“A volte la bellezza cela segreti di tristezza”


di Tiziana Mignosa

Non sempre il coperchio a festa tinteggiato

fa da specchio al contenuto che c’è dentro

ma anche quando è assai nascosto il bello

timido e giù nel fondo

l’arcobaleno luccica in silenzio.

Mi ritrovo così

ad acchiappare il mio sentire umano

in questo luogo dove la bellezza trovo

solo se passo via correndo.

Infatti è quando indugio

che la verità sorpassa l’apparenza

e annuso polvere di brutto

sui fiori a petali di plastica.

Decorata è la tappezzeria

ma dalle mani abili del latte e del caffè

e da lontano pare pure bella

quando invece di fatto non lo è.

Come la silenziosa lacrima

protagonista non riconosciuta di quella triste storia

che se di fretta vai ti sfugge

velata dietro il cauto sorriso

che di pietà la teme e la nasconde.

“Amore di burro”


di Tiziana Mignosa

( Sulle note di Moonlight di Yirume)

Quando un amore s’interrompe senza finire

è come un giorno difettoso che all’alba muore

desiderio come burro al fiele

annega dentro il latte a colazione.

Con gli occhi appena

schiusi e la brama d’afferrare la tua gioia

senza il fardello che giunge quand’è sera

s’è già conclusa l’intera giornata

e non l’hai neanche assaporata.

Gioco d’artificio assai spedito

t’esplode senza aspettare nel taschino

bambino promettente che a casa fa ritorno

perdendosi però d’essere adulto.

E’ il cerchio variopinto

che ha smarrito la sua coda

e senza essere vissuto

è il sogno più lucente evaporato nell’attesa.

Il pane fatto col latte materno


di Matteo Clerici

latte maternoCreare un forma di pane utilizzando il latte di un donna umana.

Questo è il progetto messo in cantiere dall’artista Franca Formenti con l’aiuto del maestro fornaio Gabriele Bonci.

E lo “scandalo” non sarà solo alimentare, ma anche politico morale: verrà infatti usato latte di una madre di colore, per simboleggiare lo sfruttamento dei neri da parte del benestante uomo bianco, che costringe spesso tale popolazioni al lavoro nero. Il panino, pensato per avere la forma di una brioche siciliana (quindi di un seno) tenterà di spezzare tale catena di nutrimento perverso. Esso sarà così messo in vendita nella panetteria Bonci ed il ricavato andrà in beneficenza. Come a dire: la maternità non ha colore ed i suoi prodotti non dovrebbero portare alla discriminazione.

Ecco il parere di Gabriele Bonci: “In fondo il pane è simbolo di maternità (il potere del lievito), metafora dell’essere umano (come l’uomo il pane è composto dell’80% di acqua e poi di proteine ecc.), sintesi dei valori di un popolo (ognuno si esprime in un diverso tipo di pane). Ora si tratta di studiare quantità e dosi, perché ovviamente ogni latte come ogni farina, va trattato in modo diverso”.

Ma, se l’idea del latte materno come cibo non dei neonati può sembrare strana, il pane della coppia Bonci-Formenti non è sicuramente la prima manifestazione.

In Svizzera, è guerra aperta tra le autorità di Winterthur e Hans Locher, chef dello “Storchen”, un ristorante locale.

Locher sostiene infatti di aver usato il latte della moglie, da poco madre di una bambina per diverse creazioni culinarie. Il picco di questa sua nuova via è stata la rielaborazione dello Zürcher Geschnetzeltes, spezzatino di vitella, cipolle funghi, simbolo della cucina Zurighese. Secondo Storchen, l’aggiunta del latte materno permette di raggiungere il “Nirvana palatale” ed è così in cerca di fattrici umane, a cui offre 10 Euro al litro. Sempre che il tutto non sia bloccato dai funzionari cantonali, che hanno bollato il nuovo ingrediente come “Un’idea assurda” e stanno cercando di terminare la vicenda facendo intervenire la legge.

Favorevoli e contarsi si stanno anche sfidando in Inghilterra.

Apre le danze la PETA (People for the ethical threatment of animals) che propone il latte materno come base per il gelato. Per gli animalisti il latte materno è più sicuro del latte vaccino. Spiega la presidentessa Reiman: “L’utilizzo di latte bovino per il gelato è un pericolo per la salute dei clienti. I prodotti lattiero-caseari sono collegati al diabete giovanile, ma anche ad allergie, stipsi, obesità, oltre ai tumori alla prostata e alle ovaie”.

La risposta, stizzita, è arrivata dalla Ben & Jerry’s, una delle più famose aziende inglesi che producono gelato. A metterci la faccia un loro portavoce: “Plaudiamo allo sforzo del gruppo animalista per portare l’attenzione su un problema serio, ma riteniamo che il latte di una madre sia utile usarlo per il proprio bambino”.

Ultima tappa del viaggio, la Francia.

Una piccola azienda casearia transalpina ha deciso di ripristinare un’antica tradizione, producendo formaggio con latte umano. Per poter far ciò, i proprietari hanno iniziato il reclutamento di neo-mamme, dai 25 ai 45 anni.

da www.newsfood.com