di Daniela Domenici
Ancora un successo per Rita Botto e i suoi musicisti: ieri sera la piazza del municipio di Carlentini in provincia di Siracusa era colma di gente, nonostante il tempo atmosferico non proprio clemente, per applaudire il suo concerto nell’ambito della ricca rassegna estiva che Carlentini sta regalando ai suoi cittadini. Come ha ben sottolineato in apertura il presentatore Silvio Breci si è voluto dare un segnale forte di questa volontà di cultura ospitando i musicisti proprio davanti al Municipio appena restaurato, illuminato e aperto alle visite fino a tarda sera; e Breci ha voluto anche salutare, celato tra il pubblico, un ospite di riguardo, Alfio Antico, grande percussionista partito da questa terra verso il successo e venuto a salutare la protagonista della serata.
I musicisti che hanno accompagnato Rita in questo suo concerto sono gli stessi che avevamo già applaudito all’Antico Mercato di Ortigia e che ormai hanno creato con lei un perfetto legame musicale arricchito di empatia, affetto e sorrisi scambiati durante i tanti brani in scaletta; ecco i loro nomi: Carlo Cattano ai fiati, Giuseppe Finocchiaro alla tastiera, Ruggero Rotolo alla batteria e Giovanni Arena al contrabbasso.
Rita ha iniziato la serata con “Amuri amuri”, un canto che veniva intonato durante la raccolta dei limoni, per proseguire con “’A curuna” e “Lu matrimoniu”. Ed ecco uno dei brani più celebri e amati della tradizione siciliana “Cu ti lu dissi” che Rita ha voluto dedicare all’amico Alfio Antico. Quinto brano “Curri cavallo mio”, il canto del carrettiere, con uno stupendo assolo di Cattano al flauto e quindi “Ritango”, una canzone ironica, scritta da Rita Botto su un ritmo di tango, in cui si parla di corna. Ha proseguito con “Rosa” quindi la dolorosa “I pirati di Palermo” di Ignazio Buttitta in cui riecheggia il triste refrain “n’arrubbaru lu suli/arristammu a lu scuru/Sicilia chiangi”. Subito dopo Rita si è esibita nel suo formidabile “Scioglilingua”, un vero e proprio banco di prova linguistica da lei ancora una volta superato con apparente facilità, per poi regalarci la stupenda “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato e concludere con una canzone della tradizione siciliana “C’è la luna ‘n mezzu ‘u mari”. Non potevano mancare due bis regalati al pubblico che li ha richiamati applaudendo: “Lu pisci”, immortale canzone portata al successo da Domenico Modugno, e una delicata e intima “Sulu pittia”.