Voci da Augusta: il sindaco Carrubba svergognato su YouTube


di Alessandro Mascia

Il Sindaco Massimo Carrubba è stato svergognato da un video caricato su You Tube ( http://www.facebook.com/video/video.php?v=1496510706681&ref=mf). Un video fatto in casa, anzi in macchina, da alcuni calciatori della squadra “Mégara Augusta”. I ragazzi in questione, vestiti di tutto punto per l’allenamento settimanale, si sono infilati in macchina, con loro la videocamera, dannato strumento portatore di democrazia. Si accende il led quando ad Augusta inizia il crepuscolo. “Mi chiamo Francesco Rametta – inizia il reportage – e come tanti ragazzi ho la passione per il calcio”. Un incipit che i più reputeranno garbato e ingenuo. Errore: questo Rametta, oltre che appassionato calciatore, sarà un conoscitore delle leggi della comunicazione. Nella testa di Massimo Carrubba una “frasettina” del genere, pronunciata da uno sportivo, equivale a un colpo di legno assestato tra capo e collo. Mi stupisce come non abbia chiesto a Rametta di smentire. Ma, del resto, il povero Rametta cosa doveva smentire? Di essere un appassionato di calcio?

Il problema di Carrubba nasce proprio da lì, dalla passione della gente per le palle. C’è chi vuole giocare con la palla in un campo di calcio, chi vuole giocare con la palla in una piscina, chi la palla la vuole a spicchi per infilarla in un canestro, chi vuole lanciarsela da una parte all’altra di un campo diviso da una rete. E che palle! Se il problema fosse la palla in sé, sono certo che Carrubba, per tacitare i cittadini protestanti, avrebbe messo mano al suo salvadanaio e ne avrebbe comprato mezza dozzina (considerando che col tempo le palle si usurano). Invece sa che dietro la deviazione di alcuni giovani cittadini per le palle, c’è un’insana necessità di un campo. Dov’è il divertimento? Dov’è l’amore disinteressato per lo sport? Una volta le palle nemmeno le avevano. Si giocava per strada. Due zoccoli facevano da rete. La piscina? Estate o inverno la piscina era il mare e ad Augusta mare ce n’é un mare (il divieto di balneazione è un concetto filosofico della Capitaneria di Porto). Insomma Carrubba vede perdere consensi proprio laddove li aveva costruiti. Ecco cos’ha promesso, alle ultime amministrative, per raccattare voti: “Saranno le attività sportive, intese come momento fondamentale di socializzazione ed anche di intervento sulla marginalità sociale, ad avere un ruolo di primo piano nella prossima Amministrazione, attraverso la realizzazione di due nuove opere fondamentali per la città, il cui iter progettuale e di finanziamento è stato già completato; ci riferiamo al nuovo stadio e alla nuova piscina comunale”. Tornando al reportage di Rametta, il calciatore dimostra, nel documento girato dal “cameramen per caso” Antonio Fraschilla, che ad Augusta (città di 38.000 anime in provincia di Siracusa) manca il campo da calcio. E per potersi allenare, da quattro anni, lui e i compagni di squadra devono recarsi a Villasmundo, un villaggio in provincia di Melilli! Gli sportivi arrivano a destinazione che la luce ha ceduto alla sera buia.

Per Carrubba tali dichiarazioni devono essere state come il sale sulle piaghe. E i bruciori sono arrivati a cascata con i commenti al video. Che danno tutta questa democrazia! Lasciamo esprimere la gente di Facebook. Davide B.: “Dire Vergogna sarebbe sminuire il problema. Non si possono trovare gli aggettivi per definire tale scandalo. La classe politica ha da sempre l’obiettivo di dividersi la torta!!! Puntualmente durante le elezioni si va poi sempre a votare in maniera sbagliata riproponendo sindaci che non si dimostrano all’altezza. Ma la cosa sconvolgente è che almeno nelle altre città, oltre a dividersi le fette, pensano anche a costruire un futuro sportivo per i giovani realizzando strutture. Da noi tutto questo è utopia !!!! Con grandissimo rammarico !!!!”. Giampaolo F.: “Ad Augusta quanti anni devono passare per un campo sportivo… che vergogna. E meno male che qualcuno doveva risolvere i problemi della nostra città. Ragazzi speriamo di non fare errori alle prossime elezioni”. Alessandro T.: “Che fine ha fatto la bonifica [la bonifica del campo di calcio inquinato da scarichi industriali ndr]?? Del milione di euro per la ristrutturazione del campo Fontana cosa intendono fare?? La nuova area che si deve individuare per il nuovo centro sportivo quando sarà discussa dal consiglio comunale?? Chi sta pagando per l’inquinamento della pirite e dei materiali tossici scaricati nel terreno di gioco del Fontana??? Sindaco, lei non ha volontà di risolvere il problema, lo dica chiaro. Aspetteremo le prossime elezioni del 2013, quando scadrà la sua carica”. Valentina C.: “Anche noi, nuotatori e pallanuotisti, non abbiamo una piscina comunale… la pallanuoto ad Augusta era una potenza… GRAZIE AMMINISTRAZIONE… e, soprattutto, VERGOGNA”. Mimmo D. F.: “Mi sono incontrato con l’avvocato Corso, presidente provinciale del CONI. Gli ho chiesto aiuto per avere i finanziamenti per le strutture sportive ad Augusta. La sua risposta: “I tuoi concittadini non si sono mossi per avere un finanziamento di 500 mila euro a tasso zero. Altri paesi come Melilli, Francofonte, Lentini, hanno presentato i progetti e hanno avuto i fondi”.

