Lena Horne sings “Stormy weather”


Lena Horne, one of the greatest jazz singers of the 20th century, a very smart woman, has died; her most famous performance is “Stormy weather”, here it is…

E’ morta Lena Horne, una delle più grandi cantanti jazz del ‘900,una donna molto elegante;  la sua interpretazione più celebre è “Stormy weather”, eccola 🙂

http://www.youtube.com/watch?v=EMf0Z7EPdLo

CiuriCiuriJazz a Roma – La Sicilia incontra il mondo


Vi aspettiamo Sabato 10 Aprile, alle ore 21,00 presso L’Auditorium S.Chiara di Roma per <Ciuriciurijazz – La Sicilia incontra il mondo>, il nuovissimo progetto di Santi Scarcella , presente ultimamente anche al Blue Note di Milano, riscuotendo ottimi consensi di pubblico e critica.

Il jazz assume, nella performance, una chiave inedita con strumenti come zampogna, marranzano e friscaletto, a voler sottolineare la forte identità siciliana che, però, non resta chiusa in se stessa ma incontra altre identità e altre culture.

Ad arricchire il già prezioso progetto del maestro Santi Scarcella, musicisti di alto livello professionale, apprezzati  in tutto il mondo: Pietro Cernuto, Maurizio Rolli, Israel Varela, Gian Piero Lo Piccolo, Massimo Guerra, Giovanni Smiroldo.

Ci saranno anche magici momenti di teatro, grazie alla collaborazione dell’attore Daniele Perrone.

“Temptation”


by Tom Waits – 1987

Rusted brandy in a diamond glass
everything is made from dreams
time is made from honey slow and sweet
only the fools know what it means
temptation, temptation, temptation
oh, temptation, temptation, I can’t resist
I know that she is made of smoke
but I’ve lost my wayy
she knows that I am broke
so that I must play
temptation, temptation, temptation
oh, whoa, temptation, temptation, I can’t resist
Dutch pink and Italian blue
she is waiting there for you
my will has disappeared
now my confusions oh so clear
temptation, temptation, temptation
whoa, whoa, temptation, temptation
I can’t resist.

Tom Waits canta questo suo brano

http://www.youtube.com/watch?v=o72GDj7svq4

Giulia La Rosa interpreta questo brano di Tom Waits

http://www.myspace.com/larosagiulia

“You don’t know what love is”


You don’t know what love is
Until you learned the meaning of the blues
Until you loved the love you’ve had to lose
You don’t know what love is

You don’t know how lips hurt
Until you’ve kissed and had to pay the cost
Until you’ve flipped your heart and you have lost
You dont know what love is

Do you know how a lost heart fears
The thought of suffering
And how lips that taste of tears
Lose their taste for kissing

You dont know how hearts burn
For love that cannot live yet never dies
Until you reached each dawn with sleepless nights
You don’t know what love is

Do you know how a lost heart fears
The thought of suffering
And how lips that taste of tears
Lose their taste for kissing

You don’t know what love is
Until you learned the meaning of the blues
Until you loved the love you had to lose
You don’t know what love is

cantata dalla grande Billie Holiday

http://www.youtube.com/watch?v=avUXnAMpFoo

nella versione della jazz singer siciliana Giulia La Rosa

http://www.myspace.com/larosagiulia

I “Chicago High Spirits” all’Alexanderplatz di Roma


Davvero magica la serata che l’Alexanderplatz, luogo storico del jazz nella Capitale, ci ha offerto sabato scorso, 26 dicembre: il “magic sound”, il suono magico del Natale attraverso la voce e il pianoforte dei “Chicago High Spirits” che ci hanno regalato una scaletta densa di brani del “Christmas Gospel”, della spiritualità del Natale.

Lo spettacolo è stato un excursus dello sviluppo di quel genere musicale che in duecento anni di storia americana è diventato cultura: la musica sacra africana, il gospel, espressione di un popolo, quello africano,  costretto a vivere in schiavitù in un paese non scelto che, grazie alla propria profonda e incrollabile fede in Dio, dà vita agli “spirituals”.

