Cartasia 2010: Lucca invasa dalla Paper Art, tra creatività ed ecologia


di Valentina Marsella

Fino al 18 luglio, la città toscana ospiterà le opere di artisti nostrani e internazionali, per cui la carta è stata la fonte di ispirazione. Dagli abiti scultura della Crepax, agli ‘strappi’ viventi di Hemmes, fino alle creazioni giapponesi. Hiroaki Asahara, ‘Islands Dancing in the Air’ Fonte: http://www.cartasia.it Caterina Crepax, figlia del noto disegnatore di fumetti che ha dato il volto alla mitica ‘Valentina’, scolpisce abiti di carta, tra eleganza e sogno, mentre Hiroaki Asahara crea sculture con il washi, l’antica carta giapponese fatta a mano. Poi c’è Anna Onesti, le cui opere di paper art si compongono di carta giapponese artigianale che l’artista tinge impiegando antichi procedimenti decorativi legati alla tintura dei tessuti, che sfruttano le cangianti possibilità dei colori vegetali, con la capacità di trasmettere alle materie che assorbe una dimensione nel senso della profondità. E ancora, Hemmes, artista livornese definito il poeta degli ‘strappi’. Questi quattro grandi artisti faranno da corollario, con quattro diverse mostre personali, alle installazioni en plein air allestite per Cartasia 2010, Biennale d’Arte contemporanea partita in queste ore a Lucca e che durerà fino al prossimo 18 luglio. Numerosi artisti internazionali creeranno installazioni monumentali nel centro storico della città e nel Comune di Porcari. Filo conduttore, l’esposizione e il confronto diretto di artisti che hanno intrapreso un percorso non solo artistico, ma di vita attento e sensibile all’ambiente. Così, le vie della città toscana si riempiranno di opere in paper art, tra colori e forme cangianti. Il tema scelto per questa quinta edizione è Play Green Creativity: gioco, ecologia e creatività legati tra di loro attraverso l’utilizzo artistico della carta. La manifestazione è incentrata sulle tematiche del riciclo e dello sviluppo sostenibile. L’esposizione urbana a cielo aperto, vede protagonisti artisti provenienti da tutto il mondo selezionati da una giuria di specialisti. Eventi d’arte contemporanea, mostre, vernissage, incontri letterari, laboratori teatrali e spettacoli: la kermesse è a 360 gradi, in un progetto che non è solo artistico e culturale, ma vuole mettere in primo piano il rispetto per l’ambiente, il riciclo e l’ecosostenibilità. Oltre a recuperare la memoria storica, legata alla produzione cartaria di forte tradizione del territorio. Quattro gli artisti che esporranno le proprie opere personali nel corso del Festival Paper Art, che hanno fatto della carta il loro mezzo espressivo principale. A cominciare da Hiroaki Asahara, con la mostra ‘Catturando luce e aria’, che si tiene presso la Fondazione Lazzareschi dal 27 giugno al 18 luglio: l’antica carta giapponese washi, fatta a mano, è l’ingrediente base delle sue sculture. Opere che nascono casualmente, dalla destrezza manuale ed intellettiva dell’artista che ritrova in questo semplice materiale un veicolo con cui esprimere il proprio stato d’animo e le proprie emozioni. Superfici vibranti ed irregolari in cui l’occhio viene catturato in infiniti percorsi dello sguardo. Sogni vestiti di carta, è invece l’esposizione di Caterina Crepax, figlia di Guido, celebre fumettista; mostra che si tiene presso La Cavallerizza di piazzale Verdi dal primo al 18 luglio. Architetto d’interni, l’artista scolpisce con la carta abiti sontuosi dai dettagli sorprendenti, raffinati oggetti del desiderio. Con un’attenzione particolare per il riciclo, il riutilizzo di materiali cartacei di uso comune, come gli aridi scarti della burocrazia, scontrini fiscali, documenti triturati, bordi forati dei tabulati del computer o avanzi di lavori di tipografia. Ama l’ironico gioco della metamorfosi, della trasformazione di semplici pezzi di carta in ‘tessuti’ preziosi. Sempre presso La Cavallerizza, dal 1 al 18 luglio, si tiene l’esposizione ‘Strappi’ di Hemmes, artista livornese noto per i suoi tagli creativi: il pittore degli strappi fa della carta materia vivente, che dipinta evade dai bordi e conferisce una plasticità scultorea che induce a una tattilità vitrea e tagliente, in contrasto al bagliore dei colori carezzevoli, passionali, squillanti. E ancora, La Cavallerizza ospiterà i lavori di Anna Onesti, racchiusi nel titolo ‘Rituali senza tempo’, dal 1 al 18 luglio. La base di partenza è la carta giapponese creata dall’artista artigianalmente, ravvivata con mille colori. Le sue opere semplici ed essenziali, partono da un’estrema aderenza ai materiali utilizzati e cercano di affermare un’esperienza sensoriale del sentire ottico e fisico del tutto originale. La carta, una delle principali vie di comunicazione su cui scrivere pensieri, tramandare memorie, abbozzare disegni e perché no, creare sculture artistiche, sarà il leit motiv che incoronerà Lucca, almeno fino al 18 luglio, capitale mondiale di questo prezioso materiale. In particolare, dal 13 al 17 luglio il Living Theatre Europa, in collaborazione con l’Associazione Culturale Metropolis, organizzerà un laboratorio teatrale Teatro Migliorativo/Teatro Verde affrontando in modo originale l’attuale disastro ecologico che invade il nostro pianeta. Il seminario si concluderà con una performance. Per il quinto esercizio, la Biennale Della Carta ha attivato una proficua collaborazione con l’Amateras Paper festival (Sofia, Bulgaria), l’Istituto Italiano di Cultura New York (Stati Uniti), l’Istituto Italiano di Cultura San Francisco (Stati Uniti), l’Holland paper Biennial (Apeldoorn 2008, Olanda), la Charmey Triennial Du Papier (Svizzera 2008) che si sono impegnati a sostenere la manifestazione e proclamare Lucca ‘Capitale mondiale della Carta’

