di Loretta Dalola
http://lorettadalola.wordpress.com/2010/06/26/facciamoci-belli/
di Loretta Dalola
“Ogni volta che muoiono i nostri soldati all’estero è doveroso ricordare il loro sacrificio ed è anche opportuno prestare attenzione sul motivo per cui lo fanno”. Queste le parole di Alessio Vinci per l’apertura del tema della serata di Matrix, su Canale 5, che ha tentato di prendere in esame la missione italiana in Afghanistan e i recenti fatti di cronaca che hanno avuto come protagonista la morte di due soldati riaprendo il dibattito sull’impegno militare nel paese.
Siamo in guerra o no con i Talebani? Ufficialmente no, e il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ne ha chiaramente spiegato i motivi in una “concitata”, per usare un grosso, abnorme eufemismo, puntata di Matrix. Soprattutto nella seconda parte del programma , il tono della discussione degenera in un modo che risulterà poi irrimediabile , riuscendo a scalfire anche il noto self control del conduttore.
Il Parlamento ha detto che è giusto tributare un saluto ai nostri ragazzi, ha esordito il ministro, che ogni giorno fanno qualcosa per la pace e tengono lontano il pericolo del terrorismo.
La presenza dei nostri soldati è una forza di pace, si tratta di ottenere la pace utilizzando determinati strumenti che non possono prescindere dai metodi di militarizzazione.
Gli argomenti di discussione sono stati sostanzialmente due e principalmente uno: che ci facciamo in Afghanistan? Ci dobbiamo rimanere o no? E perchè? E’ veramente utile rimanere? Serve a qualcosa o rischiamo solo la vita dei nostri militari?.
L’altro è quello della presenza delle donne sul campo di battaglia, oggettivamente poco analizzato durante la trasmissione. Si potrebbe anche pensare, a dire il vero, che sia stato giusto così, le donne soldato infatti sono militari alla stregua dei loro colleghi maschi, niente di più, niente di meno. Che siano oggetto di discussione potrebbe anche essere visto da parte di alcuni come una sorta di discriminazione.
Secondo Ferrero, il rimanere in “zona di guerra” è controproducente, vale a dire mette appunto a rischio la vita dei nostri soldati senza che però si ottenga niente è da ormai 9 anni che si sta prolungando l’attività dei militari.
Il portavoce della Sinistra più “radicale” sostiene a gran voce il ritiro delle nostre truppe, bisogna cambiare strategia e intavolare una “conferenza di pace” e aprire il dialogo.
La Russa comincia scaldarsi, e dopo varie scaramucce inizia a chiedere “con chi” ? i Talebani non vogliono la pace dice il Ministro.
E da questo momento, inevitabilmente la situazione precipita e nonostante la serata sia all’insegna del ricordo doloroso della morte dei nostri soldati, La Russa scatena la polemica.
ll sentire concetti “sbagliati” sulla guerra in Afghanistan pare essere per La Russa qualcosa di insopportabile. Il Ministro si trova a discutere con quasi tutti i presenti in trasmissione, Alessio Vinci compreso. Quest’ultimo a tratti appare un po’ spaesato, per diversi minuti non riesce a tenere in mano la trasmissione e non certo per incapacità sua, quanto per l’incontenibile “esuberanza” di La Russa, un vero e proprio “carroarmato verbale”.
Nemmeno il concetto dei “due militari morti” li ferma, gli argomenti, sfociati nella politica dura e pura sono, almeno per loro, professionisti del mestiere, troppo importanti per fare un passo indietro. Vinci, sconsolato, chiude la trasmissione con un: “ è più facile pacificare l’Afghanistan che questo studio“, e rivolgendosi a La Russa , “la critica è legittima ma per parlare di politica non siamo riusciti a spiegare agli italiani perché siamo in Afghanistan”!
Ma non credo che questo abbia scosso la coscienza del ministro.
Personalmente ritengo che a livello politico sia ora più che mai utile aprire un dialogo, un conferenza internazionale sui problemi, quelli veri, con tutti, anche con i talebani.
Come pensiamo di risolvere la situazione se non parliamo a loro per capire cosa vogliono? Li si ascolti, se poi non ci si trova si potrà decidere metodi alternativi. La nostra missione? Si può cambiare etichetta alle missioni ma alla fine risulta quello che è, una guerra ,diversa dal passato, assimetrica ma sempre guerra è.
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http://it-politica.confusenet.com/showthread.php?t=206020
http://www.youtube.com/watch?v=PwcUOCT
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di Loretta Dalola
Dopo aver tanto lottato per avere visibilità in televisione per le sue battaglie politiche, Pannella ora balza alla cronaca e dopo la serata a Matrix di venerdì scorso, non si è fatto mancare il faccia a faccia a Domenica 5.
