Pistorius ospite d’onore ai Campionati Italiani di Atletica Paralimpica


di Ilaria Fazi

Oltre trecento atleti e tecnici si contenderanno a Imola (Bologna), dal 18 al 20 giugno, i Campionati Italiani Paralimpici di Atletica Leggera, importante evento che annovererà tra i partecipanti tutte le principali “stelle” dell’atletica paralimpica nazionale, ma anche numerosi giovani emergenti che potrebbero in futuro raccoglierne l’eredità. E come “ciliegina sulla torta” un ospite d’eccezione come il noto atleta sudafricano Oscar Pistorius. La manifestazione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa presso il Comune di Imola

L'atleta sudafricano Oscar Pistorius sarà l'ospite d'eccezione dei Campionati Italiani Paralimpici di Atletica Leggera
L’atleta sudafricano Oscar Pistorius sarà l’ospite d’eccezione dei Campionati Italiani Paralimpici di Atletica LeggeraTre giorni con il meglio dell’atletica paralimpica italiana in campo, e Oscar Pistorius come ospite d’eccezione. Da venerdì 18 a domenica 20 giugno, allo Stadio Comunale “Romeo Galli” di Imola (Bologna), saranno oltre trecento gli atleti e i tecnici che si contenderanno i Campionati Italiani Paralimpici di Atletica Leggera, organizzati dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico). L’evento rappresenta tra l’altro l’ultima occasione per stabilire i risultati utili alla qualificazione ai Campionati Mondiali dell’International Paralympic Committee (IPC), che si terranno nel gennaio del 2011 ad Auckland, in Nuova Zelanda. Motivo per cui anche i colori azzurri saranno rappresentati al meglio dagli atleti che hanno preso parte alle Paralimpiadi di Pechino 2008.

«Questa edizione del Campionato Italiano “open” – dichiara Luca Pancalli, presidente del CIP – rappresenta un nuovo punto di partenza per l’atletica paralimpica italiana. Accanto infatti a campioni riconosciuti come Porcellato, La Barbera, Lippi, Cionna, Cocchi, Nalin, Endrizzi e Bernardi, che hanno fatto e ancora rappresentano la storia del nostro movimento, mi auguro di trovare nuovi talenti che sappiano raccogliere, nel futuro prossimo, l’eredità di questi nostri straordinari campioni, visto che, con i Mondiali del prossimo anno in Nuova Zelanda e soprattutto con la Paralimpiade di Londra nel 2012, l’Italia è attesa da verifiche di rilevante importanza. La partecipazione di una qualificata pattuglia di atleti stranieri, uno su tutti l’amico Oscar Pistorius, rappresenta la ciliegina sulla torta di una manifestazione che, sono certo, saprà regalare momenti di autentico spettacolo».
«Grazie alla presenza di campioni di alto livello come Pistorius – aggiunge Gianni Scotti, presidente del CIP dell’Emilia Romagna – e a quella dei nostri atleti che hanno preso parte alle Paralimpiadi di Pechino, ci auguriamo che ad Imola si possa vivere un grande spettacolo di sport per tutti gli appassionati. Sarà una testimonianza viva e trainante per gli atleti che si avvicinano adesso alle discipline paralimpiche con sacrificio, passione, agonismo e forza di volontà».

Tra i partecipanti ai Giochi del 2008 in Cina, saranno dunque presenti a Imola Roberto La Barbera, “il barbaro”, argento nel salto in lungo; Stefano Lippi, amputato, già iridato e argento paralimpico; Fabrizio Cocchi, mezzofondista ipovedente che ha vinto il Mondiale; Maurizio Nalin, già campione paralimpico del pentathlon; Germano Bernardi, pesista paraplegico, già medagliato mondiale e paralimpico; la “rossa” Francesca Porcellato, pluricampionessa nell’atletica e oro nello sci di fondo alle recenti Paralimpiadi Invernali di Vancouver; Walter Endrizzi, bronzo paralimpico nella maratona; Andrea Cionna, mezzofondista non vedente già campione mondiale. Sarà tra l’altro anche l’occasione per l’esordio della prima amputata bilaterale italiana, Giusy Versace.
Queste le specialità previste: corsa su pista sprint, 100, 200 e 400 metri; mezza distanza, 800 e 1500 metri; distanza lunga, 5.000 e 10.000 metri; staffetta 4×100 e 4×400; salto in alto; salto in lungo; lancio del disco; lancio del peso; lancio del giavellotto; clava.