Carrubba avrà un bel daffare per far finta che il video di Rametta non sia mai stato prodotto. Ma ormai il documentario ha già metastatizzato Facebook e sta risvegliando l’orgoglio di chi, domani, andrà a esprimere il proprio voto. Anche di coloro che hanno votato Carrubba per ben due volte. Un esempio per tutti è Francesca D. G. che, commentando una recente notizia su una microspia trovata nell’ufficio del Sindaco, ha dichiarato: “Caro sindaco, ma siamo arrivati a questo punto? Una microspia? Cosa c’è da spiare? Lo sanno tutti che Augusta è in deficit, che non ci sono parcheggi, che le strade sono piene di toppe… Ma per sapere tutto questo c’era bisogno di spiarti? Certo però, caro Sindaco, che se hai combinato qualcosa è stato meglio così! Ciao da una che ti ha votato due volte: non mi deludere”! Un finale dal sapore amaro che dà una vaga idea di quante “palle” siano state sprecate in campagna elettorale. È la passione a questo genere di “palle” che rende Augusta avulsa dal territorio circostante. Ci si augura un futuro di più sport e meno “palle”.


Augusta: la voce ai cittadini – la risposta del sindaco


di Enzo Inzolia

Massimo Carrubba può dormire su guanciali soffici pieni delle piume più impalpabili: certo non lo accuserò della crisi mondiale, né del disastro petrolifero nel Golfo del Messico e, men che mai, delle deludenti prestazioni della Nazionale. Dio me guardi, per il più semplice dei motivi: Carrubba non è all’altezza di nessuno di questi argomenti.

Esattamente come, purtroppo per noi, non è per nulla adeguato (questo sì l’ho affermato e lo riaffermo con grande consapevolezza e responsabilità) a continuare ad amministrare Augusta.

Non lo dico io, che non ho alcuna voglia di apparire né altri smodati desideri: lo dimostra lo spaventoso degrado di una Città che annaspa e sta per annegare; lo dimostra la sporcizia da quarto mondo delle sue strade e il dissesto di esse; lo dimostrano i branchi di cani randagi che si aggirano famelici accompagnati da topi sempre più grossi; lo dimostrano i debiti spaventosi accumulati e moltiplicati in sette anni da un amministratore inconcludente ed incapace di riassestare il bilancio comunale (tanto i debiti li pagano i cittadini, non certo il sindaco); lo dimostrano i demagogici comizietti in cui prometteva sfracelli e altrettanto  improbabili assunzioni di responsabilità in difesa dell’Ospedale; e così via all’infinito.

Purtroppo la solita fregola bizzosa da zitella inacidita di rispondere in qualche modo a precise contestazioni annebbia la mente di Carrubba il quale diventa poco accorto al punto da farsi sfuggire il fatto che la notizia del ricorso al TAR (lo ribadisco, da me suggerito) l’avevo già data io con la mia nota stampa essendomi debitamente e preventivamente informato: il buon sindaco legga bene i giornali perché altrimenti giungerà sempre secondo!

Gli sfugge anche il fatto (bastava informarsi) che non ho bacchettato solo i rappresentanti del mio partito ma anche quelli del partito cui  lui, Carrubba, ha portato i suoi voti e che pubblicamente considera suoi maestri; gli stessi che sui giornali hanno dichiarato tutta la loro soddisfazione per il decreto che uccide il nostro Ospedale: questa da parte mia si chiama onestà intellettuale mentre da parte sua non altrettanto.

Per il resto, del suo stato di agitazione ne abbiamo già colto tutto il senso e la portata: quello della sua smodata ambizione politica; si culli pure nella gloriuzza della sua stentatissima  rielezione: non sa fare altro.

