Robert & friends memorial


di Daniela Domenici

Senza il cognome, basta solo il nome per tutti quelli che l’hanno conosciuto, apprezzato e che gli hanno voluto bene. E sono davvero tanti vista l’affluenza del pubblico ieri sera nel grande teatro di Cittàdellanotte ad Augusta e del numero degli artisti che hanno voluto esibirsi per ricordarlo: Roberto Di Chiara era un musicista augustano che è morto, all’improvviso per un tumore fulminante, esattamente un anno fa e il suo collega e amico carissimo, Seby Passanisi, ha organizzato questo memorial per cercare di colmare almeno un po’ il vuoto che la scomparsa del suo amico Roberto ha lasciato nel suo cuore.

E ci è riuscito alla grande mettendo in movimento una tale “ondata” di musica, di cui la città di Augusta non ha memoria recente, che ha riempito di note per più di tre ore l’enorme “sala Cannata” del teatro con un’organizzazione pressoché perfetta di cui dobbiamo rendergli merito: è riuscito a far salire sul palco tanti gruppi e solisti, alcuni noti altri meno ma tutti uniti dalla voglia di dire “Roberto, ti regaliamo qualcosa di quello che sappiamo fare”.

Nell’ambito della serata il maestro Passanisi, che segue con attenzione i giovani talenti musicali locali, ha voluto, col premio “Di Chiara & children”, far conoscere tre giovanissime cantanti che hanno tutte le carte in regola per avere successo in questo campo: Federica Lombardo, Alessia Di Domenico e Gaia La Ferla.

Ringraziamo Seby Passanisi per averci regalato questa serata-evento e ci auguriamo che questo vivaio di artisti possa essere messo “in vetrina” più spesso: se lo meritano.

Maurizio Micheli e Tullio Solenghi al teatro Cittàdellanotte ad Augusta


di Daniela Domenici

Una coppia comica davvero affiatata e in perfetta sintonia quella creata da Maurizio Micheli e Tullio Solenghi che hanno portato sul palcoscenico di Cittàdellanotte ad Augusta “Italiani si nasce e noi lo nacquimo”, un testo che già dal titolo grammaticalmente errato inizia a far sorridere, scritto a quattro mani dagli stessi attori con la collaborazione ai testi di Marco Presta e la consulenza artistica di Michele Mirabella, le scene di Francesco Scandale, i costumi di Andrea Stanisci, le musiche di Massimiliano Forza, la regia e il disegno luci sono di Marcello Cotugno.

Solenghi e Micheli hanno voluto tracciare, a modo loro, la storia degli italiani, attraverso vari “siparietti”, soffermandosi, per esempio, sul detto “gli italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori”; su questo hanno creato una scenetta deliziosa dedicata a San Jessica, patrona dei trans, e san Gelmino degli studenti e quella sui navigatori incentrata su un Cristoforo Colombo un po’ sui generis che crede di trovare gli indios ma rimane deluso da cosa invece scopre.

 Una delle scenette più divertenti, a nostro avviso, è quella dedicata a Leonardo da Vinci, perfetta sotto tutti i punti di vista compresi i costumi e la gestualità: formidabili.

Tra i tanti “siparietti”, ripescando a caso nella memoria senza rispettare l’ordine cronologico in cui sono avvenuti, ci è piaciuta molto quella iniziale su Adamo, Eva e la coppia di Neanderthal, Neo e Nea, quella della fossa dei leoni al Colosseo e quella dedicata al re Vittorio Emanuele e a Garibaldi con cui si è chiuso lo spettacolo; ci piace sottolineare il fatto che i due attori abbiano scelto di cantare, per una degna conclusione che ci rimanda al titolo, l’inno nazionale italiano.

Vogliamo tributare i nostri complimenti e applausi a tutti e sei i giovani attori che hanno permesso, con la loro simpatia e bravura, di dare ulteriore colore e verve a questo spettacolo iniziando dalla prorompente Fulvia Lorenzetti che ha interpretato quasi tutte le parti femminili a Matteo Micheli nel ruolo di un improbabile politico ma anche in altri, da Luca Romani a Gualtiero Giorgini, da Adriano Giraldi a Sandra Cavallini.

Nota di colore finale: ci ha fatto sorridere notare, in una delle scenette dello spettacolo  che, dopo tante repliche, Solenghi e Micheli non abbiano ancora perso la voglia di improvvisare, stravolgendo il copione, e divertirsi prima loro stessi per poi far ridere il pubblico presente.

“Un sogno di famiglia” al teatro Cittàdellanotte ad Augusta


di Daniela Domenici

Ieri sera abbiamo avuto il piacere di assistere a “Un sogno di famiglia”, commedia con musiche diretta e interpretata da Enrico Montesano che ne è anche autore insieme ad Anna Maria Carli e Francesco Asioli con le musiche di Armando Trovajoli e i movimenti coreografici di Manolo Casalino.

