Dichiarazione di Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati
Fra le tante illegalità della campagna elettorale delle regionali, c’è anche quella della negazione del diritto di voto costituzionalmente garantito a disabili gravissimi che non sono in grado di allontanarsi dalla loro abitazione e dei detenuti in custodia cautelare (oltre il 50% del totale) e quelli condannati in via definitiva per reati sentenziati come «non ostativi».
Dal 16 febbraio scorso i deputati della delegazione radicale all’interno del Gruppo del PD hanno presentato due distinte interrogazioni al Ministro dell’Interno chiedendogli da una parte di fornire i dati del numero dei disabili gravissimi ammessi al voto domiciliare dal 2006 alle europee del 2009 e dall’altra quello dei detenuti che avevano potuto votare nel seggio istituito presso il carcere ospitante.
Nelle due interrogazioni si chiedeva al Governo di predisporre tutto per tempo affinché il diritto previsto dalla costituzione e da precise leggi fosse effettivamente fruibile, visto che intoppi burocratici avevano impedito il voto a migliaia di persone in tutta Italia. Grazie all’intervento del gruppo del PD e in particolare dell’on. Sesa Amici e del Presidente della Commissione Affari Costituzionali on. Donato Bruno, l’interrogazione sul voto dei disabili è stata in queste ore richiamata urgentemente in commissione, ma da parte del Ministero dell’Interno si è risposto che non erano in grado di rispondere perché “non ci sono i soldi” necessari a garantire i seggi volanti a domicilio.
Diverso – e più grave delle volte precedenti – è il diritto negato ai detenuti. Essendo saltata con il sovraffollamento carcerario la regionalizzazione della pena, sono infatti decine di migliaia i carcerati che scontano la detenzione in una regione diversa da quella di residenza e questo comporta l’impossibilità tecnica di voto perché la scheda per esprimere il voto, diversa regione per regione, non giungerà mai nei seggi allestiti presso gli istituti penitenziari.
Mentre l’articolo 48 comma 3 della Costituzione stabilisce che «il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge», il Governo che è pronto a varare qualsiasi decreto legge “interpretativo” per sovvertire le regole della campagna elettorale, dimostra tutta la sua incapacità e mancanza di volontà quando si tratta di assicurare i diritti fondamentali dei cittadini.
Ecco il testo delle interrogazioni, presentate dalla delegazione radicale un mese fa: