“Non accontentatevi di sognare il vostro avvenire, ma sforzatevi di costruirlo sin da adesso su basi solide. È “adesso” che conta. L’avvenire è un prolungamento del presente, e il presente altro non è che una conseguenza, un risultato del passato. Tutto è collegato: passato, presente e avvenire non sono separati. L’avvenire sarà edificato sulle fondamenta che state posando
adesso. Se quelle fondamenta sono difettose, è ovviamente inutile attendersi un avvenire eccezionale; ma se sono buone, è altrettanto inutile preoccuparsi. Con tali radici, avrete il tale
tronco, i tali rami e i tali frutti. Il passato è passato, ma ha messo al mondo il presente, e il
presente equivale alle radici dell’avvenire. Quindi, costruite sin da ora il vostro avvenire cercando di migliorare il presente.” Omraam Mikhaël Aïvanhov
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“Terra caliente”
di Tiziana Mignosa
Scorre nelle vene
il desiderio
si mescola al sangue
in questa terra arsa
di passione e tormento.
d’afa e di cicale
dorati granelli
trasporta il vento
sulle tempestose spiagge
delle segrete del cuore.
Cocenti i ruderi
di miti e d’utopie
sulla sensuale terra
degli infuocati tramonti
in riva al mare.
Zagara e salsedine
tra i capelli
leggende sussurrate
sulla pelle
che d’azzurro e di sole
invadono gli occhi.
Svogliati i meriggi
di variopinti frutti
linfa succosa
gocciola lenta
tra le dita.
Cala il silenzio
sul grano bruciato
quando la cicala intona
la solitaria nenia
alla malinconia del cuore.
L’albero della vita
“L’albero, come simbolo dell’Universo, si ritrova nella maggior
parte delle tradizioni spirituali. A partire dalle radici sino ai
frutti, passando per il tronco, le foglie e i fiori, tutte le
creature hanno una funzione da qualche parte su quell’albero…
Tutte le esistenze, tutte le attività e tutte le regioni trovano
posto sull’Albero della Vita.
In epoche diverse dell’anno, le foglie, i fiori e i frutti
cadono dall’albero; si decompongono e diventano humus che a poco a poco viene assorbito dalle radici. Lo stesso vale per gli
esseri. Quando un uomo muore, ritorna alla terra originaria, ma
ben presto riappare da qualche parte sull’albero. Niente si perde
: gli esseri scompaiono e riappaiono incessantemente sull’Albero
cosmico della Vita. ”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
I fiori e i frutti della nostra anima
Le radici, il tronco e i rami… È tutto ciò che resta di un albero
in inverno, dopo che i fiori e le foglie della primavera e i
frutti dell’estate sono caduti. Sono quindi le parti più
materiali che resistono e rimangono in permanenza durante tutto
l’anno, mentre gli elementi più sottili e delicati fanno la loro
comparsa soltanto periodicamente. Infatti, giunto l’anno
seguente, ecco di nuovo le foglie, i fiori e i frutti. Se non si
conoscessero le leggi che reggono la natura, ci si potrebbe
preoccupare di fronte allo spettacolo di tutti quegli alberi
neri e spogli. Ma queste leggi sono conosciute da tutti, e
ognuno aspetta la primavera seguente per vedere la rinascita
della vegetazione.
Facciamo ora un’analogia: a che cosa corrispondono, nella vita
dell’uomo, i fiori, le foglie e i frutti dell’albero? Alle
ispirazioni che lo visitano di tanto in tanto e che sono le
manifestazioni della sua anima e del suo spirito. Le ispirazioni
vengono e poi ci lasciano, e quando ci lasciano, non dobbiamo
scoraggiarci. Avendo la nostra anima e il nostro spirito già
dato dei fiori e dei frutti, essi fioriranno e fruttificheranno
di nuovo. Noi dobbiamo solo lavorare, preparare le condizioni
affinché quei fiori e quei frutti siano sempre più belli, più
profumati, più succulenti. ”
Omraam Mikhaël Aïvanhov