Cucchi, ecchimosi sugli occhi suggeriscono ”lesioni inferte”


di Gabriele Santoro

Sul suo letto dell’ospedale ‘Sandro Pertini’ di Roma, Stefano Cucchi probabilmente non si stava rendendo conto della gravita’ della sua situazione e nell’ultimo contatto con i paramedici, a mezzanotte, chiese una cioccolata. Poche ore dopo, attorno alle sei, stavano rianimandolo.

Ma probabilmente era gia’ morto da almeno tre ore. E’ quanto si legge negli atti della commissione di inchiesta sul servizio sanitario nazionale presieduta da Ignazio Marino, desecretati oggi, dopo un voto a maggioranza e di cui l’ANSA e’ in possesso. Cucchi, si legge ancora, poteva ”non essere in grado di comprendere che se avesse continuato a rifiutare la terapia endovenosa poteva correre rischi mortali”. E sebbene i medici della struttura protetta avessero ”correttamente eseguito” la diagnosi della sindrome metabolica sopravvenuta ”intorno al secondo-terzo giorno di degenza” per il rifiuto da parte di Cucchi di assumere cibo e liquidi, ”il punto e’ valutare se percepirono il ‘punto di non ritorno della sindrome’, poiche’ questo imponeva cure d’urgenza”. In particolare, e’ dalle trascrizioni delle relazioni dei consulenti della commissione che emergono parecchi dettagli sulla vicenda del geometra romano morto a una settimana dal suo arresto per droga, sul quale indaga la Procura di Roma. ”Stefano – spiego’ nell’audizione del 3 febbraio il professor Vincenzo Pascali – non rifiutava tutte le cure ma solo quelle in vena”. E poi ”non rifiutava cibo e acqua in generale ma solamente in certi momenti. Cio’ era finalizzato alla soddisfazione di una richiesta precisa, parlare con il proprio avvocato”. Dunque ”l’opposizione del paziente alle cure non era di principio” e ”poteva essere rimossa” accontentandolo. Ai medici del Pertini, insomma, si potrebbe imputare ”la mancata individuazione dell’urgenza e gravita’ del problema la sera del 21 ottobre”. Dalla relazione di Pascali emerge inoltre come siano le ecchimosi sugli occhi, molto piu’ che le valutazioni sulle lesioni vertebrali e sacrococcigee, che ”inducono a pensare che le lesioni non sono particolarmente compatibili con l’ipotesi di un evento accidentale ma suggeriscono invece l’ipotesi di lesioni inferte”. Negli atti desecretati oggi si fa luce inoltre su alcuni aspetti dei passaggi di ospedale in ospedale del geometra romano: all’ingresso del carcere di Regina Coeli fu ”collaborativo”. A riferirlo alla commissione e’ Rolando Degli Angioli, il medico operante presso l’unita’ di medicina penitenziaria del carcere. Cucchi ”era molto magro, aveva freddo, pesava poco, era sbigottito su quanto stava succedendo, e aveva una pressione di 90/60. Era vigile e lucido, ma rallentato nel parlare” perche’ aveva assunto un antiepilettico e ansiolitico, somministratogli a piazzale Clodio. ”Aveva dolore alla schiena e nel camminare, riferiva nausea e astenia”. Elementi che hanno fatto richiedere a Degli Angioli che venisse trasportato subito al Fatebenefratelli perche’ gli fosse fatta una radiografia del cranio, una della regione sacrale e una visita neurologica. La richiesta di ricovero fu emessa alle 16.15-16.30. L’ambulanza, si legge ancora nelle carte, e’ arrivata alle 18.15 ma Cucchi e’ uscito dal carcere alle 19.50. ”Stefano doveva stare in ospedale – spiega Degli Angioli – Se la radiologia del carcere fosse stata aperta ce lo avrei mandato lo stesso perche’ stava male. Non era un male dell’anima o del pensiero, ma fisico. Non abbiamo parlato del perche’ stava li’. Io gli ho dato l’acqua”. Nello spiegare la tempistica del trasbordo in ospedale, che – puntualizza il documento – si trova a 600 metri dal carcere, Degli Angioli riferisce che lascio’ la richiesta di portare Cucchi in ospedale direttamente all’agente preposto che si trovava lì. “Dell’uscita alle 19.50 non so il perche”’. Il ragazzo rientro’ poi a Regina Coeli alle 23, e anche qui ”non so rispondervi perché fosse rientrato”. Sulla decisione di desecretare gli atti e’ stata oggi pero’ polemica politica: a votare per il si’ i 10 commissari del Pd, dell’Idv e la gruppo misto Poli Bortone. La Lega si e’ astenuta mentre il Pdl si e’ opposto: ”Il nostro no – ha spiegato il capogruppo in commissione Michele Saccomanno – e’ perche’ volevamo trovare un sistema comune per garantire le persone che abbiamo convocato”. Per la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro e’ stato invece ”un atto di meritoria trasparenza delle istituzioni”. Il presidente Marino si e’ detto convinto che ”la desecretazione possa aiutare la Procura a fare chiarezza anche sui comportamenti individuali dei medici”

