Cultura: la ‘fortuna’ argomento del ‘festivalfilosofia’ di Modena


Duecento appuntamenti gratuiti in tre giorni per riflettere sul significato di ”fortuna”. Oltre 50 lezioni magistrali affidate a grandi protagonisti del pensiero contemporaneo, mostre, concerti, spettacoli, letture, iniziative per bambini e cene filosofiche: e’ cio’ che propone la decima edizione del festivalfilosofiadi Modena, Carpi, Sassuolo, in programma da venerdi’ 17 a domenica 19 settembre in 40 luoghi delle tre citta’. La manifestazione, che lo scorso anno ha registrato oltre 150 mila presenze, e’ organizzata dal ”Consorzio per il festivalfilosofia”.

Il programma del festival sara’ presentato mercoledi’ prossimo alle 11.30 nella sede dell’Associazione Stampa Estera di Roma, in via dell’Umilta’ 83/C. Interverranno: Remo Bodei, professore alla University of California di Los Angeles, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia; Tullio Gregory, accademico dei Lincei, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia; Giorgio Pighi, sindaco di Modena e presidente del Consorzio per il festivalfilosofia; Luca Caselli, sindaco di Sassuolo; Enrico Campedelli, sindaco di Carpi; Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione, in rappresentanza di Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena; Michelina Borsari, direttore del festivalfilosofia; Franco Tazzioli, presidente del Consiglio direttivo del Consorzio per il festival filosofia. Inoltre, e’ previsto un intervento video di Alessandro Bergonzoni.

fonte Adnkronos

Cinema: migrazioni e culture locali al festival di Riace (RC)


Quattro giorni di proiezioni ed eventi sul tema delle migrazioni nel paese dell’Accoglienza che ha ispirato l’ultimo documentario di Wim Wenders – un concorso per filmakers con 100 opere pervenute da tutta Italia e dall’estero – un importante dibattito con esperti sul tema degli appalti pubblici in Calabria – un incontro con i responsabili dei progetti di Accoglienza di Riace e Caulonia – presentazioni di libri e proiezioni fuori concorso degli ultimi lavori di Wim Wenders ed Edoardo Winspeare. Il tutto alla seconda edizione di A-Accoglienza Riaceinfestival la cui inaugurazione avverra’ il prossimo 20 maggio con la proiezione di ”Sotto il Celio Azzurro” di Edoardo Winspeare, documentario recentemente uscito nelle sale sull’intercultura e sulla prevenzione del disagio sociale girato nella piccola scuola materna Celio Azzurro di Roma in cui, dai primi anni ’90, e’ stato sperimentato un intelligente modello di educazione multiculturale che abitua i piu’ piccoli al dialogo tra le culture. La scuola oggi ospita 45 bambini di eta’ prescolare appartenenti a 32 nazionalita’ diverse.

La sera del 21 maggio sara’ invece presentato in una delle sue prime proiezioni pubbliche (la prima nella provincia di Reggio Calabria) “Il volo” di Wim Wenders, primo filmato di produzione italiana in 3D girato quasi interamente a Riace che ha come tema centrale le esperienze di Accoglienza di alcuni paesi della Locride. A-Accoglienza Riaceinfestival, Festival delle migrazioni e delle culture locali di Riace, e’ una manifestazione nata proprio sull’onda della politica di accoglienza e reinsediamento dei rifugiati e richiedenti asilo politico che l’amministrazione comunale del paese dei Bronzi sta attuando da alcuni anni con risultati molto positivi insieme ai comuni di Caulonia e Stignano.

fonte Adnkronos

Riflessione scherzosa su una contraddizione linguistica… del Festival di Sanremo (di una che non vede TV da più di dieci anni!!!)


Sempre nell’ambito della mia linguistica…follia

mi sono divertita a cercare l’etimologia

di una parola in questi giorni così utilizzata

si potrebbe dire che è quasi …abusata:

la parola “FESTIVAL” è inglese

ma proviene dal francese

che dal latino “FESTIVUS” lo deduce

e questo all’italiano ci conduce…

dato che Sanremo dicono sia la vetrina dell’italica canzone

che ne direste se trovassimo di “FESTIVAL” una nostrana traduzione?

Unità d’Italia: si parte da Firenze con rassegna teatro italiano


Un festival che celebra il ‘Teatro italiano nel mondo’, e che sotto la regia di Gianni Letta unisce la grande passione del sottosegretario per il palcoscenico e le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Il primo appuntamento in vista del 2011 si terrà dunque a Firenze, grazie ad un progetto ideato e diretto dal regista Maurizio Scaparro. Un’iniziativa a cura dell’Ente teatrale Italiano che porterà al “Teatro della Pergola” e nella città che fu già capitale d’Italia, sguardi e lingue di altri paesi per raccontare attraverso eventi internazionali, spettacoli e incontri la nostra cultura e la sua vitalità nel panorama mondiale, dalla nascita della nazione all’attuale società multietnica. L’iniziativa è stata presentata oggi a Palazzo Chigi, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e lo stesso Scaparro. La scelta del teatro si inserisce, ha spiegato Letta, nella rimodulazione del programma delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità attuata dal Governo, “sia perchè aveva assunto attraverso le opere pubbliche un impegno eccessivo rispetto a risorse disponibili, sia perchè si è pensato di dare un taglio più popolare per far conoscere il processo unitario, la sua storia, e il risultato dell’unità che oggi viviamo. Soprattutto attraverso Tv, teatro, cinema, fiction, giornali, il Governo ha voluto portare le celebrazioni sul piano della conoscenza perchè gli italiani possano vivere questo appuntamento conoscendo la storia”. Per 15 giorni, dunque, saranno presentati a Firenze spettacoli di autori italiani classici e contemporanei in prima assoluta, messi in scena da attori provenienti da diversi Paesi, nelle rispettive lingue. Parallelamente si inizierà a costruire un archivio audiovisivo della Memoria del Teatro italiano nel mondo dal Risorgimento ad oggi, con un archivio multimediale degli attori italiani. Alla fine de 2010 è previsto l’allestimento di una mostra su Eleonora Duse, mentre a maggio 2011 Firenze ospiterà un campus internazionale sul teatro italia.

