E dopo la NYM il Golden Gate…


di Daniela Domenici

Anche questo l’ho scritto esattamente un anno fa e mi fa piacere farvelo rileggere…

Non ancora contenti e soddisfatti dei 42,195 km corsi solo cinque giorni prima alla Maratona della Grande Mela, un gruppo di runners italiani, tra cui il consorte di chi vi scrive, provenienti da varie parti d’Italia, ha pensato bene di replicare, anche se su scala ridotta, e ha deciso di percorrere correndo il Golden Gate di San Francisco.

Il Golden bridge di San Francisco Come molti di voi sapranno il Golden Gate, il Cancello d’Oro (ma non si riferisce alla corsa all’oro che ha dato il via alla nascita dell’abitato di San Francisco ma al fatto che la città in origine venisse chiamata la città d‘oro per la sua amenità), è una delle opere più famose al mondo per la genialità dell’idea ingegneristica con cui è stato progettato e poi edificato e che ha dato lo spunto per l‘eventuale costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

Questi baldi atleti, tra cui anche due donne, si sono fatti “depositare” dal bus dalla parte settentrionale del Golden Gate e lo hanno percorso correndo con un po’ di stanchezza muscolare, conseguenza quasi inevitabile della non facile “passeggiata” attraverso tutti e cinque quartieri di New York di domenica scorsa.

Il percorso della maratona newyorchese è stato reso ancora più arduo dal freddo pungente e improvviso che è arrivato in città e dai dislivelli altimetrici, iniziati con la salita del Verrazano Bridge per poi affrontare dopo il 30esimo km quella del Central Park. I nostri aitanti runners si sono trovati, mentre correvano lungo la pista ciclabile di questo enorme e bellissimo ponte tutto rosso che è il Golden Gate, ad ammirare l’isola rocciosa di Alcatraz, sede di uno dei più famosi penitenziari della storia, ormai chiuso e divenuto meta di visite guidate. Come se non bastasse i nostri atleti, dopo aver percorso i circa due chilometri del Golden Gate, hanno poi raggiunto l’hotel, sempre di corsa, percorrendo il bellissimo lungomare della baia di San Francisco per un totale di circa 10 km.

New York e Orlando Pizzolato


orlando pizzolato 1985di Daniela Domenici

Come resistere all’idea di tornare a correre la gara che ti ha reso famoso nel mondo dell’atletica come unico italiano ad averla vinta due volte e per di più in due anni di fila?

A distanza di 25 anni Orlando Pizzolato, il nostro grande maratoneta, vincitore per l’appunto delle edizioni del 1984 e del 1985 della New York Marathon, scende nuovamente “in campo” e domani tornerà a vivere la grande emozione di attraversare i cinque quartieri della Grande Mela che lo videro splendido trionfatore un quarto di secolo fa.

Orlando si allena per questo giorno da tanto tempo con costanza e serietà, com’è nel suo stile, è ancora in ottima forma e domani darà sicuramente del filo da torcere ai “colleghi” più giovani, ne siamo sicuri; sarà l’ideale portabandiera dei 3.500 italiani, atleti e semplici amatori, che anche quest’anno si sono iscritti e parteciperanno alla maratona più famosa del mondo.

Orlando non concluderà sicuramente con i tempi che ottenne 25 anni fa ma non crediamo sia questa la sua meta: siamo convinti che la soddisfazione di “esserci” ancora dopo un così lungo periodo di tempo sia già un grande gioia per lui, uomo così schivo nella vita privata ma un vero “maestro” quando si tratta di trasmettere la sua “arte della corsa”.

Italians, recensione di Daniela Domenici


italiansAncora una volta la coppia Giovanni Veronesi regista e Carlo Verdone protagonista funziona alla perfezione: “Italians”, film uscito nelle sale lo scorso gennaio, è un piccolo gioiello di delicatezza di toni, di bei sentimenti, di stupendi paesaggi e inquadrature scelte con estrema attenzione, pellicola che commuove e fa sorridere allo stesso tempo.

Il film è diviso in due lunghi episodi completamente diversi per collocazione geografica e storia narrata.

Nel primo i bravissimi protagonisti sono un inedito e divertente Sergio Castellitto in versione un po’ volgare e rude e un commovente e umano Riccardo Scamarcio nella parte del socio della truffa e falso figlio che attraversano insieme su un camion il deserto arabico fino a Dubai; sulla strada del ritorno arriva il momento rivelatore e inaspettato, il “turning point” un po’ da “giallo”, tenero e commovente. In questo episodio ha un ruolo-cameo Remo Girone nel ruolo del titolare della ditta per cui lavora Castellitto-Fortunato.

La seconda storia è ambientata tra Roma e San Pietroburgo e ha come protagonista assoluto un formidabile Carlo Verdone che interpreta un odontoiatra in crisi depressiva che va in Russia per un convegno medico convinto di poter finalmente vivere, spinto da un collega e amico, anche un’esperienza sessuale “facile” e si trova invece coinvolto, per sbaglio, in una vicenda dai tono comico-gialli che ha una conclusione assolutamente sorprendente e commovente. In questo secondo episodio bravissimo l’augustano Dario Bandiera nel ruolo del procacciatore di donne russe disponibili e brava anche Ksenia Rappoport nella parte dell’interprete.

Vorremmo lasciarvi con due immagini che ci hanno colpito: nel primo episodio il momento in cui i due protagonisti fanno una sosta da Ahmed e Scamarcio vede e parla, accanto a un pozzo, con sua figlia Haifa completamente celata dal burqa e, quando poi ripartono, l’abbraccio tra Castellitto e la ragazza; nella seconda storia i momenti finali della vicenda quando Verdone si trova in una casa coloratissima un po’ particolare (non vi vogliamo svelare cos’è) con tanti bambini di tutte le età.