Di nuovo nel “nostro” carcere di Augusta…


di Daniela Domenici

Dopo 6 mesi e 5 giorni oggi ho rimesso piede dentro il “nostro” carcere grazie alla visita ispettiva, non ci crederete ma per me è stata una vera emozione perché dopo più di due anni trascorsi là dentro quasi ogni mattina e dopo questi mesi di assenza non voluta… mi mancava!!! Mi prenderete per folle, lo so, e ne avete tutte le ragioni…come si può sentire l’assenza di un luogo come il carcere da cui la gente “normale” non vede l’ora di scappare? Io non sono normale e chi mi conosce bene lo sa già da un pezzo.

Oggi due episodi avvenuti in due luoghi diversi del “nostro” carcere mi hanno commosso e voglio condividerli con voi.

Il primo è avvenuto nelle cucine, sempre durante la visita ispettiva; ho visto che tra i detenuti-lavoranti ce n’era uno alto e con la pelle nera corvina, mi sono avvicinata e ho riconosciuto (e anche lui mi ha riconosciuta subito) quel detenuto del Senegal che durante una delle tante volte che abbiamo fatto cineforum un giorno mi ha dato una lezione estemporanea su di un insegnamento del Corano che mi è rimasta impressa e che mi ha fatto capire perché i detenuti musulmani più credenti mi salutavano, ogni volta che ci vedevamo, con la mano destra sul petto. E oggi io, memore di quell’insegnamento, l’ho salutato così e lui ha sorriso senza parlare e ha ricambiato il saluto allo stesso modo.

L’altro momento per me emozionante è stato quando durante la visita siamo andati in una delle sezioni da poco riaperte dove sapevo che c’è uno dei detenuti con cui, in quei due anni, abbiamo stretto un legame di stima e affetto oltre al fatto che ho pubblicato nel mio sito tante sue poesie e due fiabe; volevo riabbracciarlo dopo tanti mesi e quando mi ha visto apparire davanti alla sua cella è stata così tanta la sua emozione che non finiva di ripetermi “che splendida sorpresa che mi hai fatto, grazie”.

Olanda: apre sexy shop virtuale per musulmani, in quattro giorni 70mila visite


Un sex shop virtuale per musulmani, che propone prodotti conformi alla legge islamica della sharia, è stato ‘aperto’ in Olanda. «Abbiamo ricevuto circa 70 mila visite nel corso dei primi quattro giorni» successivi al lancio del sito internet ‘El Asira’ (Società in arabo), ha detto il suo fondatore Abdelaziz Auragh, 29 anni.

Il sito – il primo del genere – vende prodotti erotici un rete per “migliorare la salute sessuale” delle coppie di musulmani, e i clienti posso scegliere dai cataloghi almeno una quindicina di prodotti tra pillole afrodisiache, stimolanti, lubrificanti. Assenti altri materiali ‘tradizionali’ come vibromassaggiatori, video e riviste pornografiche.

La presentazione è sobria e ciò che si vende è garantito ‘halal’, cioè fabbricato senza utilizzare componenti proibiti dalla religione musulmana, come alcool o grasso di maiale. L’Imam Abdul Jabbar, intervistato dall’agenzia France Presse, ha commentato affermando che «poiché non vengono venduti ‘giochini’ sessuali ma solo creme e olii che migliorano la vita degli sposi, non c’é alcun problema… il profeta Maometto ha risposto a molte questioni relative alla sessualita».

da www.blitzquotidiano.it

Niente carcere, seconda settimana: riflessione sul far del bene a chi non lo merita


di Daniela Domenici

“Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi” (dal Vangelo di Matteo 7,6)

Ecco come ho trasformato queste straordinarie parole evangeliche in una filastrocca di qualche tempo fa, in tempi non…sospetti:

“…le cose sante ai cani e le perle a porci non dobbiamo dare

il nostro affetto doniamolo solo a chi ci sa apprezzare

il cuore e la mente non facciamoci calpestare

da chi non merita e non capisce come si deve amare.”

E non mi riferisco naturalmente ai detenuti (a parte uno, ma l’eccezione conferma la regola) che hanno meritato e meritano, tutti, indistintamente, il nostro affetto, la nostra attenzione, la nostra disponibilità, le nostre parole, i nostri sorrisi, le nostre strette di mano…a parte quel gentilissimo ragazzo del Senegal che proprio la mattina del nostro addio, lo scorso 10 febbraio,  mi aveva appena spiegato perché non mi poteva dare la mano: non per maleducazione, ha sottolineato, ma per una sua forte fede musulmana. E mi ha salutato con la mano destra aperta e appoggiata sul suo petto, bellissimo gesto, e così ho capito perché molti altri, prima di lui, ogni volta che mi incontravano mi salutavano con quello stesso gesto: ti saluto col cuore, selèm, pace.

Tutto questo non potranno più averlo, purtroppo, mi dispiace…mi mancano…

…sciuscràn (come ho imparato da alcuni detenuti di lingua araba), grazie di cuore a tutti voi: cattolici, evangelici, musulmani, buddisti, non importa la razza, la fede, la lingua, mi avete dato tanto, ognuno di voi nel suo piccolo, mi avete fatto crescere, e spero di aver seminato, in ognuno di voi, una goccia di gioia, di sorriso, di affetto.

I mariti traditori dovrebbero essere frustati? di Daniela Domenici


frustaNotizia curiosa che ci arriva da Bandar Seri Begawan nello stato del Brunei: la maggior parte degli abitanti vorrebbero che i mariti che tradiscono le proprie mogli fossero frustati secondo un recente sondaggio portato a termine in questa nazione a maggioranza musulmana.

I risultati del sondaggio, condotto dal sito http://www.brudirect.com, sono che il 76% delle 272 persone che hanno risposto hanno detto che gli uomini dovrebbero essere frustati per aver avuto relazioni extraconiugali mentre solo il 55% ha dichiarato che le donne infedeli dovrebbero ricevere lo stesso trattamento.

Un operatore sociale anonimo del Brunei ha detto, sul sito, che il risultato del sondaggio è un indice dei sentimenti repressi che le donne covano contro gli uomini irresponsabili.

Lo stato del Brunei, ricco di petrolio, situato sull’isola del Borneo, ha una popolazione di circa 400.000 abitanti dei quali il 66% sono musulmani.

E se lo facessimoanche  in Italia pensate che basterebbero le fruste prodtte?

Thanks to David Chance e Sugita Katyal – Reuters