Augusta: voce ai cittadini – locandina UDC vs Carrubba


di Alessandro Mascia

Se oggi sto scrivendo lo devo al fato. La mia traiettoria in bicicletta, infatti, è stata lambita da una sedia sputata a tutta velocità dalla bocca di un bar di seconda classe. L’ho vista fiondarsi rabbiosa e mulinante con tutte quelle gambe di ferraccio pronte a decollarmi. Per fortuna, però, ne ho avvertito solo l’impatto con un lembo svolazzante della mia polo azzurra. Un secondo di ritardo, un tentennamento, un indugio, una remora sarebbero stati fatali o, comunque, mi avrebbero costretto a scrivervi da un letto di ospedale. Il proiettile era stato scagliato al culmine di un acceso dibattito all’interno del bar. Ecco i fotogrammi in sequenza: uno scoppio d’ira, stile tifoseria ultras; un tizio con gli occhi di fuori, come se avesse appena toccato un cavo da 380 volts, infiamma la soglia del bar facendo sgommare due bei mocassini lucenti; a distanza di un niente il passaggio di un ciclista allampanato – che sarei io – e poi, in rapidissima successione, il proiettile in forma di sedia. Il fuggitivo, quando ha realizzato che l’intenzione dei suoi avversari aveva preso la forma di una sedia fracassata dalla parte opposta della strada, ha pensato bene di accelerare la sua già sostenuta andatura. Ma scappa scappa, alla fine abbuccò e – direbbe mia suocera – quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini con ginocchia e gomiti raspati crudamente dall’asfalto. Poi si sa: chi conserva un minimo di dignità casca, anche malamente, ma subito si rialza sostenendo di non essersi fatto nulla. Questo tizio, che poi ho riconosciuto essere colui che, alcuni giorni prima, mi aveva rifilato un volantino a firma dell’onorevole Pippo Gianni, non solo apparteneva alla famiglia dei predetti dignitosi, ma anche a quella dei centometristi, perché, riagguantata la situazione, ha ripreso le energiche falcate da dove le aveva interrotte. Finito lo spettacolo del cinghiale in fuga dai crepitii di doppietta, ho posteggiato la bici accanto alla bocca del bar ancora fumante d’ira e ne ho sbirciato l’interno. Nella penombra di un locale sudicio e avvinazzato, un gruppo di beoni fischiettanti facevano dondolare lo sguardo dai lampadari ai poster della Coca-Cola, come se la coda di paglia stesse iniziando ad abbambare. Del resto avevano appena rischiato di menomarmi. Forte di questa percettibile diseguaglianza psicologica, ho fatto ingresso chiedendo i motivi dei fotogrammi appena vissuti. Dopo le scuse per l’accaduto, mi hanno dipinto il fuggiasco con caratteristici epiteti del luogo: sturdutu, scassapagghiaru, scunchiurutu, bestia. Tutto perché l’uomo dei volantini voleva convincerli che l’ingresso dell’UDC nella Giunta Comunale era stata cosa buona e giusta.

Non di tradimento si è trattato, secondo Pippo Gianni, ma di “spirito di servizio, per aiutare la Città”. Roba da matti! Il partito con cui il PDL faceva grancassa contro Carrubba oggi è con Carrubba per “spirito di servizio”. La gente non ci capisce più niente. Il consigliere provinciale Nicki Paci, personaggio di spicco dell’UDC cittadino, aveva lasciato, in illo tempore, il partito di Alleanza Nazionale per quello di Casini. Aveva esordito con un manifesto 6 x 3 che gridava: “Al Centro guardando a Destra”. Quel messaggio, oggi, è stato tradito? Bisognerebbe rivisitarlo: “Al Centro guardando Carrubba”? Eh sì, perché nel chiacchiericcio generale emerge anche la tesi secondo cui le manovre di questi giorni sarebbero frutto di accordi per garantire campo libero a un Nicki Paci sindaco di Augusta e a un Massimo Carrubba deputato alla Regione. Tutto tranne che l’interesse della Città. Roba da matti! L’UDC, ricordo, si era distinto per ferocia nell’opposizione a Carrubba. Il gruppo dirigente dell’UDC augustano sfornava tazebao ai limiti della querela (si veda la foto a lato). Contestavano il programma elettorale di Carrubba su tutti i fronti, quello stesso programma che, oggi, hanno sposato in toto. Ecco perché “girano i cabasisi”, per dirla con il divertente collega Joe Strummer, e volano le sedie al solo sentir parlare di UDC ad Augusta.

L’anomalia ha vellicato la reazione anche del deputato nazionale del PDL Fabio Granata, che ha urlato infuocato: “Ad Augusta il nostro candidato Marco Stella ha perso le elezioni per pochissimi voti e dopo una campagna elettorale che ha spaccato in due la città. Che ora qualcuno decida di entrare in Giunta, tradendo chi ha creduto in un progetto alternativo all’attuale Amministrazione – rivelatasi inconsistente e priva di progetto – solo per bramosia di poltrone e che pensi che tale decisione lasci invariato il quadro politico provinciale, denota un allarmante livello di arroganza e trasformismo”. Il PDL augustano, per bocca del consigliere Peppe Di Mare, dichiara: “L’ingresso dell’UDC nella Giunta di centro-sinistra, ad Augusta, di fatto mortifica l’espressione democratica di ogni cittadino tradotta nel voto. Ognuno è libero di fare, ma nessuno può tradire il mandato ricevuto, sarebbe stato meglio anche tornare a votare”. Il consigliere Di Mare pone un interessante interrogativo all’UDC augustano: qual è il “bene” della Città? Accaparrarsi due poltrone turandosi il naso per un programma che non si condivide oppure continuare a opporsi all’Amministrazione Carrubba così come volevano gli elettori UDC? Significative le parole di Pippo Gianni: “La decisione di entrare nella giunta Carrubba da parte dell’UDC ha un nome e cognome: Pippo Gianni”. Come dire che i dirigenti locali dell’UDC, a partire dal coordinatore Salvo Aviello e dal consigliere provinciale Nicki Paci, contano quanto un bel due di coppe. Chi conta è solo Lui, l’inopinabile, l’incontestabile Pippo Gianni. E questa presunzione, almeno ad Augusta, inizia a dar fastidio e a sollevare in volo le sedie. Attenzione, quindi, a calcolare bene le traiettorie quando si passa davanti a un momento di discussione sulle scelte dell’UDC. Io l’ho scampata bella!

