Claudia Cardinale inaugura il 25esimo gay lesbian Film Festival di Torino


Sarà Claudia Cardinale ad inaugurare la XXV edizione del Torino Glbt Film Festival, presentato oggi per la prima volta nella capitale nella sede della regione Piemonte. Proprio nel giorno del suo compleanno, il 15 aprile, l’attrice presenterà ‘Le fil’, un film girato in Tunisia, suo luogo di nascita, da Mahdi Ben Attia. Nella pellicola la Cardinale interpreta Sara, la madre di un ragazzo gay.

 

‘Da Sodoma a Hollywood’, il Torino Glbt Film Festival si svolgerà dal 15 al 22 aprile in un’edizione ricca di novità: diretta da Giovanni Minerba, la manifestazione si propone in una veste in parte rinnovata, a cominciare dall’immagine realizzata per l’edizione 2010 dal pittore e scultore Ugo Nespolo. “Il buon cinema che siamo riusciti a far vedere e l’intreccio che si è creato tra il pubblico e il festival – ha spiegato all’ADNKRONOS Minerba – ci hanno dato la possibilità di andare avanti in un certo modo. Se non ci fosse stato questo credo che non ci sarebbe ancora il festival”.

Dal rapporto tra genitori e figli omosessuali alla bisessualità, dalla fluidità di genere ai problemi dei gay anziani: sono solo alcune delle tematiche che verranno trattate dal Festival. Temi che dal cinema italiano “non vengono troppo affrontati e laddove lo sono – ha sottolineato Minerba – sono affrontate male”. Dei piccoli film italiani ci saranno ”sparsi tra le varie sezioni – ha detto il coordinatore artistico Fabio Bo – però non tali da meritare il concorso, salvo ‘La capretta di Chagall’”. Nelle selezioni, ha sottolineato Bo, “abbiamo visto pochissimi film italiani”. Il confronto, non solo con le grandi cinematografie, “è veramente tremendo” e, ha concluso, “in Italia la situazione è demoralizzante”.

Una delle novità dell’edizione 2010 è il premio alla carriera ‘Dorian Gray’, che sarà consegnato a James Ivory “per il suo contributo alla causa e un ringraziamento per il suo lavoro”, presente al Festival anche con il suo ultimo film ‘The City of Your Final Destination’, tratto dall’omonimo libro di Peter Cameron. il riconoscimento gli verrà consegnato sabato 17: una statuetta creata da Nespolo che raffigura Oscar Wilde.

Come ogni anno il Festival propone tre sezioni in concorso (lungometraggi, documentari e cortometraggi) sottoposte al giudizio di tre giurie internazionali composte, oltre che da Peter Cameron, Ivan Cotroneo ed Eytan Fox, da Patricia Rozema e Cesare Petrillo per i lunghi, da Giovanni Anversa, Maria Beatty e Massimo Fusillo per i Doc, da Massimo Fenati, Zvonimir Dobrovic e Roberto Cuzzillo per i corti.

Come da tradizione, al Torino Glbt Film Festival ci saranno anche i premi attribuiti dal pubblico. Rispetto alle passate edizioni, le sezioni sono state curate da un nuovo comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e, tra gli altri, da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino e Alessandro Golinelli, tutti capitanati dal direttore e ideatore del Festival. L’intento del gruppo è andare incontro alle esigenze del pubblico e riservare forte attenzione alle istanze socio-culturali della comunità gay.

Sono 175 i film, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari in concorso, omaggi (Open Eyes), Midnight Madness, Retrospettiva e Binari, la nuova sezione che racchiude opere fuori concorso. Circa 30 le nazioni presenti, una vera e propria olimpiade del cinema gay. A fare la parte del leone, escludendo dal conteggio “i film che ci hanno cambiato la vita” e gli omaggi, sono gli Stati Uniti con 32 titoli (ma nessuno nel concorso lunghi). Tra gli europei spiccano la Spagna e la Francia, rispettivamente con 13 e 11 film, mentre gli italiani sono 7 (ma solo uno gareggia per un premio nella competizione che riguarda i corti, ‘La capretta di Chagall’).

Per festeggiare il suo XXV anniversario, il Festival presenta una retrospettiva dal titolo “I venticinque film che ci hanno cambiato la vita”: 25 suggestioni scelte tra le pellicole presentate al Festival nel corso di questi anni. Tra i titoli ‘The boys in the Band’ di William Friedkin (Usa, 1970), ‘Desert Hearts’ di Donna Deitch (Usa, 1985) e ‘Tazi Zum Klo’ di Frank Ripploh (Germania 1980), “tre outsiders” come li ha definiti lo stesso Bo, e ‘Happy Together’, di Wong Kar-Way, vincitore della Palma d’oro per la miglior regia a Cannes ’97 e “venticinquesimo” film scelto dal pubblico del web che ha partecipato al sondaggio indetto dal sito del Festival.

Infine, dal 23 al 25 aprile al Nuovo Cinema Aquila di Roma si terrà la manifestazione Queering Roma, festa del cinema a tematica Glbt. Un evento organizzato dall’Associazione Armilla in collaborazione con il Torino Glbt Film e con la collaborazione del Circolo degli Artisti e il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli: saranno proiettati alcuni dei lungometraggi, dei corti e dei documentari presentati quest’anno a Torino.

fonte Adnkronos

Cinema: da Sodoma a Hollywood, al via a Torino il Glbt Film Festival


“I 25 film che ci hanno cambiato la vita” al Torino Glbt Festival. Sono trascorsi 25 anni da quell’aprile del 1986 in cui fu realizzata la prima edizione di una manifestazione “a tematica omosessuale” mai tenutasi in Italia. Oggi, “Da Sodoma a Hollywood” -Torino Glbt Film Festival – gestito e amministrato dal Museo Nazionale del Cinema- e’ il piu’ antico Festival d’Europa e terzo nel mondo, dopo i leggendari “Frameline” di San Francisco e “Outfest” di Los Angeles. Per festeggiare le nozze d’argento, la rassegna di quest’anno in programma all’ombra della Mole Antonelliana dal 15 al 22 aprile, presenta 25 suggestioni scelte tra le tante pellicole presentate al Festival nel corso di questi anni.

 Il nuovo comitato di selezione composto da Fabio Bo (coodinatore artistico) e da Angelo Acerbi, Margherita Giacobino, Alessandro Golinelli e dai consulenti (Christos Acrivulis, Flavio Armone, Nancy K. Fishman, Simone Morandi) e capitanato dallo storico direttore e ideatore del Festival, Giovanni Minerba, ha voluto, ancora una volta, essere attento alle esigenze del pubblico, riservando una forte attenzione alle istanze ocio-culturali della comunita’ gay.

Fra i temi in evidenza, l’omofobia anche in paesi come Iran, Camerun e Uganda, il tormentato rapporto genitori e figli, la bisessualita’, non vissuta piu’ come indecisione ma come scelta, i problemi dei gay anziani e soli. A giudicare i titoli in concorso tre giurie tra i cui componenti anche lo scrittore Peter Cameron

fonte Adnkronos