La manifestazione – che è stata presentata nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Consiliare del Comune di Imola – sarà realizzata a cura del CIP Emilia Romagna e del Dipartimento Atletica Leggera del CIP, con la collaborazione dell’Amministrazione Municipale imolese, del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna), della FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), del Comitato Provinciale di Bologna e Regionale dell’Emilia Romagna del CONI, oltre che con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna e del Comune di Imola. Sponsor ufficiali dell’iniziativa l’Hotel Molino Rosso di Imola e Banca Carisbo.

da www.superando.it

A Priolo (SR) il 1° campionato regionale di nuoto per diversabili siciliani


di Daniela Domenici

Si è appena concluso con le varie premiazioni il 1° campionato di nuoto regionale per diversabili, provenienti da molte province della Sicilia, presso la piscina Tapsos di Priolo (SR), una struttura costruita ad hoc per accogliere chi soffre di qualunque forma di disabilità.

Fortemente voluto e splendidamente organizzato da Giovanni Spadaro, dell’associazione onlus Il Faro di Augusta, che è riuscito a trovare tanti e diversi sponsor per questo suo progetto, ha visto gareggiare insieme diversabili psichici e fisici, divisi soltanto tra “agonisti” e promozionali”, come mi ha spiegato la gentilissima Cinzia Deliberto, delegata regionale del FISDIR, federazione che raggruppa al suo interno le persone con disabilità psichica mentre i disabili fisici fanno parte del CIP che poi passeranno alla FIN, federazione italiana nuoto, perché i regolamenti degli agonisti diversabili sono gli stessi dei nuotatori normodotati. A una mia domanda specifica la sig.ra Deliberto mi ha spiegato che questi atleti gareggiano in tutte le specialità, come i normodotati, quindi tutti e quattro gli stili e anche la staffetta; le età variavano dagli 8 ai 50 anni e naturalmente hanno gareggiato sia uomini che donne. Era presente anche il vice-presidente Ninni Gambino che ha voluto dire qualche parola sull’evento e che ha poi gareggiato insieme a Giovanni Spadaro, l’infaticabile organizzatore del campionato.

La sig.ra Deliberto ha aggiunto che alle Paralimpiadi di Londra 2012 ci saranno, per la prima volta, anche atleti disabili psichici e che ci sono buone probabilità che partecipi anche qualche siciliano; e a settembre ci saranno in Messico gli internazionali di nuoto per ragazzi con la sindrome di down, oggi numerosissimi e tra i più bravi e agguerriti. Mi ha chiesto, a fine intervista, di poter ringraziare pubblicamente i due tecnici Dario Cerruto e Marco Davì  che hanno collaborato seguendo i campionati in maniera egregia sempre attenti e vicini agli atleti diversabili.

Prima di elencare le società siciliane che erano presenti oggi a Priolo i cui splendidi atleti hanno dato vita a questo evento accolgo l’invito di Giovanni Spadaro, anima di questo evento, che vuole ringraziare gli scout dell’Agesci Augusta 2 e del Masci che si sono prodigati con tanta disponibilità nel far sì che la gara andasse nel migliore dei modi.

Ed ecco i nomi delle società:

–      D’Alba Fiorita di Caltagirone

–      Coperta di Linus di Palermo

–      Life di Acireale

–      Swimming di Caltanissetta

–      Burgaro di Enna

–      Giampi di Catania

–      Come ginestre di Catania

–      Iride di Catania

–      Il Faro di Augusta

–      Torball di Catania

–      Augusta Nove di Augusta

Ci sono stati anche due momenti musicali prima dell’inizio della gara (l’inno di Mameli) e poco prima della premiazione (l’aria “Nessun dorma” di Puccini) a cura di William Grosso alla tastiera e Giovanni Di Mare voce.

E’ superfluo sottolineare le emozioni che ci hanno fatto vivere queste persone insieme ai loro formidabili allenatori, c’è stata sempre una sana competitività e un calorosissimo tifo ma quello che ha colpito di più è stato il notare come vengano trattati come atleti normodotati a tutti gli effetti dai loro allenatori e come l’elemento acqua elimini o comunque diminuisca quegli handicap fisici che fuori costringono a stare su una sedia a rotelle o con le stampelle: in piscina erano tutti uguali, liberi di volare nello stile prescelto e di esultare all’arrivo battendo un cinque con gli amici-allenatori.