All’interiorizzazione austera di un “monologo musicale”, un “assolo” di uno dei componenti del “quartet”, segue lo scatenarsi ritmico del gruppo in un perfetto “interplay” tra i musicisti che punta sull’intensità della musica e la fisicità delle voci regalando al numeroso pubblico uno spettacolo denso di religiosità che è stato un continuo inno alla felicità e alla vita; conclusione quasi d’obbligo con l’esecuzione della celebre “Happy days” a cui è stata invitata a partecipare, in una sorta di jam session improvvisata, la jazz singer Giulia La Rosa che si trovava tra gli spettatori.

I componenti dei CHICAGO HIGH SPIRITS:

Charlie Cannon: voce
Joy Garrison: voce
Orlando Johnson: voce
Desiree KedJour: voce
Davide Pistoni: piano

’Jazz Colours – La Musica che ti gira intorno ‘’ – Jazz e Spiritualità


di Giulia La Rosa, una Cantante di Jazz

Si è conclusa ieri sera  la rassegna ‘’Jazz Colours- La Musica che ti gira intorno ‘’ presso la  Casa del Jazz  a Roma e presentata dal giornalista Alfredo Saitta.

E’ stato affrontato un argomento  molto particolare: Il Jazz e la Spiritualità.

‘’Ognuno prega nella lingua che conosce ‘’diceva il grande Duke Ellington, musicista e compositore di Jazz. La Musica è molto più di una lingua , è un ‘elaborazione istintiva  tra il cuore e le diverse culture in cui viviamo.

 ‘’Nobody knows the trouble I’ve seen..nobody knows but Jesus ‘’ frase che può aiutarci a  comprendere la vera anima della spiritualità nel Jazz che nasce dalla forte esigenza del popolo africano deportato negli Stati Uniti di parlare a Dio.

Nobody knows the trouble I’ve seen
Nobody knows but Jesus
Nobody knows the trouble I’ve seen
Glory Hallelujah

http://www.youtube.com/watch?v=SVKKRzemX_w (Vi invito all’ascolto ) famoso gospel dove si avverte forte l’abbandono a Dio, la disperazione  di un uomo  che vive le ‘’troubles’’di una condizione di vita molto difficile ed oppressa  esprimendosi con un canto di dolore, di fede e speranza per raggiungere un conforto e sentirsi vicino a Dio.

La musica diventa un mezzo di congiunzione tra il terreno e la sfera del sacro elevando l’uomo in una sorta di sublimazione  rendendolo migliore.

Con il Jazz le tematiche classiche possono essere contaminate, sfumate,  ritrattate con dissonanze raggiungendo ugualmente la riconciliazione spirituale dell’intenzione iniziale.

Cambia la forma ma non l’essenza.

Ieri ho avuto il piacere di poter ascoltare da vivo il pianista romano Riccardo Biseo, il quale ha espresso il suo sentire natalizio con una versione insolita di “White Christmas” per solo piano, versione Jazz che oscillava tra lo swing e frasi musicale molto lente;  il tutto dava un senso di raccoglimento delle note….Lui era lì tra quelle note.  E’ stato un momento di profondo silenzio e religioso.

Che sia Pergolesi, J.Sebastian Bach, Miles Davis, John Coltrain, Gershwin, musica Classica , rock, sacra  non importa, la musica nasce dal cuore,  sfiora le anime, fa il giro del mondo  e ritorna nel cuore.

Vi invito a una riflessione: come potrebbe  un uomo di chiesa  sentirsi uno strumento divino suonando una chitarra Gibson, ed esattamente il modello ‘’Diavoletto’’, esprimersi in modalità rock e rimanere ugualmente  un sant’uomo ?

Sembrerebbe paradossale ascoltare un abate in concerto con i Deep Purple  nell’esecuzione di ‘’Smoke on the water’ ?  vi allego il video http://www.youtube.com/watch?v=ZjJI8zBG0yQ    e capirete.