Augusta: voce ai cittadini – San Domenico, pensaci tu


di Alessandro Mascia

Per chi abita nel centro storico la festa del patrono San Domenico si subisce. Tanto vale abbandonare il proprio veicolo per tre quattro giorni davanti casa – pena la perdita definitiva del parcheggio – e girovagare a piedi per la città. Ci sono andato con colui che da tre anni mi accompagna nelle avventure per il mondo: mio figlio Michele. Casualmente ci siamo imbattuti in un corteo di sbandieratori, venuti, appunto, a sbandierare dalla lontana città di Sermoneta. Accanto a me un vicino di casa, rapito dal volteggiare di vessilli gialli e rossi. La mandibola gli si era inconsciamente mollata lasciando intravedere una dentatura vecchia e scassata. “Oh!” gli faccio, toccandolo di gomito “Re Carrubba ha voluto fare le cose in grande questa volta”. Lui mi rivolge un’occhiata di assenso, ma, appena emette parola, una sventola di trombe e tamburi lo zittiscono malamente. Vado avanti verso la centralissima Via Principe, costellata per l’occasione di archi maestosi che creano un suggestivo effetto tunnel luminoso. Ho valutato che le spese per la tradizionale festa augustana potessero ammontare a circa 30 mila euro. Era una palese sottostima. Il valore più vicino al vero me l’hanno fornito le mie fonti: oltre 130 mila euro. “130 mila euro?! E da dove li hanno cacciati fuori che, a momenti, al Comune non hanno soldi nemmeno per la cancelleria?”. Fatto sta che la popolazione pare apprezzare tutta l’installazione pro San Domenico. Soprattutto le bancarelle ammassate lungo la villa comunale. Zuccheri filati, zeppole, nocciole, semi di zucca, cocco bagnato da fontanelle d’acqua e tanta gente che va e viene, che rivà e riviene mille volte, solcando il marciapiede alberato. La tradizione vuole anche questo.

Per San Domenico arrivano le giostre, vero target di mio figlio, che fino a quel momento si è dimostrato abbastanza preoccupato di cotanta ressa umana. Arrivano i dischi volanti e i veicoli a vagoni che sono coloratissimi e divertenti. Pago il primo ticket, inserisco mio figlio in un sedile in partenza e mi dispongo in stand-by. Accanto a me un amico, che non vedevo da tempo, e il suo figliolo. La musica sparata a mille scoraggia qualsiasi velleità di dialogo, dunque, dopo i consueti convenevoli, ci limitiamo a guardare il trenino viaggiare più volte in tondo per poi fermarsi. Catapultato fuori, Michele si dirige verso un altro veicolo a vagoni. Non è proprio un treno, ma ci assomiglia. Anche in questo caso: ticket, sistemazione a bordo e partenza. Accanto a me di nuovo il mio amico e il suo figliolo. Mi abbasso a chiedergli: “Non ti piacciono questi giochi?”. Lui annuisce guardandomi con un sorriso a mezzo. Strano modo di rispondere per un bimbo della sua età. Un modo adulto che mi turba. Dai veicoli a vagoni ai dischi volanti. Devo salire anch’io, sulla navicella, perché mio figlio non ha l’età per stare da solo. Ci divertiamo a salire e scendere di quota, a sparare e a vincere un giro omaggio. Da sopra il disco in volo si può vedere una buona porzione di villa, gli avventori, piccoli e tanti. Tra i tanti ancora quei due, papà e figliolo che osservano gli altri divertirsi.

Poi ho ricollegato: lui è un dipendente della Pastorino, la ditta che ha in appalto il servizio di nettezza urbana di Augusta, e una settimana sì e una no è costretto, con i suoi colleghi, a scioperare per avere piccoli acconti di uno stipendio che altrimenti non arriverebbe mai. Sceso dal gioco volante gli ho chiesto come andassero le cose. Mi ha risposto secco: “Malissimo”. Poi: “Ho quarant’anni e non posso provvedere alla mia famiglia nemmeno per il mangiare”. “La ditta non ti paga?” gli ho chiesto. “Non mi pagano, no, dicono che loro non sono pagati dal Comune. Abbiamo minacciato di scioperare per San Domenico e ci hanno minacciato di denuncia penale. Non abbiamo diritto allo stipendio e nemmeno alla protesta. Non ce la faccio più. Meno male che lui capisce – chiosa, abbassando il capo verso il figliolo che stira le labbra in quel sorriso a mezzo. Io e Michele abbiamo preso la via del ritorno, lui appagato e trotterellante, io pensieroso per il duro scontro tra due realtà paradossali: povertà dei lavoratori e opulenza della festa, povertà delle casse comunali e spese folli per sostenere il livello di una tradizione.

