Mangiare per entrare in contatto diretto con l’Universo…


“Attraverso la nutrizione entriamo in contatto con la natura, ma questo contatto può avvenire in vari modi. Prendete una mela, con un coltello la sbucciate, la tagliate a pezzi e la mangiate: riceverete una certa sensazione. Se invece mordete la mela, avrete un’altra sensazione.
Ora andate in un frutteto, accostate a voi il ramo di un melo e cominciate a mordere una mela senza coglierla. È ancora diverso: sentite quanto il frutto sia vivo, e provate una pienezza, una gioia che l’albero stesso vi comunica, perché è collegato alla terra e al cielo, e trae delle forze dalla terra e dal cielo.
Mentre mangiate, siete direttamente in contatto con una corrente di energie pure. Tramite il suo frutto, l’albero vi ha messo direttamente in relazione con l’Universo…”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Perchè mangiare poco allunga la vita?


È da tempo noto che restrizioni e rinunce alla dieta diminuiscono gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie, ma il meccanismo alla base di questo fenomeno era sconosciuto. Ora i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine degli Stati Uniti hanno scoperto come le molecole del nostro organismo prendano parte al complesso processo che associa il mangiare di meno a una vita più lunga.

«Il nostro studio ha tentato di rispondere a una domanda particolare: perchè mangiare poco rallenta l’invecchiamento, mentre mangiare tanto accelera le malattie provocate dall’età avanzata?», ha detto Charles Mobbs, professore di neuroscienze e geriatria della Mount Sinai School of Medicine, e a capo dello studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology. «La risposta, come abbiamo scoperto, potrebbe risiedere nello stress ossidativo causato dall’alimentazione», ha aggiunto. Una dieta a basse calorie, infatti, ridurrebbe l’impatto del metabolismo del glucosio, e di conseguenza lo stress ossidativo. Una dieta ipercalorica ha invece l’effetto opposto.

«Non ha importanza quale dieta si segue, se si riducono proteine, carboidrati o grassi», ha spiegato Mobbs. «Quello che conta – ha continuato – è la riduzione complessiva delle calorie. Poche calorie, infatti, promuovono un fattore di trascrizione chiamato CREB-binding protein (CBP). Questo fattore controlla l’attività dei geni responsabili delle funzioni cellulari e dell’invecchiamento delle cellule». Mobbs ritiene che, se si dovesse riuscire a sviluppare un farmaco che imita gli effetti di CBP sull’organismo, gli scienziati potrebbero anche allungare la vita dei pazienti riducendo lo stress ossidativo. «CBP può essere usato per prevedere la durata della vita, ed è il responsabile dell’80 per cento delle variazioni della durata di vita nei mammiferi», ha detto Mobbs. «Ridurre CBP del 10 per cento allungherebbe brevemente la vita, mentre ridurlo dell’80 per cento farebbe morire di fame l’individuo. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio», ha concluso.

da www.lastampa.it

Chi mangia di fretta, mangia troppo e… ingrassa


slow eatingIl segreto per mangiare meno e non ingrassare è la lentezza
   
   
È un problema che affligge quasi tutti: si ha poco tempo e si mangia di fretta, velocemente. Ci si butta sul piatto o sul panino con voracità e in quattroequattrotto è tutto finito… o quasi. Sì, perché questa pratica, a quanto pare, è il modo migliore per avere ancora fame e mangiare di più, con il rischio evidente di “farsi del male”, cioè ingrassare o alimentarsi in modo scorretto pregiudicando, a lungo andare, la salute.Ecco così che mangiare velocemente provoca una riduzione nel rilascio degli ormoni della sazietà che invece sono rilasciati adeguatamente e possono fare il lavoro per cui sono stati “creati” quando si mangia lentamente; cosa che è da sempre consigliata da tutti i nutrizionisti e dietologi.
Questo è quanto affermano i ricercatori greci del Laiko General Hospital di Atene.
I ricercatori hanno condotto uno studio su alcuni soggetti che sono stati invitati a consumare 300 ml di gelato a ritmi di velocità diversi. Durante la prova sono stati prelevati campioni di sangue per misurare i livelli di glucosio, insulina, grassi plasmatici e ormoni intestinali. I prelievi avvenivano ogni 30 minuti partendo da prima del pasto per terminare alla fine delle prove, ovvero quasi due ore dopo.
Dai risultati delle analisi è emerso che i soggetti che hanno utilizzato tutti e 30 i minuti per finire il gelato avevano una più alta concentrazione di ormoni dell’appetito denominati PYY e GLP-1 e tendevano ad avere un più alto senso di sazietà.

«La maggior parte di noi hanno sentito dire che mangiare velocemente può portare a un consumo eccessivo di alimenti e obesità, e in effetti alcuni studi osservazionali hanno sostenuto questa idea. Il nostro studio fornisce una possibile spiegazione sul rapporto tra velocità nel mangiare e il mangiare troppo, mostrando che il ritmo al quale una persona mangia può avere un impatto sul rilascio di ormoni intestinali che segnalano al cervello di smettere di mangiare» ha commentato il dottor Alexander Kokkinos, autore principale dello studio.
(lm&sdp)

Source: lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism” (JCEM) della Endocrine Society.

www.lastampa.it

La cultura vien mangiando di Simona Caporilli


quadriGli artisti lasciano sempre un segno, soprattutto se all’interno di trattorie, ristoranti, antiche taverne e osterie. È quanto intende raccontare la mostra dal titolo «Sapori colti», allestita presso il Complesso del Vittoriano in via San Pietro in Carcere, dove rimarrà fino al 15 novembre. «Per ogni disegno un pasto, per un quadro tre pasti, c’era un vero e proprio prezzario», per dirla come l’ha raccontata il curatore Paolo Di Giannantonio, che ha riunito, nell’esposizione, oltre quaranta posti di ristoro. A questi il compito di raccogliere le opere d’arte lasciate nei locali da pittori, attori e quanti altri abbiano lasciato un segno di sé nel loro passaggio. Gli artisti hanno scritto e disegnato su tovaglioli come Federico Fellini, su pale di pizza in legno come Valentino Rossi, su cartoncini, sui libri degli ospiti piazzati all’accoglienza come ha fatto George Clooney; o ancora hanno scritto su menu o reinventato bottiglie e accessori per la tavola, come testimoniato dall’«angolo» di Ugo Tognazzi, ricordato dal figlio Ricky, presente ieri alla inaugurazione della esposizione insieme al giornalista Vincenzo Mollica e al direttore del Vittoriano Nicosia, «patron» dell’allestimento. Che l’idea sia originale è dire poco, visti i cimeli esposti al Vittoriano e le firme prestigiose. «L’idea – ha commentato Paolo di Giannantonio, curatore con Alessandro Nicosia della mostra – mi è venuta un po’ per volta, a cominciare dalla sera di una decina di fa quando, in una nota pizzeria, mi chiesero di scrivere un pensiero a ricordo del mio passaggio, su una paletta di legno di quelle utilizzate, appunto, per servire le pizze a tavola. Mi chiesi come si erano comportati coloro che mi avevano preceduto. E andai a vedere – ha continuato – Anzi ad osservare: c’erano anche pensieri e disegni gustosi, stimolanti, divertenti». Insomma, come ha detto l’assessore alla Cultura della Regione Lazio Giulia Rodano, questa mostra è «un grande menu della città».

da www.ilsole24ore.com