“Fabrizio De Andrè. La mostra” – Il genio di Faber conquista Palermo


Era l’8 novembre del 1997. Fabrizio De Andrè incantò il pubblico siciliano portando sul palco del teatro Al Massimo di Palermo il tour dal titolo “Mi innamoravo di tutto”, un concerto che rimase memorabile. Fu l’ultima volta del cantautore genovese a Palermo. Sono trascorsi tredici anni da quella sera e undici dalla sua scomparsa, adesso, dopo Genova, Nuoro e Roma, anche Palermo vuole rendere omaggio ad uno degli artisti più completi del Novecento. Dal 25 giugno al 10 ottobre, all’ex Deposito locomotive Sant’Erasmo, si potrà visitare “Fabrizio De Andrè. La mostra”, curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia e ideata da Studio Azzurro – uno dei più prestigiosi gruppi internazionali di videoarte – che ne racconta la vita, la musica, le passioni che lo hanno reso unico e universale interprete e in alcuni casi anticipatore, dei mutamenti e delle trasformazioni della contemporaneità. Attraverso la narrazione virtuale, multimediale e interattiva viene proposta al pubblico un’esperienza emozionale, attraverso cui ognuno potrà mettersi in relazione con l’universo di “Faber”. “L’idea di rendere omaggio a De Andrè l’ho trovata straordinaria. Non ero certo di riuscire a portare la mostra a Palermo, ma quando l’ho vista a Genova me ne sono perdutamente innamorato – dice Andrea Peria Giaconia, organizzatore dell’evento in Sicilia per Terzo Millennio – Progetti Artistici. Appena acquistata, ho pensato subito dove portarla, quale potesse essere il luogo migliore, il più bello, l’ex Deposito locomotive Sant’Erasmo. La mostra di De Andrè – che apre gli appuntamenti de “Il Circuito del Mito 2010”, promosso dall’onorevole Nino Strano, assessore al Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana, che ha creduto molto in questa iniziativa – è un evento culturale che va vissuto in prima persona, esplorando ogni angolo dell’anima dell’artista. Lo spazio che la ospita – prosegue – deve avere un respiro internazionale e Sant’Erasmo, con quella volta di archeologia industriale, ha una sua identità ben definita che ricorda molto le grandi strutture delle città europee”. Palermo, rispetto alle tappe precedenti, ha adattato la mostra al luogo. Le sezioni, infatti, da cinque, sala della Poetica, della Musica, dei Tarocchi, della Vita e del Cinema, sono diventate sei con la sala del Pianoforte, la più intima, quella dello studio e dell’ispirazione, ma anche quella degli affetti, con le foto che lo ritraggono ancora bambino. L’altra novità della mostra siciliana è legata all’ampiezza della sala dei Tarocchi. Il visitatore, dopo avere percorso una sorta di tunnel della memoria, attraverso luoghi ovattati, ambienti chiusi e insonorizzati per permettere una migliore fruizione della mostra musicale, si ritrova in una vera e propria agorà. Ed è un vero spettacolo. Il soffitto di Sant’Erasmo è popolato da enormi tarocchi che costellano l’arcata come se fossero delle stelle, ed è qui che i visitatori entrano in contatto con i personaggi inventati e cantati da De Andrè: Bocca di rosa, Carlo Martello, il giudice, Marinella, il pescatore e altri ancora. Tre tarocchi virtuali sono invece posizionati al centro della piazza, un trittico animato, che cambia a seconda della canzone con la quale il visitatore si è messo in relazione. Siamo al centro del percorso: nel cuore della mostra. In questa sala si potrà sostare, discutere, ascoltare, confrontarsi e personalizzare il proprio tarocco. In occasione dell’evento dedicato al poeta genovese, Terzo Millennio ha anche deciso di inaugurare “Sant’Erasmo Stazione d’arte”, uno spazio di design, che si trova nell’area esterna all’ex Deposito, una ricostruzione in chiave moderna dell’antico bar della stazione ferroviaria. La Stazione d’arte con pavimento in ferro, arredata in maniera minimalista e arricchita da divani e tavoli in rigoroso bianco e nero, diventa così un luogo d’approdo dal quale ripartire. Ripartire con l’arte e la cultura. Nei prossimi giorni sarà, infatti, presentato un calendario di appuntamenti legato alla mostra con presentazioni di libri, incontri con autori, concerti e istallazioni. Accanto a “Sant’Erasmo Stazione d’arte” anche un bookshop dove si potranno trovare libri, dischi, manifesti e il catalogo della mostra, pubblicato da SilvanaEditoriale. La mostra è promossa dalla Fondazione De Andrè onlus e da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. “Fabrizio De Andrè. La mostra” resterà aperta da venerdì 25 giugno a domenica 10 ottobre. Orari: da martedì a domenica – ore 10.00/13.00 – ore 16.00/23.00 – lunedì chiuso Biglietti: intero euro 8.00 – ridotto per studenti universitari, over 65 euro e titolari di carta Idea Net euro 6.00 – ridotto scuole euro 3.50