Un primo appunto che, purtroppo, non è da attribuire allo spettacolo ma solo a chi scrive: avendo preso, più di dieci anni fa, la decisione di spegnere definitivamente e totalmente  l’apparecchio televisivo e avendo mantenuto, molto serenamente, facilmente e gioiosamente questo impegno volontario, l’argomento della commedia di Montesano è risultato quanto di più lontano dalla vita e dagli interessi di chi scrive, una specie di pianeta a parte in cui vivono una sorta di … extraterrestri ma, ripetiamo, questo è solo un dettaglio che riguarda l’autrice di questa recensione!!

Oggettivamente, però, dobbiamo dire che questa commedia con musiche è una riflessione divertente e un po’ amara allo stesso tempo sui veri valori del nostro tempo e nasce dai dibattiti e dalle analisi critiche sul successo e/o la presunta crisi dei “reality shows” in Italia.

Al centro di “Un sogno di famiglia” c’è la storia di una famiglia “normale”, i Torelli, lui edicolante, la moglie casalinga, una figlia adolescente, l’altra ragazza-madre con un bimbo che vive in casa con loro, che un giorno, all’improvviso, si trova catapultata sul set di un “reality show”. Tutto questo perché il padre, leggendo un quotidiano, ha visto un annuncio in cui si promette una splendida villa come premio alla famiglia che avrebbe permesso di essere ripresa, notte e giorno, dalle telecamere nello svolgimento della propria vita quotidiana. Ma questa vita viene messa a dura prova da questa novità, la famiglia si presta al gioco, convinta dei legami profondi che legano l’uno all’altro tutti i componenti, certa che il mondo dello spettacolo possa cambiare la vita anche di “gente normale” come loro in una realtà televisiva dove non basta più apparire per essere ma è necessario anche essere attori di se stessi.

Alla fine i veri protagonisti rimangono però i valori veri, quelli in cui la gente si riconosce e di cui mostra di avere sempre più bisogno, il senso profondo della famiglia, l’altruismo, l’onestà dei sentimenti che, se pur messi alla prova, alla fine trionfano.

Un secondo appunto e questo ci sembra davvero importante e di segno negativo: non riusciamo a capire il motivo per cui sia nelle locandine che sul web non ci sia alcuna traccia dei nomi degli altri attori che recitano insieme a Montesano come se fosse solo sul palcoscenico, non è assolutamente corretto che non si possa dare il giusto rilievo, citando i loro nomi, anche a coloro che danno il loro contributo alla buona riuscita dello spettacolo.

 

Enrico Brignano, terza “stella” di Cittàdellanotte ad Augusta


di Daniela Domenici

Straordinario, divertente, trascinante, assolutamente da “standing ovation” (che si è in effetti avuta a fine spettacolo): Enrico Brignano con “Sono romano ma non è colpa mia” ieri al teatro Cittàdellanotte di Augusta merita questi e molti altri aggettivi.

Lo spettacolo è stato scritto da Brignano e da Mario Scaletta con la collaborazione ai testi di Augusto Fornari; la regia è firmata dallo stesso Brignano che per le musiche si è avvalso dell’ormai storica collaborazione con il maestro Federico Capranica. In scena una piccola “ensemble” di sei musicisti che hanno sottolineato il susseguirsi dei vari momenti di questo one-man-show: Federico Capranica, direttore e piano, Luciano Nevi alla batteria, Flavio Ianiro al sax, Maurizio Pizzardi alla chitarra, Vittorio Sonsini al basso e Stefano Svizzeri alle tastiere. I nostri complimenti vanno anche all’ottimo disegno luci e all’originale idea scenografica.

Vogliamo ancora una volta ringraziare il direttore artistico di Cittàdellanotte, che di questo spettacolo è anche il direttore tecnico, Marco Pupin, per averci regalato un altro momento di grande spettacolo con la S maiuscola; ne avevamo già avuto qualche sentore dal “tutto esaurito” della prima serata (e considerate che il teatro ha una capienza di quasi mille posti) che si è ripetuto ieri.

Enrico Brignano non solo ha “tenuto” il palcoscenico per oltre tre ore senza mai un momento di “defaillance” o di caduta di tono ma ha “colorato” il suo spettacolo anche di argomenti sociali e politici “importanti” con la sua consueta delicatezza aggiungendo al tutto, e questa è per noi una scoperta, dei momenti musicali in cui ha sfoderato una voce davvero notevole. Altra sua qualità attoriale che ha arricchito lo spettacolo la sua capacità di alternare due voci, maschile e femminile, quasi una sorta di “ventriloquismo” formidabile e velocissimo, permetteteci il termine.

