Augusta: voce ai cittadini – Assessore al nulla


di Alessandro Mascia

Augusta – Carrubba ha varato la nuova Giunta. Al posto degli assessori Accolla, Arena, Contento, Fraterrigo, Geraci e Giunta, sono stati nominati gli assessori Giunta, Geraci, Fraterrigo, Contento, Arena e Accolla. A questi si aggiunge Santino Rinzivillo, già traditore della fede liberalsocialista e del Sindaco Carrubba per il chiacchierato traghettamento all’UDC, allora partito di opposizione. Ora, proprio Rinzivillo è stato promosso, dallo stesso Carrubba, ad Assessore ai Lavori Pubblici. Io, fatto a sindaco, non gli avrei nemmeno rivolto la parola, ma, si sa, in politica amici e nemici galleggiano nella stessa broda. L’UDC ha contribuito alla nuova Giunta anche con un altro assessore. Si chiama Tiziana Ranno e si occuperà di Pubblica Istruzione. Sarebbe curioso, data l’importanza di quest’ultima delega, conoscere qualcosa sul curriculum della Ranno, dato che attorno alla sua nomina si sta addensando un mormorio piuttosto sostenuto. E con Domenico Licciardello all’Urbanistica la squadra è fatta. Nove assessori, il cui numero è contestato da Francesco Ruggero, del Movimento Augusta agli Augustani, che evoca l’articolo 2, comma 185, della Legge finanziaria del 2010 che recita: “Il numero massimo degli assessori comunali è determinato, per ciascun comune, in misura pari a un quarto del numero dei consiglieri del comune, con arrotondamento all’unità superiore”. Siccome i consiglieri di Augusta sono 30, gli assessori dovrebbero essere 8. Ruggero, che si è letto tutta la legge, sostiene che il Sindaco, secondo quanto recita il comma 186, lettera d, dovrebbe fare a meno anche del Direttore Generale che costa decine di migliaia di euro alle casse del Comune.

Che dire dell’Assessore al nulla? Nulla amministro, nulla pretendo. Tesi e antitesi amalgamate in un’idea balzana di Vittorio Sgarbi che troverebbe spazio proprio ad Augusta. Prendi la delega “cultura”, per esempio, e sostituiscila con “nulla”. In una città senza una biblioteca quanto vale la cultura? Mi sento di dichiarare, senza timore di essere smentito, che Augusta è l’unica città d’Italia, di medie dimensioni, a non avere una biblioteca aperta al pubblico. Il problema è che l’assessore al nulla, ad Augusta, viene pagato, quindi non più la coesistenza di tesi e antitesi, ma tesi e paradosso: nulla amministro eppure pretendo! La delega al nulla, appena lasciata dal tecnico Jackie Aiello, è nelle mani fatate di Giovanna Fraterrigo che è riuscita a farsi blindare la carica assessoriale fino alla fine dei giorni di Carrubba. Una sorta di atto testamentario. L’assessore mi contesterà che la biblioteca comunale c’è, è soltanto chiusa. È vero, i 30 mila libri sono chiusi in un locale vicino al Castello Svevo (anch’esso chiuso). Questa situazione, che dura da quasi un anno, non è più accettabile né spiegabile. La biblioteca personale di Aiello può essere chiusa al pubblico, quella della Fraterrigo, la mia, ma non quella comunale. E non per così tanto tempo. Una biblioteca comunale chiusa al pubblico è nient’altro che un polveroso magazzino pieno di libri.