da www.nannimagazine.it

A Padova segnali stradali creativi: percorso lento o percorso rock?


Il Comune di lancia i “creativi” che consentono agli automobilisti di scegliere fra due alternative: o . L’idea di usare il famoso tormentone di è venuta al vicesindaco e assessore alla Mobilità , che l’ha messa in pratica facendo collocare lungo la tangenziale una serie di segnali stradali innovativi: “Ti muovi in auto? Scegli il rock arrivi prima”, consiglia il cartello, indicando con due frecce l’alternativa fra il e quello rock.

Nonostante qualcuno li abbia scambiati per le indicazioni di un concerto, il primo bilancio lascia soddisfatto l’assessore: «Sono molti di più quelli che hanno trovato l’iniziativa originale – spiega al Gazzettino – Prima del posizionamento dei cartelli il percorso più veloce era scelto da 3.000 automobilisti al giorno, dopo da 12 mila».

E’ il risultato che voleva ottenere per decongestionare Borgomagno, dove passa il tram: «Ciascuno ha dato la sua interpretazione, ma tutti si sono chiesti cosa fosse e adesso ci passano in tanti». Missione compiuta, dunque.

Ma la fantasia dell’assessore non si è esaurita qui: ad alcune centinaia di metri dallo svincolo autostradale per Est un cartello indica che andando dritti si arriva Castelfranco Veneto, a destra a Berlino (1.105 km), Barcellona (1.203 km), Londra (1.450 km), Trapani (1.499 km) e Pechino (11.650 km): «L’ho pensato per comunicare la centralità di – spiega Rossi – Balza subito agli occhi, ad esempio, come Berlino sia più vicina a noi di Trapani, che é in Italia. Siamo nel cuore dell’Europa.

da www.blitzquotidiano.it

Le foto del presepe nel carcere di Augusta


Ecco finalmente le foto dello splendido presepe che l’artista Pinina Podestà ha realizzato, per la prima volta, all’interno del carcere di Augusta

http://www.pininapodesta.it/index_file/presepe_2009.html

Gela: i writers locali chiedono aree dedicate


 I writer locali, ovvero i disegnatori di graffiti in aree pubbliche, chiedono aree dedicate al commissario Rosolino Greco per dare spazio alla loro creatività tramite interventi sul tessuto urbano. Prendono le distanze dai disegnatori che imbrattano la città e non usano mezze misure contro chi invece ha sporcato la torre di Manfria. “Vogliamo dare colore alla città esprimendo la nostra creatività

– spiega Domenico Di Pietro – senza per questo imbrattare i beni pubblici comuni. Chi ha sporcato la torre di Manfria di certo ha commesso un errore e andrebbe perseguito. Noi chiediamo al capo dell’amministrazione comunale di potere eliminare le pareti grigie che insistono all’interno del perimetro urbano con i colori liberi del nostro gruppo. Il nostro non è un lavoro, ma semplicemente un modo di dare spazio alla nostra creatività. Spesso considerano la nostra arte di intralcio alla collettività, ma siamo convinti – aggiunge Di Pietro – che con i colori la città diventerebbe più bella e attraente anche per i turisti”. I writer in città sono circa dieci e fanno parte ad un gruppo di giovani meglio conosciuto col nome di “Foment squoad” che esprimono la loro creatività non solo con la pittura ma anche col ballo.

da www.ilgiornaledigela.it

Filastrocca sul lavoro


il lavoro rende liberidi Daniela Domenici

Il lavoro l’uomo dovrebbe nobilitare

e invece spesso lo fa solo ammazzare

qualcuno diceva che il lavoro liberi ci fa divenire

e purtroppo qualche volta ci fa solo impazzire

dovremmo lavorare per una discreta sopravvivenza

e non dedicare la vita soltanto a questa incombenza

c’è chi ha la gioia di fare un lavoro

che gli piace e gli dà un certo decoro

la fortuna di avere un capo che lo tratta con rispetto

e non lo considera mai il suo personale schiavetto.