fonte APCOM

Mario Incudine porta la Sicilia al festival di Sanremo


Per la prima volta nella storia la lingua siciliana sale sul palcoscenico del Festival di Sanremo e lo fa grazie alla voce di Mario Incudine, cantautore ennese scelto dal “big” Nino D’Angelo per cantare in dialetto “siculo” alcune strofe del suo nuovo lavoro musicale dedicato al Sud. “Jammo Jà” è il titolo del brano, ancora inedito, che verrà cantato dallo stesso D’Angelo insieme con Maria Nazionale nel corso della gara canora trasmessa in diretta mondiale su Raiuno dal 16 al 20 febbraio, e per espressa volontà del cantautore napoletano la canzone verrà reinterpretata a più voci nel corso della terza serata del festival dedicata agli ospiti. Per ripresentare “Jammo Jà” in nuova veste, Nino ha chiamato a raccolta all’Ariston le voci più rappresentative delle regioni del Sud d’Italia e per cantare la Sicilia ha voluto proprio Incudine, una delle voci più interessanti del nuovo fermento isolano, realtà che incarna la tradizione e l’innovazione della nuova musica siciliana e ambasciatore delle tradizioni sicule nel mondo. Le lingue regionali del Meridione dello Stivale saranno allora le vere protagoniste in questo intervento: assieme alla Sicilia, ci saranno anche i rappresentanti delle terre laziale, lucana, calabrese, salentina e sarda, tutte voci che confluiscono nell’Orchestra popolare italiana diretta da Ambrogio Sparagna, che sarà a Sanremo accanto a Nino D’Angelo con il suo organetto.
In quest’edizione festivaliera salutata come “l’edizione aperta ai dialetti d’Italia”, solo il brano di D’Angelo porta il marchio delle lingue regionali ed è per questo che lo “scugnizzu” ha scelto di fare un omaggio corale alle tradizioni popolari del Meridione, unite per cantare l’amore e il riscatto sociale del Sud. «Ogni interprete – spiega Incudine – ha scelto con cura le parole della canzone di Nino da tradurre nel proprio dialetto affinché potessero rappresentare al meglio l’anima delle diverse regioni. Cantare in siciliano a Sanremo è per me motivo di grande orgoglio, salirò sul palco a nome di tutti i siciliani che credono nella forza e nel rilancio della nostra lingua e della nostra musica».
Incudine arriva a Sanremo dopo aver trionfato al decimo Festival della nuova canzone siciliana con il brano “Salina”. E proprio domani, giovedì 28 gennaio alle 21, andrà in onda su Antenna Sicilia la serata di gran gala dell’undicesima edizione dello stesso festival, trasmesso dal teatro Abc di Catania e condotto da Salvo La Rosa. Il cantautore ennese, invitato a partecipare anche a questa edizione dopo il successo ottenuto lo scorso anno, eseguirà fuori concorso il brano “Mukascia”. In gara si presenta invece con un altro brano di impegno sociale, “Duminica matina”, testimonianza-confessione di un imprenditore che rifiuta il pizzo, tratta da una storia vera. Ad eseguirlo assieme a Mario, Franco Barbarino alle corde, Antonio Putzu ai fiati, Antonio Vasta all’organetto, Emanuele Rinella alla batteria, Pino Ricosta al basso e Riccardo Laganà alle percussioni.

da www.livesicilia.it

Giuseppe Cucè e la sua “ROSA” per Sanremo


Grande opportunità quella che il destino ha riservato a Giuseppe Cucè: entrare nella “rosa” dei possibili partecipanti del Sanremo 2010.

Il cantautore catanese si presenta alla giuria della rassegna musicale ed al suo pubblico con un brano inedito scritto a quattro mani con il chitarrista Antonio Masto dal titolo: “Rosa”.

Si tratta di una scelta delicata ed impegnata non solo per la tematica trattata ma anche per lo stile musicale scelto. Tema purtroppo, sempre attuale per il quale già grandi cantautori del panorama musicale italiano hanno speso parole e musica: ognuno a suo modo.

Ed il cantautore catanese vuole essere vicino alle donne con la sensibilità, la passione e la sicilianità che contraddistinguono il suo stile. E’ un’opera cantautorale composta “di getto” che “prepotentemente” si fa strada dal profondo dell’anima dell’autore il quale, attraverso questo brano, fa emergere tutta la sua rabbia. Ma lo stesso Cucè non si rassegna anzi esprime il desiderio di voler cambiare le cose cercando, con il proprio lavoro, di risvegliare gli animi femminili scuotendo le coscienze e sottolineando il messaggio fondamentale che “il silenzio” è la forza della violenza.

Rosa” è essenzialmente una ballata nella quale l’autore affronta la delicata tematica della “violenza sulle donne” con “saudade” e “fado” tipici del suo stile. Suggestivo ed intenso è il verso centrale del brano: “come una rosa tu in un deserto non morirai non morirai nonostante la pioggia che non ci sarà”.

Sono tante le motivazioni che spingono a scrivere una canzone svelando, il più delle volte, la parte più intima di te stesso.

Oltre ad Antonio Masto, coautore e chitarrista, hanno suonato con Giuseppe Cucè: Francesco Bazzano (batteria e percussioni); Marco Carnemolla (basso); Adriano Murania (violino) ed Alessandro Longo (violoncello).

