatevi, quando avete a che fare con un detenuto, che molte volte avete davanti una persona migliore di quanto non lo siete voi.

 

Emma Bonino non ce l’ha fatta


Ce l’ha messa tutta la piccola grande Emma ma non ce l’ha fatta…

nella città che ospita il Vaticano che è sceso in campo con tutto il suo strapotere e capillarmente ha “invitato” a non votare Emma sarebbe stata un’impresa quasi da Davide contro Golia…

formidabile Emma che ha rischiato anche la vita con il suo sciopero della fame e della sete per denunciare l’illegalità…è dovuto intervenire anche il presidente Napolitano con un decreto beffa, il salvaliste, pur di far tornare in campo a tutti i costi la candidata del centrodestra.

Grazie EMMMA, moralmente comunque hai vinto tu.

http://www.radioradicale.it/scheda/300478/regionali-2010-lesito-delle-elezioni-nel-lazio

Basterebbe poco per sistemare tutto, democraticamente


  di Simone Mariotti

Se non fosse un dramma della democrazia la cosa sarebbe pure divertente.

Riepiloghiamo. La prima cosa da fare è stabilire, solo per dovere di cronaca, il numero di ore che ha impiegato la settimana scorsa il ministro Maroni per rimangiarsi la parola. A casino elettorale scoppiato, prima di sapere che qualche problemino ci sarebbe stato anche in Lombardia, e quindi anche alla Lega, Robertino bello baldanzoso faceva il saputello della legalità: “Escludo l’intervento del governo”, e già si fregava le mani a vedere il Pdl lì a scannarsi, mentre nell’empireo nord leghista tutto splendeva. Sul calare del sole si scopre ahimè che compare Formigoni, formichin formicando, qualche pasticcino l’aveva fatto pure lui. Non solo, ma oltre a parlare in politiches-geroglifico attaccando pure lui i radicali, questa volta di “vandalismo” (dopo le accuse poveriniane di squadrismo, dal ridicolo passiamo al grottesco), non si lascia sfuggire un’accusa ai leghisti inetti, rei di avergli fatto avere solo 300 firme, che poi si son trovati nelle pesche perché se ne aspettavano almeno 500. Timbro qua, timbro là, scatta in quel di Roma il più classico dei “Contrordine compagni”.

 Roby è crucciato: “Accidenti, peccato, potevamo far quelli tosti e puri e invece ci tocca a fare una figura da cioccolatai alla romana, pazienza”. Squallegia qua, squalleggia là, ecco che il decreto è bello che sfornato per un vero bel week end da leoni.

 Tuttavia il Formigoni la spunta da solo senza il decreto.

“Accidenti!”, pensa Roby, “ci siamo fregati con le nostre mani”. Ma il nostro ministro ne sa una più del diavolo e si ricorda che lui è della Lega, quella del federalismo, e che il Lazio ha, proprio grazie al federalismo, una legge propria, inattaccabile da un decreto del governo. Scatta allora il piano B. Nel pomeriggio di lunedì prima che il tribunale si esprimesse, Maroni mette già le mani avanti per ristabilire l’ordine originale: “in caso di bocciatura del ricorso nulla si potrà fare, neanche con decreto”. E bocciatura fu.

 Tutto torna.

Resta lo squallore profondo di questo paese, di un povero presidente della Repubblica che, e non lo biasimo, deve firmare frettolosamente un decreto inutile e oltretutto mal scritto per paura addirittura di problemi di ordine pubblico. E la cosa a mio avviso più deprimente è stata la minaccia di quel campione democratico di La Russa: “siamo pronti a tutto”.

 E adesso al governo che faranno? Con il loro tatto e la loro capacità politica certamente la cosa peggiore. E dire che la cosa migliore sarebbe stata la più semplice, onesta, democratica, e dannosa solo per il loro orgoglio.

 Bastava ammettere una semplice verità: “Questo sistema di regole elettorali è antidemocratico e anche noi “grandi” ci siamo cascati. Ammettiamo i nostri errori e perdoniamo quelli degli altri. Tutti coloro che hanno tentato di partecipare a queste elezioni saranno ammessi, e subito snelliremo le procedure per far sì che in futuro non sia la burocrazia o la mancanza di autenticatori a bloccare il processo democratico. Chiediamo scusa, ricominciamo tutto, slittando di un mese la competizione per ristabilire un po’ di democrazia (anche televisiva) e la prossima volta i partiti già rappresentati nei consigli regionali o in parlamento non dovranno raccogliere le firme, e per gli altri né servirà un numero adeguato, ma non assurdo come quello di oggi, e i cittadini potranno autocertificare la propria firma, come accade per tanti atti pubblici senza la pratica feudale degli autenticatori”.

