di Daniela Domenici
Ieri sera il primo degli spettacoli che ha inaugurato il cartellone della nuova stagione del teatro Brancati a Catania: è andato in scena, e lo sarà fino al 15 novembre, “L’incidente” che l’autore, Luigi Lunari, ha tratto da un testo tedesco intitolato “Die Hose”. La regia dè di Giuseppe Romani e le scene e i costumi di Giuseppe Andolfo.
La storia trae spunto da un banale incidente di sapore boccaccesco e da questo episodio nascono una serie di situazioni tra equivoci, boutades e gags in cui sono coinvolte tra coppie a cui si aggiungono un onorevole, un giovanotto e due prostitute.
Prima di parlarvi dettagliatamente degli interpreti vorremmo condividere con voi qualche nostra riflessione; innanzitutto la scelta del testo che non brilla per significati profondi né ha una trama molto coinvolgente, è una commedia degli equivoci alla Feydau che sicuramente “acchiappa” ma, se ci permettete ci sembra sia troppo “in tema” con gli argomenti pruriginosi che invadono i media nell’ultimo periodo, dalle escort del premier agli incontri segreti con trans, e questo ci dispiace. Un altro appunto vorremmo farlo all’abbigliamento di Egle Doria e Maria Rita Sgarlato, le due prostitute un po’ sui generis: la caratterizzazione del loro look, immaginata ad hoc dal costumista per strappare risate al loro apparire, ci è sembrata troppo esagerata, macchiettistica, siamo convinti che sarebbe bastata la loro recitazione a definirle.
E ora finalmente i nostri complimenti e applausi ai protagonisti della serata e vorremmo iniziare da chi, secondo il nostro personalissimo parere, ha brillato più degli altri e iniziamo da Agostino Zumbo che interpreta un direttore di banca: assolutamente eccezionale sia nella gestualità che nella recitazione semplicemente perfette in ogni momento della vicenda, davvero bravissimo nella sua ossequiosità verso l’onorevole. Ed estendiamo i nostri complimenti a Carmela Buffa Calleo, sua moglie nella storia, che ha saputo caratterizzare questa donna isterica in modo assolutamente irresistibile aiutata, in questo caso, dal look scelto per lei che la faceva sembrare una specie di Olivia, la moglie di Braccio di Ferro, formidabile.
Un complimento a parte vogliamo tributarlo al giovane Giovanni Santangelo, che interpreta la parte del figlio della coppia Zumbo-Buffa Calleo, caratterizzando questo ragazzo, soffocato dalle attenzioni dei genitori che lo trattano da bambino, in modo assolutamente eccezionale sia per tempi recitativi che per gestualità perfetta, speriamo che questo ruolo sia il suo trampolino di lancio, se lo merita davvero.
I nostri complimenti alle due “escorts” molto sui generis, Egle Doria, alias Natasha, e Maria Rita Sgarlato, alias Mimosa; Egle-Natasha interpreta, con la sua consueta bravura, che ormai apprezziamo da tempo, una specie di tigre del sesso che alla fine si rivelerà una povera diavola che allevierà, addirittura, gli acciacchi del suo partner; Maria Rita-Mimosa, che avevamo apprezzato in altri ruoli non comici, si è rivelata davvero brava nel saper alternare il dialetto veneto con il catanese doc e anche lei, come Egle-Natasha, alla fine, si rivelerà una brava ragazza molto normale.
Bravi anche i due componenti dell’altra coppia, coinvolti loro malgrado in questa sit com dai colori boccacceschi, Salvo Scuderi ed Elisabetta Alma, il primo caratterizzato dai suo amore per la lingua latina di cui cita, in continuazione, frasi e ablativi assoluti, la seconda bravissima a suscitare risate con i suoi gridolini e la sua recitazione sopra le righe.
Il ruolo dell’onorevole che viene ossequiato perfettamente dal direttore della banca e che vuole tentare di sedurre la padrona di casa è interpretato da Marcello Perracchio che, permetteteci di dirlo, ci è sembrato un po’ affaticato ma sempre comunque perfetto nel suo ruolo.
E veniamo ora alla coppia protagonista, quella dei padroni di casa, i Martelli, composta dalla brava Concita Vasquez, colei che dà il via a tutti gli equivoci perdendo le mutande durante una celebrazione importante nella banca in cui lavora il marito, e Tuccio Musumeci, il marito appunto, che si trova coinvolto e travolto dagli eventi e che cercherà di uscirne fuori con minor danno possibile ma che, invece, avrà la peggio nel finale, che è un’apoteosi di rumori, urla e movimenti disordinati di tutti gli attori del cast, con Tuccio al centro del palcoscenico, bravissimo a rimanere l’unico immobile, silenzioso e attonito, come se non c’entrasse nulla con tutta la vicenda che gli è apitata addosso.