Per la partecipazione a Sanremo 2010 verranno selezionati solo i brani più ascoltati e più votati online sul sito Rai (http://www.sanremo.rai.it) (selezionare la sezione “Nuova generazione” e quindi cliccare su “Giuseppe Cucè”). La votazione è gratuita e per essere effettiva è indispensabile selezionare le 5 stelline per il gradimento.

Ora più che mai è necessario il supporto del pubblico che ha seguito numeroso Giuseppe Cucè in questi mesi senza fargli mancare l’affetto e la stima.

http://www.youtube.com/watch?v=ZgZK3LiY81g

Link diretto al sito della votazione:  http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4f444c67-b7c0-4aac-963b-5fc0481337d8.html?p=4

Romapoesia festival 2009


di Anna Astrella

Il Romapoesia festival cambia pelle. Ogni anno di più. E la parola diventa quasi performance pura. Quello in arrivo si prospetta dunque in città come un week-end all’insegna della poesia interattiva, ospitata al nuovo cinema Aquila, al Pigneto, dove da domani a domenica il festival, giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione, si trasforma in film festival e rilancia DOCtorCLIP, il primo concorso italiano di video-poesia.
Le serate in programma sono tutte a ingresso gratuito e l’apertura, domani alle 22 è affidata a Ipologica, una performance audio-video nata dalla collaborazione tra due musicisti romani, Giulio Maresca e Fabio Sestili, con Bruno Capezzuoli, esperto di elettronica multimediale. Alle 23,30, invece, riflettori puntati su The United States of poetry, di Mark Pellington, un caleidoscopio in cinque parti sulla poesia d’avanguardia e la cinematografia.
Dopodomani, sabato, si inizia già nel pomeriggio, alle 17,30, con il Melting pixel di Elena Chiesa, un’ampia selezione di proiezioni tra poesia, video arte e musica; si prosegue poi con un omaggio alle opere di Gianni Toti, Ballata del Futuremoto, di Marco Palladini; mentre alle 20 è attesa la performance del poeta italoamericano John Giorno, che ha scritto e interpretato Nine poems in Basilicata: nove poesie e nove diverse location della Basilicata, regione dalla quale sono emigrati gli antenati di Giorno.
Domenica alle 17.30 l’appuntamento è con Poeti per la regia di Toni D’Angelo con Biagio Propato e Salvatore Sansone, a seguire il concerto di Aldo Brizzi e Reis, una nuova voce che arriva dal Brasile. Alle 20,30 si chiude con La parola e le altre, con musica di Luigi Cinque e Paolo Damiani, e video fondali di Giacomo Verde.
«Il Romapoesia è un appuntamento storico che ha prodotto un nuovo modo di fare poesia – ha commentato l’assessore alla Cultura di palazzo Valentini, Cecilia D’Elia – e va sottolineato che questa edizione non si svolge solo a Roma ma coinvolge tutto il territorio metropolitano e anche le scuole con gli appuntamenti di Frascati, Palestrina e Zagarolo».

da www.ilgiornale.it

CULTURA. DeScritto, l’editoria indipendente ha il suo festival


Dal 5 al 7 novembre, dalle 10 alle 22, l’Ex Monastero dei Benedettini ospiterà reading, presentazioni, spettacoli, mostre ed eventi culturali

editoria indipendente“La Cultura è Futuro”: è questo lo slogan del festival dell’editoria indipendente DeScritto promosso dalla casa editrice Villaggio Maori, che si svolge da giovedì 5 a sabato 7 novembre al Monastero dei Benedettini.

