Il Mediterraneo come spazio aperto al dialogo e alla riconciliazione tra le sue diverse anime. E’ questo il tema che accompagnerà l’ottava edizione dell’Horcynus Festival, la rassegna culturale dedicata alle arti del Mare Nostrum che si terrà da domani al 24 agosto a Messina. Tavole rotonde, seminari, laboratori musicali oltre a concerti, rappresentazioni teatrali e rassegne cinematografiche animeranno il litorale di Capo Peloro, l’estrema punta della Sicilia nordorientale, per otto giorni a partire da domani. Tra i principali ospiti, il cantautore Franco Battiato, che il 24 agosto interverrà al termine della proiezione di “Auguri don Gesualdo”, il ‘docufilm’ da lui diretto sulla vita dello scrittore Gesualdo Bufalino. La pellicola si inserisce tra i tributi dedicati ad illustri autori dell’isola come Vincenzo Consolo e Salvo Cuccia, entrambi presenti alla manifestazione.
L’Horcynus Festival ospiterà due rassegne cinematografiche, una sugli “Arcipelaghi della visione” e l’altra dedicata al cinema arabo e curata dal giornalista iracheno Efran Rashid. Sempre sul tema della riconciliazione verrà proiettato il film “Kick off” che racconta l’Iraq del dopo Saddam attraverso la passione comune delle diverse etnie che lo popolano, il calcio. Gli spettacoli teatrali della sessione “migrAzioni tra terra e mare” saranno dedicati alla rilettura in chiave moderna di alcuni dei miti dell’epica quali l’Eneide e l’Iliade. Fra gli eventi di rilievo internazionale il 19 agosto si terrà anche un “Forum sui Balcani” dove si dibatterà sulla questione della ricostruzione civile dei paesi dell’ex Jugoslavia.
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Nichi scrive una letterina a Babbo Natale: 800 mila pugliesi vivono in povertà
Il governatore della Puglia e leader di “Sinistra, Ecologia e Libertà”, Nichi Vendola, ha preso carta e penna e ha scritto una “letterina” a Babbo Natale. E parla di problemi legati alla povertà e al bisogno di serenità e di coraggio. Per «questo spicchio di Mezzogiorno, di Mediterraneo, un luogo – dice – in cui milioni di persone si confrontano con un presente difficile e con tutte le domande del futuro». «Ci sono centinaia di migliaia di persone, in questa Puglia – dice Vendola – che vivono in una realtà che viene evocata da una parola che non va più tanto di moda che è la parola povertà. Eppure oltre ottocentomila pugliesi vivono in condizione di povertà. E per loro è difficile, forse più difficile che per tanti altri, condividere l’allegria consumistica del Natale». «Caro Babbo Natale quest’anno saranno festività particolarmente difficili per i lavoratori di Agile o per i lavoratori di Adelchi e per i loro bambini che scrutano sul volto dei loro genitori i segnali di paura, di angoscia, e che vorrebbero invece vedere, finalmente, come tutti i bambini vogliono vedere sul volto dei propri genitori un sorriso, il sorriso della vita, della gioia, della famiglia, dell’amicizia, della solidarietà. E invece per molti sarà un Natale un po’ difficile».
«Per le persone che sono nel disagio sociale, per tutti quelli che affrontano la malattia, per quelli che hanno ricevuto una lettera dal padrone che dice che sono licenziati o per quelli che hanno ricevuto una cartella clinica che dice che sono ammalati», per tutti questi Vendola chiede a Babbo Natale di «portare in dono un dono particolare, un dono che appartiene a te e che appartiene anche a tutti noi». «Il dono – afferma – è quello di poter avere tutti coraggio e speranza perchè viviamo tempi difficili, viviamo tempi di crisi, ma non possiamo privarci della possibilità di immaginare un orizzonte migliore».
«Allora caro Babbo Natale – scrive ancora Vendola – aiutaci a guardare al futuro con più serenità». «E vorrei dire ai ragazzi e alle ragazze di Puglia – prosegue – ai bambini e alle bambine di Puglia, ai vecchi e alle vecchie di Puglia, vorrei dire ai pugliesi nati in Puglia e a coloro che pugliesi sono diventati ma che magari hanno la pelle scura, vorrei dire ai pugliesi che vivono lontano dalla Puglia in ogni parte del mappamondo, che è bello stringersi a Natale attorno non soltanto all’immagine di una grotta nel posto più povero del mondo, dove un bimbo palestinese veniva a prometterci la salvezza, ma anche stringerci tra di noi, darci calore tra di noi, darci forza tra di noi, e impegnarci insieme perchè le nostre virtù civiche e i nostri buoni sentimenti possano diventare impegno civile affinchè nessuno debba sentire la festività come insultante per la propria condizione di difficoltà». «Allora – conclude Vendola – gli auguri migliori sono di poter condividere ciascuno la propria felicità con tanti altri. Questo è, caro Babbo Natale e cari pugliesi, l’augurio di Natale più bello».