 Lo so, sarebbe comunque una immonda violazione delle regole, e quella che stiamo vivendo è una pagina oscura della democrazia italiana, ma se non altro da un provvedimento così avremmo ottenuto qualcosa di buono per il futuro.

 C’è solo un problema: se così fosse, perlomeno la fase della presentazione delle liste diventerebbe democratica. E da troppo tempo quest’ultima è una parola fastidiosa, tanto che se cerchi di diffonderla, c’è pure qualche infelice che ti dà del questurino

da www.radicali.it

Il decreto salva liste è incostituzionale: protestiamo?


ll decreto cosiddetto “Salva Liste” è incostituzionale:
1. secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale “Allorquando, invece, risulti l’intenzione della legge interpretativa di vincolare il giudice ad assumere una determinata decisione in specifiche ed individuate controversie, la funzione legislativa perde la propria natura ed assume contenuto meramente provvedimentale” (Corte costituzionale sent. n. 397del 1994). In altre parole questo decreto è incostituzionale perché non regola situazioni in via generale ed astratta ma vuole influenzare il singolo giudizio;
2. inoltre l’interpretazione autentica delle leggi spetta al legislatore, cioè al Parlamento, e non all’ esecutivo;
3. infine l’articolo 15, secondo comma, della legge n.400 del 23 agosto 1988 sui poteri del governo, stabilisce che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale).

Alla luce di quanto sopra, il provvedimento firmato dal Presidente appare abnorme, oltre che incostituzionale. Oltre che la legge, viola gli stessi principi del nostro diritto.
Che ne dite di inviare una civilissima protesta al Quirinale?
Potete farlo, anche inviando il testo che precede, tramite questo form.

da www.metilparaben.blogspot.com

Il popolo viola in piazza contro il decreto “salva liste”


L’opposizione si mobilita contro il decreto salva-liste, firmato dal presidente Napolitano. Dalla notte dell’approvazione fino a tutto il giorno successivo il popolo viola è sceso in piazza: dal Quirinale a Montecitorio. Ha annunciato anche una mobilitazione per domani: «Convochiamo per il 7 marzo, alle ore 15, in piazza Navona, una mobilitazione cittadina allo scopo di denunciare l’incostituzionalità del decreto e per ribadire il nostro impegno nella difesa della nostra Costituzione con metodi non violenti», ha fatto sapere l’Ufficio stampa del Popolo viola, nell’ambito delle mobilitazione contro il Dl interpretativo per le regionali.

QUIRINALE Sit-in autoconvocato del popolo viola sotto il Quirinale. Circa cento persone, a poche ore dal varo del decreto salva-liste da parte del Consiglio dei ministri e dalla conseguente controfirma da parte del Capo dello Stato, sono sedute o sdraiate nella piazza del Quirinale con lumini e candele accese. Alcuni manifestanti imbracciano cartelli. Su uno di questi campeggia la frase, ormai tardiva, «Presidente non firmare».

MONTECITORIO Il presidio davanti a Montecitorio del Popolo viola è iniziato di notte dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto interpretativo sulle liste regionali. Questa mattina al popolo viola si sono unite le bandiere dei partiti del centrosinistra: Sel, Pd, Prc e Idv.

Manifesti funebri in cui si annuncia la morte della democrazia e una sorte di lapide con un altarino dove c’è scritto «qui giace lo Stato di diritto», con tanto di fiori e candelotto rigorosamente viola. In piazza la protesta assume anche i toni dell’ironia e del sarcasmo. Molti cittadini sono intervenuti ai microfoni e ai megafoni sfogando il loro dissenso, anche arrampicati su una scaletta, tra slogan e bandiere viola, insieme ai rappresentanti di partiti come Idv e Rifondazione. Circa 1500 persone si sono poi aggiunte virtualmente alla protesta seguendo con una diretta in streaming su internet la manifestazione e gli interventi. In piazza alcuni militanti del Pdci hanno distribuito dei volantini in stile manifesto funebre dove sotto il simbolo della Repubblica italiana c’è scritto: «I comunisti italiani annunciano la scomparsa della Democrazia, uccisa dal governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l’approvazione del decreto interpretativo per le elezioni regionali. I funerali si terranno il 28 e 29 marzo 2010 (giorni delle elezioni, ndr)».

