Omaggio alla SICILIANITA’


di Daniela Domenici

La sicilianità: un concetto, un modo di sentire e di vivere la ricchezza, la particolarità e i contrasti di questa terra unica al mondo che è la Sicilia.

A Lentini si premia la sicilianità; arrivato alla sua seconda edizione, il premio quest’anno ha avuto luogo nella cornice del cineteatro Odeon “Carlo Lo Presti”. L’anno scorso la giuria ha scelto il musicista Alfio Antico e il pitttore Franco Condorelli, in questa edizione il premio è stato assegnato al poeta Pippo Cardello e al duo comico Toti e Totino. Sia Alfio Antico che Pippo Cardello sono originari di Lentini e premiandoli si è voluto dare un riconoscimento alla loro “leontinità” (dal nome greco di Lentini).

Ha ben presentato la serata Silvio Breci che dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile l’evento ha chiamato sul palco il primo degli ospiti musicali, la giovane cantante lentinese Silvia Russo che prima ha interpretato due brani di Michael Jackson (e questa personalmente ci è sembrata l’unica nota stonata in una serata dedicata alla sicilianità) e poi, con l’accompagnamento musicale del chitarrista Marco Ossino, una canzone di Carmen Consoli e la struggente “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato.

E’ salito quindi sul palco il primo dei premiati, il poeta lentinese Pippo Cardello che ha ben declamato una sua poesia, molto bella a nostro parere, in lingua siciliana, dedicata alla storia dettagliata di tutte le invasioni che la Sicilia ha subito; la cornice musicale è stata “regalata” dal musicista Carlo Cattano, anche lui lentinese doc, con un “flauto di Pan”.

Il presentatore ha quindi chamato sul palco la cantante jazz catanese Rosalba Bentivoglio che si è esibita in tre brani molto particolari insieme a Carlo Cattano che ha suonato tre diversi strumenti musicali a fiato, tra cui un particolarissimo flauto irlandese, “accompagnando” i “giochi” musicali che la Bentivoglio ha saputo trarre dalla propria voce: un momento di rarefatta ed empatica magia tra due artisti.

E’ stata poi la volta del secondo premio alla sicilianità: è salito sul palco solo Toti del duo comico “Toti e Totino”, perché il collega era stato trattenuto da altri impegni, che ha improvvisato “a braccio”, com’è sua abitudine, qualche battuta che ha provocato l’ilarità del pubblico.

Santi Alfio, Filadelfo e Cirino – 10 maggio


di Daniela Domenici

(dedicata alla mia amica Brunella:-)

Oggi a Lentini, città della Sicilia orientale

è grande festa patronale:

Alfio, Filadelfo e Cirino vengono celebrati

che nel 253 sotto Valeriano furono martirizzati;

la loro missione a Roma cominciò

e a Lentini, dopo una sosta a Catania, terminò

molti supplizi e torture, per la loro fede, subirono

e molti miracoli e guarigioni operarono.

Come ogni anno molti fedeli, in loro nome,

anche ieri notte sono andati in processione

che per grazia ricevuta, chi per chiederne una

la fede è l’elemento che li accomuna.

Due aforismi


 tratti dal libro, ancora inedito, di Giuseppe Galatà “Apoftègmata kai anèkdotoi” – ricostituente encefalico

–      Le parole sono la penna del cuore ma la musica è la penna dell’anima” di Schneuer Zalman

–      La pittura deve essere una poesia silenziosa e la poesia una pittura parlante” di Plutarco

“In viaggio con me” di Brunella Li Rosi edizioni Greco


di Daniela Domenici

Chi mi segue da tempo saprà ormai che la sottoscritta è convinta che i libri la “chiamino”, che non è mai pura casualità scegliere di leggere un libro o un autore invece che un altro: c’è sempre un motivo recondito che verrà svelato, sempre che lo sia, anche dopo molto tempo.

Di “In viaggio con me”, opera prima di questa signora siciliana della provincia di Siracusa, mi è stata raccontata la trama da un amico un giorno per caso (ma, come dicevo prima, nulla accade casualmente) che mi ha intrigato subito e mi ha fatto scattare un “link” mentale con un altro libro che ho amato molto nella mia adolescenza, ”Seguendo una lira” di Giana Anguissola che forse anche Brunella Li Rosi, essendo mia coetanea, avrà letto.

In quel libro del 1953 la Anguissola seguiva il percorso che una moneta da una lira fa passando di mano in mano; in questo, invece, Brunella Li Rosi segue una … valigia nei suoi “viaggi” dallo scaffale di un negozio, in attesa di essere acquistata, attraverso tutte le persone che ne vengono, a turno, in possesso.

Come dice l’autrice “è un viaggio fantastico, nel tempo e nello spazio, di una valigia bordeaux, un contenitore di emozioni, di conoscenza e di crescita come metafora della parabola umana nel complesso percorso dell’esistenza”. Ecco, quello che soprattutto colpisce è la formidabile capacità di Brunella Li Rosi di “essere valigia”, permetterci quest’espressione, cioè di vedere con gli occhi della valigia-protagonista il mondo esterno, di percepire, dal suo punto di vista, i pensieri e i sentimenti delle persone con cui  viene in contatto, in una parola, di personificare la valigia; e tutto questo lo fa utilizzando un linguaggio che è intriso di una delicata ironia mescolata a una smisurata empatia con frequenti “inserti” di riflessioni profonde, tra l’evangelico e il filosofico.

E’ una storia divertente ma che fa molto riflettere…”… Il viaggio nell’esistenza si è compiuto, nel tempo e nello spazio, dagli inizi del pensiero fino alla scoperta della verità. Lungo questo affascinante viaggio che è l’esistenza s’impara a comprendere che la porta dl cuore si apre solo dall’interno e con una chiave speciale. La chiave dell’amore. E che nessun cuore è tanto duro e chiuso da rimanere per sempre imprigionato dalla sua stessa indifferenza ed incredulità…”

 Per concludere oserei definire questa storia, immaginata dall’autrice, molto “cinematografica” perché Brunella Li Rosi riesce davvero a farci “vedere” e “sentire” quello che la valigia vede e sente: le auguriamo che questa sua “opera prima” possa, un giorno, magicamente, trasformarsi in un film.