Sempre da soli


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

di Sebastiano Bongiovanni, vice segretarionazionale della UGL Polizia Penitenziaria

La Federazione UGL Polizia Penitenziaria, giudica gravissimo la mancata approvazione dell’emendamento che prevedeva delle somme a favore degli Istituti penitenziari di Noto-Siracusa e di Augusta da parte del Consiglio Provinciale di Siracusa. Da questo atto politico si evince quello che più volte noi abbiamo ribadito, la solitudine a cui è costretto a lottare il personale di Polizia penitenziaria contro i molteplici problemi che li affliggano.

L’UGL P.P. visto il silenzio assordante, vuole ricordare la grave e persistente situazione in cui versano gli Istituti Penitenziari della Provincia e principalmente della C.R. di Augusta, dove il numero dei detenuti ha raggiunto il massimo mai avuto e la carenza di Personale ha toccato oramai una situazione insostenibile, che costringe gli addetti ad enormi  sacrifici ed a vivere una vita poco serena, per poter adempiere i doveri istituzionali comandati quotidianamente e su questo ci dispiace dire che nemmeno Sua Eccellenza il Prefetto ha accolto il nostro grido di dolore e di aiuto.

L’UGL P.P. per tali motivi che ritiene sbagliato il comportamento di qualche Consigliere Provinciale ed anche riteniamo inopportuno e demagogico quando poi le Istituzioni davanti a tragedie umane esprimono giudizi o promesse, quando invece in questi casi a nostro avviso sarebbe meglio tacere.

L’UGL P.P. si augura per il prossimo futuro una maggiore attenzione da parte di tutte le Istituzioni a partire dal Prefetto e augura buone ferie a tutto il Personale di Polizia Penitenziaria ed alle loro famiglie.

Giustizia: protesta penalisti; adesione quasi totale allo sciopero


Adesione altissima, in molti casi pressoché totale, all’astensione dalle udienze proclamata dall’Unione Camere Penali Italiane in segno di protesta per il sovraffollamento carcerario ed il 41bis, e per la legalità della pena. Lo riferisce l’associazione dei penalisti, specificando che l’astensione totale si è registrata a Milano, Venezia, Bari, Palermo, Roma, Modica, Ragusa, quasi totale a Firenze, molto alta a Torino. Nelle sedi in cui l’adesione è stata totale, si sono celebrati solo i procedimenti a carico di detenuti.

“Questa nostra iniziativa – spiega il leader dei penalisti Oreste Dominioni – vuole porre in termini forti e costruttivi il problema del carcere, indicando anche ipotesi di soluzione che diventano sempre più urgenti alla luce dei recenti fatti tragici”. “Le morti in carcere – prosegue Dominioni – hanno una frequenza ormai allarmante ed assolutamente non tollerabile. Per questo vanno incentivate le sanzioni alternative al carcere, rilanciando l’utilizzo delle misure previste dalla legge Gozzini. Vanno irrobustite le strutture rieducative e va recuperata la possibilità del lavoro in carcere. È inoltre necessario ridurre drasticamente il numero di detenuti in attesa di giudizio, che attualmente supera il 60% del totale delle presenze in carcere.

Infine va recuperata la vivibilità ambientale del carcere: non si tratta tanto di costruire carceri nuove, quanto di utilizzare le risorse disponibili per bonificare le carceri esistenti e prevedere istituti riservati ai detenuti in attesa di giudizio”.

La protesta per le condizioni di vita nelle carceri continuerà domani a Napoli con la “Giornata per la legalità della pena”, manifestazione pubblica per il rispetto dei principi costituzionali e delle norme in materia di esecuzione della pena, su iniziativa della Camera Penale di Napoli e de “Il Carcere Possibile Onlus”. Dalle 10, a Piazza dei Martiri, ci sarà “detenuto per un minuto”, una cella virtuale collocata in piazza per sensibilizzare i cittadini sulla realtà carceraria offrendo un reale percorso detentivo, dall’ingresso in istituto alla cella. Verrà distribuito materiale sulle condizioni di vita all’interno del carcere. Alle 15 al Teatro Politeama dibattito sull’emergenza carcere, con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, dell’avvocatura, della magistratura, delle religioni, delle associazioni, dei sindacati, con l’intervento di politici e dei garanti dei diritti dei detenuti.

fonte Apcom

da www.ristretti.it