Gli esponenti della ‘rete dei cittadinì hanno invece girato esponendo cartelli con su scritto «De-cretino uccide la Democrazia». I leader hanno parteciperanno nel pomeriggio alla manifestazione delle 16.30 al Pantheon dove, affermano, sarà presente anche la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Emma Bonino.

da www.blitzquotidiano.it

Un video della manifestazione di ieri a Roma del popolo viola

http://www.radioradicale.it/scheda/298914

“Povera patria” di Franco Battiato – 1991


Sembra stata scritta per la morte della democrazia in Italia di ieri questa canzone di Franco Battiato del 1991, incredibile…

http://www.youtube.com/watch?v=3UUS65a1c6Y

Decreto salva-liste, Alfano (IdV), Costituzione violata


Roma, 6 Mar. Il decreto ‘interpretativo’, varato ieri in tarda serata dal Consiglio dei Ministri e frettolosamente firmato dal Presidente Napolitano, scatena la reazione dell’On. Sonia Alfano, deputato europeo di Italia dei Valori e Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della Mafia, che attraverso una nota afferma “Per l’ennesima volta la Costituzione è stata violata, oltraggiata e calpestata con un abuso di potere degno di un regime sudamericano, e con il benestare di un Capo dello Stato che non è disposto ad ascoltare la voce dei cittadini e dell’opposizione”.

“Siamo già in piazza e stiamo ancora aspettando – sottolinea Sonia Alfano – insieme a centinaia di persone, soprattutto giovani, quei giovani che ci ricordano tanto gli appelli di Sandro Pertini alla resistenza, che Napolitano dia una spiegazione plausibile ed esaustiva”. “Continuo a credere fermamente nella giustizia – prosegue – e in quella Carta per la quale migliaia di persone hanno versato il proprio sangue. Credo che Napolitano sia confuso sul proprio ruolo: garantire il rispetto delle regole democratiche e del popolo italiano; è questo quello che ha il dovere di fare. Provo un indescrivibile sconforto se penso che sia necessario ricordarglielo”. “Io ho il coraggio di stare in piazza in mezzo ai miei concittadini – conclude – voglio sperare e credere che anche il Presidente della Repubblica lo farà, smentendo quanti oggi, me compresa, dichiarano sepolto lo stato di diritto”.

da www.soniaalfano.it

Colpo di stato


Da questa notte l’Italia non è più, ufficialmente, una democrazia. Napolitano ha firmato il decreto della legge interpretativa del Governo che rende alcuni italiani più uguali degli altri. Le leggi d’ora in poi saranno interpretate, ogni volta che converrà a loro, da questi golpisti da barzelletta e, alla bisogna, interverrà un presidente della Repubblica che dovrebbe essere messo sotto impeachment per alto tradimento. Napolitano ha firmato di notte, di fretta, mentre gli italiani dormivano (forse per una volta si vergognava anche lui). Le liste elettorali senza firme, con firme non autenticate, liste neppure presentate, le liste porcata sono state interpretate, riverginate. Formigoni e Polverini sono stati riammessi. Una qualunque lista dell’opposizione con il più piccolo vizio di forma sarebbe stata respinta. Siamo in dittatura. Sembra strana questa parola detta all’inizio di una nuova primavera: “dittatura“. La magistratura è fuori gioco. Il Parlamento è fuori gioco. Le leggi, anzi i decreti legge del Governo, sottratti alla discussione parlamentare, sono la norma. La firma di Morfeo Napolitano è sempre scontata. E ora, persino l’interpretazione delle leggi è soggetta a Berlusconi, è compito del Governo. Io Berlusconi, io La Russa, io Cicchitto, io Maroni, io Gasparri, io Napolitano… io sono io e voi, cari italiani, miei sudditi, non siete un cazzo. Io emano le leggi, le interpreto e regno. I ragazzi del MoVimento 5 Stelle hanno raccolto firme per la strada, valide, autenticate per mesi durante questo gelido inverno. Senza un soldo di finanziamento, tutto di tasca loro. E sono stati ammessi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Campania. Formigoni e la Polverini se venissero eletti, non avrebbero nessuna legittimità e i primi a saperlo sono proprio loro. Nessuna legge regionale in Lombardia e nel Lazio sarà ritenuta valida dai cittadini. Il lombardo e il laziale a questo punto avranno il diritto sacrosanto di interpretare le leggi come cazzo gli pare. Da oggi inizia una nuova Resistenza, l’Italia non è proprietà privata di questi scalzacani. Questa legge porcata in un certo senso è un bene. Ora è chiaro che il Paese si divide in golpisti e democratici. Noi e loro. La Grecia è vicina e forse ci darà una mano. Tloc, tloc, tloc. Girano le pale. Tloc, tloc, tloc. Si scaldano gli elicotteri.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