130 mila euro bruciati in una settimana, quando nelle tavole degli operai della Pastorino non c’è più nulla da mangiare perché il Comune di Augusta ritarda a versare le somme dovute, quando nelle tavole delle lavoratrici della Cooperativa CRASS – ormai licenziate – non c’è più nulla da mangiare perché il Comune di Augusta non eroga più i fondi necessari per l’assistenza alle persone anziane. Il Sindaco Carrubba va in web TV a gridare al mondo di essere stato vittima di Tributi Italia, di avere difficoltà ad amministrare l’ordinario con i pochi spiccioli di cui dispone e poi si permette di sperperare migliaia di euro per una tradizione i cui costi, per Augusta, non sono più tollerabili. Credo che sarebbe stata più conveniente per tutti una decisa stretta alla borsa, una festa sobria che restituisse anche il valore religioso che merita San Domenico. Invece è sembrato un grande evento di facciata per non fare arrabbiare nessuno, soprattutto ora che l’aria politica è instabile e le regionali potrebbero essere alle porte.

Augusta: voce ai cittadini – Assessore al nulla


di Alessandro Mascia

Augusta – Carrubba ha varato la nuova Giunta. Al posto degli assessori Accolla, Arena, Contento, Fraterrigo, Geraci e Giunta, sono stati nominati gli assessori Giunta, Geraci, Fraterrigo, Contento, Arena e Accolla. A questi si aggiunge Santino Rinzivillo, già traditore della fede liberalsocialista e del Sindaco Carrubba per il chiacchierato traghettamento all’UDC, allora partito di opposizione. Ora, proprio Rinzivillo è stato promosso, dallo stesso Carrubba, ad Assessore ai Lavori Pubblici. Io, fatto a sindaco, non gli avrei nemmeno rivolto la parola, ma, si sa, in politica amici e nemici galleggiano nella stessa broda. L’UDC ha contribuito alla nuova Giunta anche con un altro assessore. Si chiama Tiziana Ranno e si occuperà di Pubblica Istruzione. Sarebbe curioso, data l’importanza di quest’ultima delega, conoscere qualcosa sul curriculum della Ranno, dato che attorno alla sua nomina si sta addensando un mormorio piuttosto sostenuto. E con Domenico Licciardello all’Urbanistica la squadra è fatta. Nove assessori, il cui numero è contestato da Francesco Ruggero, del Movimento Augusta agli Augustani, che evoca l’articolo 2, comma 185, della Legge finanziaria del 2010 che recita: “Il numero massimo degli assessori comunali è determinato, per ciascun comune, in misura pari a un quarto del numero dei consiglieri del comune, con arrotondamento all’unità superiore”. Siccome i consiglieri di Augusta sono 30, gli assessori dovrebbero essere 8. Ruggero, che si è letto tutta la legge, sostiene che il Sindaco, secondo quanto recita il comma 186, lettera d, dovrebbe fare a meno anche del Direttore Generale che costa decine di migliaia di euro alle casse del Comune.

Che dire dell’Assessore al nulla? Nulla amministro, nulla pretendo. Tesi e antitesi amalgamate in un’idea balzana di Vittorio Sgarbi che troverebbe spazio proprio ad Augusta. Prendi la delega “cultura”, per esempio, e sostituiscila con “nulla”. In una città senza una biblioteca quanto vale la cultura? Mi sento di dichiarare, senza timore di essere smentito, che Augusta è l’unica città d’Italia, di medie dimensioni, a non avere una biblioteca aperta al pubblico. Il problema è che l’assessore al nulla, ad Augusta, viene pagato, quindi non più la coesistenza di tesi e antitesi, ma tesi e paradosso: nulla amministro eppure pretendo! La delega al nulla, appena lasciata dal tecnico Jackie Aiello, è nelle mani fatate di Giovanna Fraterrigo che è riuscita a farsi blindare la carica assessoriale fino alla fine dei giorni di Carrubba. Una sorta di atto testamentario. L’assessore mi contesterà che la biblioteca comunale c’è, è soltanto chiusa. È vero, i 30 mila libri sono chiusi in un locale vicino al Castello Svevo (anch’esso chiuso). Questa situazione, che dura da quasi un anno, non è più accettabile né spiegabile. La biblioteca personale di Aiello può essere chiusa al pubblico, quella della Fraterrigo, la mia, ma non quella comunale. E non per così tanto tempo. Una biblioteca comunale chiusa al pubblico è nient’altro che un polveroso magazzino pieno di libri.

