Lettera di Giovanni da un carcere italiano


Ricevuta, copiata esattamente e pubblicata (ho omesso il cognome e la città da cui scrive)

“Cara Daniela,

mi chiedi di parlarti della mia detenzione all’art 41bis.

Io sono un sopravvissuto  all’art. 90 e all’art. 41bis.

Sono numeri dietro cui tante esistenze si sono annullate.

Ho scontato 40 anni di detenzione la maggiore nei carceri speciali.

Non sono imputato di mafie-stragi di Stato-terrorismo-omicidi.

Attualmente sono in espiazione con l’ergastolo ostativo che vuol dire unito alla detenzione fino alla morte, senza appello.

Per un cumulo di pene.

La legge di emergenza in Italia un pozzo senza fondo per la breve esistenza di un essere umano.

Il fatto è che in Italia si è presa l’abitudine per ogni parola si fa una legge speciale e chi colpisce sono sempre gli stessi.

Quella parte di persone che non si possono difendere.

Parlano sempre dell’art. 27 della Costituzione italiana.

E’ difficile pensare che in un paese consideratosi democratico garantista ci sia la pena di morte perpetua nella tortura lenta inesorabile come l’ergastolo ostativo.

Ho vissuto sulla mia pelle le tortura fisiche e psicologiche.

In tutta la detenzione nel carcere speciale non ho mai fatto colloqui con i miei famigliari perché erano troppo mostruose le umiliazioni al quale venivano sottoposti i miei famigliari e io ho sempre rifiutato di fare colloqui.

Non ho mai ricevuto pacchi o denaro perché i miei famigliari non mi potevano dare assistenza.

Con tutto ciò per tenermi all’art. 41bis la direzione del carcere di…diceva che io comunicavo con l’esterno.

L’unico mio contatto col mondo esterno erano le lettere che scrivevo ai miei famigliari che erano super censurate.

Mi sono morti i miei famigliari – dopo non averli visti invecchiare – non ho potuto vederli nemmeno nella loro bara.

Mia Madre il suo ultimo periodo di vita l’ha passato sul dormiveglia dal coma a momenti di risveglio.

Mi dicevano i miei famigliari che quando aveva quei momenti di cosciente risveglio domandava di tutti i figli e domandava sempre come mai Giovanni non c’è mai, non si ricordava che ero in prigione.

Mi era proibito telefonargli – perché mia madre doveva andare a un carcere farsi riconoscere per prenotare un colloquio telefonico col figlio.

Io non potevo telefonargli sul letto di morte per dargli un ultimo saluto perché ero all’art. 41bis, ha avuto una lunga agonia mia Madre.

I miei famigliari hanno chiesto se mi mandavo a vederla a casa, mi è stata respinta l’autorizzazione perché ero all’at. 41bis.

La risposta motivata è stata – quando è scappato in Australia non pensava alla Madre sofferente.

Questi uomini dall’equilibrio superiore manifestano le loro qualificate ipocrisie sempre quando giudicano gli altri uomini.

Nella mia travagliata vita molte volte mi sono fatto una semplice domanda quando ho sentito parlare questi signori dalla candida morale che ci rappresentano nella nostra bella Italia: ma non sarà che sono in piena crisi d’identità perché dicono parole di buone prediche ma razzolano molto peggio di quelli che mettono nelle patrie galere.

Ci resta solo di raccomandarci a Dio…

Non volevo annoiarla col raccontargli nei particolari più minuziosi delle privazioni stupide che ti vengono fatte nei carceri italiani anche dove mi trovo attualmente si immagini da una penna rossa a non poter tenere più di due penne in cella, non aggiungo altro.

Piacere di aver fatto la sua conoscenza la ringrazio per dedicare il suo tempo alle persone sole e disaggiate.

Un caro abbraccio

Giovanni”

L’associazione radicale Esperanto a Montecatini contro la colonizzazione inglese delle scuole italiane


Oggi a Montecatini Terme, in Via Kennedy 71, davanti al Liceo Scientifico “Salutati”, in concomitanza con l’uscita degli studenti dalla scuola, l’associazione radicale “esperanto” terrà una manifestazione contro  la pretesa  del Preside Calussi di condurre i colloqui con gli studenti in lingua inglese anziché in lingua italiana.
Gli italiani non possono – dichiara Giorgio Pagano – continuare a favorire il piano, non divino bensì commerciale, come quello angloamericano di monopolizzare/dominare il mondo per via linguistica allo scopo di favorire le proprie imprese. 
Non possiamo rendere a vita i nostri giovani, fessi italiani, schiavi per lingua dei giovani, furbi inglesi, sapendo benissimo che le competenze linguistiche di un bimbo inglese di 5-6 anni un nostro ragazzo le raggiungerà almeno 10 anni dopo. Questo significa fare dei notri giovani dei “ritardati” cronici a priori con conseguenze gravissime circa l’informazione, l’occupazione, il mercato; significa favorire l’organizzazione per caste linguistiche della comunità internazionale dove i “familiari del Re” sono i madrelingua inglese.
Calussi deve capire – ha continuato il Segretario dell’ERA – che le persone come lui, oggi, stanno operando come Pétain  in Francia a favore dell’occupazione tedesca: allora l’occupazione tedesca riguardava i territori geografici e la guerra era militare, oggi quella inglese riguarda  i territori della mente degli individui e la guerra è economico-linguistica.
Allora, come oggi, va organizzata la Resistenza. Risolto il problema della comunicazione transnazionale in chiave di Federalismo linguistico e non  di multilinguismo, che porta storicamente a favorire sempre e comunque i madrelingua inglese. Va sostenuto l’uso della lingua italiana in tutti gli ambiti, anche i più specialistici, come forte elemento di coesione sociale  e del diritto a comprendere così come, anche all’estero, prodotto del genio italiano così come la lirica, l’arte o la cucina del Bel Paese.
Ci aspettiamo  che i giovani rispondano positivamente a favore dei loro interessi poiché l’apatia è l’anticamera della schiavitù dei popoli.