da www.beppegrillo.it

In Italia ieri c’è stato un golpe


Dopo il DDL varato dal Governo possiamo traquillamente affermare che in Italia è stato fatto un colpo di Stato.

In Italia la democrazia non esiste più.

Shoah, Napolitano: ‘non si ripeta mai piu”


Cio’ che e’ stato non si ripeta mai piu’. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parla in occasione della Giornata della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto. Napolitano si e’ rivolto a Lorenza Mazzetti, autrice di ‘Album di famiglia, diario di una bambina sotto il fascismo’, una mostra, un libro, un film da visionare a Roma, presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa. Il Capo dello Stato ha espresso ‘vivo apprezzamento’ per la ‘toccante testimonianza della tragedia affrontata e per il costante e forte impegno a trasmettere la memoria di quei drammatici eventi alle nuove generazioni, affinche’ cio’ che e’ stato non abbia mai piu’ a ripetersi’.

Anche per il presidente della Camera Gianfranco Fini, e’ un ‘dovere ricordare l’orrore della Shoah’. ‘Affinché permanga vivo nel sentimento di condanna nei confronti di tutti gli atti disumani é necessario garantire, soprattutto alle nuove generazioni, la piena coscienza del passato: dalla Sohah giunge, infatti, un monito perennemente attuale’, ha scritto Fini sul catalogo della mostra ‘Auschwitz-Birkenau’, allestita al Vittoriano di Roma.

A MIlano intanto, con la recita del kaddish, la tradizionale preghiera ebraica dei morti, e la struggente testimonianza di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, si é aperta la cerimonia della posa della prima pietra del Memoriale della Shoah, che sorgerà nel complesso della Stazione Centrale in corrispondenza di quel binario da dove partivano ebrei e prigionieri politici diretti ai campi di sterminio.

Nel famigerato binario 21 sono già stati collocati due vagoni in legno, identici a quelli che negli anni della soluzione finale trasportarono migliaia di persone ai campi di sterminio. In questa ala dello scalo ferroviario milanese, tra due anni, sorgerà un luogo insieme di testimonianza storica e di meditazione. “Sarà un luogo di studio e di scambio, per discutere, capire e meditare”, ha affermato il presidente della Fondazione Memoriale Shoah Ferruccio De Bortoli. Negli spazi del lato est della Centrale vedranno la luce infatti una biblioteca e un luogo di preghiera e raccoglimento per tutte le espressioni religiose e di fede. Alla cerimonia hanno preso parte tutte le autorità civili milanesi, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà, il presidente lombardo Roberto Formigoni e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.

Con un messaggio trasmesso nei giorni scorsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso tutto il suo plauso per la realizzazione di un Memoriale dello Shoah alla Stazione Centrale di Milano. “Un’opera – l’ha definita Napolitano, nel messaggio letto oggi dal presidente della fondazione Ferruccio De Bortoli – altamente significativa quale luogo di testimonianza di un evento tragico che dovrà per sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future”.

Il capo dello Stato ha ricordato “con commozione” la visita che fece tre anni fa nei sotterranei della Stazione Centrale, nel punto dove partivano i treni blindati diretti ai campi di sterminio. “Peccheremmo di colpevole indifferenza – ha ammonito Napolitano – se non adempissimo quello che ci si presenta come un dovere: non dimenticare ciò che è stato in una fosca stagione della nostra storia. Così come non dimentichiamo il grande stuolo dei giusti italiani che, a rischio della loro stessa vita, contribuirono a salvare molte migliaia di ebrei, non soltanto italiani. Fu la loro un’opera di riscatto per il nostro popolo”. Nell’esprimere le proprie congratulazioni a tutti gli enti che contribuiranno alla realizzazione del memoriale della Shoah di Milano, Giorgio Napolitano ha assicurato che parteciperà all’inaugurazione del nuovo spazio voluto per non dimenticare le atrocità della soluzione finale, non appena sarà ultimato.

da www.ansa.it