RomaFictionFest 2010: ha vinto l’accessibilità


Creare momenti di vera integrazione e uscire dalla logica dell’iniziativa “particolare” dedicata alle persone con disabilità: con tale idea di base, anche quest’anno l’Associazione Blindsight Project ha curato il servizio di accessibilità del RomaFictionFest – l’evento più prestigioso riguardante gli appuntamenti della prossima stagione televisiva – e i risultati sono stati molto positivi. «Essere nella società – sottolinea Laura Raffaeli, presidente di Blindsight Project – vuol dire infatti potersi trovare insieme agli altri e non essere relegati in recinti angusti o momenti ristretti alla singola proiezione o al singolo evento, che diventano di fatto discriminanti e offensivi per noi disabili»
La conferenza stampa di presentazione  del RomaFictionFest 2010, presso la Multisala Adriano
La conferenza stampa di presentazione del RomaFictionFest 2010, presso la Multisala AdrianoDieci fiction accessibili (con sottotitoli e audiodescrizioni) in cinque giorni di proiezioni, navette attrezzate ogni sera per il trasporto delle persone disabili, un’ottima risposta di pubblico sia disabile che non, in un’atmosfera resa ancor più viva dall’attenzione e dalla partecipazione di tutti gli spettatori del RomaFictionFest 2010, attratti non solo dalle fiction proiettate, ma anche interessati alle audiodescrizioni offerte in cuffia. Questo sistema, infatti – a differenza dei sottotitoli – è ancora poco conosciuto e i numerosi utenti esperti (ciechi e ipovedenti) che ogni sera hanno partecipato alle proiezioni, si sono complimentati per l’ottima qualità.

Questo in sintesi il resoconto sul servizio di accessibilità nella Sala 10 del Multisala Adriano di Roma, servizio che ha arricchito anche quest’anno il RomaFictionFest 2010, l’evento più prestigioso riguardante gli appuntamenti della prossima stagione televisiva. Un successo realizzato grazie a una formula innovativa che riesce a proporre un esempio di inclusione anche in una manifestazione di indubbio rilievo. Un’offerta così ampia in una grande rassegna internazionale rappresenta infatti il modello più efficace per creare partecipazione, consapevolezza e accoglienza e si tratta di un caso unico non solo nel panorama italiano.

«Rispetto all’edizione del 2009 – dichiara Laura Raffaeli, presidente di Blindsight Project, l’associazione che ha curato il servizio di accessibilità del Festival, in collaborazione con Consequenze e Sub-Ti – abbiamo fatto un importante e ulteriore passo avanti. Molte più persone cieche e ipovedenti hanno potuto partecipare autonomamente al RomaFictionFest, grazie al servizio navetta che ha provveduto ad accompagnare sia all’andata che al ritorno dal proprio domicilio coloro che ne hanno fatto richiesta, evitando così il disagio di doversi recare in un unico punto di raduno, come solitamente succede per altre iniziative, e abbiamo ottenuto quindi il successo sperato. Quello che conta è creare momenti di vera integrazione e uscire dalla logica dell’iniziativa particolare dedicata ai disabili. Essere nella società vuol dire potersi trovare insieme agli altri e non essere relegati in recinti angusti o momenti ristretti alla singola proiezione o al singolo evento, che diventano di fatto discriminanti e offensivi per noi disabili».

Proprio con il RomaFictionFest dello scorso anno – e già da allora grazie al lavoro di Blindsight Project – si è aperta dunque una nuova frontiera per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità e per l’accessibilità alla cultura. Un impegno che proseguirà ora al prossimo Festival Internazionale del Film di Roma [28 ottobre-5 novembre 2010, N.d.R.] e con una campagna a favore della cultura accessibile, lanciata proprio nei giorni scorsi in occasione del RomaFictionFest 2010. (Ufficio Stampa Blindsight Project)

Per ulteriori informazioni: info@blindsight.eu.

La diversità non è un vicolo cieco


La diversità non è un vicolo cieco

di Matteo Schianchi

A Tel Aviv sono in corso le riprese di un breve film totalmente ideato, girato e interpretato da persone cieche. È la storia di una ragazza nata cieca che si sente poco accettata dalla famiglia. Allora scappa. Incontra un ragazzo con il quale intraprende alcune gite in moto e sul mare. Un giorno, anche il ragazzo perde la vista a causa di una malattia.

L’idea del film è venuta alla direttrice di un centro di servizi per ciechi, dopo aver scoperto la passione di alcuni utenti per le videocamere e la loro competenza nel maneggiarle. La lavorazione è adattata alla disabilità del cast e probabilmente in alcune fasi interverranno persone vedenti.

Non conosciamo gli esiti finali del film, né se potremo vederlo, la trama è troppo scarna (e facilmente banalizzabile) per poter fare previsioni. Forse sarà un cattivo e inutile esperimento, forse un colpo di genio ben riuscito, forse un fenomeno commerciale, forse sarà completamente ignorato.

Di certo sarebbe interessante vederlo. Non perché fatto da disabili o per cedere a buoni sentimenti, ma con la speranza e il piacere di poter vedere un film diverso, nel suo modo di essere concepito, girato, realizzato, narrato.

La diversità, il guardare il mondo da un altro punto di vista, è interessante quando trova (cioè è messo nelle condizioni e riesce ad esprimersi) per creare e produrre altro, nell’arte e nella vita di tutti i giorni. Non quando cerca maldestramente e a fatica di rincorrere la normalità, per farsi accettare o per conformarcisida www.superabile.it