La seconda parte dello spettacolo è stata quella più “impegnata”, più intrisa di contenuti politici anche se presentati in modo assolutamente ironico: Enrico ha interpretato, in sequenza, Giulio Cesare e sua moglie Calpurnia e quattro “rivoluzionari” di quattro nazionalità diverse; anche qui ha esibito una padronanza delle varie lingue assolutamente divertente: dal francese al russo, dal cubano al cinese, abbigliamento, musica e parole in libertà ma sempre perfettamente consone.

Magicamente abili


di Gaetano Gulino

Sei ragazzi diversamente abili selezionati dal “Mago” Salvo Testa, in arte Raptus, sono stati  i protagonisti dello spettacolo” Da Diversamente a Magicamente Abili” messo in scena a Città della Notte lunedì 21 dicembre .

La rappresentazione è stata fortemente voluta dal presidente  del Rotary Club di Augusta, Giuliano Ricciardi il quale ha vinto la scommessa confidando  nella possibilità di valorizzare le capacità latenti di questi ragazzi che, se opportunamente stimolati e sollecitati, riescono a esprimersi con grande forza e senza alcuna differenza rispetto ai normodotati. 

“La nostra scommessa”,- afferma il Ricciardi,-“ è quella aver mandato in scena questi ragazzi con esercizi, numeri ed esperimenti, di solito eseguiti soltanto da grandi illusionisti; vere e proprie magie anche per la maggior parte delle persone normodotate”. “Ci siamo avvalsi”,- ha continuato soddisfatto il presidente -, dell’esperienza di  Salvo  Testa, e siamo certi di aver collaborato nell’opera di  sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso le tematiche di integrazione sociale delle persone diversamente abili, mettendo agli atti una vera autentica testimonianza di condivisione e di servizio”.

La manifestazione ha registrato una partecipazione diretta e calorosa del numeroso pubblico che ha riempito la grande “Sala Cannata” e che ha beneficiato della straordinaria performance del “Mago” che è riuscito a far   sparire nel nulla una sigaretta accesa, a rompere a distanza tre bicchieri di vetro, a togliere la giacca a due spettatori e a indossarle nonostante fosse stato adeguatamente legato, a tagliare a pezzi una cravatta e a riconsegnarla incredibilmente integra  a uno spettatore. 

Ma l’emozione è stata immensa quando simili attività di illusionismo e di prestidigitazione sono state eseguite dai ragazzi diversamente ma magicamente abili con lunghi, sentiti e accorati applausi, con punte di vera commozione laddove le lacrime si sono associate alle risate e  manifestazioni varie di gioia.

Dottore”- mi sono sentito addosso un signore di dietro che ha stento tratteneva il pianto, che con la voce accorata e abbracciandomi ha tenuto a dirmi- “veda, quello è mio fratello”.

Sì, credo proprio, che il presidente del Rotary di Augusta, unitamente ai suoi collaboratori, abbia perfettamente raggiunto l’obiettivo prefissato,  di far cadere così un altro tabù del lungo percorso, non privo di ostacoli e di difficoltà, per una piena e completa integrazione dei diversamente abili, nei vari aspetti della nostra realtà sociale.

da http://augustanews.tk

“Ciao Frankie” al teatro Cittàdellanotte ad Augusta


di Daniela Domenici

Si è accesa la terza stella del cartellone di Cittàdellanotte ieri sera ad Augusta: Massimo Lopez con il suo “Ciao Frankie”, un one-man-show, ci ha regalato una serata davvero speciale, di un ottimo livello artistico e musicale: 100 minuti per non dimenticare, per testimoniare il valore di quanto, umanamente e artisticamente, ci ha lasciato Frank Sinatra che, per oltre 65 anni ha costituito un’epoca della musica con il suo swing indimenticabile.

L’attenta regia è di Giorgio Lopez, grande doppiatore (è la voce di Danny De Vito e di Dustin Hoffman), che è riuscito a far vibrare, con questo spettacolo, una nuova corda interpretativa del fratello Massimo. Lo spettacolo si snoda attraverso 21 brani del repertorio più famoso di “the voice”, da “I have got you under my skin” a New York, New York” e “My way” con cui ha concluso la sua performance affiancato, sul palcoscenico, da una vera orchestra di altissimo livello composta da 8 strumentisti e due “vocalists” a cui Lopez ha dato spazio duettando con ognuno di loro: la “Big Band Jazz Company” diretta dal maestro Gabriele Comeglio.
Lopez, per tutta la durata dello spettacolo, non solo ha ripercorso la carriera musicale di Sinatra ma, tra un brano e l’altro, ci ha intrattenuto con gags e divertenti monologhi nello stile di quelli che, negli anni, lo hanno reso noto in televisione da cui, comunque, prende le distanze, come ha affermato lui stesso in uno dei momenti della serata. Ci ha proposto le sue imitazioni più celebri, da Mons. Tonini a Maurizio Costanzo e poi tutti i pontefici più recenti da papa Luciani a Woityla a Ratzinger e tanti altri ancora.