da www.livesicilia.it

Albert Einstein 14 marzo 1879


Oggi nasceva uno dei più grandi geni del 20° secolo, Albert Eistein, dotato di un grandioso umorismo tipico delle menti eccelse, tra le sue tante affermazioni  lapidarie ho scelto questa che ritengo stupenda…

La teoria è quando sappiamo come funzionano le cose ma non funzionano. La pratica è quando le cose funzionano ma non sappiamo perché. Abbiamo unito la teoria e la pratica: Ora le cose non funzionano più e non sappiamo il perché!”

Buon compleanno, Wolfgang !!!


Dalla sterminata produzione musicale del grande genio, Wolfgang Amadeus Mozart, ho scelto questo brano che amo particolarmente, il concerto per clarinetto e orchestra on A major k 622, ve ne propongo l’Adagio

http://www.youtube.com/watch?v=JcIyTiKwDvU

Addio a Kim Peek, l’uomo che ispirò ‘Rain Man’


Kim Peek, il genio autistico che ispiro’ lo sceneggiatore statunitense Barry Morrow per il personaggio di Raymond Babbitt nel film “Rain Man-L’uomo della pioggia” (1988), interpretato da Dustin Hoffman, e’ morto nell’ospedale di Murray, alla periferia di Salt Lake City, nello Stato dello Utah (Usa). Aveva 58 anni ed era un uomo dotato di straordinarie capacita’ mentali, considerato un genio in quindici differenti discipline, dall’arte, alla storia, alla matematica. L’annuncio della scomparsa, che risale a sabato notte, e’ stato dato dal padre, Frank Peek, precisando che il figlio e’ deceduto per un arresto cardiaco. Krank Peek ha ricordato che il figlio era in grado di imparare un libro a memoria leggendolo una sola volta.

Fin da giovane, Kim dimostro’ una straordinaria memoria (secondo suo padre e’ in grado di mandare a memoria 9 mila libri), ma sviluppo’ con ritardo le capacita’ motorie e quelle espressive (non e’ stato in grado di camminare fino ai quattro anni). Come tutti gli individui autistici, Kim Peek ha avuto sempre grosse difficolta’ di comunicazione. Dall’uscita del film nel 1988 – premiato con quattro Oscar, tra cui quello di miglior attore per Hoffman – la situazione di Kim e’ lentamente cambiata: negli ultimi vent’anni, Peek ha incontrato oltre 2 milioni di persone incuriosite dalla sua vicenda, ed era diventato piu’ disponibile a parlare in pubblico. Inoltre, stando a quanto ha raccontato suo padre, non leggeva piu’ soltanto saggi, ma anche romanzi. Questo non gli impediva, comunque, di passare pomeriggi interi a memorizzare l’elenco del telefono.

Kim Peek era affetto dalla nascita dalla cosiddetta ”sindrome del saggio”, un ‘puzzle’ scientifico che ha appassionato i ricercatori, compreso quelli della Nasa, derivato da una disfunzione neurologica rarissima che occorre nel 10% delle persone affette da autismo. Si sono registrati casi di questa sindrome in seguito anche ad altre patologie neurologiche o a lesioni. Le persone come Peek (in tutto nel mondo ce ne sono una cinquantina) dimostrano, in genere fin da molto piccole, abilita’ eccezionali in determinati campi dello scibile e una memoria eccezionale. Finora, nessuno e’ stato in grado di spiegare con esattezza le singolari caratteristiche di Peek.

Considerate le sue straordinarie capacita’ mentali, molti lo hanno considerato un ”marziano”. Sara’ per questo che la Nasa, l’agenzia spaziale americana, ha deciso nel 2003 di esaminare la sua testa con gli strumenti normalmente usati per studiare gli effetti dei viaggi spaziali sul cervello degli astronauti. Kim e’ stato sottoposto a una serie di test, tra i quali una Tac e una risonanza magnetica, che sono servite a riprodurre una mappa tridimensionale della sua struttura cerebrale.

