“L’onda che non conosce il bordo”


di Tiziana Mignosa

Mi piace quando d’estate il letto mio

è come l’onda che non conosce il bordo

e la luna bianco raggio

che in silenzio atterra sul mio sogno

o quando il grillo

sull’intensità del blu il suo poetare sparge

mentre l’aria è carezza per il fiore

che l’odore dell’Amore al buio dona.

Mi piace quando di notte

galleggi sulle fiamme dei pensieri a cerchio

e il desiderio si fa strada dentro al sonno

e col languor di te mi desta al mondo.

“Tu non puoi sapere”


di Tiziana Mignosa

( Sulle note di “Life Circle” di G. Webb)

No

tu non puoi sapere

quanto grande ancora sia l’amaro smarrimento

come allora gocciola

sul dono impacchettato coi fogli del tormento.

Credi, credi di conoscere l’intensità

degli umidi perché spaiati

come se ad una ad una avessi pesato ogni lacrima versata

come se avessi raccolto nella pozza nera

ogni singolo singhiozzo che straziava l’anima.

Ma tu non c’eri

no, non puoi sapere

eppure

quando il tuo presente indietro porti

su quell’erba calpestata e strappata al sole

pensi ancora di conoscere

l’esatta pesantezza dei tuoi passi folli.

Ora, ora che davanti allo specchio

la tua coscienza incontri

e col tuo sguardo spento

 ti ritrovi a rovistare

tra le parole dette e quelle pensate

 adesso

adesso che l’inverno ha perso il suo cappotto caldo

e al sole torni

al suo tepore buono

e a quella fionda che l’ha colpito al cuore.

No

non puoi sapere

tu non puoi neanche immaginare …

ma adesso è tardi

è troppo tardi anche solo per pensare.

“Sabato sera”


di Tiziana Mignosa

Sulla notte che sfreccia

di passione s’accende il sabato sera

dispettosi i giorni

non rispettano i tuoi tempi.

Luci e desiderio

chiavi di violino blu nel blu

dita affusolate che tratteggiano

quella parte di te che hai paura ad ascoltare.

Delicatezze dalle tinte travolgenti

cerini dallo zolfo bagnato

infinite scintille che alimentano

l’intensità del fuoco imploso.

Sorrisi e negazioni

fanno da cornice al profumo acerbo delle ventitre

voglia che mai ti porta

dove l’arsura vorrebbe stemperare

e mentre le ore

si rimpiccioliscono nel sonno

amaramente spiombi

sull’ennesimo bluff da dimenticare.