Bugie in tenera età? E’ sintomo di intelligenza


Sarà di magra consolazione per mamma e papà alle prese con le frottole dei figli, ma le bugie dei bambini sono segno di intelligenza, indice del fatto che lo sviluppo cognitivo dei piccoli sta andando a tutta birra. Più si è piccoli alla prima bugia, più l’intelligenza cresce veloce.

Lo rivela uno studio condotto presso la Toronto University da Kang Lee e riportato online dalla BBC. Per dire bugie e farle galoppare senza inciampi nella verità bisogna utilizzare processi cognitivi complessi, spiega Lee, quindi i piccoli bugiardi sono intelligentoni che crescono.

L’indagine ha coinvolto 1200 bimbi e ragazzini dai 2 ai 17 anni. I bambini avevano un giocattolo alle loro spalle e veniva detto loro di non voltarsi a guardarlo prima di uscire dalla propria stanza. Una videocamera nascosta riprendeva i bambini per vedere se si voltavano o meno.

Poi a ciascuno dei piccoli è stato chiesto di dire se si fossero voltati a guardare il gioco o meno, e la risposta è stata confrontata con le riprese video per vedere chi ha detto la verità, chi no. E’ emerso che, impavidi pinocchi, del tutto incuranti dei nasi che si allungano, i più furbetti iniziano a dire bugie già a due anni, circa uno su cinque a questa età tira fuori qualche frottola all’occorrenza. Ma a quattro anni dicono bugie anche i più ‘lenti’ a prendere questo ‘vizio’: a questa età è il 90% dei bambini, infatti, a dirle.

Il picco massimo dei nasi lunghi si registra invece a 12 anni. Ma niente paura, sostiene Lee, dire bugie da piccoli è normale e non significa che questi bambini cresceranno come bugiardi patologici. Anzi la bugia è segno di sviluppo cognitivo perché per ideare una frottola e tenerla in piedi serve il ragionamento. Anzi, chiosa Lee in conclusione, i piccoli bugiardi potrebbero anche finire per fare i banchieri da grandi.

fonte ANSA

Cin Cin: brindiamo insieme !!! – Let’s toast together


di Daniela Domenici

“Temptation” è il mio 1000esimo inserimento in meno di tre mesi da che il mio sito è nato, sono felice dei risultati raggiunti fino a oggi; quando l’ho creato e gli ho dato questo nome, NUTRIMENTE, volevo tentare, nel mio piccolo, di “nutrire” la mente dei gentili lettori che sarebbero passati a leggere le cose che avrei pubblicato sia mie (recensioni e filastrocche) che di altri colleghi.

Dalla qualità delle vostre scelte di lettura nel mio sito (di cui vedo i “passaggi”) posso dire che sono davvero orgogliosa dei risultati raggiunti e che spero di crescere con voi ogni giorno migliorandomi e fornendovi sempre inserimenti di qualità, di nicchia, se volete, ma che diano spazio, soprattutto, a chi ne ha poco o niente: detenuti, disabili, bambini, omosessuali, immigrati.

 “Temptation” is my 1,000th post published since when, less than three months ago, my site was born, I am happy for the results achieved till today; when I created it and gave it this name “NUTRIMENTE”, I wanted to try, in my possibilities, to “feed” the brains of the kind readers who would have read the posts I would have published either mine (limericks and theatrical, cinema and book surveys) or of other journalists.

From the quality of your choices of what to read in my site (as I can see your “passages” there) I can say that I am really very proud of the results achieved and that I hope to grow with you every day improving myself and always providing you quality posts, particular ones, but which give space, above all, to all those categories who have little of it in the media: people in jail, handicapped people, children, gay people and immigrants.

Shidonni: un Facebook formato bambini


Shidonni ovvero il social network a misura dei più piccoli. Una sorta di facebook capace però di tenere fuori dalla porta violenza o egoismo e  di rappresentare il mondo proprio come lo disegnerebbe un bambino. Questa l’idea realizzata da un gruppo di israeliani nella cittadina di Rehovot, a sud di Tel Aviv e diventata in poco tempo il primo e più popolato social network per utenti under 12.
Superata da poco la soglia dei 200.000 utenti, Shidonni e’ stato gia’ tradotto in otto lingue ed entro due mesi, secondo quanto svelano i suoi ideatori, sara’ disponibile anche in versione italiana.
“Alla base del sito – spiega Ido Mazursky, fondatore e amministratore delegato di Shidonni – c’è un concetto molto semplice: il bambino  disegna il suo personaggio o qualsiasi oggetto desideri e noi gli diamo vita”. Niente di strano quindi che lo spazio virtuale di Shidonni sia popolato da giraffe rosse a pois e da creature metà cane e metà mucca che si cimentano in gare di ballo o guidano auto velocissime.

Il sito prevede inoltre la possibilità di acquistare un pupazzo realizzato a mano del proprio alter ego. Secondo Mazursky, l’unico limite di questo mondo e’ la fantasia del bambino.    
A differenza  di Facebook, Shidonni non permette interazioni con utenti sconosciuti: garantendo un livello di tutela e protezione per il quale ha ricevuto un riconoscimento internazionale dalla Coalizione per la sicurezza su internet lo scorso settembre

fonte tgcom