Una festa speciale


Ricevo dalla mia ex comunità dell’Isolotto a Firenze queste parole di riflessione  che pubblico per essere loro vicina almeno così 🙂

Si farà una festa di bambini assai particolare domenica prossima 13 giugno alle 10.30 alle Baracche dell’Isolotto, via degli Aceri 1 a Firenze.
 
Si farà festa di accoglienza per un neonato, Neri, sia con l’acqua che con le parole che nella tradizione cristiana significano il battesimo, perché la comunità possa essere lo specchio della sua vita: aperta, accogliente e piena di affetti e di scambi, capace di essere felice con poco e con tutti.
Si farà festa di passaggio per un gruppo di bambini e bambine, festa di “comunione” in senso pieno, che significa riconoscersi nello spirito dell’esperienza comunitaria che ognuno e ognuna di loro poi vivrà se lo vorrà e come lo vorrà. Riti e simboli antichi vissuti, valorizzati e resi comprensibili attraverso l’intreccio con la realtà della vita.
Si farà festa per concludere il percorso educativo, spirituale e religioso, compiuto quest’anno da un gruppo di bambini, genitori, animatori della comunità che tentano la difficile strada di una educazione di sintesi fra la tradizione e la creatività, fra la dimensione spirituale e quella intellettuale-fantastica-materiale, fra il mondo simbolico e rituale religioso e la simbologia laica, includendo il messaggio del Vangelo nel grande cammino religioso dell’umanità.
 
Sarà una ritualità religiosa oppure laica? O forse ambedue? Non è questo il tempo di contaminazioni e sintesi nuove aperte al futuro? Ci sono contraddizioni? Il nuovo che nasce non è mai puro. Sta alle levatrici lavarlo carezzandolo dolcemente. Tutto questo non è affatto estraneo all’impegno “per una nuova spiritualità possibile” e insieme “per un nuovo mondo possibile”.
 
Siete tutti invitati ad essere presenti o vicini.
 
La Comunità dell’Isolotto

Augusta: voce ai cittadini – San Domenico, pensaci tu


di Alessandro Mascia

Per chi abita nel centro storico la festa del patrono San Domenico si subisce. Tanto vale abbandonare il proprio veicolo per tre quattro giorni davanti casa – pena la perdita definitiva del parcheggio – e girovagare a piedi per la città. Ci sono andato con colui che da tre anni mi accompagna nelle avventure per il mondo: mio figlio Michele. Casualmente ci siamo imbattuti in un corteo di sbandieratori, venuti, appunto, a sbandierare dalla lontana città di Sermoneta. Accanto a me un vicino di casa, rapito dal volteggiare di vessilli gialli e rossi. La mandibola gli si era inconsciamente mollata lasciando intravedere una dentatura vecchia e scassata. “Oh!” gli faccio, toccandolo di gomito “Re Carrubba ha voluto fare le cose in grande questa volta”. Lui mi rivolge un’occhiata di assenso, ma, appena emette parola, una sventola di trombe e tamburi lo zittiscono malamente. Vado avanti verso la centralissima Via Principe, costellata per l’occasione di archi maestosi che creano un suggestivo effetto tunnel luminoso. Ho valutato che le spese per la tradizionale festa augustana potessero ammontare a circa 30 mila euro. Era una palese sottostima. Il valore più vicino al vero me l’hanno fornito le mie fonti: oltre 130 mila euro. “130 mila euro?! E da dove li hanno cacciati fuori che, a momenti, al Comune non hanno soldi nemmeno per la cancelleria?”. Fatto sta che la popolazione pare apprezzare tutta l’installazione pro San Domenico. Soprattutto le bancarelle ammassate lungo la villa comunale. Zuccheri filati, zeppole, nocciole, semi di zucca, cocco bagnato da fontanelle d’acqua e tanta gente che va e viene, che rivà e riviene mille volte, solcando il marciapiede alberato. La tradizione vuole anche questo.