Il festival (quella del 2009 è l’edizione “Zero”) ospiterà case editrici, librerie e associazioni nel corso di incontri, “Caffé Letterari” e dell’happening Èdomani. Tre giorni in cui l’incontro sarà motivo di confronto, a cominciare dai due manifesti “La Cultura è Futuro” (sottoscritto dai “complici illustri” Mauro Pagani, Lella Costa, Giancarlo De Cataldo, Nando dalla Chiesa, Umberto Fiori) e “L’editoria indipendente non a pagamento”, per proseguire con la questione della “Matrice Mediterranea” e adottando la battaglia sui beni confiscati promossa da Libera (che patrocina con Archeoclub d’Italia) sostenendo l’appello di Carlo Lucarelli e Politicamente Scorretto “Nei forzieri della mafia un tesoro per la cultura”.

 Per visualizzare il programma clicca qui

Ecco il comunicato ufficiale dell’organizzazione:

“La Cultura è Futuro”: questo lo slogan a voce alta di un festival che nasce come risposta vitale al contesto, promosso da un manipolo di trentenni e dalla loro casa editrice indipendente Villaggio Maori, scegliendo come emblematico centro propulsivo il bellissimo Monastero dei Benedettini oggi sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania.

Un’occasione da vivere “di persona” per sviscerare assieme forti questioni, da rilanciare nuovamente su di un orizzonte che sembra aver dismesso dal proprio linguaggio -e quindi dalla mentalità- concetti necessari e fondanti come “Cultura” e “Futuro”.

Un festival che fin da subito gioca d’anticipo prendendo la rincorsa (quella del 2009 è l’edizione “Zero”) e che si dipanerà in una zona fieristica, ospitando case editrici, librerie e associazioni nell’affascinante Chiostro di Levante riaperto in esclusiva, in Aula 1 per gli Incontri, nel Caffé Letterario per le presentazioni dei libri e in Aula Magna per l’Happening “Èdomani” scritto cucendo i contributi degli studenti di tutto il Paese.

Tre giorni vividi come il potenziale dell’Italia, in cui l’incontro sarà motivo di confronto, a cominciare dai due manifesti “La Cultura è Futuro” (sottoscritto dai Complici Illustri Mauro Pagani, Lella Costa, Giancarlo De Cataldo, Nando dalla Chiesa, Umberto Fiori) e “L’editoria indipendente non a pagamento”, per proseguire con la questione della “Matrice Mediterranea” e adottando la battaglia sui Beni Confiscati promossa da Libera (che patrocina con Archeoclub d’Italia) sostenendo l’appello di Carlo Lucarelli e Politicamente Scorretto “Nei forzieri della mafia un tesoro per la cultura”.

La Complice Illustre dell’Edizione Zero è Lella Costa, che parteciperà all’happening “Èdomani” (con Francesco Moneti dei Modena City Ramblers) e all’incontro “La Cultura è Futuro”.

Un festival per riprenderci la meravigliosa Italia, pungolandola dai nervi più scoperti: i tagli alla Cultura e all’Istruzione, l’antimafia e la difesa dell’ambiente, il multiculturalismo e la libertà di stampa. Per farle ribattere il ritmo cardiaco e intellettuale prorompendo dagli ambienti universitari, da una città simbolo al contempo della creatività vulcanica e del cratere di un clamoroso dissesto finanziario comunale: dalla voglia sana e sveglia delle parole e del suono che fanno, quando si torna a credere e investire in quello che abbiamo e si rimettono in moto gli ingranaggi di ciò che possiamo e dobbiamo.

 da www.vita.it

Roma in tripudio per Meryl Streep


meryl streepROMA – E’ stato un vero e proprio tripudio quello di Meryl Streep, Marco Aurelio alla carriera 2009, all’incontro con il pubblico di stasera al Festival di Roma. La sala Sinopoli strapiena oltre ad accoglierla con una standing ovation (era in un elegante e semplice vestito nero, con una spilla di diamanti sull’abito e i capelli raccolti), le ha riservato nella conversazione, durata oltre un’ora, moderata da Antonio Monda e Mario Sesti, una decina di applausi a scena aperta. Spesso gli applausi sono partiti sulle scene dei suoi film, da Il cacciatore a Il diavolo veste Prada, fino a Mamma Mia! su cui il pubblico ha battuto le mani a tempo con Dancing Queen cantata dall’attrice. Altre volte gli spettatori hanno applaudito alla straordinaria verve dell’attrice, che ha alternato riflessioni sul proprio lavoro a imitazioni, ricordi, battute.