fonte ANSA

Caso Cucchi. Bernardini: nessun medico riferì sulle lesioni alle autorità


‘Nel corso del suo calvario dal tribunale all’ospedale Pertini Stefano Cucchi e’ stato visitato e refertato almeno sei volte. Tutti i medici hanno riscontrato ecchimosi e lesioni ma nessuno ha avvertito l’autorita’ giudiziaria. Perche’?’ E’ quanto si chiede la parlamentare Rita Bernardini che questa mattina ha visitato la struttura detentiva dell’ospedale dove il geometra di 31 anni e’ morto il 22 ottobre scorso. L’esponente dei Radicali ha annunciato che in merito sara’ presentata un’interrogazione parlamentare.
‘In genere – ha aggiunto – da parte dei medici c’e’ anzi un eccesso di scrupolo nel riportare eventuali lesioni all’ autorita’ giudiziaria. In questo caso, niente’.
Bernardini, nel corso della conferenza stampa, ha ricordato inoltre che i Radicali da otto giorni stanno praticando lo sciopero della fame per chiedere ‘la calendarizzazione di una mozione, gia’ sottoscritta da oltre 70 parlamentari anche di maggioranza, per aprire in Aula un dibattito sullo stato delle carceri e sulle possibili soluzioni. Le carceri italiane – ha concluso – con l’aumento dei detenuti e il sottorganico degli addetti, sono incostituzionali’
fonte ANSA

www.radioradicale.it/scheda/291855?format=52

a questo link potete ascoltare la egistrazione integrale della conferenza stampa tenuta dai parlamentari subito sopo la visita ispettiva al “Sandro Pertini”

Morto dopo l’arresto, i genitori chiedono la verità


morti sospette detenutiGarante detenuti: sconvolgenti le foto rese note dai familiari
La morte di Stefano Cucchi, il giovane di 31 anni morto lo scorso 22 ottobre nella sezione detentiva dell’ospedale Sandro Pertini “presenta molti lati oscuri e preoccupanti”. Lo ha detto Luigi Manconi, presidente di ‘A Buon Diritto’ nel corso della conferenza stampa che si è tenuta al Senato alla presenza del papà di Stefano, Giovanni Cucchi, della sorella Ilaria e di diversi parlamentari della maggioranza e dell’opposizione. I familiari chiedono la verità e l’accertamento dei fatti sulla morte di Stefano, fermato dai carabinieri il 16 ottobre scorso per possesso di 20 grammi di marijuana, protagonista di un ‘calvario’ iniziato in una caserma e terminato all’ospedale Pertini con la tragica morte. La famiglia Cucchi ha deciso di rendere pubbliche le foto shock nelle quali si vedono i segni delle lesioni e dei traumi sul corpo del giovane. “Una decisione sofferta e coraggiosa”, ha spiegato Manconi, per avere risposte su quello che è avvenuto, per dissapare le zone d’ombra e accertare eventuali responsabilità. Sul caso la procura di Roma ha aviato un’indagine. “Di questa vicenda – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, legale dei Cucchi – non sappiamo nulla se non quello che ci dinono le condizioni del corpo di Stefano” attraverso alcune foto scattate dall’agenzia funebre. Per il Garante dei detenuti della Regione Lazio Angiolo Marroni “le sconvolgenti immagini del cadavere di Stefano Cucchi, diffuse con molto coraggio oggi dalla sua famiglia”, dimostrano che nella vicenda del 31enne geometra romana deceduto in circostanze da chiarire nel reparto detentivo del Pertini, “sono stati violati diritti fondamentali dell’individuo, in primis quelli alla vita, alla salute e alla dignità”.

fonte APCOM