Marco sovvertendo tutte le regole delle interviste, entra in scena rubando la parola ad una padrona di casa, ammutolita , per precisare, con un lungo monologo, che la sua partecipazione al programma è sintomo di molta elasticità mentale. Ci tengo a chiarire ha esordito, che ho impiegato 40 anni per avere un’immagine di uomo politico, ed ora sono assediato da giornali e tv per le clamorose rivelazioni rilasciate in un’intervista esclusiva di Clemente Mimun su Chi: dichiarazioni nelle quali asserivo non solo di avere amato diversi uomini, ma di averlo fatto in costanza di unione con la propria compagna di sempre Mirella.
Il partito radicale è stata la sede del “Fuori” (Sigla del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. L’associazione, nata alla metà degli anni ‘70, ha svolto un ruolo importante nelle campagne per la libertà sessuale. Attualmente un ruolo analogo viene svolto,ma dall’interno delle istituzioni, dall’ARCI-Gay), dicevo e ho sempre detto che amore e amicizia sono sinonimi, una cosa e “essere amore”, un’altra è fare all’amore… Noi difendiamo l’amore questo è essere radicali.
Sono qui per difendere il ruolo della donna, perché in questa trasmissione si manca di rispetto alla figura femminile, dovrei offendermi per essere stato invitato in questo spazio, ma dico e urlo, il fatto che nel Paese delle menzogne, della partitocrazia, io mi faccio mancare questa occasione…haò!
Ovviamente Barbara non rimane solo ad ascoltare, accalorandosi, replica:
Forse ti sono sfuggiti alcuni momenti, alcune ore, alcune centinaia di ore di televisione che io faccio da qui e durante tutti i pomeriggi di Canale 5, in cui io parlo e lotto contro la violenza sulle donne, in cui parlo di aborto, in cui io parlo e mi scaglio contro chi decide che non ci devono essere i matrimoni gay, in cui io parlo dei transessuali, in cui mi batto ed invito centinaia di bambini down in questa trasmissione a giocare con me, perchè io sono contro il razzismo, contro la discriminazione.
Parole molto esplicite che fanno sorridere ed applaudire Marco Pannella.
“Per me la Rai è un’associazione per delinquere” , da tempo mi batto contro la legge detentiva e mai sono stato invitato in un programma Tv.
E’ l’ultimo sprazzo dedicato alla politica, perché Barbara riporta l’intervista sui binari della riconoscenza, ringraziando il leader radicale “a nome di tutte le donne per le battaglie che hai fatto“.
E parlando di donne, chiede a Marco la natura del suo rapporto con la compagna.
Come in tutte le coppie ci sono momenti di sofferenza ma è estremamente importate il dialogo, risponde Marco, non siamo gelosi perchè sarebbe affermare di essere uno dell’altro, è un errore associare amore al sesso. Amare è costante attenzione.
I radicali hanno lottato per decenni per la libertà d’amare, ma non del sesso, abbiamo scelto la parola “compagno” perché è di una bellezza unica. Quindi “Ti vuoi iscrivere anche tu? Ne abbiamo bisogno. Ti chiedo di essere più libera con te stessa.
Pannella, da abile affabulatore, ancora una volta è riuscito nell’impresa di ribaltare la situazione a proprio favore.
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di Loretta Dalola
Matrix dedica l’intera serata a quest’uomo che rappresenta un pezzo d’Italia, l’uomo delle innumerevoli battaglie civili, un uomo che alla soglia dei nuovi 80 anni non ha perso il vigore tenace e combattivo che lo ha caratterizzato fino ad ora.
Il debutto della serata è stato sinuosamente provocatorio, soffermando l’attenzione dello spettatore su una delle ultime affermazioni di Marco: “Nella mia vita ho amato 3/4 uomini…di cui non rivelerò i nomi” – soprattutto (accalorandosi) ha voluto puntualizzare di non aver mai detto “posseduto”. Quando in un dialogo d’amore si inserisce la parola possesso, ovvero il verbo avere, sento puzza di bruciato…ha detto – amore e amicizia sono sinonimi e la loro durata è la durata dell’attenzione… Pannella rappresenta, nel bene o nel male, il prototipo del politico, a cui da parecchio il modo della politica ci ha disabituati. Colui che mette la propria vita in gioco per delle idee senza direttamente coinvolgere la vita di altri, colui che usa se stesso come ariete contro l’apatia, contro le lentezze, contro gli attacchi mascherati alla democrazia, è la vera figura del vero politico.