Per San Domenico arrivano le giostre, vero target di mio figlio, che fino a quel momento si è dimostrato abbastanza preoccupato di cotanta ressa umana. Arrivano i dischi volanti e i veicoli a vagoni che sono coloratissimi e divertenti. Pago il primo ticket, inserisco mio figlio in un sedile in partenza e mi dispongo in stand-by. Accanto a me un amico, che non vedevo da tempo, e il suo figliolo. La musica sparata a mille scoraggia qualsiasi velleità di dialogo, dunque, dopo i consueti convenevoli, ci limitiamo a guardare il trenino viaggiare più volte in tondo per poi fermarsi. Catapultato fuori, Michele si dirige verso un altro veicolo a vagoni. Non è proprio un treno, ma ci assomiglia. Anche in questo caso: ticket, sistemazione a bordo e partenza. Accanto a me di nuovo il mio amico e il suo figliolo. Mi abbasso a chiedergli: “Non ti piacciono questi giochi?”. Lui annuisce guardandomi con un sorriso a mezzo. Strano modo di rispondere per un bimbo della sua età. Un modo adulto che mi turba. Dai veicoli a vagoni ai dischi volanti. Devo salire anch’io, sulla navicella, perché mio figlio non ha l’età per stare da solo. Ci divertiamo a salire e scendere di quota, a sparare e a vincere un giro omaggio. Da sopra il disco in volo si può vedere una buona porzione di villa, gli avventori, piccoli e tanti. Tra i tanti ancora quei due, papà e figliolo che osservano gli altri divertirsi.

Poi ho ricollegato: lui è un dipendente della Pastorino, la ditta che ha in appalto il servizio di nettezza urbana di Augusta, e una settimana sì e una no è costretto, con i suoi colleghi, a scioperare per avere piccoli acconti di uno stipendio che altrimenti non arriverebbe mai. Sceso dal gioco volante gli ho chiesto come andassero le cose. Mi ha risposto secco: “Malissimo”. Poi: “Ho quarant’anni e non posso provvedere alla mia famiglia nemmeno per il mangiare”. “La ditta non ti paga?” gli ho chiesto. “Non mi pagano, no, dicono che loro non sono pagati dal Comune. Abbiamo minacciato di scioperare per San Domenico e ci hanno minacciato di denuncia penale. Non abbiamo diritto allo stipendio e nemmeno alla protesta. Non ce la faccio più. Meno male che lui capisce – chiosa, abbassando il capo verso il figliolo che stira le labbra in quel sorriso a mezzo. Io e Michele abbiamo preso la via del ritorno, lui appagato e trotterellante, io pensieroso per il duro scontro tra due realtà paradossali: povertà dei lavoratori e opulenza della festa, povertà delle casse comunali e spese folli per sostenere il livello di una tradizione.

130 mila euro bruciati in una settimana, quando nelle tavole degli operai della Pastorino non c’è più nulla da mangiare perché il Comune di Augusta ritarda a versare le somme dovute, quando nelle tavole delle lavoratrici della Cooperativa CRASS – ormai licenziate – non c’è più nulla da mangiare perché il Comune di Augusta non eroga più i fondi necessari per l’assistenza alle persone anziane. Il Sindaco Carrubba va in web TV a gridare al mondo di essere stato vittima di Tributi Italia, di avere difficoltà ad amministrare l’ordinario con i pochi spiccioli di cui dispone e poi si permette di sperperare migliaia di euro per una tradizione i cui costi, per Augusta, non sono più tollerabili. Credo che sarebbe stata più conveniente per tutti una decisa stretta alla borsa, una festa sobria che restituisse anche il valore religioso che merita San Domenico. Invece è sembrato un grande evento di facciata per non fare arrabbiare nessuno, soprattutto ora che l’aria politica è instabile e le regionali potrebbero essere alle porte.

Lettera e poesia di Alessia per il suo papà scomparso


Lo scorso 28 gennaio ho pubblicato questo post , lo pubblico nuovamente oggi, nel giorno della festa del papà,  soprattutto perchè non posso più ricevere questo tipo di regali dai detenuti da più di un mese e mi fa tanto male…:-(

Ho ricevuto questa lettera da un detenuto del circuito di A.S. del carcere di Augusta che, con infinita tenerezza, ha voluto condividere con me questa testimonianza di affetto, da lui gelosamente conservata, della sua nipotina di 9 anni, Alessia, verso il padre (il figlio del detenuto) scomparso.

L’ho copiata esattamente come mi è arrivata, prima la lettera e poi la poesia di seguito, tutte e due di Alessia.

