“Il caro nonno Asdrubale” dallo Zecchino d’Oro


di Dampa, Pinchi, N.Casiroli

Il caro nonno Asdrubale
lasciò uneredità,
a noi toccò una macchina
di sessantanni fa,
un tipo d’automobile
che ridere può far
ma ridere per ridere
papà ci volle andar.

E dopo dieci, venti,
trenta scoppi del motor,
la gente tutta intorno
gli gridava con calor:

(Rit.)
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!

La buona zia Felicita,
che oscilla sul quintal,
d’inverno la domenica
sui monti va a sciar;
vederla è uno spettacolo
col suo maglione blu
ma nella neve soffice
sprofonda sempre più.

E dopo dieci, venti,
trenta sforzi per partir,
rimane lì impalata
mentre intorno sente dir:

(Rit.)
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!

Di scena sono i missili
e i razzi a propulsion,
qualcuno entra in orbita
qualcuno fa eccezion;
poi quelli che ricadono
in fumo se ne van,
son cose che succedono
ma si rimedieran.

Fra dieci o quindici anni
per la luna partirem
e questo ritornello
forse ancora sentirem:

(Rit.)
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!

Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!

“Cirillo curiosone” dallo Zecchino d’Oro 1966


Dato che oggi è San Cirillo…quale miglior modo di festeggiare se non con questa deliziosa canzone di uno Zecchino d’Oro dei miei tempi…archeologici?

di A.Testa e G.Kramer 1966

Cirillo curiosone
aveva un gran nasone;
guardava dappertutto
non si fidava mai.
Pensava “in fondo al pozzo
dev’esserci qualcosa…”
e tutti i giorni andava
a curiosare un po’.
E ciunf!
E ciunf!
E tutti i giorni… ciunf!

Ritornello:
E ciunfete… nel pozzo
con la testa all’ingiù!
Aiuto! Aiuto! Aiuto!
E il papà lo tira su.
col nasone – ne
gocciolone – ne
facendo glu – glu – glu…
Cirillo curiosone
giura non lo faccio più!

La mamma gli diceva
“attento a non bagnarti
perchè col raffreddore
il naso ingrosserà…”
E lui le prometteva
di non andare al pozzo
ma poi non resisteva
alla curiosità.
E ciunf!
E ciunf!
E tutti i giorni… ciunf!

Ritornello:
E ciunfete… nel pozzo
con la testa all’ingiù!
Aiuto! Aiuto! Aiuto!
E il papà lo tira su.
col nasone – ne
gocciolone – ne
facendo glu – glu – glu…
Cirillo curiosone
giura non lo faccio più!

(gridato) E ciunfete!

Lettera a Mago Zurlì


di Daniela Domenici

Caro Mago Zurlì,

sono una bambina… di 52 anni, anzi, come dice una mia cara amica, ho un concentrato di 50 bambini dentro e sono così anche grazie a te…

Tu e Topo Gigio mi avete regalato colore, musica, sorrisi per tutta la mia infanzia, quando la TV era ancora in bianco e nero, negli anni ’60, la tua dolcezza, la tua simpatia, il tuo essere bambino dentro, come me, ti ha fatto diventare il mio Mago preferito, anzi, l’unico, che sapeva sempre come parlare ai bambini che venivano a cantare lì, allo Zecchino d’Oro, all’Antoniano di Bologna, aiutati dalla grande Mariele e dall’inimitabile Gigio, il topo più tenero mai creato.

