Ciak, si gira a Catania


Ieri primo ciak del cortometraggio il cui testo è stato ideato e scritto da Cosimo Coltraro e Giuseppe Calaciura e la cui regia è stata affidata a Mario Cosentino; il titolo è ancora provvisorio quindi forse è meglio non citarlo per scaramanzia.

Mio marito e io abbiamo provato, per la prima volta, l’esperienza di fare le comparse; il primo giorno di riprese in un interno si sono svolte al “Gatto Blu”, delizioso locale nel centro storico di Catania; ed è stato un pomeriggio assolutamente divertente, un po’ faticoso anche, certo, sia per il caldo che per la ripetizione di alcune scene ma l’atmosfera gioiosa e di collaborazione che si è creata tra tutti noi sul set ha fatto sì che tutto andasse nel migliore dei modi.

Per un pomeriggio mi sono sentita quasi una vamp tra Maria Chiara che mi ha truccato e acconciato ad hoc e Rosy che, dalla sua valigia, ha tirato fuori per me una collana di perle e un cappellino in perfetto stile anni ’30, gli anni del charleston; a tutti gli altri ha distribuito piume, collane, scialli, vestiti, giarrettiere, papillons, sembrava davvero la borsa senza fondo di Mary Poppins!!!

Martoglio a Catania


di Daniela Domenici

Terzo e ultimo capitolo del “Progetto Martoglio 08-10 per una trilogia teatrale” ieri sera al teatro Canovaccio di Catania, uno per ogni anno: nel 2008 “I cunti”, l’anno seguente “I cunfidenzi” e infine “Cuttigghi e cattigghi”; “fil rouge” che lega questi tre “momenti” sull’opera omnia del grande scrittore catanese sono la regia di Elio Gimbo, l’elaborazione del testo a cura di Eliana Esposito, le scene di Bernardo Perrone e i costumi di Rosy Bellomia.

Perché scegliere un autore così rappresentato come Martoglio? A questa domanda il regista Elio Gimbo ha risposto affermando che “Martoglio ci consente di rintracciare una tradizione di letteratura civile che ci appartiene … entrambi (Pippo Fava e lui) hanno raccontato Catania con l’intento di risvegliare le coscienze al cambiamento e al progresso sociale”.

E in quest’ottica vanno quindi sia l’accuratissima elaborazione di Eliana Esposito che le perfette e originali scelte registiche di Elio Gimbo che hanno reso attuale e contemporaneo il testo martogliano.

L’intervallo tra i due atti è stato reso “turning point” dello spettacolo che nel primo atto è colorato dalla celebre comicità  leggera, tutta in stretto dialetto catanese, a cui ci hanno  abituato le numerose precedenti “mises en scene” delle commedie martogliane mentre il secondo è stato volutamente avvolto da un velo grigio di dolore e malinconia per narrare la guerra che irrompe nelle vite dei protagonisti.

In breve la trama di quest’ultimo atto della trilogia: torna dal “continente” don Procopio ‘mpallaccheri, interpretato da Cosimo Coltraro, una specie di “deus ex machina” per gli abitanti del quartiere popolare in cui si svolge la vicenda, e per questo evento tutte le donne vanno in sollucchero, donne che sono divise da una rivalità latente in due “fazioni” sempre in lotta, sempre pronte a “cuttigghiare” l’una dell’altra e che don Procopio tenta, non sempre con successo, di sedare: da una parte Tidda e Sara, madre e figlia, interpretate da Cinzia Caminiti e Sabrina Tellico, dall’altra Lona e Betta, anche loro madre e figlia, Iolanda Fichera e Amalia Contarini, e Anna, interpretata da Alice Ferlito, cognata di Lona che è fidanzata con suo fratello Marianu, i cui panni sono vestiti da Giuseppe Calaciura.

Tutto il cast senza eccezioni, compresi Pietro Lo Certo nel ruolo dell’assistente di don Procopio, Saro Pizzuto in quello dell’anziano fidanzato di Sara e Salvo Musumeci nel duplice ruolo di giudice e predicatore, meritano i nostri sentiti e convinti complimenti e gli applausi calorosi conditi da “bravi” che hanno ricevuto alla fine della serata.

Vogliamo sottolineare ancora quanto i costumi di Rosy Bellomia e le scene di Bernardo Perrone abbiano “contribuito sensibilmente a dare vita alle colorite creature di Martoglio” e quanto siano state pertinenti le scelte operate dal regista Elio Gimbo per i brani della colonna sonora che, inizialmente, a un primo impatto potevano sembrare azzardate ma che si sono poi rivelate assolutamente ad hoc.