Fra i momenti più divertenti, la sua imitazione di Robert De Niro, mentre spiegava il suo rapporto con lui: “Non parla mai di sé, se lo fa non è mai in maniera compiaciuta, è molto modesto, siamo grandissimi amici da così tanti anni – ha spiegato -. Con il Tribeca Film Festival, che ha creato, ha contribuito a ridare vita al centro di New York dopo l’11 settembre. Sa di tutto. Nell’epoca del BlackBerry gira con le tasche piene di pezzetti di carta con i numeri di chiunque. Se li perdesse forse il mondo rischierebbe la destabilizzazione perché ha numeri di presidenti e criminali”. L’attrice poi ha regalato un altro momento esilarante commentando il fischio che continuava a procurare il suo microfono: “Numero 3 – ha letto sulla base -. E chi è il numero 1?” ha detto in italiano. Poi ha aggiunto in inglese: “Ultimamente io e la tecnologia non andiamo molto d’accordo. Ho comprato un computer due anni fa che è morto, due mesi fa ne ho comprato un altro… morto pure quello, e lo stesso per l’Iphone, e anche il telefono a casa non sta un granché. Forse ho in me un campo magnetico che mi permette di raccogliere accenti, tic e manie delle persone”. Al che, parlando proprio della sua capacità nell’imitare gli accenti, è passata da quello di una donna italiana a quello di una “chiacchierona americana”. Fra i film che ha commentato c’é stato anche Manhattan di Woody Allen: “Ho lavorato tre giorni su quel set, è stato come una meteora, ma Woody Allen mi ha dato lo stesso un suggerimento che non ho mai dimenticato: ‘Puoi pronunciare la battuta come l’ho scritta?’… Solo quello”. Infine un accenno alla precarietà della vita, che secondo lei ci accomuna tutti: “Puoi fare il tuo nido più sicuro che puoi e essere la persona migliore che puoi, ma non possiamo mai sapere come le cose andranno a finire. E questo riguarda costantemente soprattutto gli attori, sempre colti di sorpresa, anche quando di tratta di fare il 6o ciak o come è successo a me nell’ultimo film, il 36/o”. Prima dell’incontro ha riscosso grande successo anche I knew it was you, il documentario dedicato a John Cazale, il grande attore scomparso prematuramente nel 1978, che è stato compagno della Streep in quegli anni.

HO 60 ANNI E AMO CIBO E SESSO

ROMA – “Ho sessant’anni” dice a un certo punto Meryl Streep in perfetto italiano e poi, più avanti, parlando del segreto della felicità, “basta avere l’amore, il sesso e il cibo e un tetto sopra la nostra testa”. Queste solo alcune delle verità di Meryl Streep a Roma, in una conferenza stampa strapiena in cui l’attrice ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che è davvero perfetta anche in quanto a spirito e ironia.

L’attrice, che è al Festival di Roma per presentare la commedia-culinaria fuori concorso ‘Julie & Julia’ di Nora Ephron e per ricevere anche il Marco Aurelio d’oro alla carriera, parla poco del film che la vede nei panni di una legnosa e impacciata cuoca dalla voce altisonante, ovvero in quelli di Julia Child autrice negli anni Cinquanta di un libro di ricette francesi ancora un bestseller (49/ma edizione) negli States. Nel film – nelle sale italiane da domani in 200 copie distribuite dalla Sony – anche Julie Powel (Amy Adams),una trentenne che nel 2002 si mette sulla strada della famosa cuoca e apre un blog per rifare le sue 524 ricette nell’arco di un anno.