Sono cresciuta tra un “Pesciolino rosso nella sua vasca di cristallo” e un “Valzer del moscerino”, tra un “Popoff nella steppa sconfinata” e una “Minicoda di moda tra i gatti”, tra un “Caro nonno Asdrubale a cui dai una spinta” e una “Zia Peppina e il suo caffè”, tra “Un milione di anni fa la giraffa, l’elefante e il bassotto” e “Cirillo curiosone che aveva un gran nasone”…mi hanno fatto rimanere bambina dentro nel modo più bello e giusto possibile…GRAZIE A TE sono diventate ninnenanne per i miei figli al posto di quelle classiche…

Caro Mago Zurlì, ti prego, non farti ferire dalle cattiverie degli “adulti” che non hanno capito la tua vera anima, torna tra noi al più presto possibile…

TI ASPETTIAMO INSIEME A TOPO GIGIO E A TUTTI I BAMBINI COME ME…J

“Dagli una spinta” – dedicata al grande Mago Zurlì


Cino, ce la farai anche stavolta, noi “bambini” abbiamo ancora bisogno di te…:-)

(di Dampa – Pinchi – N. Casiroli)
Il caro nonno Asdrubale
lasciò un’eredità,
a noi toccò una macchina
di sessant’anni fa,
un tipo d’automobile 
che ridere può far
ma ridere per ridere
papà ci volle andar.

E dopo dieci, venti,
trenta scoppi del motor,
la gente tutta intorno 
gli gridava con calor:

(Rit.)
“Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!”

La buona zia Felicita,
che oscilla sul quintal,
d’inverno la domenica
sui monti va a sciar;
vederla è uno spettacolo
col suo maglione blu
ma nella neve soffice
sprofonda sempre più.

E dopo dieci, venti,
trenta sforzi per partir,
rimane lì impalata 
mentre intorno sente dir:

(Rit.)
“Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!”

Di scena sono i missili 
e i razzi a propulsion,
qualcuno entra in orbita
qualcuno fa eccezion;
poi quelli che ricadono 
in fumo se ne van,
son cose che succedono
ma si rimedieran.

Fra dieci o quindicianni
per la luna partirem 
e questo ritornello 
forse ancora sentirem:

(Rit.)
“Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, perché così non va!
Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!”

“Dai, dai, dai!!!
Dagli una spinta!
Dagli una spinta, vedrai che partirà!”

Mago Zurlì in coma: Tortorella ricoverato a Milano


Cino Tortorella, diventato famoso come Mago Zurlì, è stato ricoverato, ieri sera, all’ospedale Sacco di Milano per un sospetto attacco ischemico.

, diventato famoso come Mago Zurlì, è stato ricoverato, ieri sera, all’ospedale Sacco di per un sospetto attacco ischemico.

Il presentatore storico dello Zecchino d’oro, escluso dall’edizione di quest’anno, è arrivato in stato comatoso al Pronto soccorso dove si è risvegliato. Al momento si trova in osservazione nel reparto di Neurologia.

da www.blitzquotidiano.it

Cino Tortorella, il grande Mago Zurlì


di Paolo Scotti

mago zurlìRoma«Complimenti. Siete riusciti a parlare dello Zecchino d’Oro per quarantotto minuti, senza fare il mio nome neppure una volta». Baruffa davanti ai giornalisti, ieri mattina a Roma, dopo la conferenza stampa del cinquantaduesimo Zecchino d’Oro. Cino Tortorella, il mitico Mago Zurlì che dal 1957 ad oggi è stato il «volto» della gara canora fra bambini, per la prima volta è seduto fra il pubblico invece che al tavolo degli autori.

