Dal carcere di Spoleto: malasanità in carcere


  di  Carmelo Musumeci – Carcere di Spoleto

Lettera aperta a Francesco Ceraudo,  Presidente Associazione Nazionale Medici Penitenziari.

 In carcere per non affogare devi lottare, devi lottare per qualsiasi cosa … e scrivere per far sentire la tua voce.

Nell’Ordinamento Penitenziario, all’articolo 11,  si legge:

“L’assistenza sanitaria è prestata, nel corso della permanenza nell’istituto, con periodici e frequenti riscontri, indipendentemente dalle richieste degli interessati.”

Invece, la sanità in carcere è cattiva, mostruosa e sadica.

Sono un ergastolano, un uomo ombra con l’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio, di cinquantaquattro anni e da quasi venti in carcere.

Passavo le mie giornate in carcere studiando, leggendo, scrivendo e facendo tutte le mattine, nell’orario dell’aria, una corsa di un’ora intorno al cortile del passeggio.

Correvo tutti i giorni, con il sole, il vento, la pioggia e a volte con la neve in faccia.

In questi anni, per almeno un’ora al mattino, mi sono sempre sentito un uomo libero perché i miei pensieri hanno sempre corso insieme alle mie gambe scavalcando il muro di cinta.

Dal mese di luglio 2009 non posso più correre: un problema al ginocchio mi sta impedendo di svolgere qualsiasi attività fisica.

Dal mese di luglio 2009 ho chiesto una risonanza magnetica o una semplice visita ortopedica,  senza mai aver avuto nessun riscontro dall’attuale Dirigente Sanitario dell’Istituto.

Mi dicono che c’è d’attendere, che anche fuori i liberi cittadini attendono. Probabilmente è la verità, ma in carcere si campa con poco, con niente si muore: quella corsa che facevo al mattino mi teneva in vita.

Per almeno un’ora, quella corsa mi faceva sognare di correre nei campi pieni d’erba o nella sabbia delle spiagge del mare di dove sono nato.

Quella corsa mi aiutava a fuggire dalla mia pena che non avrà mai fine.

Ora le mie giornate sono ancora più tristi e vuote e la notte non riesco a dormire bene.

In tutti questi mesi ho chiesto a tutti e ho sollecitato a medici e a direttori, ma ancora nulla!

Chiedo solo, dopo oltre dieci mesi, una visita ortopedica e una risonanza magnetica per sapere che cosa ha il mio ginocchio  e se ho la speranza di essere curato per ritornare un giorno a correre!