“Aquiloni in città”


di Maria Grazia Vai

S’impigliano
tra le antenne arrugginite
e le grondaie sporche

Sopra i tetti e le ringhiere
Sotto le griglie dei portoni
e sui cancelli chiusi

S’infilzano
come vecchie cartoline
d’indirizzi ormai smarriti

Pensieri sopiti
sobbalzano
tra le buche, i dossi
i tombini rotti

e l’odore stagnante di catrame

Mentre ascolto in solitaria
il grido stanco di un gabbiano
che scompare tra i semafori

e le nuvole grigie di Milano.

…a novembre


di Maria Grazia Vai

Sulle note di Evanescence “ Missing “

E scorrono i giorni, come le gocce di sale
sopra i rosari,
come scorre la pioggia sopra il catrame

Piove, sui frammenti di vetro del cuore
Sulle vele, sui rovi, sulle mie mani
– e sul mare, piove

Come l’inchiostro che cola.
Mentre cancello di te l’ultima goccia che muore,

e muoio anch’io

Come una lacrima nei tuoi occhi sbiaditi
Muoio
all’ombra di un sogno, tra le pietre e la bruma

– tra le rose sfiorite a novembre

Mentre volano via, lontano – le ultime rondini
Lontano da qui,

da questo cielo, bagnato d’autunno,
e rovente
– di pioggia e catrame.