Caro papà mio,

questa lettera è dedicata a te perché voglio dirti tutto quello che provo verso di te. A volte nel mio cuore c’è rabbia perché tu te ne sei andato via da me lasciandomi sola e portandoti via il mio cuore. Ogni giorno il mio desiderio è che tu sia accanto alla mia anima specialmente nei momenti difficili. Vorrei avere la tua compagnia anche per un giorno, che vorrei diventasse infinito, per rivederti e dirti tutto quello che ho pensato in questi anni. A volte credo che un giorno, non so quando, ti rivedrò e ti porterò con me, la tua dipartita penso sia stato un brutto, anzi un bruttissimo sogno, so però che questo non sarà possibile, rivederti, solamente ti riabbraccerò quando sarò in Paradiso e lì potrò dimostrarti tutto il mio affetto. Vorrei che tu sapessi quello che provo or, ma forse lo sai perché anche se non ti vedo mi sei vicino e ti dico che quello che vorrei di più al mondo è di averti qui con me. Ciao papino, ti voglio tanto bene, sempre te lo voglio ripetere e ti chiedo di pregare per me il nostro Gesù, affinchè mi sostenga e mi aiuti a vincere della tua ssenza nella mia vita.

Finisco perché non voglio dilungarmi ma non mi stanco di dirti :”Grazie papà per la vita che mi hai dato e per il tuo grande amore fino a quando ci sei stato, ti voglio sempre più. La tua affezionata Alessia”

E ora la poesia (notate la bravura di questa bambina a trovare le rime uguali in ogni strofa)

A te che sei nel cielo

Caro e dolce papà mio,

tu sei nel cuore mio

sento la tua mancanza

ma non perdo mai la speranza

di rivederti anche se sei in lontananza.

 

Comincio a sognare,

comincio a sperare,

di rivederti ancora,

per poterti riabbracciare e

trattenerti così senza respirare.

 

Sento ogni giorno che il tuo amore

Culla sempre il mio cuore

E mi trascina nell’oblio senza dolore,

con infinita dolcezza e immenso amore.

 Caro e dolce papino mio,

tu sei l’angelo mio,

e prego sempre Iddio

che ti trasmetta tutto l’amore mio.

  Gianni Morandi intepreta questa sua celebre canzone

http://www.youtube.com/watch?v=UCP6YlsL_RU.

8 marzo…a modo mio :-)


E siamo a 1.500 inserimenti con questo…spero di avervi regalato abbastanza inputs per nutrire la vostra e la mia mente…

per festeggiare a modo mio l’8 marzo (che dovrebbe essere tutti i giorni dell’anno:-) pubblico nuovamente questa mia filastrocca…

Filastrocca su donne e motori

E’ un’opinione purtroppo latente

che noi donne quando siamo al volante

anche se siamo le più attente

siamo un pericolo costante.

C’è pure un altro proverbio

che dice che donne e motori

e qui nasce con me un diverbio

siano gioie ma anche dolori.

Schumacher in gonnella vengo chiamata

per la mia guida veloce, scattante e sicura

vi invito a provare a fare una passeggiata

e non proverete la benché minima paura.

La grande festa della Poesia nella Valle Caudina


di Daniela Domenici

Era un sogno che aspettava da tempo di realizzare e si è avverato.

E’ così che la poetessa Angela Ragusa è riuscita ad riunire, in un freddo pomeriggio d’inverno, presso il Martinica Cafè a Montesarchio, tutti i suoi amici poeti campani dando vita ad un inconsueto tè letterario che ha visto  susseguirsi nella declamazione venti poesie intervallate da esibizioni canore e da “pieces” teatrali.

La manifestazione ha avuto un rilevante impatto presso il pubblico che, giunto numeroso da tutta la Valle Caudina, ha dimostrato di gradire  l’iniziativa culturale che ha preso il suo avvio con un discorso introduttivo della poetessa organizzatrice.

Tanti i poeti che, presentati da Ralph Stringile, sempre molto professionale, hanno emozionato con le loro liriche a cominciare dall’ospite d’onore, la poetessa più premiata d’Italia, Tina Piccolo, il cui curriculum vanta una lunga serie di riconoscimenti importantissimi  e poi Salvatore Lavornia, Dora Della Corte, Filippo Marinelli, Vincenzo Russo, Carmen Percontra, Pina Magro, Francesco Cece, Rosaria Canfora, Francesco Gemito, Pina Magro, Stefy Grimieri, Orlando Esposito, Michele La Montagna, Luigi Di Mezza, Giovanni Morchella, Maria Estella Cartoni, Luigi Ortolano e i due giovanissimi  poeti Francesca Barone e Antonio Paradiso…

Hanno allietato la serata con il loro canto e la loro musica anche i maestri Luca Allocce e Giancarlo Gallo, Antonio Sorice, Sonia De Francesco, Mimmo Striani, Luigi Odierna ed il giovane esordiente Giovanni Maresca.