Indipendentemente dal proprio partito di appartenenza ideologica, in questa sede non si vuol fare un elogio a Pannella, vorrei, come del resto lo spirito della trasmissione ha evidenziato riconoscergli il merito di ben 50 anni di militanza politica, come leader di un partito al quale è rimasto sempre fedele. (anche questo mi sembra un particolare non irrilevante, viste le continue volta e rivolta gabbane di altri membri di partiti…)
La sua collocazione è ardua, egli rivendica orgogliosamente il suo essere liberale, politico, anticlericale, nonviolento, e gandhiano. Ha costantemente ricorso ai metodi della lotta politica nonviolenta (quali scioperi della fame e della sete, disobbedienze civili, sti-in).
In quest’ottica, ha praticato decine di scioperi della sete e della fame, con l’intenzione di affermare la legalità o, secondo le sue parole, il “diritto alla vita e la vita del diritto“. Celebri la battaglia per la legge sul divorzio, sull’aborto, sulla depenalizzazione dell’uso delle droghe e la sua legalizzazione, contro il finanziamento pubblico dei partiti, ha organizzato, con altre forze politiche, i referendum anti-caccia e anti-nucleari.
Ha concentrato la sua azione politica anche per l’ abolizione della pena di morte in tutto il mondo, dell’affermazione universale di alcuni diritti umani e della democrazia, dell’istituzione di un tribunale internazionale, in ambito ONU, in grado di sanzionare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità. Ultimamente si sta occupando della situazione della giustizia e delle carceri italiane perché un terzo dei cittadini è vittima della giustizia e il nostro Paese si sta abituando a vedere bestemmiata la Costituzione e i diritti civili. – “Se urlo è per dire, che c’è un orizzonte di morte e di ingiustizia che diventa un orizzonte interiore a cui ci abituiamo”.
Le battaglie e le provocazioni di Pannella rappresentano un modo di far politica tese verso il rinnovamento, la grande forza di un uomo e di un movimento che fa delle idee immerse nella praticità della vita, l’unica strada per un effettivo progresso dell’umanità.
Il sentimento nei confronti di Marco Pannella è sempre stato vario per il suo linguaggio, per le sue iniziative, per il suo “estremismo”, ma la verità del grande radicale vive dentro la passione dell’amore per la sua patria, per la sua nazione, per il suo mondo, testimonianze innegabili di ideali spesi per cambiare l’Italia.
Auguri per i prossimi 80 anni! da http://lorettadalola.wordpress.com
di Loretta Dalola
Assicurare e tutelare i diritti dei malati di cancro per migliorare i servizi di cura e assistenza al paziente. E’ questo l’obiettivo della Giornata nazionale del malato oncologico, iniziativa giunta alla sua quinta edizione e in programma il 16 maggio 2010.
il programma di Canale 5, ha dedicato la puntata proprio alla lotta contro il cancro.
Il cancro cambia la vita, ma è cambiata anche la nostra visione del cancro.
Parlarne, è il primo risultato che scardina questo tabù, e ben venga anche in contributo della televisione, che contribuisce al confronto con i concittadini affinché l’opinione pubblica sia informata e consapevole della loro esistenza anche per evitare la dolorosa emarginazione che troppo spesso è generata dall’ignoranza.
Ascoltando le testimonianze dei malati, che con la paura convivono, che si sono abituati a combatterla quotidianamente, a partire dal momento in cui viene diagnosticato il cancro… ascoltare le parole, farle scivolare dentro di noi, immedesimarci e capire che, se oggi ci sono più malati rispetto al passato è altrettanto vero che la mortalità è decisamente inferiore.
Grazie ai risultati della ricerca sperimentale, ai progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando e migliorando sensibilmente, la vita dei malati.
In Italia sono 2.000.000 i malati. Ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Si pronostica che nel 2010 arriveranno a 400 mila.
Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti.
E’ ovviamente lecito farsi accompagnare dalla paura, ma è necessario fermarsi a pensare che qualsiasi scoraggiamento deprime il sistema immunitario, diventando un fertile terreno per il tumore. È di estrema importanza portare avanti una prospettiva personale positiva, per trovare la forza interiore che nessuno pensa di avere, ma che balza fuori, quando si ha la necessità di affrontare vere e importanti difficoltà.
Diventa allora vitale la relazione umana, l’amore che circonda i malati e la fiducia nel personale che cura, la comunicazione medico-paziente che spesso risulta insoddisfacente e priva di umanità; i colloqui non devono essere rapidi e limitarsi ad una interazione fredda con il paziente accentuando un distacco psicologico che mette in condizioni di disagio il malato che differentemente vorrebbe instaurare una sorta di umana complicità con il medico. Ma, anche il lavoro contribuisce diventando una vera e propria terapia.
Il malato vuole avere il diritto di vivere e di continuare la propria vita.
Una vera e propria vita, da parte di chi ha imparato ad amarla ed a difenderla con la forza del dolore, avendo vissuto la paura di perderla.