Sul sito per il lancio del nuovo settimanale vengono ammesse anche foto di famiglie con genitori dello stesso sesso. Ma poi la direzione se ne accorge e le fa togliere.
Lo slogan prometteva bene: “Dov’è la famiglia?”. Ecco perché dalle parti di Famiglia Cristiana erano piuttosto tranquilli del successo dell’iniziativa: il lancio della nuova versione del settimanale cattolico di Don Antonio Sciortino doveva essere accompagnato da una serie di iniziative mai viste, ovvero, oltre allo spot televisivo e agli stickers da attaccare a mo’ di manifesto, anche quelle che stimolavano la partecipazione dei lettori. Come l’invio di foto che ritraevano famiglie in momenti di quotidianità, da pubblicare sul sito costruito per l’occasione http://www.lanuovafamiglia.it. Se non che, informa il Corriere, qualcosa è andato storto.
VENGO ANCH’IO? – Alla redazione però arrivano anche foto che potrebbero essere considerate ambigue. Ad esempio, quelle con foto di due uomini che spengono candeline insieme a due bambini, due donne che sorridono abbracciando un bimbo, due ragazze con quattro infanti al seguito. Le pubblicano, allora, anche se forse potrebbero significare qualcosa di poco gradito. Finché non succede il patatrac: l’associazione delle Famiglie Arcobaleno invia una mail di ringraziamento a Famiglia Cristiana quando si attribuisce ufficialmente l’iniziativa del sito, proprio per aver pubblicato le foto in questione: le pareva un’apertura, anche se discreta, su un tema nel quale la Chiesa, e i suoi organi di informazione, erano sempre stati piuttosto severi.
NO, TU NO! – Famiglia Cristiana a quel punto, cioé venerdì scorso si rende conto forse per la prima volta di quanto accaduto e fa togliere le immagini “incriminate”. E subito dopo butta direttamente giù l’intero sito, mettendoci un redirect a quello ufficiale del settimanale. Almeno, questa è la versione dell’associazione. Secondo Sciortino, invece, “internet è per sua natura libera e senza controllo, ci sono arrivate anche immagini che non ci rappresentano. Ma non possono esserci dubbi su quello che pensiamo e sulle nostre opinioni in merito. Finita la sua funzione, il sito è stato semplicemente ridirezionato al nostro, tutto qui“. Chi avrà ragione?