raggi di luce traforavano le persiane di legno mostrando in sospensione le polveri della sala lettura, illuminavano, a tratti, i grandi tavoli verdi che per la maggior parte del tempo se la passavano in una religiosa penombra. Seduta al capo di un tavolo, una impiegata della biblioteca, minuta, con una vasta chioma di riccioli bianchi. Canizie precoce, pensavo, nel complesso non sembrava una donna anziana. Questa anima paziente spendeva le sue ore a ritagliare le notizie di Augusta dai quotidiani locali e a disporle accuratamente in apposite carpette. “Sono i documenti più richiesti” mi diceva con una vocina flebile che pareva provenire dall’interno di un’enciclopedia di fine ’800. Con lei avevo avuto anche un piccolo alterco. Sembra strano, ma nella sua fragilità sapeva essere anche ferma. C’era l’usanza di stilare statistiche interne sull’utenza della biblioteca. Si doveva compilare una scheda con i dati biografici, titolo di studio e professione. Quel giorno, sarà che ero girato per le cose mie, avevo rifiutato l’invito alla compilazione. Ciò aveva suscitato una reazione piccata dell’impiegata riccioluta e una mia risposta più piccata ancora. Alla fine sbottai inferocito e me ne andai dal locale accennando appena un saluto. “Che insolente” avrà pensato la ritagliatrice di articoli. “Che testa dura” ho pensato io. In seguito, pentitomi della mia polemica inutile, sono tornato in biblioteca. Troppo tardi, la biblioteca aveva già chiuso i battenti per me e per tutti. Manutenzioni, questa la motivazione che ancora ne preclude l’accesso. Il vecchio assessore Aiello sosteneva che la riapertura sarebbe stata imminente. Chissà cosa dichiarerà il nuovo assessore Fraterrigo? Di fatto la biblioteca era chiusa ieri ed è chiusa anche oggi e a me preme tantissimo farci un salto per chiedere scusa alla bibliotecaria tagliacarte e per compilare una bella scheda statistica.

Augusta: la voce ai cittadini “La nuova giunta comunale”


di Alessandro Mascia

La nuova Giunta comunale è stata varata e agli augustani non gliene importa una mazza. Questa è la notizia a cui si dovrebbe dare risalto. Gli augustani, a distanza di 7 anni di amministrazione Carrubba, si aspettavano grandi novità: “Chiusi gli scarichi a mare, da oggi è consentita la balneazione” oppure “Riaperta al pubblico la Biblioteca Comunale, installate 10 postazioni Internet” oppure “Giro di vite al fenomeno del randagismo, tutte le femmine risultano sterilizzate”. I diritti dei cittadini, ad Augusta, diventano speranze collettive. Gli augustani vivacchiano in una città sporca, senza strutture sportive, in un’isola senza mare perché il mare è solo una gran fogna a cielo aperto. Ma la sera, prima di addormentarsi, i ragazzini sperano che domani sia diverso, che il Sindaco Carrubba dia una buona notizia.

Invece no. La notizia che dà Carrubba è che ha cambiato le pedine che governeranno la città nei prossimi anni. Nel frattempo che il Sindaco decideva quali assessori rimuovere e quali promuovere, durante le febbrili trattative con i partiti, ad Augusta si percepiva l’insofferenza di chi rischiava di non ricevere alcuna delega assessoriale, di chi aveva ricevuto promesse di delega ma non era soddisfatto, di chi l’aveva blindata la delega ma era vittima delle sue stesse fisime mentali. Tempo fa, probabilmente in previsione del rimpasto della Giunta, c’era stata una migrazione di consiglieri verso il MPA. Un evento eccezionale che noi de I FATTI avevamo titolato “Ma che bello l’uccellone di Lombardo”, 8 consiglieri transitati nel movimento autonomista dal giorno alla notte. Tra questi anche un assessore, Antonio Cammalleri, e due consiglieri, Gino Ponzio e Carmelo Trovato, che, già dall’inizio, avevano dimostrato di non essere perfettamente in sintonia con il coordinatore locale Maurizio Ranno. Quest’ultimo, dopo essersi confrontato con il Sindaco per un eventuale ingresso in Giunta del MPA, ha dichiarato alla stampa “Il mio modello di politica è basato prioritariamente sulla possibilità di rendere servizio alla cittadinanza e non sull’occupazione di sedie in modo sterile e passivo. Se entrare in Giunta deve significare non poter incidere autonomamente e concretamente nella politica della città, se deve significare solo fare da stampella all’attuale Giunta, il Movimento dell’Autonomia, che è composto da 8 consiglieri, ed è ormai una realtà politica concreta, non si presterà a sorreggere l’attuale amministrazione”. Carrubba, che mal digerisce certe uscite da verginella politica, si è premurato di rispondere: “Ho avuto l’impressione che il coordinatore cittadino Maurizio Ranno, facendosi forte della vorticosa e disordinata “campagna adesioni” di consiglieri comunali, aumentasse di continuo le richieste delle tanto “sterili poltrone” al fine di “trovare l’equilibrio tra le diverse anime” che compongono oggi il partito dell’MPA in città”. Dove sta la verità nessuno lo sa. Di fatto i due facinorosi, Ponzio e Trovato, hanno subito preso le distanze dalle dichiarazioni del proprio nuovo coordinatore che, evidentemente, non sta agendo secondo la loro tabella di marcia che più che autonomistica si potrebbe definire autonoma.

