E’ morto Igor Man


E’ morto Igor Man, una delle firme più prestigiose del quotidiano La Stampa. Era nato a Catania 87 anni fa. Studioso delle religioni, particolarmente attento alle questioni del mondo arabo e del medioriente, nel 2000 aveva vinto il premio di giornalismo Saint-Vincent alla carriera.

La morte di Igor Man, secondo quanto si è appreso, risale a mercoledì. La notizia è stata data a funerali già avvenuti dalla famiglia, secondo quanto disposto dallo stesso giornalista. Man si è spento per vecchiaia in una clinica romana, dove era ricoverato da alcuni giorni per una banale influenza. Ignor Man, pseudonimo di Igor Manlio Manzella, era figlio di Titomanlio Manzella, esperto di politica estera. E’ stato una delle firme più prestigiose del quotidiano La Stampa, dove aveva iniziato a lavorare nel 1963 sotto la direzione di Giulio de Benedetti. Studioso delle religioni e delle società, Man aveva una spiccata sensibilità e competenza per i temi riguardanti il mondo arabo e islamico. Nel 2009 aveva ricevuto il Premio America della Fondazione Italia Usa. Nel 2000 aveva vinto il premio di giornalismo Saint-Vincent alla carriera. In oltre quarant’anni di professione, ha intervistato grandi personaggi, tra i quali spiccano i nomi di John Fitzgerald Kennedy, Nikita Khruscev, Ernesto Che Guevara, Gheddafi, Khomeini, Yasser Arafat e Shimon Peres.

Igor Man e’ stato una firma storica del giornalismo italiano. Figlio d’uno scrittore siciliano e di una nobile russa esule in Italia, era cresciuto professionalmente a Roma. Giovanissimo, dopo aver preso parte attiva alla lotta clandestina contro i nazifascisti, con la Liberazione era entrato a Il Tempo; nel 1963 era stato chiamato da Giulio De Benedetti a La Stampa dove ha lavorato fino alla fine come editorialista e inviato speciale. 

Aveva girato il mondo, riportando gli accadimenti piu’significativi degli ultimi 50 anni, sopravvivendo all’assedio di Camp Kannack in Vietnam e al plotone di esecuzione in Sudan. Ha intervistato protagonisti della nostra storia contemporanea da Kruscev a Kennedy, da De Gasperi a Malaparte, da Golda Meir ad Arafat, da Khomeini a Saddam Hussein, da Gheddafi a Che Guevara,da Padre Pio a Madre Teresa.

Aveva vinto il premio Hemingway ed, exaequo con Amnesty International, il premio Colomba d’Oro per laPace; il premio cattolico La Navicella; il premio Estense 1992 per ‘Diario Arabo’ (Bompiani) e il Premio Valle dei Trulli 1992 con ‘Gli Ultimi cinque minuti’ (Sellerio).

Nel 1993 gli era stato conferito il Premio Napoli per la Deontologia. Il suo ‘Il professore e le melanzane’ (Rizzoli),  ha vinto il Premio letterario Citta’di Scalea 1996 e il ‘Chiantino 1997’.
 
Nel ’99, per ricordare solo alcuni degli altri premi ricevuti da Man, gli venne attribuito il ‘Premio Barzini all’inviato’, e vince il Premio ‘E. Vittorini’ di giornalismo, nel 2000 il Premio Internazionale St. Vincent ‘alla carriera’ e il ‘Pannunzio’.

fonte ANSA