mago zurlì.1A incontro concluso si sfoga coi cronisti: «Lo Zecchino d’Oro l’ho inventato io, prima ancora che arrivassero i frati dell’Antoniano di Bologna. L’ho guidato per cinquantadue anni. E ora un capostruttura Rai mi viene a dire che sono sorpassato!». Il capostruttura in questione, Antonio Azzalini, parla di una semplice battuta. Che però non è un capolavoro d’eleganza: «Io la seguo da quando avevo cinque anni. Oggi ne ho cinquanta, fra venti andrò in pensione. E lei quando intende andarci?». «Io ho l’età del Papa e del Presidente della Repubblica – ribatte infiammato Tortorella (che di primavere ne conta 82) -. Dobbiamo essere rottamati tutti e tre?». A tentare di placare gli animi interviene il direttore dell’Antoniano, padre Alessandro, chiarendo perché per la prima volta Mago Zurlì diserterà lo Zecchino. «Ad aprile Tortorella ha citato l’Antoniano per danni morali. Mi sembra che abbiamo tutto il diritto di risentirci per un’azione che riteniamo ingiusta». Il motivo della causa? «L’Antoniano ha permesso che la Rai cancellasse tutte le trasmissioni create da me e da loro, senza nemmeno protestare – s’indigna Tortorella -. Anni di lavoro e di successo totalmente annullati». Allora è vero che la Rai considera Tortorella superato? «Finché il contenzioso legale non sarà risolto, la Rai non potrà firmare contratti col signor Tortorella – svicola Azzalini -. E l’Antoniano non potrà farlo entrare al centro di produzione dello Zecchino». «E io ci verrò ugualmente – insiste lui -. Magari fuori, ma ci verrò!». Alla fine l’intenzione conciliativa predomina. «Cercheremo di risolvere la questione prima di martedì – assicura padre Alessandro (lo Zecchino andrà in onda dal 17 al 21 alle ore 17 su Raiuno, condotto da Veronica Maya e Paolo Conticini)- e di avere Cino di nuovo con noi». Si vedrà.
Quanto all’altro guaio che pende sul futuro della gara canora – a gennaio alcuni lavoratori del centro di produzione dell’Antoniano entreranno in cassa integrazione – padre Alessandro sospira: «Dal 2001 ad oggi abbiamo avuto un notevole calo del lavoro. Lo stesso problema di tante altre imprese. Ma io sono solo un frate, non un manager. E se non ce la facessimo? Pazienza: i frati esistono da ottocento anni. E continueranno ad esistere, anche senza Zecchino».

da www.ilgiornale.it

Lo Zecchino d’Oro rischia di chiudere i battenti


zecchino d'oroLa 52esima edizione, in onda dal 17 al 21 novembre, ci sarà. E questa è la buona notizia. Ci saranno anche lo speciale di Natale e l’ultima registrazione di Music Gate. Ma dal prossimo anno lo Zecchino d’Oro, uno dei programmi più amati dai bambini (di ieri e di oggi) rischia di dover chiudere i battenti. Pare infatti che il centro di produzione dell’Antoniano di Bologna, dove si realizza lo show, non sia messo benissimo, tanto che la Cisl (che intende coinvolgere nella campagna anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) ha lanciato un appello per salvare la struttura: i contratti non sono stati rinnovati per il nuovo anno e si parla addirittura di cassa integrazione. D’altronde dal 2001 a oggi l’Antoniano ha ridotto notevolmente (da 200 alle 15 attuali) le ore di programmi all’anno che realizzava per la Rai.

Molte delle canzoni dello Zecchino d’Oro, a partire dal lontano 1959, quando Cino Tortorella ideò la manifestazione, hanno costituito e continuano tuttora a essere la colonna sonora dell’infanzia di generazioni di bambini. Sarebbe un vero peccato se quella che è ornmai divenatata una vera e propria istituzione dovesse cessare di esistere. Per questo, nell’appello per salvare l’Antoniano, si insiste sul valore della manifestazione, sul riconoscimento del ruolo culturale che ha avuto nella storia del Paese: è infatti uno dei due centri di produzione di programmi per l’infanzia rimasti in Italia (l’altro è a Torino). Staremo a vedere se l’appello del sindacato di consolidare il rapporto fra il centro di produzione bolognese e la Rai, inserendo l’Antoniano nel contratto di servizio fra la tv pubblica e lo Stato, avrà successo e se si riuscirà a salvare lo Zecchino d’Oro, come già è successo in passato con il suo fratello maggiore, il Festival di Sanremo.

fonte Virgilio