di Alessandro Mascia
Augusta Il ricambio generazionale in politica è lentissimo. Sembra sempre di trattare con le stesse facce. La mazzetta di figurine è più o meno quella di anni fa e non fa più piacere nemmeno giocarci a soffino o a lettera. Si proclama la necessità di nuove leve, di puntare sui giovani, ma alla fine per arrivare a certi livelli non ci sono né sconti né agevolazioni. Chi vuole amministrare la cosa pubblica mettendoci la propria faccia deve prepararsi a un impresa di tutto rispetto che richiede passione e tenacia. E tanto ha messo sul piatto l’ex Consigliere Provinciale Nicky Paci, dell’UDC, ora Assessore della Giunta Bono, per proseguire la sua avanzata verso mete prestigiose a noi ancora ignote. L’abbiamo intervistato appena appreso che il nodo sulla incompatibilità con Ciccio La Ferla, suo cugino primo, nominato anch’egli assessore nella stessa giunta, è stato sciolto in maniera definitiva.
Assessore Paci, dopo qualche giorno di suspense alla fine ce l’ha fatta?
Non è stato facile mantenere l’equilibrio in un momento così delicato. Ho ricevuto molto sostegno e solidarietà dal mio partito a tutti i livelli. Mi sento di esprimere particolare gratitudine all’onorevole Pippo Gianni che è riuscito a infondermi la serenità necessaria per superare quelle settimane di pura fibrillazione. Ora sono pronto a svolgere il ruolo per il quale sono stato chiamato dall’Udc, ringraziando anche il Presidente Nicola Bono per aver accettato il mio nome.
Rimane, a ogni modo, una vicenda dal sapore amaro.
Sì, soprattutto perché c’è stato chi ha voluto strumentalizzarla oltre misura probabilmente per un eccessivo senso di protagonismo.
Politiche del Lavoro, Formazione e Occupazione Giovanile, Politiche Giovanili, Attività Produttive, Sviluppo Economico, Pari Opportunità, queste le importanti rubriche che le hanno assegnato. La attendono tempi di duro impegno.
Sono orgoglioso di potermi occupare di settori così importanti. Sviluppo Economico e Attività Produttive rappresentano l’aspetto nevralgico dell’Amministrazione. Il fine primario sarà quello di contribuire a creare sviluppo al fine di poter tentare di invertire la marcia in questo trend che è tutto negativo. Sono felice, poi, di potermi occupare delle politiche giovanili; sarà mio preciso impegno poter creare strumenti atti a incentivare i giovani a un coinvolgimento sia diretto che indiretto nel campo pubblico e in quello privato.
La provincia di Siracusa è afflitta da una disoccupazione accresciuta anche dalla crisi economica in corso. Non c’è lavoro e se c’è, spesso, non si riesce a trovare le professionalità giuste. Manca la formazione professionale o è indirizzata male?
Per me questo è un settore strategico; il mio obiettivo è quello di tentare di attenuare la discrasia che c’è tra domanda e offerta di lavoro. La Regione, ogni anno, investe moltissimo in formazione ma è ormai chiaro che finora non è stata indirizzata per le reali esigenze del nostro territorio. La Provincia di Siracusa ha già iniziato a lavorare in questo senso. Cito, ad esempio, il corso di formazione che si è svolto al CIAPI (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato), che ha visto un congruo contributo della Provincia, per formare elettricisti industriali, saldatori industriali e tubisti industriali.
Davanti alla stasi del settore occupazionale, diversi giovani tentano la strada dell’attività autonoma, salvo, poi, imbattersi in una disavventura costellata di carte bollate, uffici pubblici e cose del genere che portano spesso a desistere dall’impresa. Senza semplificazione non c’è sviluppo. È d’accordo?
Ho incontrato, nei giorni scorsi, il comitato tecnico del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive). Si è trattato di un incontro al vertice, alla presenza del dirigente del VI settore Salvatore Mancarella. È stata affrontata la questione della operatività dello sportello nei 21 comuni della provincia. Sembra che in molti di questi l’attività del SUAP sia rallentata, se non, addirittura, inesistente, poiché allo strumento non è stata affidata la centralità che invece dovrebbe avere. La Provincia deve, tecnicamente e politicamente, sollecitare i comuni e gli enti terzi (Asp, Sovrintendenza, Inps, ecc…) affinché si possa rendere efficiente uno strumento fondamentale per lo sviluppo delle attività produttive del territorio provinciale. Se sarà necessario andrò di comune in comune e sensibilizzerò gli amministratori, sindaci in testa, sulla importanza strategica del SUAP in un periodo di crisi strisciante come quella che ci sta attanagliando, ormai, da troppo tempo.
Il precedente Assessore, Paola Consiglio, è stata al centro di polemiche per quanto riguarda la riapertura della casa rifugio. Questa struttura vedrà mai la luce?
Fino adesso abbiamo assistito a prese di posizione giuste ma ingenerose nei confronti di questa Amministrazione. Condivido quanto affermato dal presidente Bono in sede di presentazione del Bilancio in Consiglio Provinciale. In passato è stato possibile aprire la struttura perché finanziata dalla Regione grazie a un accordo di programma quadro. Quando i fondi di questo progetto finirono, già la precedente Amministrazione fu costretta a chiudere la casa in quanto impossibilitata a gestirla con le proprie risorse. A tal fine ritengo che per la riapertura della casa rifugio sia indispensabile il coinvolgimento dei 21 comuni della provincia ai cui sindaci si è rivolta l’amica Paola Consiglio che ha gestito questo assessorato prima di me. In bilancio la Provincia predisporrà una cifra di 25 mila euro che, se aggiunti ai fondi che destineranno i comuni, potranno fare in modo che la struttura venga riaperta.
Spostiamoci ad Augusta: l’economia è al collasso, il porto non decolla. Quali prospettive di sviluppo seguiranno la sua nomina?
Ho già chiesto un incontro urgente con il Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta, Aldo Garozzo, con cui mi farò portavoce delle numerose istanze del comparto economico provinciale, al fine di chiedere l’avvio immediato dei lavori di qualificazione della struttura portuale che vedono quasi tutti una progettazione definitiva e immediatamente cantierabile. Si tratta di investimenti per circa 80 milioni di euro che riguardano il Pontile S. Andrea, che ha il progetto in fase di approvazione; i servizi annessi alla ristrutturazione della vecchia darsena il cui progetto è pronto e attende solo la sua approvazione; il primo stralcio del terminal containers, per il quale nel primo trimestre del 2010 si doveva espletare la gara con la relativa assegnazione dei lavori; e infine l’aggiornamento del piano regolatore del porto, strumento indispensabile per il rilancio della struttura. Questi investimenti non solo serviranno a rilanciare la struttura portuale, ma immetteranno nel tessuto economico risorse che daranno una boccata di ossigeno al mondo dell’impresa che sta soffrendo gli effetti della crisi. Stessa cosa per l’occupazione, nella speranza che le maestranze che saranno chiamate a svolgere i lavori siano espressione del territorio provinciale aretuseo. Alessandro Mascia