riempita di chiara luce
mi fa da tetto.
Le nuvole incorniciano il quadro
di eternità di cui faccio parte.
La distorsione di una lacrima
mi ha permesso di vedere
diritto il mondo.
Lo sguardo bagnato di chi si sforza
di capire e capisce
è rapito dal volo leggero
di un uccello che mi conduce
in alto. Sempre più in alto.
E’ il sapore di una lotta
diluita nell’indifferenza
di occhi che vogliono “vedere”,
ma non vedono.
In questa cecità
sento di fronte a me
un mondo doloroso
e sempre più squallido.
Non ho sogni
e non mi disegno neppure
una visione futura
della mia esistenza.
Nelle mie parole
c’è innocenza e bisogno di verità.
Vivo un giorno per l’altro,
senza quei miraggi
che sono “alibi”!
La parola “speranza”
si è smarrita, ma
se avessi una parola
per ogni singola sensazione,
non esisterebbero sufficienti penne
per scrivere “tutto”.
I miei occhi si sono aperti,
mi guardo intorno,
molti di noi hanno le ali.
Perché non le usano?