Parlo di padre Wolf  Notker, abate della Basilica di Sant’Anselmo a Roma; un uomo di grande cuore,  religioso  e musicale….semplicemente un Grande Uomo.

Vi parlo da musicista, sono una cantante di Jazz e ho ricevuto da Dio il dono di riuscire a vivere la mia vita  con i colori della Musica.

Il potere della Musica è quello di aprire le anime  per ritrovare le note  della Vita e viverla  in perfetta  Armonia.

Giulia La Rosa: ritratto di una jazz singer siciliana – Giulia La Rosa: Portrait of a Sicilian jazz singer


di Daniela Domenici

Abbiamo rivolto alcune domande a Giulia La Rosa per conoscere un po’ più da vicino questa formidabile cantante jazz.

–      Ogni tanto vieni a esibirti a Catania come lo scorso 19 febbraio all’Enola Jazz Club, come mai?

–      Catania è la mia città d’origine anche se vivo ormai da 17 anni a Roma ed è sempre rimasta dentro di me; non appena se ne presenta l’occasione torno volentieri a esibirmi qui. E’ una grande emozione per me cantare nella terra dalla quale provengo. Significa ridare alla mia terra le vibrazioni che mi ha donato dalla mia nascita.

–      Da quanto tempo canti?

–      Iniziamo dicendo che la musica è sempre stata presente sin dalla mia più tenera infanzia nella mia famiglia d’origine; i miei genitori avevano un palco al Teatro Massimo Bellini, il tempio catanese della lirica, e quindi sono cresciuta respirando musica lirica. Sono stata fortunata per essermi ritrovata in un ambiente musicalmente curato, ero piccola e ascoltavo Bach, Chopin, Duke Ellington, Brian Auger, modelli di ascolto che mi hanno lasciato un’impronta. Ho iniziato a cantare durante l’adolescenza ma non subito musica jazz, diciamo che le mie prime esibizioni canore sono state di blues. Poi verso i 25 anni quella che sarebbe diventata poi la mia maestra, Rosalba Bentivoglio, ascoltando la mia voce mi ha spronato a iniziare nel campo del jazz e da quel giorno, e sono passati più di 20 anni, non mi sono più fermata.

–      Cos’è, per te, cantare e, soprattutto, questo tipo di songs?

–      Per me cantare jazz è far emergere il mio vero “sé”, è un modo per rapportarmi al pubblico, per avvicinarmi a lui, per dare emozioni, è una maniera di esprimere la mia vera anima. Entrare nell’interpretazione…”the way of feeling” ò la mia caratteristica espressiva…come un anello che fonde la parola alla nota musicale…diventando un unico colore. La Musica può metterci in contato con esperienze passate e prefigurare un futuro migliore. Nel Jazz le imperfezioni, gli errori possono aggiungere sfumature e personalità alla musica diventando un momento di grande insegnamento. L’improvvisazione jazzistica è un momento di elaborazione di una matrice tematica dalla quale…fuoriescono delle varianti che ti ricongiungono al punto di partenza.

–      Per noi “profani” puoi provare a spiegare cos’è una “jam session”?

–      La magia di unire cuori sconosciuti. Quando è notte fonda…la scena si svolge in un qualsiasi posto al mondo…dove i musicisti swingano fino al mattino. Sali sul palco, suona quello che senti…annunci un pezzo…stacchi il tempo e la gente incomincia a sorridere…i musicisti iniziano un viaggio…tra le note insieme a te. Benvenuti ad una jam session!…un sassofonista sbuca fuori non si sa da dove…la sezione ritmica può rimanere…una cantante…si insinua tra le note…e diventiamo ubriachi di swing finchè non sorge il sole.

–      So che hai vissuto lunghi periodi all’estero; pensi che queste esperienze ti abbiano arricchito anche nel campo del jazz?

–      Ogni nazione ha una propria anima…ed è così che esiste la possibilità di decodificare uno spirito jazzistico diverso da un altro ma che diventa un unico colore…il colore del jazz…il colore della libertà.

http://www.myspace.com/larosagiulia

http://www.youtube.com/watch?v=u6Tg47VxCy8