Altro momento di grande spessore artistico si è avuto quando Hilde Maria Renzi, nota attrice che ha lavorato per 10 anni a fianco di Eduardo, ha interpretato il  famoso monologo delle “Filumena Marturana”….

Inoltre il gruppo popolare “Gli amici di Carmen” composto da Carmen Percontra, Beppe Romano e Valerio del Giudice hanno intrattenuto il pubblico con classiche “tamburiate” della tradizione canora napoletana.

La serata si è conclusa con i ringraziamenti alla proprietaria del locale, la sig Brigida Abate che, mettendo a disposizione la sua struttura e impreziosendo così la manifestazione, ha dimostrato di possedere una grande sensibilità per la cultura e grande affetto per la poetessa Angela Ragusa.

“Adesso basta”


di Tiziana Mignosa

E’ una perversa danza

quella della porta in balia del vento

indecisa avanza e torna indietro

ma all’improvviso alle mie spalle è tonfo

amato suono per il cuore in festa.

Emozionata

riabbraccio sorrisi ripudiati

con gli occhi avanti le mie tasche svuoto

residui d’inutile zavorra

prima di spiccare il volo.

Adesso basta

è festa veramente

con leggerezza l’ultimo legaccio slaccio

finalmente pronta

per andare altrove.

Un buon non-compleanno a me…oggi 52 :-)


Un buon non compleanno
un buon non compleanno
un buon non compleanno per noi
Un buon non compleanno a me a chi? A me o a te?
Un buon non compleanno a te? a me? e a te? o a me? Brindiamo tutti insieme con un altro po’ di tè;
E tanti tanti auguri a teeeeeeeeeeeeeeeeee
Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto
Non c’è posto Non c’è posto Non c’è posto, non vedi?!
Siamo al completo! Non c’è posto Tutto pieno!
Ma mi sembra che qui c’è pieno di posti vuoti
Ah, ma non è corretto sedersi senza essere stati invitati!
Certo che non è corretto. E’ OLTREMODO scorretto Scorrettissisissimissimo
Oh, chiedo scusa ma mi è piaciuto tanto il vostro canto e ho pensato che potreste dirmi…
Ti è piaciuto tanto il nostro canto?!
Oh, ma che simpatica bambina! Sono così emozionato! Nessuno ci fa un complimento… Prendi una tazza di tè
Ah si, è vero, il tè!
Tiglia azzettare una tazza di tè Volentieri.
Scusate se vi ho interrotto mentre celebravate il vostro compleanno… grazie
Compleanno?! Ah ah ma mia cara bambina, qui non si tratta di un compleanno! Ci mancherebbe!
Il nostro è un non compleanno!
Un non compleanno? Scusatemi ma non riesco a capire
E’ molto semplice. Dunque: trenta dì contan ven… no.
Nè di venna nè di marte non ci sto…
Se tu hai un compleanno hai anche…
Ah ah, non sa cos’è un non compleanno! Che ignara! Uh uh!
Ebbene… Io la deluciderò
Noi tutti abbiam un compleanno ogni anno
Ed uno solo all’anno, ahimè, ce n’è
Ah, ma ci son trecensesantaquattro non compleanni
E questi preferiamo festeggiar
Ma allora oggi è anche il mio non compleanno!
Davvero?! Com’è piccolo il mondo!
In tal caso… Un buon non compleanno A me? A te!
Un buon non compleanno A me? A te!
Or spegni la candela e rallegrati perchè…
… un buon non compleanno a teeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!… …………

http://www.youtube.com/watch?v=9SnArDJBEYA

3 dicembre: più lotta che festa


di Franco Bomprezzi

La domanda che mi sorge spontanea è: ma prima della crisi le persone con disabilità in Italia vivevano nel migliore dei mondi possibili? Avevano cioè pieno accesso al lavoro, all’istruzione, ai servizi domiciliari, a progetti di vita indipendente, agli ausili tecnologicamente avanzati, al tempo libero in strutture accessibili a tutti, e così via?