raggi di luce traforavano le persiane di legno mostrando in sospensione le polveri della sala lettura, illuminavano, a tratti, i grandi tavoli verdi che per la maggior parte del tempo se la passavano in una religiosa penombra. Seduta al capo di un tavolo, una impiegata della biblioteca, minuta, con una vasta chioma di riccioli bianchi. Canizie precoce, pensavo, nel complesso non sembrava una donna anziana. Questa anima paziente spendeva le sue ore a ritagliare le notizie di Augusta dai quotidiani locali e a disporle accuratamente in apposite carpette. “Sono i documenti più richiesti” mi diceva con una vocina flebile che pareva provenire dall’interno di un’enciclopedia di fine ’800. Con lei avevo avuto anche un piccolo alterco. Sembra strano, ma nella sua fragilità sapeva essere anche ferma. C’era l’usanza di stilare statistiche interne sull’utenza della biblioteca. Si doveva compilare una scheda con i dati biografici, titolo di studio e professione. Quel giorno, sarà che ero girato per le cose mie, avevo rifiutato l’invito alla compilazione. Ciò aveva suscitato una reazione piccata dell’impiegata riccioluta e una mia risposta più piccata ancora. Alla fine sbottai inferocito e me ne andai dal locale accennando appena un saluto. “Che insolente” avrà pensato la ritagliatrice di articoli. “Che testa dura” ho pensato io. In seguito, pentitomi della mia polemica inutile, sono tornato in biblioteca. Troppo tardi, la biblioteca aveva già chiuso i battenti per me e per tutti. Manutenzioni, questa la motivazione che ancora ne preclude l’accesso. Il vecchio assessore Aiello sosteneva che la riapertura sarebbe stata imminente. Chissà cosa dichiarerà il nuovo assessore Fraterrigo? Di fatto la biblioteca era chiusa ieri ed è chiusa anche oggi e a me preme tantissimo farci un salto per chiedere scusa alla bibliotecaria tagliacarte e per compilare una bella scheda statistica.

Firenze: la Giunta attiva il registro dei testamenti biologici, sarà gratis


Via libera dalla giunta comunale di Firenze, all’unanimità, alla delibera che stabilisce le modalità operative per l’attivazione del registro dei testamenti biologici. Con una particolarità: il servizio sarà erogato in forma gratuita, come riferiscono oggi alcuni giornali locali.

Il registro, specifica la delibera approvata dalla giunta, è attivato in via sperimentale e sarà oggetto, per il primo anno, a verifica periodica trimestrale. Sarà custodito dalla direzione dei servizi demografici che predisporrà e aggiornerà la modulistica.

Si è così concluso l’iter cominciato nel settembre scorso con il passaggio in commissione della delibera relativa all’istituzione del registro. Era seguita, in ottobre, l’approvazione da parte del Consiglio comunale con alcune defezioni nella maggioranza di centrosinistra. La Curia fiorentina intervenne allora, definendo il registro come «un atto ideologico, illegittimo e privo di efficacia giuridica».

da www.blitzquotidiano.it

Deputati: 47 casi di doppi incarichi incompatibili col mandato


camera-dei-deputati Gli incarichi non si possono accumulare, lo scrive a chiare lettere l’articolo 122 della Costituzione. Eppure i Parlamentari italiani il “vizietto” di ricoprire cariche incompatibili con il loro mandato non riescono a perderlo.

Il Comitato per le incompatibilità della Giunta per le elezioni della Camera, infatti,  ha accertato, nei primi due anni di attività della legislatura corrente, 47 casi di doppi incarichi svolti da , in contrasto con il mandato parlamentare. A renderlo noto è stato il presidente della Giunta, .

La , fino ad ora, ha esaminato 100 casi: 47 sono risultati incompatibili mentre solo 18 si sono state giudicate compatibili. In altri 35 casi, invece, la Giunta ha preso atto delle dimissioni dei diretti interessati.

Tra le cariche incompatibili ben 42 consistevano in cariche regionali (consigliere regionale o assessore regionale) la cui incompatibilità è direttamente prevista dall’articolo 122, secondo comma, della Costituzione.

Il Comitato ha quindi vagliato la deroga all’incompatibilità dell’incarico parlamentare con quella di sindaco di città con oltre 20000 abitanti, accogliendola come valida. Spiega Migliavacca: ««Dopo una approfondita ed articolata istruttoria è emerso l’orientamento maggioritario favorevole all’accertamento della compatibilità, secondo un indirizzo inaugurato dalla Giunta nella XIV legislatura e motivato con il fatto che nell’ordinamento italiano è assente un’esplicita norma di legge che preveda l’incompatibilità. Sulla questione la sarà chiamata a deliberare in una seduta che sarà convocata alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia.

da www.blitzquotidiano.it