“Il personaggio di Julia – dice a un certo punto l’attrice – é un po’ un omaggio a mia madre che era della stessa generazione della Child. Aveva anche mia madre quella grande voglia di vivere che quando entrava in una stanza la illuminava”. E’ d’accordo con il Papa quando dice che non si deve aver paura e scherzando dice:”proprio come il mio personaggio che non deve temere di dissossare l’anatra”. L’attrice che ha avuto quindici nomination all’Oscar e ne ha vinti due (‘Kramer contro kramer’ e ‘La scelta di Sophie’) non pensa che ‘Julie & Julia’ non abbia il diritto di correre per il prestigioso premio in quanto commedia. “Non mi sembra solo una commedia, nel film ci sono molti altri aspetti. Comunque dei premi devo dire in assoluto non mi interessa molto”. Comunque Meryl Streep sembra preoccupata per le sue due figlie attrici (Mamie e Grace Gummer). “Io sono stata fortunata, perché la mia carriera è stata diversa da molte altre. Non mi sono mai dovuta concentrare sulla bellezza, ho sempre pensato che un’attrice dovesse plasmare un suo personaggio. Capisco ora – ha detto l’attrice – l’ansia e l’attenzione costante che le giovani attrici devono avere per la bellezza. Devono essere magre, bellissime, e mi preoccupo per le mie figlie, che devono sottostare a questo”.

Non è vero poi che Sophia Loren la odierebbe perché le avrebbe strappato il ruolo di protagonista nel film di Clint Eastwood, ‘I ponti di Madison County’. “A me non risulta – dice l’attrice -, l’ho appena incontrata e mi ha abbracciata, una cosa che mi ha riempito di gioia. Ammiro tantissimo la Loren e devo dire – ha precisato, ammiccando – che ha colpito anche molto mio marito”. Una battuta, infine, anche su Roman Polanski: “Posso solo dire che mi dispiace sia ancora in carcere”. Tra le cose che amerebbe fare anche un film con Martin Scorsese “se mai – dice scherzando – lui si deciderà a mettere al centro del suo lavoro una donna, ma non so se avrò tempo abbastanza per aspettare che accada”.

fonte ANSA

Evelyn Famà prima per la giuria al Festival Nazionale del Cabaret 2009 a Torino di Daniela Domenici


evelyn famàIeri vi abbiamo parlato del duo comico siciliano al femminile Tina & Pica, cioè Eliana Esposito e Amalia Contarini, che hanno ottenuto il primo posto nel Premio del Pubblico al 18° Festival Nazionale del Cabaret a Torino lo scorso 10 ottobre .

Oggi vogliamo dedicare qualche parola all’altra artista siciliana in gara, Evelyn Famà, che ha vinto il Premio della Giuria composta, come vi abbiamo riferito nel nostro precedente resoconto, da nomi di grande rilievo del mondo del cabaret e dei media sia televisivi che della carta stampata che del web (a questo link le foto e il video della premiazione di Evelyn http://www.evelynfama.com/curriculum.php ).

Evelyn ha vinto proponendo uno dei suoi cavalli di battaglia, che abbiamo già avuto il piacere di applaudire nel suo “one-woman-show” al teatro catanese Tezzano “Morir di fama” nella scorsa stagione teatrale: il gramelot, forma artistica creata e portata al successo da Dario Fo.

E tra pochi giorni, sulla scia di questo riconoscimento appena ottenuto a Torino, Evelyn tornerà a Catania per riproporre il suo spettacolo così particolare in cui dà prova sia di abilità vocale che di agilità fisica non comuni che, insieme, suscitano l’ilarità del pubblico.

Due presenze siciliane e femminili al Festival Nazionale del Cabaret di Torino entrambe vincenti quelle di Tina & Pica e di Evelyn Famà, un segnale molto indicativo della forza dirompente della comicità delle donne (Littizzetto docet!!!)e, in particolare, con la marcia in più della “sicilianità”.