di Matteo Clerici
Il calcio come terapia di gruppo contro la depressione, da svolgere su un campo di pallone invece che in una struttura medica.
E’ la proposta di “Back on the Net”, programma di psicologia per gli adolescenti creato dall’Università di Dublino e presentato alla conferenza annuale della British Psychological Society’s Division of Clinical Psychology, tenutasi a Londra.
Ecco come Siobhain McArdle, ricercatore leader dell’iniziativa, presenta il lavoro: “I giovani, nonostante rappresentino un gruppo di rischio per la depressione e i comportamenti suicidi, sono quelli che difficilmente vanno alla ricerca di un aiuto professionale. Abbiamo allora ideato questo programma che sfrutta il gioco del calcio e le metafore calcistiche per effettuare terapie di gruppo, eliminare le barriere mentali e stimolare la salute psicofisica dell’individuo”.
Gli scienziati hanno lavorato con 104 volontari (età compresa tra i 18 ed i 40 anni), dividendoli in tre gruppi: uno svolgeva esercizio individuale, un altro giocava a calcio e alternava le partite con sessioni di terapia mirata. Tutti i soggetti sono stati seguiti e valutati costantemente.
Alla fine del periodo di osservazione, il team di McArdle ha potuto notare come “I partecipanti sono stati poi seguiti e valutati durante tutto il periodo di studio. Abbiamo scoperto che entrambi i gruppi che svolgevano esercizio avevano buoni risultati, ma il gruppo con più’ miglioramenti e’ stato quello che ha svolto il programma mirato basato sul calcio”.
Secondo i terapeuti intervenuti, praticare il calcio è stato fondamentale ai pazienti per concretizzare le istruzioni dei medici, riducendo la depressione e combattendo le tendenze suicide.
Conclude allora Siobhain McArdle: “Le ricerche future dovranno continuare a utilizzare simili interventi di comunità’ per le terapie di gruppo”.