Voglio concludere con una delle frasi che mi ha regalato il papà di uno degli atleti, Igor Catalano, un ragazzo down di 18 anni di Enna, che è una forza della natura di simpatia travolgente, un folletto, è attualmente campione italiano dei 50 m dorso e fa anche il batterista “Avere un ragazzo come Igor è un regalo della vita”.

Paralimpiadi, alziamo l’audience


di Franco Bomprezzi

Scattano le Paralimpiadi di Vancouver, due settimane dopo le Olimpiadi invernali. Per la prima volta nella storia dei giochi degli atleti disabili ci sarà una massiccia copertura televisiva da parte della Rai e soprattutto di Sky, che da giorni lancia i promo delle gare, con spot accattivanti, con interviste ai protagonisti, e ricordando che esistono cinque canali dedicati a raccontare l’evento. Non è poco, anzi è tantissimo, se si ha memoria del passato. Giustamente Luca Pancalli, presidente del Cip, Comitato Paralimpico Italiano, pone questo risultato come la principale vittoria di queste edizioni, sapendo che dal punto di vista agonistico sarà difficile ripetere l’exploit di Torino, quattro anni orsono.

E sarà difficile ripetersi non solo perché è cresciuto il livello qualitativo delle nazionali emergenti, Cina compresa, ma soprattutto perché l’età media dei nostri campioni è di 32 anni e mezzo, con punte che superano ampiamente i 40 anni. E i migliori, quelli che possono andare a medaglia, sono soprattutto i più vecchietti.

C’è un problema di ricambio generazionale, che nello sport si risolve solo facendo sport di base, ossia favorendo la pratica sportiva, non necessariamente agonistica, a partire dai centri di riabilitazione, dalle società di promozione sportiva, dal territorio, dai Comuni, dalle scuole. Investire sullo sport per tutti (in realtà il problema non riguarda solo gli atleti disabili, ma una scarsa propensione alla pratica sportiva dei giovani, calcio a parte) è uno dei pochi investimenti opportuni in questo momento di difficoltà. Significa, per chi ha una disabilità da incidente stradale o da infortunio sul lavoro, ma anche per una situazione fisica congenita o progressiva (penso alle distrofie e ai non vedenti), gioia di vivere, ritorno alla socialità, alla mobilità, a viaggiare, a confrontarsi con se stessi e con gli altri, alla pari, senza alibi, senza vittimismi.

E’ dunque fondamentale, è la premessa per una vita sana, per una salute migliore: chi è disabile non è malato, e questa equazione inconscia va sfatata proprio attraverso la dimostrazione che è possibile fare qualcosa di più e di meglio, ogni giorno. Le Paralimpiadi, purtroppo ancora separate dai Giochi di tutti (ma anche questo è un processo culturale e tecnico che richiede tempo per condurre al risultato logico, ossia l’unificazione delle gare), sono comunque un momento alto di promozione dello sport, perché le gare, a questo livello di qualità e di competizione, sono spettacolari, divertenti, avvincenti, esattamente come le gare degli atleti “normodotati” (che brutta terminologia discriminante, ancora in uso normale nell’ambiente dello sport per disabili!).

Ecco perché è importante alzare l’audience, sintonizzarsi sui canali che trasmettono le gare, seguirle e commentarle, rimbalzarle sul web, nei blog, nei siti internet, sui giornali, nelle chiacchiere al bar. Se queste Paralimpiadi saranno vinte dal pubblico televisivo, questo comporterà due risultati preziosi: le televisioni che hanno creduto in questo evento, Rai e Sky, saranno remunerative per gli inserzionisti pubblicitari, che saranno dunque pronti a investire in programmi nei quali la disabilità venga raccontata con normalità e qualità professionale. In secondo luogo la gente comincerà a vedere lo sport degli atleti disabili senza alcun pietismo, senza quell’atteggiamento paternalistico figlio dell’ignoranza, che ha fino ad oggi mantenuto nel ghetto questo straordinario movimento mondiale.

Forza ragazzi, dunque: a Vancouver si va per vincere. Non solo una medaglia. Molto di più