“Il caso di Alessandro e Maria” ad Augusta


di Daniela Domenici

Il cartellone della seconda stagione del teatro Cittàdellanotte di Augusta ha acceso la sua seconda stella: “Il caso di Alessandro e Maria”, una commedia in due atti di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, protagonisti Luca Barbareschi, che ne è anche il regista, e Chiara Noschese e con le musiche eseguite dal vivo dalla “Marco Zurzolo Band” composta dallo stesso Marco Zurzolo al sax, da Antonino Armagno al piano, da Peppe Trimbo al contrabbasso, da Tony Miele alla chitarra e da Leonardo De Lorenzo alla batteria.

Il sottotitolo di questa commedia è “curiosa replica di una storia che ha già avuto luogo” perché i due protagonisti, Alessandro e Maria, si incontrano qualche anno dopo la conclusone della loro storia d’amore, hanno entrambi nuovi legami sentimentali ma quando si rivedono, dopo qualche momento di disagio, tra loro scocca nuovamente la scintilla della passione.

La storia è trattata con leggerezza e delicato divertimento, formidabili Barbareschi e la Noschese sia per la vena comica di entrambi che per la bellissima voce (Barbareschi si esibisce anche come pianista e chitarrista) con cui interpretano durante tutto lo spettacolo, numerosissime e celebri canzoni che fanno da leitmotiv, da colonna sonora al riesplodere del loro amore; struggente, tra le tante, l’interpretazione “al maschile” di Barbareschi di “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini.

Bravissimi i musicisti della band che hanno accompagnato e sottolineato con i loro strumenti ogni momento di questa particolare storia d’amore, band che il bravo scenografo Massimiliano Nocente ha immaginato di collocare in una specie di backstage diviso dalla scena principale, con scenografia essenziale in cui domina un pianoforte a coda, da una sorta di parete velata e trasparente che dà l’idea di un secondo ambiente, aiutato in questo anche dall’ottimo disegno luci di Mario Esposito.

Paolo Ferrari e Andrea Giordana: le prime due stelle di Cittàdellanotte


di Daniela Domenici

Inaugurazione in grande stile, ieri sera, del cartellone della seconda stagione del teatro Cittàdellanotte ad Augusta che si preannuncia un fuoco d’artificio di stelle dello spettacolo.

Il direttore artistico Marco Pupin, al “timone”, per il secondo anno consecutivo, di questo bellissimo contenitore culturale, è riuscito a regalarci uno spettacolo con la S maiuscola portando a Cittàdellanotte due “mostri sacri” del calibro di Paolo Ferrari e Andrea Giordana in “Un ispettore in casa Birling” di John Boynton Priestley, tradotto da Giovanni Lombardo Radice, e con la perfetta regia di un altro “grande” come Giancarlo Sepe.

Paolo Ferrari e Andrea Giordana si sono conquistati, nella loro lunga carriera, una popolarità televisiva che ha sicuramente contribuito a far accorrere un così numeroso pubblico sicuramente curioso di vederli “all’opera” su un palcoscenico.

Inutile sottolineare l’impatto delle loro celebri voci che hanno forse avuto una maggiore e migliore risonanza in teatro di quanto avessero negli sceneggiati che li hanno resi noti ma non è stata solo questo, naturalmente, a caratterizzare positivamente la “performance” di ieri sera. I due protagonisti sono stati ben “coadiuvati” da un cast di attori non celebri come loro ma davvero bravi, vogliamo sottolinearlo, iniziando da Crescenza Guarnieri nel ruolo della moglie del padrone di casa Birling, donna che ha saputo caratterizzare con la giusta dose di gestualità eleganza e inutile arroganza; e poi un “brava” a Cristina Spina che ha interpretato la figlia ben sottolineandone, con la recitazione, il cambiamento psicologico “in itinere”. Un applauso a Vito di Bella, il fidanzato della figlia, bravo nel rendere questo ruolo difficile colorandolo di molte sfaccettature. E nell’applauso finale vogliamo includere anche Mario Toccafondi nel ruolo del figlio pieno di problemi e Loredana Gjeci in quello della cameriera di casa Birling.

Non vogliamo dirvi niente della trama perché, essendo un giallo, vi faremmo perdere tutta la suspence tipica di un testo del genere; vi diciamo soltanto che è davvero molto intrigante, particolare, tiene avvinti fino all’ultimo, al “turning point”, al colpo di scena tipico di un thriller che si rispetti.

I nostri complimenti vanno anche alle bellissime scene di Almodovar, alle luci perfette di Umile Vainieri, al disegno audio di Paolo Astolfi con le musiche di Harmonia Team e ai costumi di Giovanni Ciacci: tutto ha contribuito a regalarci una serata di vero TEATRO.