“Carillon”


di Angela Ragusa

Fugge la vita e lascia vuote le mani
a tirare somme sempre inesatte,vaga ricerca,
quando pure era facile il conto dei giorni accaduti,
del tempo trascorso, dei luoghi già visti…

Si svuota di noi, ingombro recluso
in cartoni di istinto, ignara
sprovveduta corsa d’ esistere
attesa a cavallo di sogni e speranze.
Gira la giostra ,non ferma la conta.

Suona ili carillon immutabile ritmo
ammutolisce nei cuor, l’illusione di un sempre.

“Ogni mia illusione”


di Angela Ragusa

Ascolto di me ogni mormorio
e nel silenzio di ogni parola
cerco agognate risposte…

Scavo, come fossi arenile
che scotta al sole,in ginocchio
come bimbo a creare
il suo castello di sabbia,
arginando flusso di marea
con immaginifiche muraglie
cui solo la mia mente incalzante
riesce ad abbattere…

E sono regina in quel castello
padrona di un mondo
che di fantasia ha le sue stelle,
di emozioni ha il suo cielo,
di stupore ha quel sole
che scalda di me, ogni mia illusione.

“L’aula di disegno dal vero”


di Tiziana Mignosa

La vita è come il sole

se ne sta lì coi pianeti intorno

una grande aula piena d’artisti in erba

che imparano a guardare e a disegnare.

Al posto di bottiglie dalle fogge strambe

ma anche di busti antichi e marmi assai pregiati

ci sono avvenimenti e accesi sentimenti

fiori dalle aguzze spine perfino a volte belli.

Immobili si lasciano osservare

amare e anche odiare

creando l’illusione che siano sempre diversi

e invece siamo noi  che girando loro intorno li vediamo tali.

Ed è così che ben presto c’accorgiamo

che il pugno in pancia non fa più male

ma solo perché cambiando postazione

la luce ce lo mostra da un’ulteriore angolazione.

“L’esistenza terrena non è che apparenza e illusione”


“L’esistenza terrena non è che apparenza e illusione. Perciò, di
fronte alle difficoltà e alle prove che incontrate, dovete dirvi:
“In realtà, non è a me che capita questo, ma a qualcun altro…
Non so a chi, ma in ogni caso non a me. Io sono invulnerabile,
sono soltanto uno spettatore”.
Prendiamo l’esempio di un attore di teatro. Ogni sera, recita
una parte in cui il suo nemico mortale gli versa del veleno nel
bicchiere, ed egli muore. Ma se dopo la rappresentazione vi
capita di incontrarlo al bar dell’angolo, lo vedrete bere
tranquillamente col suo assassino: non ha nemmeno paura che
questi gli versi di nuovo del veleno nel bicchiere. Allora,
perché non comprendere che, mantenendo le dovute proporzioni, si
tratta delle stesse commedie che si recitano nella vita di ogni
giorno? Invece di prendere talmente sul serio certe situazioni
sgradevoli, dite a voi stessi: “Bah! È una recita. Quando la
commedia sarà terminata, le cose mi appariranno diversamente”.
Abituandovi a ragionare così, non sarete più tanto afflitti dagli
inconvenienti che dovete subire.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov