La festa del popolo “Pride” la diversità che arricchisce la città


di Miriam Di Peri

Diecimila secondo gli organizzatori, poco più di un migliaio secondo la Digos. Poco importa quanti fossero, ieri pomeriggio, in corteo per le strade di Palermo. Erano lì, con la loro allegria, i loro colori, la loro voglia di manifestare una diversità che per un giorno la città ha potuto percepire come ricchezza. C’erano i single e c’erano le coppie. C’erano i gay, le lesbiche, i trans, i bisessuali, gli etero. C’erano le mamme giovani, insieme ai loro bambini. E c’erano le mamme mature, accanto ai figli omosessuali presenti al corteo. C’erano le associazioni che per statuto lottano contro i pregiudizi sessuali e c’erano le associazioni di promozione sociale. Arci e Arcigay, Muovi Palermo e Articolo tre, Agedo e Amnesty International, insieme. C’erano gli elettori di destra e quelli di sinistra, insieme nel giorno del tributo alla diversità intesa come risorsa. “È stato l’evento politico dell’anno” dicono gli organizzatori. In ogni caso, è stata una parata che la città ricorderà a lungo.
I partecipanti si sono radunati a piazza Magione a partire dalle 15 e lì è iniziata la festa, fino a poco dopo le 17, quando il corteo ha cominciato il suo percorso. Piazza Magione, via Lincoln, Foro Italico, corso Vittorio Emanuele, via Roma, via Cavour, piazza Verdi. Il popolo gay ha attraversato il cuore della città vecchia, non lasciando indifferente nessuno, durante il suo passaggio. Alla testa del corteo, la storica coppia gay di Palermo, Massimo e Gino, mostravano un cartello con su scritto “30 anni di vita, lotta e amore insieme”, in ricordo del trentennale dalla morte dei due ragazzi omosessuali di Giarre e dalla nascita nel capoluogo siciliano del primo circolo Arcigay d’Italia. Sul primo carro della parata, la madrina della giornata, Vladimir Luxuria, che ha commentato la manifestazione descrivendo la sua grandissima emozione davanti all’evento. Anche Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, presente al corteo, si è detto profondamente emozionato per il successo della giornata. Ai balconi, i palermitani guardavano incuriositi la folla di gente che invadeva le strade. Qualche casalinga ha accennato dei passi al tempo di musica, tra i tanti giovani che, dalla strada, applaudivano e le invitavano a scendere. Certo, qualcuno ha riso sotto i baffi, qualcun altro ha sussurrato commenti poco gentili, ma dopo le polemiche che durante gli scorsi giorni hanno accompagnato l’attesa per il Sicilia Pride 2010, ieri è stato il giorno di festa, il corteo ha sfilato tra i manifesti pubblicitari del Pride e quelli dei giovani del Pdl che recitavano “Coppie gay: no a matrimoni e adozioni”, in un rispetto reciproco che non ha portato a scontri diretti.
E la festa è andata avanti tutta la notte sul grande palco del Pride Village, che ha ospitato in piazza Verdi, davanti il teatro Massimo, le performance dei Licks, Cipria, Hank, Gennaro Cosmo Parlato, Viola Valentino e i Quartiatri.

da www.livesicilia.it

Fotografo del gay pride denuncia: “Insultati, minacciati e derubati”


Il tam tam di facebook rilancia una storia di insulti e omofobia. A pochi giorni dalla parata del 19 giugno, che costituisce la conclusione del ‘Sicilia Pride Palermo 2010′, il primo mai realizzato in città, il fotografo del Pride, Francesco Paolo Catalano, ha raccontato di aver subito un episodio di omofobia. Era in via Chiavettieri – ha denunciato il fotografo – nel quartiere della Vucciria a Palermo, per un set fotografico con dei modelli. Mentre i modelli si truccavano per le foto in macchina sono stati apostrofati con insulti omofobi e minacciati. Dopo pochi minuti di assenza, hanno ritrovato il vetro della macchina rotto, la valigetta dei trucchi rubata, insieme a soldi ed altri oggetti. Ad una richiesta di spiegazioni e di eventuali testimonianze, i presenti hanno risposto: “Questo è stato il nostro benvenuto, froci di merda, anzi dovevano bruciarvi pure la macchina. Pezz’ i arruso (in siciliano “pezzo di frocio”)”.

“Palermo – dice il Coordinamento stop omofobia – sta accogliendo molto bene il ‘Sicilia pride Palermo 2010′: Istituzioni, istituzioni culturali, universita’, artisti, associazioni, gente comune: la città si sta riempendo di asterischi (che richiamano il logo del pride) e di persone che partecipano agli eventi in calendario e che aspettano la parata finale del 19 giugno con entusiasmo. Ma insieme a questa città accogliente e libera dalle discriminazioni – continua la nota -, c’è la Palermo che, come accade nel resto d’Italia, discrimina, insulta, emargina”.

da www.livesicilia.it

“La libellula” vola anche a Siracusa


di Daniela Domenici

Dopo la tappa di Catania è arrivato anche a Siracusa, nel cuore di Ortigia, alla libreria Biblios in via Consiglio Reginale, Bert D’Arragon che ha presentato il suo libro “La libellula” edito da I.S.R.Pt di Pistoia.

L’autore, che è nato in Westfalia da una famiglia di origini spagnole e che vive in Italia da più di vent’anni, e la sua “opera prima” sono stati presentati in modo dettagliato ed esaustivo da Angela Barbagallo.

Questo libro, di ampio respiro anche nella mole (quasi 400 pagine), copre un periodo storico ben definito, il ventennio fascista; la storia si svolge infatti tra il 1924 e il 1944 e in vari luoghi geografici italiani. Al centro della narrazione due ragazzi omossessuali, Giovanni e Pietro, del loro amore durante il fascismo con tutte le implicazioni che ne derivano e della loro fuga attraverso l’Italia fascista.

L’autore ha voluto dare un sottotitolo al suo libro “una storia di persone nella resistenza” con quest’ultima parola volutamente scritta in minuscolo per indicare non il periodo della lotta di liberazione che segnò la fine della seconda guerra mondiale ma la resistenza quotidiana che questi due ragazzi e le persone con cui verranno in contatto in quegli anni dovranno mettere in atto.

Non vogliamo anticiparvi come finirà la storia d’amore di Giovanni e Pietro e che conclusione avranno le loro vite ma ci preme sottolineare la perfetta conoscenza dei dettagli di quel periodo storico di Bert D’Arragon, delle leggi, dei movimenti politici durante il fascismo (leggiamo nella sua biografia che è laureato in Scienze dell’Antichità) e, dalla quarta di copertina, “l’autore descrive le città in cui si muovono i suoi eroi con quel sentimento di partecipazione intima con il quale Pratolini descriveva la sua San Frediano, Fenoglio le sue Langhe e con cui Tobino scriveva “Il clandestino”.

Concludiamo ancora con parole tratte dalla quarta di copertina che ci sembrano rendere perfettamente il valore aggiunto di questo libro di D’Arragon “rendere il giusto tributo alla sofferenza e alle esperienze del passato rappresenta un ineludibile dovere civile e una grande opportunità per il presente”.

Mamma, li gay!


di Roberto Puglisi

Davanti alla redazione c’è un parco. Le persone lo evitano come se fosse il bosco di Cappuccetto Rosso in grado di nascondere, nella sua penombra,  ogni specie di lupo. Nel parco ci sono panchine arrugginite. Eravamo in due o in tre, momentaneamente sottratti alle notizie, in cerca di un caffè, tutti con idee molto corrette sulla diversità e sulla libertà di gesti e opinione. Abbiamo notato, di sfuggita,  su una panchina del parco di Cappuccetto Rosso due piccole donne che si baciavano. E siamo rimasti di sale. Chi scrive ha avvertito un brivido nello stomaco,  una scossa di estraneità: come osservare l’atterraggio di un marziano sul balcone di casa. Una meravigliata incapacità di comprendere e definire la scena peraltro evidentissima. Pure gli altri parevano toccati dalla stessa reazione.  Eppure, sappiamo benissimo cos’è l’omosessualità maschile e femminile. Livesicilia ha portato avanti alcune campagne contro l’intolleranza. Perché allora quelle bocche metaforicamente spalancata al cospetto di  un bacio tra due ragazze?

La tolleranza è una conquista e spesso devi lavorarci di pialla e scalpello prima che diventi un patrimonio emotivo consolidato (e qui diciamo subito al presidente Patanè, intervistato da Miriam Di Peri,  che la tolleranza denunciata da lui è effettivamente orrenda. Tuttavia, per noi la parola sottintende appunto la condivisione come traguardo di un cammino). La tolleranza e la condivisione sono gli antidoti da elaborare davanti allo “scandalo” della diversità che malamente ci spinge a tracciare un confine difensivo, dimenticando la ricchezza e le occasioni che offre. La non conformità degli altri al nostro mondo, sia un colore, un bacio, un vestito,  il taglio degli occhi, il tifo manifestato in piazza per la squadra che non è la nostra, ci percuote al basso ventre, secondo un registro antico. L’esibizione di percorsi e nature alternativi spiazza perfino coloro che hanno letto tutti i libri. Più facile che il solco si scavi (non è affatto la storia del nostro caffè), con enorme danno, quando c’è chi si si arroga, in materie e condizioni improprie,  il diritto di dare una sua definizione assoluta e generica di ciò che è giusto e naturale, tracciando una riga bianca per lasciare fuori il resto. E’ un chiaro favoreggiamento del ghetto, o del campo di concentramento.
La tolleranza della condivisione implica il dolce sforzo di sentire, più che capire, che dietro un inconsueto bacio si manifestano l’amore, l’attrazione,  e che amore e attrazione appartengono sempre alla natura, al buono, alla giustizia. Talvolta, è necessario saltare il fosso delle sicurezze consolidate e un po’ meschine e accettare di mettere in discussione il nostro sguardo per gli altri, solo allora potremo sperare che gli altri facciano lo stesso con noi.

Palermo (e non solo) aspetta il Gay pride, di cui oggi parliamo diffusamente. Come sarà? Cosa farà la città? Accetterà ciò che esiste comunque senza bisogno, per fortuna, di permessi o visti? Condividerà e crescerà? Rimarrà indifferente? Qualcuno lancerà il grido d’allarme: mamma li gay? Qualcuno, come suole,  pronuncerà parole nobili e profonde per poi raccontare, nel segreto del sabato sera in comitiva, le classiche barzellette sui “finocchi”?

Viviamo tempi da lupi,  di sputi e botte per uomini e cose fuori dai confini che la violenza ha stabilito. Allora, forse, su ogni panchina, a ogni angolo,  ci dovrebbe essere una coppia gay che si bacia, proprio come la gente “normale”. Sarebbe una buona misura di salute pubblica, per giungere all’approdo che chi scrive ha conosciuto dopo lo scontro meravigliato e frontale col bacio di due ragazzine. Di tutto lo stupore è rimasto un tenero sentimento di bellezza, alla fine della mareggiata, una conchiglia in spiaggia. La vita, dal vivo, è diversa.

da www.livesicilia.it

Questo matrimonio s’ha fare


di Daniela Domenici

La parafrasi della celebre frase detta dai bravi a don Abbondio all’inizio de “ I promessi Sposi” di Manzoni è stata scelta come titolo del convegno organizzato ieri da Arcigay Palermo sulle prospettive di tutela delle coppie formate da persone dello stesso sesso alla luce della recente sentenza della recente sentenza della Corte Costituzionale.

Il convegno rientra tra gli eventi per il Sicilia Pride 2010, il primo lgbt pride mai realizzato a Palermo, che si terrà il prossimo 19 giugno e si è tenuto nella sala Borsellino presso la facoltà di Scienze Politiche a Palermo.

I relatori invitati a partecipare erano molti di più ma alcuni di loro non si sono presentati senza neanche preoccuparsi di avvertire gli organizzatori (forse perché temevano un ritorno negativo d’immagine partecipando a questo convegno!); preferiamo concentrare la nostra attenzione su chi invece ha fornito dei contributi interessanti e costruttivo con il proprio intervento.

Ha introdotto il convegno Daniela Tomasino dell’Arcigay di Palermo che ha dato subito la parola a Marco Carnabuci, avvocato, il quale ha concentrato il suo intervento, naturalmente, sulla recente sentenza n°137 della Corte Costituzionale e parlando dell’art. 29 della Costituzione (valore del matrimonio) sottolineando come tutti i valori costituzionali abbiano lo stesso peso, non c’è una gerarchia di valori; ha concluso citando alcune frasi tratte dal “Galileo” di Brecht per evidenziare il coraggio dello scienziato e paragonarlo a quello delle due coppie omosessuali che, recentemente, hanno avuto il coraggio di “smuovere le acque” con le loro istanze.

E’ stata poi la volta di Stefania Munafò, vice capogruppo al consiglio comunale di Palermo per il PDL, che ha parlato della mozione da lei presentata contro l’omofobia soprattutto nelle scuole; ha evidenziato come questo sia un forte segnale da parte delle istituzioni e soprattutto del suo partito che non si è mai schierato in questo campo. La mozione non è stata ancora votata ma la Munafò spera che possa esserlo nella settimana del Sicilia Pride in cui le istituzioni locali saranno presenti: “ci sarà, per la prima volta, il logo del Comune di Palermo e alcuni suoi rappresentanti saliranno sul palco” ha dichiarato.

Ha preso poi la parola Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale “Certi Diritti”, che ha voluto brevemente accennare alla vicenda di Rosa Parks, la donna di colore che negli USA con il suo rifiuto di cedere il posto sul bus ha dato il via alle lotte per la parità tra bianchi e neri negli Sati Uniti, per sottolineare che come questa lotta fu poi portata avanti dai bianchi per i neri anche la battaglia delle coppie omosessuali per il diritto a potersi sposare deve essere condotta dagli etero, come ha dichiarato loro il presidente Napolitano lo scorso 17 maggio quando li ha ricevuti nell’ambito della giornata contro l’omofobia. Rovasio ha poi evidenziato i tre punti “novità”i della sentenza n°137 della Corte Costituzionale che può davvero aprire la strada a un cambiamento che teme, però, non avrà tempi brevi; ha parlato del comitato “Si lo voglio” che ha il sostegno dell’Agedo e delle famiglie Arcobaleno e ha concluso con una battuta ironica:  nelle nazioni, come la Spagna e il Portogallo, europee in cui il matrimonio gay è diventato legge non c’è stata alcuna tragedia o catastrofe, non è morto nessuno e allora se i diritti di queste coppie non ledono quelli degli etero, perché no?

E a queste ultime frasi di Rovasio si è subito collegata Rita Borsellino, deputata al parlamento europeo, dicendo che facendo lei parte della commissione per i diritti umani ha una particolare attenzione verso i diritti degli omosessuali, “gli ostacoli che c’erano sulla strada del matrimonio gay sono decaduti grazie alla sentenza, non ci sono più scuse, ora si deve fare una battaglia per fare accettare questa sentenza”. La Borsellino ha dichiarato che si impegnerà a cercare convergenze trasversali in Europa su questo argomento per far prendere delle misure in modo che l’Italia faccia qualcosa in questo campo, “deve diventare una battaglia comune perché diventi una legge di tutti”. E ha concluso anche lei con una sottolineatura amaramente ironica: “Il Vaticano fa il suo dovere seguendo i suoi dettami quando rifiuta questo tipo di matrimonio; è l’Italia che dovrebbe non essere succube, non accettarli ma rendersi conto di quanto sia fondamentale essere uno stato laico” e ha sorriso dicendo “e ve lo dice una cattolica”.

A Modena e Bologna l’agenzia di viaggi che confeziona vacanze a misura di gay


di Emiliana Costa

Anche le agenzie di viaggio fanno “outing”. Robintour – il settore turistico di Coop Adriatica, nato oltre vent’anni fa e diffuso con 291 agenzie su tutto il territorio nazionale – ha lanciato a Bologna e Modena “Travel Friendly”. Si tratta di un progetto pilota che mira a un nuovo ma ben connotato segmento di mercato, quello Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali, trasgender). “Abbiamo tracciato una mappatura delle mete turistiche gay friendly. Abbiamo stretto accordi con tour operator che si occupano di questo tipo di turismo, ma confezionano anche viaggi su misura”, ha spiegato Nicoletta Lorenzetto, direttrice di Cucets. Robintour, oltre a consigliare pacchetti ad hoc, segnala alle coppie gay le mete pericolose, come Cuba o la Giamaica, o le città di riferimento della movida omosexual, come Puerto Rico e Buenos Aires.

 “Siamo i primi sul territorio a offrire questo servizio – ha concluso Paolo Grandi, responsabile marketing di Robintour -. Abbiamo avuto il coraggio di coniugare questo nuovo target con la clientela tradizionale, sia sul sito che nelle vetrine. E il coraggio premia”.

 da www.blitzquotidiano.it

Patty Pravo canta in arabo, nuova ‘regina’ musicale di Giordania


 – Patty Pravo nuova ‘regina’ musicale di Giordania. La cantante italiana ha stregato i media giordani con l’esibizione che l’ha vista protagonista nei giorni scorsi ad Amman. Patty è stata la prima cantante italiana ad esibirsi anche in lingua araba, con il celebre ‘Salma ya Salama’ portato al successo da Dalida e ricantato in suo omaggio dalla Pravo nell’album ‘Spero che ti piaccia… Por toi’.

L’occasione per il concerto di Patty ad Amman è stato un evento di moda e musica organizzato dall’Ambasciata Italiana ad Amman all’Hotel Four Seasons, alla presenza delle massime autorità giordane. Patty si è esibita proponendo brani come ‘Se perdo te’, ‘Col tempo’ ma soprattutto ha stregato il pubblico intonando ‘Salma Ya Salama’ in arabo. L’iniziativa è la prima di tre eventi che vedranno Patty protagonista in Giordania: l’ultimo sarà un concerto all’Anfiteatro di Amman, organizzato dall’Ice e patrocinato dall’Ambasciata. Tutti i media del Paese arabo, dai tg delle principali emittenti ai maggiori quotidiani, hanno parlato di Patty, con interviste e la trasmissione di parte dell’esibizione.

Tornata in Italia, la Pravo partirà in tour per la penisola il 14 maggio da Montecatini. Ma sono già previste altre tappe all’estero in Olanda, Germania, Francia e Brasile entro il 2011.

Intanto domani sera Patty Pravo, icona gay per antonomasia, sarà la protagonista della serata di premiazione del Festival del cinema gay di Torino, condotta da Fabio Canino. Accompagnata al piano dal maestro Giovanni Boscariol, la Pravo canterà alcuni tra i suoi più grandi successi: ‘Se perdo te’ del ’67, ‘Pazza idea’, secondo singolo più venduto del ’73 dopo ‘Crocodile Rock’ di Elton John, ‘Col tempo’, brano di Leo Ferré incluso nell’album ”sì…incoerenza’ del ’72. La Pravo è stata idealmente presente anche nella serata di apertura del Festival GLBT, con ‘La bambola’ canzone protagonista di ‘Le Fil’ di Mehdi Ben Attia, il film con Claudia Cardinale che ha inaugurato la manifestazione torinese.

Interprete di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana, la ragazza del Piper di recente è tornata al cinema come autrice e interprete di ‘Sogno’, candidato al David di Donatello 2010 come miglior brano originale e inserito nella colonna sonora di ‘Mine Vaganti’ di Ferzan Ozpetek.

fonte Adnkronos

La nuova trincea


di Ivan Scalfarotto

Mi riesce difficile comprendere come abbiamo potuto abdicare ai nostri sogni, ai nostri ideali. Quando abbiamo cominciato a dare la prevalenza a quello che ci pare utile invece di fare quello che ci pare giusto. Io credo sia semplicemente per questo che la sinistra arranca, perché ha perso il coraggio di fare le cose in cui crede e di credere nelle cose che fa. Faccio un esempio: se il Cardinal Bertone dice una cosa così falsa e così grave come quella che mette in relazione pedofilia e omosessualità, cos’è che ci toglie la voce? Perché non siamo in grado di articolare che si tratta di una stupidaggine dal punto di vista scientifico e di un modo per creare stigma e diffidenza intorno a un gruppo di cittadini pacifici e inermi?

Il tema dei diritti delle persone omosessuali in Italia è interessante perché è lì che oggi si è spostata la trincea nella lunga guerra di posizione che concerne la conquista dei diritti civili: oggi le lesbiche e i gay italiani sono in una condizione di diminuzione positiva di diritti, assimilabile a quella delle donne prima delle riforme degli anni ’70. Pochi lo ricordano quando si glorifica la “famiglia tradizionale”, ma la famiglia eterosessuale come la conosciamo oggi non ha ancora compiuto 35 anni. Fino ad allora le donne non avevano la potestà sui figli, il tradimento coniugale era punito come un reato solo se commesso dalla moglie, c’era il matrimonio riparatore che emendava dallo stupro (naturalmente un reato contro la morale, non contro la persona), le donne non erano ammesse a fare certi mestieri: la prima magistrata italiana nel 1965.

Al contrario che nel resto d’Europa, essere omosessuali in Italia oggi significa soffrire di analoghe discriminazioni positive, anch’esse legate ad una propria caratteristica innata: sul lavoro, in ospedale, in mille altre situazioni le persone omosessuali e le famiglie che liberamente creano non possono accedere a trattamenti e condizioni riconosciute ai concittadini eterosessuali. Dove ti aspetteresti di trovare la sinistra, allora? Lì, accanto ai diritti, a chi chiede nuovi spazi di cittadinanza, a chi chiede una società più giusta e inclusiva. Siamo gli ultimi in Europa: ieri la Corte Costituzionale ha bocciato la possibilità per i gay di sposarsi, a meno di una settimana dall’opposta decisione dell’omologa corte portoghese.

Aspettiamo di vedere quali saranno le motivazioni dell’Alta Corte, come si spiegherà la differenza di trattamento basata sull’orientamento sessuale; teniamo anche presente che la Corte ha già in precedenza, su temi quali quelli della fecondazione medicalmente assistita, interpretato la propria giurisprudenza in maniera dinamica, aprendo ai diritti delle donne in sentenze successive. Certo è che aver portato il caso davanti alla Consulta, e discutere dei diritti delle persone omosessuali in Italia sottraendo la questione all’avanspettacolo e al folklore che in genere la circonda, è stata già una grande vittoria. La migliore politica può adesso su questo provare a riappropriarsi dei temi della vita, ritornare a costruire sui rapporti tra le persone, cessare le discussioni sulle formule, sulle strutture interne, sull’osservazione ossessiva del proprio ombelico. Ricominciamo a fare le cose in cui crediamo: io credo potrebbero esserci delle sorprese.

http://www.unita.it/news/italia/97439/la_nuova_trincea

Cinema: da Sodoma a Hollywood, al via a Torino il Glbt Film Festival


“I 25 film che ci hanno cambiato la vita” al Torino Glbt Festival. Sono trascorsi 25 anni da quell’aprile del 1986 in cui fu realizzata la prima edizione di una manifestazione “a tematica omosessuale” mai tenutasi in Italia. Oggi, “Da Sodoma a Hollywood” -Torino Glbt Film Festival – gestito e amministrato dal Museo Nazionale del Cinema- e’ il piu’ antico Festival d’Europa e terzo nel mondo, dopo i leggendari “Frameline” di San Francisco e “Outfest” di Los Angeles. Per festeggiare le nozze d’argento, la rassegna di quest’anno in programma all’ombra della Mole Antonelliana dal 15 al 22 aprile, presenta 25 suggestioni scelte tra le tante pellicole presentate al Festival nel corso di questi anni.

 Il nuovo comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino, Alessandro Golinelli e dai consulenti (Christos Acrivulis, Flavio Armone, Nancy K. Fishman, Simone Morandi) e capitanato dallo storico direttore e ideatore del Festival, Giovanni Minerba, ha voluto, ancora una volta, essere attento alle esigenze del pubblico, riservando una forte attenzione alle istanze ocio-culturali della comunita’ gay.

Fra i temi in evidenza, l’omofobia anche in paesi come Iran, Camerun e Uganda, il tormentato rapporto genitori e figli, la bisessualita’, non vissuta piu’ come indecisione ma come scelta, i problemi dei gay anziani e soli. A giudicare i titoli in concorso tre giurie tra i cui componenti anche lo scrittore Peter Cameron

fonte Adnkronos

Alfredo Ormando: per non dimenticarlo, per non dimenticare


di Riccardo Di Salvo

 Il 13 gennaio 1998 è una data importante per la vita di gay, lesbiche, bisessuali e trans. E’ il giorno in cui un poeta siciliano alfredo ormanomosessuale di 39 anni, Alfredo Ormando, decide di compiere il gesto estremo di bruciare il suo corpo per rendere VISIBILE la crude…ltà e la fobia della gerarchia cattolica vaticana. Prende il treno e dalla sicilia arriva a Roma. E’ gennaio, fa freddo. Giunto nel cuore della chiesa cattolica romana, di fronte la maestosa basilica di San Pietro, si cosparge di benzina e tra la sorpresa mattutina dei pochi passanti, appicca il fuoco ai suoi abiti. Viene soccorso. Morirà dopo giorni di atroce agonia in un letto d’ospedale. Per noi che già facevamo attivismo nelle associazioni glbt, questo è stato un evento fondamentale per le nostre vite e le nostre pratiche politiche. Abbiamo raccolto l’eredità di Alfredo ri/cominciando a lottare con più orgoglio e determinazione. Sono trascorsi 12 anni da quel disperato gesto e, se facciamo un bilancio dei traguardi positivi, certo, non c’è da rallegrarsi. Neanche la più elementare legge contro le discriminazioni verso gay, lesbiche e transessuali è potuta entrare nell’ordinamento politico di questo Paese, per non parlare dei diritti delle coppie omosessuali e l’adozione dei minori. Le lesbiche continuano ad essere stuprate, i gay massacrati e le persone transessuali impunemente uccise ad un ritmo quotidiano impressionante. Anche la coscienza delle persone glbt sembra palesarsi solo nei giorni dei Pride, mentre il quotidiano scorrere di tantissime vite si consuma all’ombra. Le esternazioni della chiesa cattolica ci raccontano di una religione preda di delirio d’ onnipotenza. Tutto questo senza che lo stato italiano assolva all’elementare dovere di tutelare il diritto alla vita dei e delle cittadin*dall’ invasivo cancro di un paese straniero quel è la Città del Vaticano. Per questo, ricordiamo Alfredo affinchè la sua memoria rimanga viva. La memoria è identità. Se perdiamo la nostra non esistiamo come gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.