Gli scienziati della Nasa hanno poi confrontato questa immagine con quelle prese nel 1988 dal dottor Dan Christensen, il neuropsichiatra che seguiva Peek all’Universita’ dello Utah, e vedere quali cambiamenti ci sono stati negli anni. Peek mostrava infatti la sorprendente tendenza a diventare piu’ intelligente con il passare del tempo. Una caratteristica che si sovrapponeva alle gia’ straordinarie qualita’ del soggetto considerato un genio in quimndici differenti discipline del sapere umano.

Il film ”Rain Man – L’uomo della pioggia” del regista Barry Lewinson racconta la storia di Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, che scopre, dopo la morte del padre, che l’unico erede dell’immenso patrimonio familiare e’ Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore.

Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui e’ ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessita’ di Raymond (non puo’ volare, non puo’ fare l’autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casino’ di Las Vegas.

Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all’aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava ”Rain Man” (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale e’ stato privato per tutti questi anni. Charlie decidera’ infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.

fonte adnkronos

Genio e gentilezza da testosterone


Riabilitato l’ormone dell’aggressività

La scienza spezza una lancia a favore del testosterone. Se, da un lato, la sua funzione fisiologica nel corpo dell’uomo non è mai stata messa in discussione, sotto una serie di punti di vista l’ormone maschile per eccellenza si è guadagnato una cattiva fama, finendo sotto accusa con una certa frequenza perché accusato di favorire l’aggressività e una certa propensione verso il rischio. Invece, proprio il testosterone sarebbe all’origine di comportamenti di tutt’altro tipo, tra cui gentilezza, fair play e persino genialità.

Sono queste le conclusioni di un gruppo di studiosi dell’Università di Zurigo (Svizzera), diretti da Christoph Eisenegger, autori di uno studio condotto su 121 giovani donne. Le ragazze sono state divise in due gruppi: le appartenenti al primo hanno ricevuto una dose dell’ormone (pari a 0,5 mg), mentre alle altre è stato dato un placebo. Inoltre ad alcune donne è stato comunicato di essere parte del primo o del secondo gruppo, ma non sempre questo corrispondeva a verità. Nel corso di un gioco basato sulla contrattazione, i ricercatori hanno osservato che le ragazze che avevano effettivamente ricevuto il testosterone si comportavano in modo più gentile, accumulavano meno conflitti e facevano registrare migliori interazioni sociali. Tutti questi atteggiamenti, alla fine, si sono rivelati vincenti nella strategia del risultato da ottenere. Insomma, grazie all’ormone maschile le ragazze-cavia non erano solo più gentili e corrette, ma anche più creative nell’inventare soluzioni ai problemi incontrati. Insomma, erano anche più “geniali”. 

Al contrario, quelle che pensavano a torto di avere preso l’ormone, erano influenzate dalla sua “cattiva fama” e finivano per comportarsi in modo meno corretto e cortese rispetto alle colleghe convinte di aver assunto un placebo; questo atteggiamento, alla fine, le portava spesso a “giocarsi” la ricompensa. I ricercatori, insomma, hanno osservato che la connotazione negativa che si ritiene legata ai maggiori livelli di testosterone sembra abbastanza forte da causare un comportamento sociale negativo: in pratica è sufficiente l’idea di avere in sé un testosterone “da maschi” per modificare in negativo il comportamento nei confronti dei propri simili. Tutto questo è vero anche se l’effetto biologico della sostanza, in realtà, sarebbe proprio l’esatto contrario.

Insomma, lo studio pubblicato su “Nature” boccia il preconcetto che vede da decenni questo ormone legato esclusivamente ad aggressività, egoismo e persino alla propensione alla violenza. Secondo Michael Naef del Royal Holloway di Londra, coautore della ricerca, questa cattiva fama sarebbe invece in parte dovuta al fatto che “gli studi sono stati condotti” finora “su roditori e primati”, non sull’uomo. Negli uomini, ricordano i ricercatori sul quotidiano britannico “Daily Mail”, il testosterone viene prodotto naturalmente e i livelli si riducono con l’aumentare dell’età, comportando un impatto anche forte su sessualità e livelli di energia maschile.

 onte tgcomf