La risposta, ovvia, è no. Prima della Crisi si stava faticosamente costruendo una serie di piccole certezze normative, a livello nazionale ma anche a livello regionale, partendo dall’esplosione dei principi contenuti nella gloriosa legge quadro n. 104 del 1992. Per numerosi anni, attraversando i cambi di governo nazionale e regionale, le associazioni delle persone con disabilità e gli esperti dei singoli temi hanno svolto un assiduo lavoro sui contenuti di riforma e di ammodernamento del Paese. Piccoli passi, uno alla volta, spesso poco noti al grande pubblico, tranne quando si trattava di usufruire dei vantaggi faticosamente conquistati.

Penso ad esempio alle poche agevolazioni fiscali che tuttora esistono e che consentono qualche margine di manovra, fra l’altro, nell’acquisto e nell’adattamento di un’autovettura, nella ristrutturazione delle abitazioni, nella scelta di alcuni ausili ancora non contemplati dal Nomenclatore Tariffario. Oppure al consolidamento dell’integrazione scolastica, strappando anno dopo anno qualche piccola miglioria al meccanismo dell’assegnazione degli insegnanti di sostegno, e dei servizi correlati. Oppure anche agli investimenti, modesti ma significativi, nel settore dei trasporti pubblici urbani e ferroviari.

Cito questi piccoli traguardi perché oggi, 3 dicembre 2009, la sensazione diffusa e condivisa è che la battaglia è tutta sulla difensiva. La Crisi ha scardinato i bilanci pubblici, i piani di rientro delle Regioni, che ormai hanno in mano per il crescente federalismo il vero potere nel campo dei servizi alle persone e alle famiglie, stanno determinando un oggettivo e diffuso peggioramento della qualità e della quantità delle misure sin qui garantite, sia pure a fatica.

La risposta che mi sembra emergere è quella di una nuova sanitarizzazione della disabilità. Accertamenti restrittivi delle certificazioni di invalidità, finanziamenti prevalenti a centri come le Rsa e le Rsd, ossia residenze protette e inevitabilmente emarginanti, utilizzando perfino la leggina sulla vita indipendente, che diceva tutt’altro. Sembra essersi arenata la spinta verso una più equilibrata suddivisione della spesa pubblica e privata fra sociale e sanitario. Anzi, i servizi sociali, non essendo considerati essenziali, come quelli strettamente legati alla salute (che però non sono sicuramente specifici delle persone con disabilità, ma riguardano tutti i cittadini in quanto pazienti) stanno subendo contrazioni e contrattazioni (partecipazione alla spesa sempre più onerosa) che spesso mettono in difficoltà le famiglie.

Tutti dicono che la famiglia è al centro dell’attenzione politica. Ma quello che arriva dalle famiglie delle persone con disabilità è di segno opposto. C’è rabbia, paura, delusione, inquietudine. Specialmente quando ci si riferisce alle situazioni di grave handicap, che richiedono interventi mirati e competenti, non soluzioni precarie e con il contagocce. Un’ora di assistenza domiciliare non serve a nulla, tanto per capirsi. Specie se scopriamo che in un anno sono stati spesi 8 miliardi per le badanti destinate ad accudire anziani non autosufficienti.

L’impoverimento delle famiglie è dunque il vero tema di questo 3 dicembre. Un impoverimento anche morale, perché senza speranza di miglioramento si vive male, ci si sente abbandonati. E la mia sensazione è che manchi, davvero in modo troppo evidente, un impegno coordinato, una visione, una presa in carico politica, del tema Disabilità. Non solo perché non c’è un ministro competente per davvero (non me ne voglia Sacconi, ma è così). Ma anche perché mi sembra del tutto scomparso un coordinamento delle politiche strutturali.

Occorre, a mio giudizio, ripensare e rileggere la legge quadro, trarre nuovo slancio riformatore dalle tante incompiute che stanno rendendo difficile la vita di milioni di persone.  Il mondo delle persone con disabilità ha fatto ben poco ricorso alla magistratura per vedere tutelati i propri diritti, nonostante esista una legge precisa contro la discriminazione. La magistratura, da parte sua, molto raramente ha dimostrato competenza e spirito di iniziativa, pur in presenza di evidenti inadempienze, se non di palesi decisioni che danneggiano di fatto le famiglie e le persone disabili. Il mondo dei media ha esplorato poco e male questo malessere, diffuso in tutto il territorio nazionale, anche nelle Regioni tradizionalmente forti nelle politiche di welfare.

