“Da quando ho saputo della mia custodia cautelare”


Appena ricevuta e copiata

di Giovanni Lentini dal carcere di Bologna 15.06.2010

non ho più lacrime per piangere, non ho più sentimenti da esternare, né emozioni per vibrare, per tremare, ho solo voglia di urlare gridare sstrillare. Mi guardo intorno e vedo solo muri circolari e polizia penitenziaria. Ci sono solo orari da rispettare Per mangiare, camminare, lavare, telefonare. Bisogn sempre aspettare Sembra quasi che non siamo più uomini da rispettare, ma solo numeri da contare, non sempre ci si può curare, né sempre si può lavorare, bisogna sempre pazientare, dobbiamo sempe ringraziare, menomale che si può studiare. Fra un po’ non saremo più liberi di guardare Nemmeno i muri circolari Per via delle reti che vogliono montare, speriamo ci lasceranno l’aria per respirare. Per fortuna possiamo pensare, sperare e pregare. E’ difficile persino sognare Sei ore al mese per coltivare I rapporti familiari. Non mi resta che Dio da ringraziare, mamma, moglie e figlio da Amare. Voglio urlare gridare strillare, ma soprattutto voglio Amare.

Giustizia: Bernardini; svuotare le carceri con misure alternative


  Rita Bernardini occorre costruire più carceri?

“Occorrono nuovi carceri soprattutto per sostituire e abbattere quelli più vecchi e fatiscenti. Ma occorre soprattutto aprire e far funzionare alcuni reparti mai utilizzati che io stessa ho vistato, per esempio a Matera o di Barcellona Pozzo di Gotto, nuovi ma chiusi per mancanza di personale”.

 Che cosa la preoccupa di più del nuovo piano di edilizia penitenziaria?“Le procedure di appalto. Non vorrei che ci ritrovassimo a fare i conti con un altro scandalo delle “carceri d’oro” dopo quello degli anni Ottanta. Dunque: gare di appalto quanto mai trasparenti”.

 Ottantamila posti saranno sufficienti?“No, sono troppi. Lo so che c’è il sovraffollamento, ma a questo fenomeno dobbiamo rispondere non con la moltiplicazione delle celle, ma con misure alternative alla detenzione. Esempi? Gli arresti domiciliari dove possibile. L’estensione della “messa in prova” con affido ai servizi sociali per alcuni tipi di reato. Inoltre il 25% dei detenuti è costituito da tossicodipendenti che hanno commesso reati a motivo della loro condizione: per queste persone va previsto l’affido a comunità terapeutiche e non al carcere”.

 Voi proponete anche una revisione della custodia cautelare. In cosa consiste?“Sostanzialmente nella riduzione dei tempi di custodia. Il 50% dei detenuti è in attesa di processo e di questi, dati alla mano, il 30% viene poi dichiarato innocente. Questo è uno spreco di risorse e di posti, per non dire degli aspetti umani di un simile trattamento”.

 La parola amnistia si può pronunciare?“Da parte nostra sì, ma l’aula di Montecitorio ha respinto nettamente questa ipotesi. E pensare che una amnistia di fatto c’è: ogni anno 200 mila reati passano in prescrizione. Ma nessuno se ne spaventa”.

da www.ristretti.it