Pasta, frutta, verdura e un bicchiere di vino ogni giorno forse non fanno la felicità ma certamente danno buonumore. La dieta mediterranea fa bene alla salute, anche degli anziani, e questo già era noto, ma una recente ricerca scientifica compiuta ad Adelaide in Australia ha messo in evidenza come l’alimentazione ricca di carboidrati, fibre e vitamine sia fonte di benessere e sia un antidoto alla depressione. Bandita quindi una tavola con pietanze grasse che invece induce il malumore. Il benessere che deriva da pasta, pane, verdure e frutta di stagione si potenzia quando si accompagna a un bel bicchiere di vino, ma senza esagerare. Le buone notizie sulla dieta mediterranea sono analizzate in dettaglio ancora una volta da Coldiretti, che promuove insieme ad altri paesi dell’Unione Europea, la campagna mirata al riconoscimento e alla tutela da parte dell’Unesco della nostra buona tavola.
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Sesso: il desiderio si accende a tavola
ROMA – Mousse a base di granchio e avocado, farfalle con tanto zafferano, scaloppine con abbondante tartufo e cioccolato per dessert: sono alcune delle ricette per organizzare una cenetta ad hoc per risvegliare nelle donne il desiderio e la fertilità. Al bando, invece, fast food e conservanti. I suggerimenti sono contenuti nel libro di cucina ‘Cibo e sesso’ (Intermedia editore), che ha il bollino della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) ed è disponibile gratuitamente sia rivolgendosi all’editore o alla Sigo, che via internet, dal sito http://www.sceglitu.it.
Presentata a Roma, la raccolta di 30 ricette, fatta in collaborazione con la Bayer, promette di risvegliare il desiderio con un occhio alla salvaguardia della fertilità. Tra gli alimenti ‘hot’ oltre a peperoncino e molluschi, raccomandati gli asparagi, la rucola, i fichi, il miele. Da bocciare invece i troppi conservanti, gli zuccheri raffinati e i grassi saturi. Ma occhio anche ad alcool e caffé e soprattutto alle dosi: l’eccessiva quantità stronca l’eros. “Gli alimenti conservati e mangiare troppo velocemente provocano un’intensa eccitazione cerebrale – ha spiegato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica del San Raffaele Resnati di Milano – che però è dannosa per la libido: aumenta infatti l’irritabilità. Non a caso oggi si assiste ad un fenomeno nuovo, l’ansia da prestazione femminile: ne soffre l’11% delle donne sessualmente attive. Attenzione quindi – ha concluso – non solo a cosa si mangia ma anche a come”. Oltre alle ricette, la guida contiene i consigli dei ginecologi su come restare in forma, le tabelle con i valori nutrizionali dei cibi e quelle del consumo calorico. E piccoli trucchi pratici come non ungere la teglia ma preferire la carta da forno, usare poca acqua nella bollitura, evitare di scongelare e ricongelare i cibi, scegliere frutta e verdura di stagione.
fonte ANSA
I succhi di frutta fanno ingrassare
di Matteo Clerici
Buoni ma con un insidia. Nonostante il loro gradevole sapore, i succhi di frutta (come le altre bevande zuccherate) provocano un aumento di peso.
Questo è il risultato di una ricerca della Pennsylvania State University (Usa), guidata dalla dottoressa Laura Fiorito e pubblicata dal “American Journal of Cinical Nutrition”.
La dottoressa ed i suoi colleghi hanno lavorato con 166 volontari (bambine e ragazze dai 5 ed i 15 anni), osservandone abitudini alimentari, in particolare quali bevande venivano assunte.
Gli scienziati hanno così scoperto come se i gusti dei soggetti si concentravano su latte o su succhi di frutta al 100% e non zuccherati, il peso restava nella norma. Al contrario, se le giovani assumevano 1-2 bevande con zucchero al giorno erano caratterizzate da maggiori percentuali di grasso corporeo e più rilevanti probabilità di essere in sovrappeso rispetto alle coetanee che non raggiungevano tale quota.
Più precisamente, la dottoressa Fiorito spiega come la percentuale di la percentuale di ragazze in sovrappeso era del 39% tra quelle di 5 anni e del 32% tra quelle di 15 anni. Se invece si gustava una sola bibita zuccherata al giorno, la percentuale calava al 16% (5 anni) e 19% (15 anni).
Fonte:
Laura M. Fiorito, Michele Marini, Lori A. Francis, Helen Smiciklas-Wright, and Leann L. Birch, “Beverage intake of girls at age 5 y predicts adiposity and weight status in childhood and adolescence“, American Journal of Clinical Nutrition, Ottobre 2009
I cibi grassi fanno male al cervello
di Matteo Clerici
Una dieta troppo ricca di grasso non è “solo” portatrice di di obesità, diabete e malattie cardiovascolari: tale modo di mangiare ostacola il funzionamento del cervello.
A sostenerlo è uno studio dell’Università di Oxford (Gran Bretagna), diretto dal professor Kieran Clarke e pubblicato su Journal.
I ricercatori spiegano come grandi quantità di junk food fanno salire i livelli di una proteina cattiva, responsabile di danni al cuore, ridotta efficienza fisica e declino delle capacità cognitive.
Tale idea è condivisa da altri studiosi, tra cui Alan Maryon-Davis, presidente della UK Faculty of Public Health, che spiega: “Una dieta ad alto contenuto di grassi invia un messaggio di sazietà al cervello che ci fa sentire appagati e ci spinge quindi a non cercare più il cibo. È come se il nostro istinto di sopravvivenza fosse spento o messo a riposo, e insieme a lui il cervello“.
Per avere una mente sana in un corpo sano, perciò, bisogna seguire un altra strada perché, ricorda ancora Clarke: “Un’alimentazione ricca di grassi, anche per brevi periodi, può influire notevolmente su mente e corpo. Dopo un’abbuffata bisognerebbe compensare con una giornata di sana alimentazione“. In particolare Clarke e collaboratori consigliano di mangiare molta frutta e verdura, non esagerare con le calorie e limitare l’assunzione di grassi al 30% del fabbisogno giornaliero.