I cittadini con disabilità assistono con preoccupazione e sicuramente non hanno voglia di festeggiare alcunché. Eppure questo è l’anno nel quale è stata ratificata la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Alla manifestazione di Fand e Fish al teatro Valle di Roma si parlerà con forza di questi e di altri temi, cercando una nuova interlocuzione con il governo e con il mondo della politica. Ma è facile immaginare in quale considerazione saranno tenuti questi temi in un momento nel quale ben altre nubi si addensano sui colli romani.

Non resta perciò che resistere, e parlare, e documentare, e consolidare la rete delle buone piccole prassi che qua e là resistono all’onda della Crisi. Io, Cavaliere a Rotelle, offro questo spazio virtuale a tutti coloro che vogliono esprimersi, liberamente, sul futuro che ci attende. Buon 3 dicembre. Nonostante tutto.

da www.vita.it

Firenze: agricoltura in festa con la “Festa del Ringraziamento”


agricolturaL’agricoltura Fiorentina si ferma per la “Giornata del Ringraziamento“, il tradizionale appuntamento con la festa degli agricoltori promossa da Coldiretti Firenze-Prato (www.firenze-prato.coldiretti.it) con il patrocinio del Comune di Castelfiorentino.

Una ricorrenza che affonda le sue radici nell’antichità, momento religioso per ringraziare Dio dei doni concessi nell’anno appena trascorso, e per quelli che potrà concedere nel prossimo futuro, che la principale organizzazione agricola provinciale ha scelto di celebrare nel cuore del sistema agricolo della Val d’Elsa, a Castelfiorentino, domenica 15 novembre, con la sfilata dei trattori in centro con ritrovo in Piazza Kennedy (ore 9,30 ritrovo dei partecipanti), e l’inaugurazione della nuova sede in località Petrazzi in via Chini al numero civico 7 (vicino ai  Vigilie del Fuoco) unico centro di riferimento per gli agricoltori di Castelfiorentino, Certaldo, Montaione e Gambassi Terme.

L’agricoltura torna ad essere protagonista con i suoi attori, i coltivatori, durante una Santa Messa (inizio ore 10,30) celebrata dal Sua Eccellenza Monsignor, Alberto Silvani Vescovo di Volterra, la benedizione dei prodotti della terra e dei mezzi agricoli che poi sfileranno per le vie del centro.  La “Giornata del Ringraziamento” è un giorno di festa per tutta la Coldiretti e un motivo di particolare soddisfazione per i coltivatori della Val D’Elsa che potranno fare affidamento sulla nuova sede inaugurata alla presenza delle autorità locali e cittadine (ore 12,15). “Una scelta di continuità e di continuata presenza in un’area rurale che ha sempre più bisogno di risorse qualificate per affrontare le sfide del terzo millennio.

Siamo certi – sottolinea Roberto Nocentini, Presidente di Coldiretti Interprovinciale che coglie l’occasione per invitare tutti gli imprenditori a partecipare alla benedizione – di contribuire con questa nostra scelta a rafforzare e vivificare il capitale sociale ed economico della Val d’Elsa e dell’intera nostra Provincia. Agricoltura e fede: due valori fondamentali per la nostra associazione e per i coltivatori. La Giornata del Ringraziamento è un momento di incontro, preghiera, rinnovata fede, e devozione nei confronti della provvidenza, di Nostro Signore che ci permette ogni mattina di poter godere dei prodotti che lui ci ha dato e che noi, con la nostra fatica e con il nostro lavoro, dobbiamo preservare.

da www.newsfood.com

Veglia


Oggi è la festa delle forze armate, di tutte quelle persone che hanno deciso, per scelta forzata o per missione, di fare un lavoro rischioso al servizio di tutti noi…a tutti loro dedico questa lirica, che adoro e che ritengo una delle più belle mai scritte sulla guerra, scritta da Ungaretti mentre era soldato durante la Prima Guerra Mondiale.

di Giuseppe Ungaretti

veglia al fronteUn’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Cima Quattro il 23 dicembre 1915