Ci sono anche voci fuori dal Consiglio Comunale. I comunisti del circolo Che Guevara, guidati da Attilio Salerno, all’inizio dell’anno si erano proposti quale forza politica di opposizione costruttiva e avevano ricevuto la benedizione di Carrubba. “L’opposizione costruttiva che intendiamo – aveva dichiarato Salerno – va oltre le semplici denunce di inadempienze della Giunta che altri movimenti (vedi Movimento “L’Altra Augusta” del Generale Inzolia ndr) affidano a tazebao in piazza. Così è facilissimo fare opposizione, chiedendo magari le dimissioni del Sindaco; noi invece intendiamo fare un’analisi dei problemi e trovare una soluzione”. Adesso i comunisti hanno cambiato marcia. Forse perché sono stati esclusi dalle trattative per l’ingresso nella nuova Giunta? Ora usano toni come questi: “L’atteggiamento del Sindaco – che non ha mantenuto le promesse fatte a mezzo stampa – e della sua Amministrazione ci impongono di rivedere le nostre precedenti posizioni e passare ad una conflittualità aspra che non faccia sconti a nessuno. Avendo ormai rinunciato ad analizzare i problemi nel tentativo di trovare soluzione, il nostro atteggiamento futuro sarà quello di mettere il dito nella piaga affinché i responsabili del malgoverno e del malcostume politico ne abbiano vergogna”. Dichiarazioni forti che hanno indotto il Generale Inzolia a rispolverare una celebre favola di Esopo: “Ci sono anche anime pure ed ingenue (il riferimento non casuale è diretto a Rifondazione Comunista) che sviolinavano e che erano pronte a sostenere il Sindaco – disinteressatamente, ovvio, e per spirito di servizio – salvo a doversi ricredere; sa tanto di volpe che non riesce a raggiungere l’uva e si lamenta perché è agra!”.

Gli augustani si mettano il cuore in pace: i problemi della città e dei cittadini sono al secondo, al terzo e al quarto posto rispetto alle questioni di governance. È stata appena rinnovata la greppia e attorno a essa, per qualche tempo, ci sarà un pasto che si consumerà in religioso silenzio. Ma nemmeno di questo, agli augustani, importa una mazza.

Da Augusta: il mercato delle vacche


di Enzo Inzolia

  “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui “                            (E. Pound)

 Forum bovarium, foro boario: così i Romani chiamavano il luogo, rigorosamente tenuto fuori della cinta urbana proprio a causa della naturale sporcizia, in cui aveva luogo il mercato delle vacche; in questi giorni se ne aperto uno ad Augusta.

Dimentico ed incurante degli impegni solennemente sottoscritti con gli elettori durante la campagna elettorale, dimentico ed incurante del dovere di lealtà verso gli stessi elettori che lo hanno gratificato del consenso proprio in virtù di quegli impegni e della squadra di assessori che allora furono sottoposti al loro giudizio, il sindaco dichiara sulla stampa e lo proclama ai quattro venti che finora ha scherzato, che non era niente vero.

Oddio, ovviamente da navigato politico il sindaco non si è espresso in questi termini; ha parlato di fase uno e di fase due, ma il significato è lo stesso: tutto quanto aveva detto, proposto e promesso era solo una colossale balla, un’altra delle tantissime colossali balle della sua politica.

La verità è che Carrubba non vuole confessare, oltre alla sua ormai arcinota incapacità di coerenza e di mantenimento della parola data ai cittadini, il totale fallimento di sette (diconsi sette) anni di guida della civica amministrazione; così come non vuole confessare che la sua unica speranza in un futuro politico risiede nella conservazione ad ogni costo della poltrona.

Ecco perché è stato aperto il mercato delle vacche: da una parte l’offerta di prebende, piccole o grandi ma sempre appetibili specie per i tanti lupi che si aggirano famelici sulla scena politica cittadina; dall’altra la profferta delle proprie squallide prestazioni ad opera di personaggi a tutto disposti e disponibili pur di accaparrarsi una poltrona, uno sgabello o uno strapuntino della scassatissima e moribonda diligenza a cui il più che trentennale sistema di gestione del potere da parte della sinistra ha ridotto la nostra Augusta.

A nessuno, da una parte e dall’altra, importa alcunché dello sfascio dell’amministrazione e men che meno dell’immenso degrado della Città; cianciano di “amministrazione elettorale” e di “amministrazione politica”, usano ed useranno paroloni altisonanti per confondere le idee dei cittadini, per creare una densa  cortina fumogena dietro la quale nascondere i propri maneggi non sempre esattamente trasparenti.

A nessuno importa di riparare le strade né di creare i parcheggi che, insieme al rafforzamento dei servizi pubblici, snellirebbero il traffico salvaguardando l’ambiente; a nessuno importa di riavviare l’economia cittadina; a nessuno importa di ridurre l’enorme debito comunale; a nessuno importa di porre mano alla riqualificazione e all’ammodernamento dei servizi offerti dall’amministrazione; a nessuno importa della pulizia della Città e ancor meno di eliminare le centinaia di cani randagi che attentano all’incolumità degli Augustani; e scusate se è poco!

