“Canta per me”


di Tiziana Mignosa

Sui dodici rintocchi

canta per me

la gioia che d’arancio esplode

e il sogno custodisce

riflessi d’acqua scintillanti

che negli occhi si specchiano festosi.

Nell’esotica calura

al piacere intenso

palpebre

si cercano e si sfiorano

mentre il calabrone

tratteggia cuori senza nomi tra la terra e il sole.

Canta per me

l’estate colle sue frizzanti voglie

quando la cicala intona

il canto caldo della siesta

e i bimbi

al sonno preferiscono giocare.

Estate

stagione mia diletta

dea indiscussa dell’Amore

sulla trasparenza dell’azzurro

cubetti a gocce

frescura seducente sul bollore.

Lo sguardo è a cerchio

mentre s’accumula tra la pelle e i sensi

il desiderio

che di fumo e buchi

le tasche dei viandanti colma

ti penso … e non ti trovo.

Canta per me

il caldo soffio

quando l’anima

passeggia nuda

tra i pensieri e il mare

e la notte si concede alla magia

quando in silenzio

la luna coglie

i sospiri caduti dalle stelle

sogni e fantasie

che gli uomini

non hanno preso al volo.

“Filo spinato”


di Angela Ragusa

Alla mente i ricordi ,sulla pelle il destino
tatuaggio indelebile,inflitto ed inciso
Pochi i miei anni di contro a paura
agli occhi afferrata e lì impressionata.
Ai miei giochi vietati lasciavo la polvere
e strano l odore di un fumo nebbioso
che fitto esalava al gelo dei cuori,
poggiato a quel filo, la spina pungeva.

E lo sguardo al di là oltrepassava la morte
se forte, fame spingeva
E senza capelli ,vuoto lo stomaco
Io non capivo il perché.

“Vo’ cumprà”


di Angela Ragusa

Giungono…
Intrisi d’illusione,
occhi che salsedine di mare
ha reso appiccicosi.
Indietro la tristezza
di radici spezzate,
corrose da fame
e lacrime maleodoranti…

Vagano
in quel mare di speranza
tra onde arrabbiate
di cuori sottomessi alla sorte…
Approdano
su terre schive
che di schiavi
attendono le braccia
millantando
comprensione e solidarietà…

Di un lungo giorno ancora…


di Angela Ragusa

.

 

..e resterà solo il poeta
ad inebriarsi 
del profumo delle viole,
a contar le stelle 
ad una ad una…
a passeggiar tra nuvole
come tappeti d’ovatta…
Attirerà sorrisi e maldicenze,
consolerà d’amore 
cuori delusi…

Nel silenzio
di cupe cattedrali,
le sue parole 
innalzeranno preghiere…
…risuoneranno di un’eco
che tornerà in abbraccio
ad avvolgere 
perduti tramonti
nell’ultimo riposo…
Tingerà di follia 
le sue ore,
in mano il calice
di solitudine…

…tra ossimori e metafore
consumerà il suo tempo
ma rimanderà anche la morte
di un lungo giorno ancora.