“L’amante segreta”


di Tiziana Mignosa

Inchiostro
che l’Amore fa col foglio
è voce interpretata
dall’essenza più vicina
a quella più lontana.
Delicata
a volte m’accarezza
foglia che dolcemente plana
o lucida follia
saetta che trapassa.
Delirio acuto
è grido che spacca il buio del silenzio
è Lei la padrona
Amante raffinata
che in mano ha preso la mia vita.
Vestita
di stracci e di mistero
o fluttuanti sete ricercate
l’impeto e la sua foga
mi tolgono il respiro
e nulla assai le importa
della mia stanchezza umana
quando anche nel cuore della notte
mi scuote
e presto mi fa sua.
Col fuoco dentro al bacio Lei mi desta
e Amore si fa Amore
fin quando poi
appagata
mi lascia finalmente riposare.
nota: sono al servizio della Poesia, la mia amante segreta, che anche nel cuore della notte mi viene a trovare.
Io solo un umile canale attraverso il quale Lei s’esprime.

“La stagione dei sorrisi”


di Tiziana Mignosa

Ho resistito alla tentazione

di svuotare il mio tormento sul desiderio di scissione

quando la vita m’ha condotto

a tu per tu con quelle scarpe impolverate

che i sentieri dell’Amore hanno percorso.

Tutto mi riconduce

alla stagione dei sorrisi

prima di precipitare dentro vortici senza bocche

dove l’intera scatola dei pastelli colorati

insieme alla leggerezza se ne è andata.

Riallacciando ricordi col presente

ho udito

il silente grido che le divideva

ma io non l’ho ascoltato

e, almeno loro, insieme ho conservato.

Polvere e note


di Tiziana Mignosa

Sulle note di Dancing with the wind di Omar Akram )  

Non arrenderti al grido e al silenzio

pensiero incolto che continua a spegnere candele

abbandona l’ingombro delle idee al piombo

e oltre i lividi approda dov’eri atteso.

Meravigliosa

è l’alchimia gitana che ti entra nella pelle

polvere e note

Amore non comprende limiti e catene

e di velluti e veli

fluttua

adesso.

Scivolando dentro la bellezza della visione nuova

separati da paura e pesantezza

e ormai senza inutili fardelli

afferra la tua vita vera.

“Il canto dell’arcobaleno


di Maria Grazia Vai

E’ un volo di pensiero

con la voce del silenzio

Un rincorrersi di mani e fiato

tra fili d’erba

e rovi

Anime si sfiorano

e il vento canta

tra le dita

E di quell’attimo

s’ascolta

del dolore il canto

e dell’amore il grido

E’ la mia voce

– e si confonde

nei colori dell’arcobaleno.

 

L’attesa


di Tiziana Mignosa
A volte amo
quelle rughe che odio
quand’è la voce del riflesso
a parlarmi del tempo
quand’è l’attesa
la protagonista solitaria
del caos che gonfia i vuoti
di parole vane.

Rumori
suoni
e colori accesi
che riempiono
e colmano
per non udire
il grido straziante
del silenzio.

Amo
a volte
quei segni che odio
indelebili tracce
che di plumbeo vestono
l’effimera grazia.

Sfuggono
i desideri
m’aleggiano intorno
come anime beffarde
senza corpo
gridano ai rimpianti
di sterile attesa
che si consumano
vergini
nel tempo.

A volte amo
quelle rughe che odio
quando mi giro indietro
sui sassi di sangue e sudore
che scivolano giù
tra le pieghe consumate dell’anima
tra graffi e strappi al cuore

e m’accorgo

di quel sorriso delicato
che con amore asciuga
le mie stanche lacrime
e mi porta a pensare
che nulla più m’importa
nulla
neanche d’aspettare.

“Alle spalle dei funamboli”


di Tiziana Mignosa

Sulle note di Ashram – Entry Into Ashram

 Anche quando gioca a nascondino

dietro i fatui luccichii del tutto

furtivamente prende posto

quello che è il temuto vuoto.

Stridula voce

che in mille pezzi strappa il cuore

e di fare inebri allora il tempo

commedia e i suoi attori

funamboli senza talento sui fumi del pensare.

Tra singhiozzi impercettibili

senza intralci

silenzioso si fa strada coi sospiri

segni stilizzati

sul vetro che s’accoppia col vapore.

Echi di risate altisonanti

e retrogusto amaro

la porta in faccia sbattono

a quel sommesso grido

che vorresti tanto … non avere mai udito.