E per di più ci sono anche anime pure ed ingenue (il riferimento non casuale è diretto a Rifondazione Comunista) che erano pronte a sostenere -disinteressatamente, è ovvio, e per spirito di servizio- che sviolinavano il sindaco pronte a sostenerlo salvo a doversi ricredere; sa tanto di volpe che non riesce a raggiungere l’uva e si lamenta perché è agra!

E’ il sistema che deve essere sconfitto; un sistema di sinistra di gestione del potere; un sistema di cui il sindaco in carica è l’ultimo interprete.

E’ per questo che, avendo manifestamente e  miseramente fallito, Carrubba deve dimettersi (sempre che abbia un minimo di senso della responsabilità) affinchè Augusta possa rinascere ed avere un futuro.                                           

                                                                                                                                      nzo

Tributi Italia


 di Alessandro Mascia

Il Sindaco di Augusta, Massimo Carrubba, ha spiegato alla web TV di Repubblica.it perché la città versa in pessime condizioni finanziarie. Insieme a lui c’erano anche l’onorevole Rita Bernardini, deputato nazionale del PD, e alcuni sindaci di città italiane che sono incappati nell’affaire Tributi Italia.

La società Tributi Italia si è occupata, per anni, di riscuotere le tasse per conto di molti enti locali tra cui il Comune di Augusta. Ma non ha versato le somme dovute ai committenti. Così alcuni comuni si sono trovati a essere fortemente penalizzati, anche nell’amministrazione ordinaria, per mancanza di liquidità.

Lo Stato, tramite il Ministero delle Finanze, avrebbe dovuto esercitare un’attività di controllo sulle società incaricate di riscuotere le tasse, ma, secondo l’onorevole Rita Bernardini, alcuni personaggi, riconducibili a dette società, sarebbero stati in forza proprio nella Commissione ministeriale deputata alla sorveglianza.

Nella top ten dei comuni vittime della Tributi Italia, quello di Augusta si è piazzato al terzo posto vantando un credito di quasi 5 milioni di euro. Al vertice della triste classifica il Comune di Aprilia e a seguire il Comune di Pomezia. Il Sindaco di Augusta ha spiegato quali difficoltà è costretta a fronteggiare la sua amministrazione che, tra l’altro, riesce a stento a ricostruire l’elenco dei contribuenti augustani che per trent’anni è stato gestito da ditte esterne. Con la mancanza di liquidità dovuta al mancato versamento da parte di Tributi Italia, che secondo Carrubba ammonterebbe a 12 milioni di euro, non sarebbe possibile far fronte alle spese ordinarie per i servizi essenziali, per la raccolta dei rifiuti, per l’Enel, per la Telecom, per le ditte che appaltano i lavori, e non si potrebbero programmare nemmeno le spese future. Alla domanda del conduttore, Edoardo Buffoni, sull’aggio, cioè il guadagno, che Tributi Italia percepiva per le tasse riscosse ad Augusta, Carrubba ha dichiarato che andava da un minimo di 2,25%, per le riscossioni ordinarie, a un massimo di 11% per le procedure esecutive, un valore irrisorio se confrontato, ad esempio, con l’aggio del 30% che Tributi Italia applicava nel Comune di Aprilia. Secondo la Bernardini non ci ha guadagnato soltanto la Tributi Italia ma anche quei partiti politici che, per anni, l’avrebbero sostenuta.

Il Sindaco Carrubba ha confermato di aver stipulato una polizza assicurativa per mettere al riparo i soldi pubblici riscossi da Tributi Italia. Il problema, però, è che i due istituti assicurativi coinvolti si starebbero rimpallando le responsabilità. Per questo motivo è stato aperto un contenzioso da parte della sua Amministrazione contro tali assicurazioni e, ovviamente, contro Tributi Italia.

Secondo Carrubba il Governo nazionale dovrebbe intervenire a sostegno dei comuni incappati in Tributi Italia, come ha fatto con il Comune di Catania elargendo 140 milioni di euro, con quello di Palermo a cui ha versato 200 milioni di euro e con Roma sostenuta con ben 500 milioni di euro. Bisognerebbe istituire un fondo di garanzia per salvarli dai debiti contratti a causa dei mancati versamenti delle ditte di riscossione. Franco Tentorio, Sindaco di Bergamo, città al VI posto della suddetta classifica, con un credito di 2 milioni di euro, si è espresso a favore della auto-riscossione. I comuni si dovrebbero attrezzare per riscuotere da sé le tasse dei contribuenti. La Bernardini, invece, ha parlato di un’interrogazione parlamentare presentata nel 2008 dal PD e a cui il Governo ancora non ha risposto. Per regolamento della Camera, spiega, il Governo avrebbe dovuto rispondere entro 15 giorni.

La Tributi Italia, per tramite del suo Amministratore Delegato, Patrizia Saggese, ha depositato una proposta di concordato al Tribunale di Roma mettendo sul piatto 116 milioni di euro a titolo di risarcimento nei confronti dei creditori. Le nebbie in cui ha manovrato impunemente la Tributi Italia finora, si stanno diradando. L’augurio è che presto i comuni danneggiati vengano risarciti debitamente in modo da poter proseguire l’attività amministrativa che già, per gli esigui trasferimenti statali, risulta essere sempre più difficile.