Solidarietà dei detenuti ai lavoratori della Fiat di Pomigliano dal carcere di Spoleto


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Molti di noi sono in carcere, e siamo quasi tutti del Sud, perché fuori, da giovane, non abbiamo trovato un lavoro.

Mario Pontillo dello Sportello di Segretariato Sociale sul Carcere presso il Circolo PRC Fratelli Cervi di Roma ci ha inviato dei volantini dei lavoratori della Fiat di Pomigliano ed ecco che è scattata subito l’idea di firmare un documento di solidarietà ai lavoratori.

La stragrande maggioranza dei detenuti in carcere è in “ozio istituzionale” e quei pochi detenuti che lavorano sono sottopagati, sfruttati e non hanno nessuna copertura sindacale.

Il lavoro in carcere nella sua accezione più ampia svolge una duplice funzione: ua personale, perché serve alla realizzazione umana e al sostentamento materiale del detenuto, e una sociale, perché facilita l’inserimento di un cittadino che ha sbagliato e che sta pagando il debito alla società.

Dal lavoro in carcere devono scaturire vantaggi anche d‘ordine psicologico e sociale e il detenuto deve essere avviato al lavoro non tanto per essere sottratto all’ozio avvilente quanto perché il lavoro è un dovere sociale, è un diritto costituzionale, perché è un essenziale strumento di rieducazione e di reinserimento sociale.

L’ozio forzato non fa parte della pena cui siamo stati condannati ma è un’afflizione aggiuntiva che nessun tribunale ci ha elargito

Ma se il lavoro in carcere è importante nel mondo libero lo è ancora di più, per questo abbiamo deciso di dare la solidarietà ai lavoratori della Fiat di Pomigliano.

I detenuti e gli ergastolani del carcere di Spoleto ricordano ai padroni e agli azionisti della Fiat che l’uomo è e vale specialmente per quello che fa, non per quello che ha o per le azioni che possiede.

Telefono Azzurro: palermitane ignorate protestano sul campanile di San Saverio


di Giorgia Cavera

Nessun giornale, nessun programma televisivo di denunce o di protesta. Nulla. Il silenzio.

C’è il silenzio sulla protesta di alcune donne palermitane che hanno recentemente perso il lavoro. Tanto si è parlato degli operai di Termini Imerese, forse perchè la Fiat fa sempre inevitabilmente notizia, ma di queste persone mandate a casa senza alcun motivo?

33 operatori del servizio «114 Emergenza Infanzia» del Telefono Azzurro occupano pacificamente il campanile della chiesa San Saverio, dallo scorso martedì. Un piccolo megafono, striscioni di protesta pendono sulla facciata della chiesa, dato che dal 31 dicembre scorso sono stati sostituiti nelle loro funzioni da giovani poco esperti reclutati dal servizio civile.

La mancanza di fondi, addotta dall’Associazione, come causa del mancato rinnovo del contratto non sembrerebbe essere reale secondo quanto dichiarato dal segretario regionale della Fisascat Cisl, Mimma Calabrò, che chiede dove siano finiti i soldi stanziati dalle istituzioni tra cui 1,2 milioni erogati dal ministero delle Pari Opportunità, e soprattutto i 2 milioni di euro donati dal sultano dell’Oman.  

E quindi, dove sono finiti i soldi? Ovviamente tutto tace!

da www.palermo.blogsicilia.it