Emergenza carceri, dai radicali


Chiesta una accelerazione nella discussione del ddl Alfano sulla detenzione domiciliare e la messa in prosa

«I tempi si allungano, le prigioni scoppiano. E nessuno si muove»

Emergenza carceri, dai radicali sciopero della fame ad oltranza

Chiesta una accelerazione nella discussione del ddl Alfano sulla detenzione domiciliare e la messa in prosa

ROMA – Giunge oggi al 16 giorno lo sciopero della fame dei radicali Rita Bernardini, Valter Vecellio, Donatella Corleo, Lucio Bertè, Donatella Trevisan, Michele Capano, Claudio Scaldaferri, Yasmine Ravaglia per scandire i tempi della discussione parlamentare del ddl Alfano sulla detenzione domiciliare e la messa alla prova, tempi che rischiano di prolungarsi all’infinito mentre le carceri, letteralmente, scoppiano.

«RISCHIO RITARDI» – «C’è quasi da tirare un sospiro di sollievo ad apprendere che il Consiglio dei Ministri – afferma Rita Bernardini, radicale eletta nelle liste del PD, membro della Commissione Giustizia della Camera dei deputati- non abbia varato il decreto sul sovraffollamento delle carceri italiane. La notizia che dava ieri una nota dell’Ansa, infatti, annunciava la probabile decretazione nel Consiglio dei ministri di oggi, ma con un testo letteralmente stravolto rispetto al già carente ddl Alfano in discussione in sede referente in Commissione Giustizia della Camera. Nella nota di agenzia si riferiva che il nuovo testo riguardante la detenzione domiciliare per chi debba scontare non più di un anno di prigione, non prevedeva l`automatismo che per certi versi era contenuto intelligentemente nel ddl lasciando la decisione, caso per caso, ai magistrati di sorveglianza. Ora, tutti sanno che i magistrati di sorveglianza già oggi non riescono a stare dietro alle istanze dei detenuti e che ormai da mesi si limitano meccanicamente a rigettarle a valanga. E’ prevedibilissimo cosa possa accadere con la nuova misura: o rigetti a go-go, o ritardi che ridurranno a zero l’accesso alla misura alternativa alla detenzione in cella. Basti pensare che fino all`indulto del 2006 i detenuti che usufruivano di misure alternative erano 40.000 mentre nel 2009 sono drasticamente scesi a meno di 10.000».

 «NULLA SI MUOVE» – «C’è il rischio che questa posizione prenda piede anche in Commissione giustizia e che l’Anm e i suoi referenti “onorevoli” alla Camera, ottengano ancora una volta – per i consueti interessi di bottega – che nulla si muova di fronte alla situazione letteralmente esplosiva degli istituti penitenziari italiani. Noi radicali – conclude- continueremo a scandire con la nostra azione nonviolenta i tempi di una violenza senza precedenti delle istituzioni che rendono le carceri italiane, ogni giorno di più, vere e proprie discariche umane dove viene tolta ogni dignità umana; dove lo Stato si rende colpevole, da vero delinquente professionale, di reiterate violazioni della Costituzione repubblicana. Tutto tace dunque, e il silenzio è interrotto solo dal colpo secco di una corda che si stringe attorno al collo di un essere umano disperato».
fonte Apcom